Rainbow Six Siege: il futuro eSportivo dello sparatutto tattico di Ubisoft

L'evento di Atlantic City rappresenta il risultato di due anni di duro lavoro da parte di Ubisoft ne abbiamo parlato con Francois Deniele.

Rainbow Six Siege: il futuro eSportivo dello sparatutto tattico di Ubisoft
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  • Non tutti i videogiochi sono esport. Ma possono diventarlo. Per alcuni è stato semplice, essendo cresciuti simultaneamente al settore come League of Legends o addirittura per chi esisteva già prima, con il pensiero che corre veloce a Starcraft, poi proseguito con Starcraft II, e Counter-Strike. Altri sono stati trascinati dal successo del gioco in streaming come i recenti Fortnite e PUBG.
    Poi ci sono quei titoli considerati inizialmente "minori" che crescono stagione dopo stagione, incrementando sia la base di giocatori, amatoriali e competitivi, che di spettatori. Come Rainbow Six Siege, lanciato nel 2015 ma che solo negli ultimi 18 mesi ha iniziato a ritagliarsi una fetta sempre più ampia di interesse nel panorama esport. Le recenti finali della Pro League hanno mostrato il frutto dell'ultimo anno di lavoro e i numeri delle piattaforme di streaming parlano chiaro: nei due giorni della competizione la media di spettatori si è mantenuta stabile tra i 150 e i 200 mila con il picco massimo di poco più di 243.000  raggiunto per la finale tra Penta Sports e Team Liquid. D'altronde la produzione dell'evento è stata di altissimo livello in una location, il Theater Center dell'Harrah's Hotel di Atlantic City, perfetta per dimensioni e tipologia per ospitare un evento esport. Senza dimenticare la posta in palio: 167.000 $ di montepremi, di cui 75.000 $ al vincitore, il Team Liquid che ha compiuto un'impresa storica.

    L'evento di Atlantic City

    Per Ubisoft l'evento di Atlantic City rappresenta la ricompensa di due anni di duro lavoro e di una strategia pianificata a tavolino con analisi e piani di investimento, come ha sottolineato il responsabile esport Francois-Xavier Deniele, intervistato ad Atlantic City: "Possiamo serenamente affermare che son stati due anni di studio metodico durante i quali il nostro obiettivo era portare l'esport di Rainbox Six a regime. Abbiamo osservato con pazienza l'intero panorama, le competizioni, i format utilizzati, ascoltato i giocatori e la community con l'unico scopo di creare le basi la scena competitiva di R6. Abbiamo letteralmente imparato cosa significa fare eSport e come renderlo il più fruibile possibile per lo spettatore."
    D'altronde Deniele non nasconde che l'esport per Ubisoft sia un pilastro fondamentale nel coinvolgimento di nuovi giocatori: è quello che in marketing chiamano community engagement. Non è un caso che col crescere degli investimenti nella sezione esport siano anche cresciuti i giocatori, attestati a inizio 2018 a 30 milioni in tutto il mondo. Obiettivo raggiunto, quindi? "Nemmeno per sogno. Questi due anni hanno rappresentato per noi solo la prima fase dell'eSport di R6 e siamo ormai pronti a lanciare la Fase 2 del nostro programma: più investimenti, più competizioni locali e una struttura competitiva più articolata pensata per fornire alle squadre una maggiore stabilità."Tra le novità presentate in occasioni delle finali della Season 7 della Pro League figurano infatti tutta una serie di modifiche alla struttura competitiva che rappresentano una vera e propria rivoluzione dell'esport di R6. La principale è l'allungamento delle stagioni: se prima duravano tre mesi, adesso dureranno il doppio per consentire l'introduzione di un campionato vero e proprio e non più un singolo torneo. Le squadre della Pro League rimangono otto ma saranno adesso inserite in un unico girone con partite secche di andata e ritorno. Un totale di 14 giornate con in mezzo e alla fine gli eventi Major della stagione con il primo che si disputerà ad agosto a Parigi. Entra inoltre a far parte del circuito anche il DreamHack che ospiterà eventi minori e permetterà ai vincitori di qualificarsi ai Major: a Parigi ad esempio andrà anche il primo classificato del prossimo DreamHack di Valencia.

    Al termine del girone si disputeranno i playoff, partite Bo3, con le prime due che acquisiranno il diritto a partecipare alle Pro League Finals internazionali. In coda, invece, l'ultima sarà retrocessa nella Challenger League mentre la settima lotterà con la seconda della serie cadetta per conservare il proprio posto nel Relegation Match. Di riflesso la prima classificata della CL sarà immediatamente promossa nella Pro League. Ubisoft si è garantita nella serie cadetta di avere solo le migliori puntando su un cambiamento continuo e repentino delle squadre: la metà inferiore della classifica, ovvero le ultime quattro su otto, perderanno il proprio posto.

    Tutte le novità future

    L'intera Pro League avrà una copertura streaming totale per permettere a ogni tifoso di seguire le partite della propria squadra del cuore. Il lunedì sarà il turno del Nord America, il mercoledì ci saranno sia Sud America che Asia Pacific e infine il giovedì le partite delle squadre europee. Le novità più rivoluzionarie, tuttavia, riguardano il format delle partite. La prima è l'introduzione della fase di Pick&Ban non solo per le mappe ma anche per gli operatori. Una mossa che chiaramente è necessaria per evitare che le scelte si fossilizzino sempre sugli stessi operatori, spingendo le squadre a trovare soluzioni alternative e a premiare chi riesce ad adattarsi meglio.

    La seconda novità è più incisiva di quanto si creda e mira a spettacolarizzare le partite. Finora attacco e difesa si alternavano ogni round, per un totale di nove con la vittoria che andava nelle mani alla squadra che per prima ne conquistava cinque. Unica eccezione il risultato del 4-4: in tal caso si procedeva al tiebreak Bo3. Da oggi la musica cambia ispirandosi al sistema di Counter-Strike: GO. I round diventano 10: ne servono quindi sei per vincere il game. Lo scambio tra attacco e difesa, invece, diventa più netto: nei primi cinque round la squadra A sarà sempre in attacco e la squadra B sempre in difesa per poi invertirsi nei successivi cinque. È un sistema che, come preannunciato, mira alla spettacolarizzazione delle partite e apre a rimonte emozionanti. Per quanto vestire i panni degli attaccanti o dei difensori sia bilanciato, è innegabile che difendere è più semplice. Non dovremo quindi stupirci se nella prima metà di una partita una squadra andrà avanti 5-0 quando in difesa per poi essere rimontata sul 5-5 quando in attacco. Nella fase a girone unico della Pro League, in questo caso, è previsto il pareggio sul 5-5. Durante i playoff, invece, si andrà al tiebreak che diventa una Bo5 in cui attacco e difesa tornano ad alternarsi ogni round.
    Programmi su un futuro sistema chiuso di franchising, Xavier? "Lo abbiamo studiato e lo stiamo approfondendo ma dobbiamo ammettere che non solo il tipo di format non è ancora adatto per l'attuale per la scena competitiva di Rainbow Six ma anche che non fa parte del DNA di Ubisoft chiudere le porte a nuove possibili realtà: preferiamo il merito sportivo piuttosto che quello economico. Al momento, quindi, la risposta è no ma in futuro chissà."

    Ubisoft ha deciso di puntare forte sulla scena competitiva ai massimi livelli ma ha anche mostrato di non disdegnare affatto la scena locale e amatoriale o semi-professionistica. "Nei prossimi mesi abbiamo intenzione di effettuare numerosi investimenti nelle competizioni nazionali: per noi rappresentano il miglior sistema per introdurre i giocatori al competitivo e per far crescere l'intera base di Rainbow Six Siege senza la quale non possiamo costruire il futuro del nostro eSport preferito", prosegue Deniele. E per quando riguarda il futuro di R6 su console? "Niente paura, abbiamo ottimi piani anche per loro. La nostra idea è di proseguire e puntare esclusivamente sul PC per le leghe professionali della Pro League ma le console, e i loro giocatori, rappresentano un mondo che non può essere ignorato. Il piano è di ricreare su console un sistema simile al PC per le leghe locali e nazionali, in modo da coinvolgere anche gli appassionati del gamepad." Una base trasversale, quindi, con PC e console sullo stesso piano ma che si sposta verso mouse e tastiera più sale la competizione.

    La scena italiana

    Impossibili da ignorare, poi, i risultati che Rainbow Six Siege sta ottenendo in Italia. La base di giocatori competitivi è tra le più alte d'Europa, seconda solo alla Germania sulla piattaforma ESL. Altro dato che parla chiaro è il numero di giocatori che rimangono su Rainbow Six dopo averlo provato nei weekend di accesso gratuito: se negli altri paesi europei è una media che si attesta intorno al 40%, in Italia i numeri parlano di un imprevedibile 70%. Significa che 7 giocatori su 10, dopo averlo provato, lo acquistano.

    Secondo Daniele "il mercato italiano di Rainbow Six Siege in questo momento è fuori da ogni schema. Sapevamo di avere a disposizione una base ben avviata su cui poter contare ma dire che ci aspettavamo una tale risposta non sarebbe corretto. Siamo orgogliosi dei giocatori italiani e dell'intera community che ogni giorno cresce a vista d'occhio regalandoci grandi soddisfazioni."In Italia non aumentano solo i semplici giocatori ma anche quelli competitivi. Le Go4 di ESL, competizioni a cadenza settimanale, contano ormai decine di squadre e ha spinto la stessa ESL Italia a creare l'ESL Italia Championship di Rainbow Six Siege con le migliori otto del circuito nazionale, attualmente in corso e in diretta ogni martedì sera. Con numeri soddisfacenti, anche se inferiori a coloro che hanno seguito la finali della Pro League. Un vero successo, quest'ultima, che ha avuto nel weekend una media di 600-700 spettatori con il fatidico numero 1.000 raggiunto durante la finale.

    E se la scelta del due nuovi operatori, Alibi e Maestro, provati per voi e contenuti nel nuovo DLC tutto italiano con la nuova mappa Villa, fosse legata al successo di Rainbow Six Siege nel nostro paese? Daniele: "Vorrei rispondere di sì ma la risposta è purtroppo negativa. Mi spiego: i nostri DCL vengono ideati, creati e realizzati mesi prima dall'annuncio della loro uscita. Ciò non significa che noi non considerassimo il mercato italiano, anzi: dimostra la nostra attenzione all'Italia in tempi non sospetti e la nostra intelligenza nell'anticipare gli eventi. Che poi l'uscita di Alibi e Maestro abbia coinciso con i fantastici numeri di R6 in Italia è una piacevole sorpresa."
    Così come è stata una sorpresa per molti italiani trovare una somiglianza straordinaria tra Maestro e Giorgio Chiellini, difensore della Juventus e della nazionale. Anche qui, però, si tratta di una pura casualità, afferma Xavier dopo avergli proposto l'immagine incriminata: "Questa è davvero divertente, non ne avevo idea e credo nessun altro al quartier generale se ne sia reso conto. La somiglianza è impressionante ma posso assicurare che si tratta di un caso: il nostro studio che si è occupato della realizzazione di Maestro si trova in Canada e difficilmente conoscono Chiellini ma indagherò, promesso!"
    Il futuro di Rainbow Six Siege è più roseo che mai. Nonostante si trovi in una fetta di mercato con concorrenti di tutto rispetto come Call of Duty e CS:GO, è riuscito a ritagliarsi il proprio spazio grazie alla sapiente guida di Ubisoft che con pazienza ha costruito una struttura competitiva spettacolare e, soprattutto, sostenibile per se e per le squadre. Gettate le basi, è arrivato il momento di compiere un passo ulteriore nel futuro verso la vetta dell'esport.

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