A due anni di distanza dalla nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart, uno dei titoli più avanzati disponibili per PlayStation 5 sbarca finalmente su PC. La stessa NVIDIA ci ha tenuto a ricordarne l'importanza, non tanto per via del suo peso specifico nel catalogo Sony, quanto più per il carico tecnologico di cui si fregia.
Dopo aver scaldato i motori con la prova PC di Portal Prelude RTX, l'impazienza per il primo vero test sul campo di DirectStorage 1.2 era davvero alle stelle ed effettivamente si tratta di uno degli aspetti più incoraggianti di quanto offerto dal nuovo porting di Nixxes. Come da tradizione, è arrivato il momento del nostro secondo verdetto su Ratchet & Clank: Rift Apart, che include l'esperienza su Steam Deck.
Requisiti tecnici
Ratchet & Clank: Rift Apart rappresenta un titolo di rottura per il mondo PC, che accoglie su un gioco fatto e finito la tecnologia di DirectStorage in combinazione con RTX IO (Portal Prelude, a conti fatti, è una mod di Portal).
Siamo di fronte al primo prodotto in grado di sfruttare pienamente la decompressione GPU, un aspetto importantissimo per un'esperienza che per sua natura necessita di caricamenti quasi istantanei. I requisiti PC sono forse l'aspetto più controverso dell'intera faccenda e non hanno mancato di far discutere per via dell'assenza dell'SSD tra le richieste minime. Ne abbiamo parlato nel nostro speciale sull'assenza di Ratchet & Clank: Rift Apart da PS4, in cui abbiamo provato a fare chiarezza proprio su questo punto, su cui per ovvie ragioni non ritorneremo. Nonostante lo splendore grafico del titolo in questione, i requisiti tecnici non ci sono sembrati proibitivi, dal momento che per il FullHD viene richiesta appena una RTX 2060 oppure una Radeon RX 5700, in tandem con un i5 di ottava generazione o di un Ryzen di terza.
Quanto al peso del titolo, lo spazio occupato nel nostro caso si avvicina molto a quanto proposto su PS5 e in entrambi i casi ci aggiriamo intorno ai 39 GB.
La nostra prova
Nella nostra prova abbiamo optato per la classica configurazione benchmark di attuale generazione. Fascia medio-alta, il nostro PC è alimentato da un Ryzen 7 7700X affiancato da 32 GB di RAM DDR5-5200 e da un'unità NVMe PCIe Gen4 XPG Gammix S70, con specifiche di lettura e scrittura sequenziali (rispettivamente 7.400 e 6.400 MB/s) compatibili con PS5, dunque non dovrebbe esserci un gap particolarmente profondo tra le due versioni in termini di caricamenti.
La scheda video scelta per la prova è la RTX 4070 Founders Edition, che dovrebbe trovarsi a metà strada tra i due tier migliori della tabella specifiche, ovvero Amazing Ray Tracing (1440p a 60 fps) e Ultimate Ray Tracing (2160p). Vale la pena notare come nell'informativa venga suggerito di utilizzare uno scaler per beneficiare delle migliori prestazioni con Ray Tracing. A ogni modo, per il 1440p in RT viene consigliata almeno una RTX 3070, mentre per giocare in 4K come minimo una RTX 4080. Noi, ovviamente, l'abbiamo provata a tutte le risoluzioni. In particolare, abbiamo selezionato il preset qualitativo "Super", ossia il massimo disponibile, attivando anche tutte le opzioni disponibili in Ray Tracing, su "Super" anche queste. Quanto al limite riflessi, abbiamo applicato il valore suggerito di 6.
Con la nostra configurazione di prova, siamo riusciti a ottenere framerate piuttosto solidi a tutte le risoluzioni ma non in 4K, dove non è possibile ottenere molto di più di 20 frame per secondo di media. Tuttavia, già utilizzando il DLSS con preset Qualità si riesce a salire a 34, rendendo il titolo perfettamente godibile a risoluzione fissa e senza scaling dinamico. Con DLSS3 e Frame Generation attivo, invece, si può iniziare a guardare anche ai 60 fps, con una media di ben 59.
Il regno della RTX 4070 è chiaramente il 1440p, dove si passa alla giocabilità piena anche in nativo, con un framerate di 28, che diventano 61 con DLSS attivo e addirittura 95 tramite generazione aggiuntiva di frame al di fuori della pipeline. Dulcis in fundo, in FullHD si conferma ulteriormente quanto accennato prima, con valori rispettivamente di 62, 73 e ben 115 fps di media (nativo, DLSS 2, DLSS3). Messe da parte le misurazioni, comunque d'obbligo per rendere l'idea di ciò che abbiamo davanti, è il caso di soffermarsi anche sulla qualità del gioco in sé.
Purtroppo, come avrete sicuramente già sentito, Rift Apart su PC offre un'esperienza con qualche problema, in misura maggiore rispetto ad altre proposte di Nixxes (si pensi alla prova PC di Spider Man Remastered, che con la patch Day One ha risolto quasi tutte le sue criticità). Non mancano sporadici freeze del gioco, che portano a dover riavviare il titolo, e a volte non ci è stato permesso di applicare alcune opzioni senza dover chiudere e riaprire. Peccato, dal momento che la possibilità di modificare i settaggi con anteprima live è una chicca non da poco.
Ray Tracing
Risoluzione
Ad esempio, attivare o disattivare il Frame Generator richiede il riavvio completo per il corretto funzionamento, così come cambiare preset grafico. Le uniche opzioni su cui siamo riusciti a intervenire in-game senza intoppi sono quelle relative alla risoluzione e all'accensione/spegnimento del DLSS. Sempre paragonata alla versione PS5, abbiamo trovato meno energica la gestione del feedback aptico anche al massimo delle possibilità, aspetto positivo per qualcuno, meno per chi apprezza questo tipo di effettistica "pad alla mano".
Passando invece all'aspetto qualitativo, è chiaro come si punti ancora più in alto rispetto a quanto già visto su PS5, con un Ray Tracing completo di ombre e Occlusione Ambientale. Il risultato è scenicamente incredibile ma non si discosta molto a colpo d'occhio dal preset Fedeltà della versione console, dove però è evidente qualche rinuncia sul fronte delle ombre in Ray Tracing.
Come sempre, a far tendere l'ago della bilancia verso i porting PC è la possibilità di poter giocare senza risoluzione dinamica, soggetta ad oscillazioni su console per garantire un framerate stabile. Tutto questo, chiaramente se l'hardware lo permette. Quanto alla tecnologia DirectStorage, si tratta di un importante passo in avanti per il mondo PC, eppure non è stata in grado di pareggiare la velocità di caricamento di PS5, che in un battito di ciglia ci porta attraverso un portale, mentre su computer serve come minimo un secondo in più in media.
Steam Deck, bene ma...
Ultima parentesi per Steam Deck, che dimostra ancora la forza della proposta handheld di Valve con l'ennesimo porting ipoteticamente fuori dalla sua portata. Grazie all'ottimo lavoro di Nixxes e alle ottimizzazioni apportate ad hoc al titolo per renderlo "Perfetto per Steam Deck", si riesce a giocare con preimpostazioni automatiche (preset "Medio") a 30 fps quasi granitici.
Di mezzo c'è chiaramente FSR 2.1, ma l'impatto generale è davvero ottimo e la fluidità garantita in ogni scena. L'autonomia del gioco non supera l'ora e mezza e la mappatura di sistema non rende al meglio con gli analogici, portando a volte a dei repentini cambi di direzione o di visuale, come se si trattasse di drifting.
Purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare una mappatura ufficiale o non che fosse risolutiva, ma collegando il controller DualSense non abbiamo avuto problemi, indice di un inconveniente imputabile al software. Quanto ai caricamenti, nei varchi abbiamo riscontrato una forte variabilità di tempi, superiore ai 3 secondi solo un balzo ogni tre (unità NVMe da 2.400 MB/s in lettura) e mai sopra i 10 secondi.
In definitiva, Ratchet & Clank: Rift Apart è un titolo molto valido, un porting da premiare ma con non poche sbavature. Ci auguriamo insomma che nel prossimo futuro possa sfoderare pienamente il suo potenziale.
Ratchet & Clank Rift Apart come gira su PC e Steam Deck? Niente male, ma...
Abbiamo dato un'occhiata più da vicino al nuovo porting di Nixxes, un lavoro solido ma con qualche criticità di troppo.
A due anni di distanza dalla nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart, uno dei titoli più avanzati disponibili per PlayStation 5 sbarca finalmente su PC. La stessa NVIDIA ci ha tenuto a ricordarne l'importanza, non tanto per via del suo peso specifico nel catalogo Sony, quanto più per il carico tecnologico di cui si fregia.
Dopo aver scaldato i motori con la prova PC di Portal Prelude RTX, l'impazienza per il primo vero test sul campo di DirectStorage 1.2 era davvero alle stelle ed effettivamente si tratta di uno degli aspetti più incoraggianti di quanto offerto dal nuovo porting di Nixxes. Come da tradizione, è arrivato il momento del nostro secondo verdetto su Ratchet & Clank: Rift Apart, che include l'esperienza su Steam Deck.
Requisiti tecnici
Ratchet & Clank: Rift Apart rappresenta un titolo di rottura per il mondo PC, che accoglie su un gioco fatto e finito la tecnologia di DirectStorage in combinazione con RTX IO (Portal Prelude, a conti fatti, è una mod di Portal).
Siamo di fronte al primo prodotto in grado di sfruttare pienamente la decompressione GPU, un aspetto importantissimo per un'esperienza che per sua natura necessita di caricamenti quasi istantanei.
I requisiti PC sono forse l'aspetto più controverso dell'intera faccenda e non hanno mancato di far discutere per via dell'assenza dell'SSD tra le richieste minime. Ne abbiamo parlato nel nostro speciale sull'assenza di Ratchet & Clank: Rift Apart da PS4, in cui abbiamo provato a fare chiarezza proprio su questo punto, su cui per ovvie ragioni non ritorneremo. Nonostante lo splendore grafico del titolo in questione, i requisiti tecnici non ci sono sembrati proibitivi, dal momento che per il FullHD viene richiesta appena una RTX 2060 oppure una Radeon RX 5700, in tandem con un i5 di ottava generazione o di un Ryzen di terza.
Quanto al peso del titolo, lo spazio occupato nel nostro caso si avvicina molto a quanto proposto su PS5 e in entrambi i casi ci aggiriamo intorno ai 39 GB.
La nostra prova
Nella nostra prova abbiamo optato per la classica configurazione benchmark di attuale generazione. Fascia medio-alta, il nostro PC è alimentato da un Ryzen 7 7700X affiancato da 32 GB di RAM DDR5-5200 e da un'unità NVMe PCIe Gen4 XPG Gammix S70, con specifiche di lettura e scrittura sequenziali (rispettivamente 7.400 e 6.400 MB/s) compatibili con PS5, dunque non dovrebbe esserci un gap particolarmente profondo tra le due versioni in termini di caricamenti.
La scheda video scelta per la prova è la RTX 4070 Founders Edition, che dovrebbe trovarsi a metà strada tra i due tier migliori della tabella specifiche, ovvero Amazing Ray Tracing (1440p a 60 fps) e Ultimate Ray Tracing (2160p).
Vale la pena notare come nell'informativa venga suggerito di utilizzare uno scaler per beneficiare delle migliori prestazioni con Ray Tracing. A ogni modo, per il 1440p in RT viene consigliata almeno una RTX 3070, mentre per giocare in 4K come minimo una RTX 4080. Noi, ovviamente, l'abbiamo provata a tutte le risoluzioni. In particolare, abbiamo selezionato il preset qualitativo "Super", ossia il massimo disponibile, attivando anche tutte le opzioni disponibili in Ray Tracing, su "Super" anche queste. Quanto al limite riflessi, abbiamo applicato il valore suggerito di 6.
Con la nostra configurazione di prova, siamo riusciti a ottenere framerate piuttosto solidi a tutte le risoluzioni ma non in 4K, dove non è possibile ottenere molto di più di 20 frame per secondo di media. Tuttavia, già utilizzando il DLSS con preset Qualità si riesce a salire a 34, rendendo il titolo perfettamente godibile a risoluzione fissa e senza scaling dinamico. Con DLSS3 e Frame Generation attivo, invece, si può iniziare a guardare anche ai 60 fps, con una media di ben 59.
Il regno della RTX 4070 è chiaramente il 1440p, dove si passa alla giocabilità piena anche in nativo, con un framerate di 28, che diventano 61 con DLSS attivo e addirittura 95 tramite generazione aggiuntiva di frame al di fuori della pipeline. Dulcis in fundo, in FullHD si conferma ulteriormente quanto accennato prima, con valori rispettivamente di 62, 73 e ben 115 fps di media (nativo, DLSS 2, DLSS3). Messe da parte le misurazioni, comunque d'obbligo per rendere l'idea di ciò che abbiamo davanti, è il caso di soffermarsi anche sulla qualità del gioco in sé.
Purtroppo, come avrete sicuramente già sentito, Rift Apart su PC offre un'esperienza con qualche problema, in misura maggiore rispetto ad altre proposte di Nixxes (si pensi alla prova PC di Spider Man Remastered, che con la patch Day One ha risolto quasi tutte le sue criticità). Non mancano sporadici freeze del gioco, che portano a dover riavviare il titolo, e a volte non ci è stato permesso di applicare alcune opzioni senza dover chiudere e riaprire. Peccato, dal momento che la possibilità di modificare i settaggi con anteprima live è una chicca non da poco.
Ray Tracing
Risoluzione
Ad esempio, attivare o disattivare il Frame Generator richiede il riavvio completo per il corretto funzionamento, così come cambiare preset grafico. Le uniche opzioni su cui siamo riusciti a intervenire in-game senza intoppi sono quelle relative alla risoluzione e all'accensione/spegnimento del DLSS.
Sempre paragonata alla versione PS5, abbiamo trovato meno energica la gestione del feedback aptico anche al massimo delle possibilità, aspetto positivo per qualcuno, meno per chi apprezza questo tipo di effettistica "pad alla mano".
Passando invece all'aspetto qualitativo, è chiaro come si punti ancora più in alto rispetto a quanto già visto su PS5, con un Ray Tracing completo di ombre e Occlusione Ambientale. Il risultato è scenicamente incredibile ma non si discosta molto a colpo d'occhio dal preset Fedeltà della versione console, dove però è evidente qualche rinuncia sul fronte delle ombre in Ray Tracing.
Come sempre, a far tendere l'ago della bilancia verso i porting PC è la possibilità di poter giocare senza risoluzione dinamica, soggetta ad oscillazioni su console per garantire un framerate stabile. Tutto questo, chiaramente se l'hardware lo permette. Quanto alla tecnologia DirectStorage, si tratta di un importante passo in avanti per il mondo PC, eppure non è stata in grado di pareggiare la velocità di caricamento di PS5, che in un battito di ciglia ci porta attraverso un portale, mentre su computer serve come minimo un secondo in più in media.
Steam Deck, bene ma...
Ultima parentesi per Steam Deck, che dimostra ancora la forza della proposta handheld di Valve con l'ennesimo porting ipoteticamente fuori dalla sua portata. Grazie all'ottimo lavoro di Nixxes e alle ottimizzazioni apportate ad hoc al titolo per renderlo "Perfetto per Steam Deck", si riesce a giocare con preimpostazioni automatiche (preset "Medio") a 30 fps quasi granitici.
Di mezzo c'è chiaramente FSR 2.1, ma l'impatto generale è davvero ottimo e la fluidità garantita in ogni scena. L'autonomia del gioco non supera l'ora e mezza e la mappatura di sistema non rende al meglio con gli analogici, portando a volte a dei repentini cambi di direzione o di visuale, come se si trattasse di drifting.
Purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare una mappatura ufficiale o non che fosse risolutiva, ma collegando il controller DualSense non abbiamo avuto problemi, indice di un inconveniente imputabile al software. Quanto ai caricamenti, nei varchi abbiamo riscontrato una forte variabilità di tempi, superiore ai 3 secondi solo un balzo ogni tre (unità NVMe da 2.400 MB/s in lettura) e mai sopra i 10 secondi.
In definitiva, Ratchet & Clank: Rift Apart è un titolo molto valido, un porting da premiare ma con non poche sbavature. Ci auguriamo insomma che nel prossimo futuro possa sfoderare pienamente il suo potenziale.
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