RDR 2: la frontiera americana, la corsa all'oro, l'arrivo della civiltà

La scoperta dell'oro nella terra dell'Ovest diede il via a una corsa forsennata che portò all'arrivo della civiltà e la caduta del mito della Frontiera...

RDR 2: la frontiera americana, la corsa all'oro, l'arrivo della civiltà
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  • Gli Stati Uniti d'America, nel 1850, sono ancora una nazione molto giovane. In realtà, l'immenso continente è ancora in buona parte inesplorato, nonché un patchwork di territori appartenenti a una congerie di nazioni diverse. A Est, le "tredici colonie" originarie rappresentano il fulcro della civiltà, nonché il cuore politico ed economico della nascente potenza. L'Ovest, invece, è ancora considerata "terra incognita" e selvaggia, come raccontato in molti film e libri. Dopo l'indipendenza, strappata all'impero britannico, il Congresso inizia a interessarsi anche all'immenso territorio che si estendeva al di là dei propri confini. Terre piene di ricchezze e risorse, ma anche controllate - come anticipavamo - da altre potenze. Lasciamo da parte la "questione indiana" (seppur fondamentale e drammatica pagina di storia), con quelle che gli storici contemporanei sono soliti sussumere nell'espressione "cinquecento nazioni".
    A Ovest delle colonie atlantiche, infatti, si estendevano territori colonizzati soprattutto da francesi, spagnoli e, ancora, inglesi. Nel 1803, gli Stati Uniti iniziano quella politica espansionistica fondata sulla potenza economica e militare che non ha mai abbandonato il loro modus operandi sino a oggi. Molti territori vennero ceduti dalle potenze coloniali in seguito a trattati diplomatici (come la Florida o l'Oregon), ma non mancarono annessioni operate attraverso il semplice acquisto, come i territori centrali di proprietà francese, oppure annessioni rese possibili in seguito a scontri armati.

    L'espansione territoriale verso Ovest

    Inglobando i territori francesi centrali, gli Stati Uniti diedero ai coltivatori e agli allevatori la possibilità di sfruttare le grandi pianure come fertile terreno di espansione e il Mississippi, come via di comunicazione fluviale per velocizzare i traffici commerciali. Questo diede il via a una prima fase di emigrazione e colonizzazione che portò in breve tempo gli Stati Uniti a raddoppiare la loro estensione territoriale.
    Rimossi i francesi, rimaneva solo l'enorme Vicereame della Nuova Spagna, che controllava un territorio immenso: tutta la metà centro-occidentale degli attuali Stati Uniti (Texas, Arizona, California, Colorado, Nevada, Nuovo Messico, Wyoming e Utah), più tutta l'America Centrale e gran parte dell'America del sud. I rapporti con i territori spagnoli d'oltremare, però, non furono sempre semplici per gli Stati Uniti. All'inizio dell'Ottocento, infatti, la crisi dell'impero spagnolo provocò l'insorgere di movimenti indipendentisti che, nelle Americhe, portò al distacco del Messico, che riuscì a guadagnarsi l'indipendenza nel 1821. I focolai di rivolta interni al neonato regno, però, non si placarono e una decina d'anni più tardi il territorio corrispondente al Texas - complice anche l'arrivo di migliaia di coloni anglo-americani nella regione - si ribellò (celeberrima la battaglia di Fort Alamo e la morte dell'eroe Davy Crockett) fondando un'effimera repubblica che venne annessa al territorio statunitense nel 1845. Non passò molto tempo prima che si ripresentassero attriti tra Messico e Stati Uniti. Questa volta, però, gli americani avevano messo gli occhi sulla California e sulla costa pacifica, ancora per larghi tratti selvaggia, abitata da poche centinaia di coloni e possibile terreno di conquista russo. Dopo un'aspra lotta che portò gli americani addirittura ad occupare la capitale messicana, con il trattato di Trattato di Guadalupe Hidalgo, firmato nel 1848, i messicani dovettero cedere agli Stati Uniti un vasto territorio di cui faceva parte anche la California. Esattamente nello stesso periodo, nel 1849, venne scoperto l'oro nel letto di un fiume.

    La Corsa all'oro californiana

    Il "fortunato" scopritore, James Marshall, e il suo capo - uno svizzero che desiderava piantare un proprio polo commerciale in California - tentarono di mantenere il segreto, ma la notizia si diffuse molto rapidamente. Per la fine del 1848, avventurieri d'ogni risma arrivarono dall'Oregon, dalle Hawaii, dal sud fin dal Messico e dal Cile e, infine, dalla Cina. Ci volle circa un anno perchè la notizia giungesse a Est. Quando arrivò, iniziò la corsa sfrenata verso il miraggio della ricchezza. In migliaia lasciarono l'industrializzata costa orientale e le loro famiglie per cercare la fortuna nel selvaggio Ovest. L'oro era di chiunque l'avesse trovato e in molti, poveri operai o agricoltori in stato di indigenza, si lasciarono affascinare da storie (molto spesso inventate) di minatori arricchitisi da un giorno all'altro semplicemente raccogliendo pepite d'oro dai fiumi.
    La realtà, come spesso accade, non fu così clemente per la maggior parte degli sventurati in cerca di un futuro migliore. In molti morivano ancora prima di metter piede in California, lungo quella che venne conosciuta come la California Trail. Gli attraversamenti dei fiumi, con molti annegamenti, le malattie e la carestia furono alcune delle cause di morte più frequenti nel lungo viaggio. Altri, invece, pur arrivando a destinazione non trovarono l'oro o, se lo trovarono, furono in pochi ad arricchirsi davvero. I giacimenti più redditizi vennero ben presto blindati da diritti di concessione e svuotati in men che non si dica; inoltre, una volta esauriti i filoni di superficie, nessuno era attrezzato per scavare nelle viscere della terra.
    L'improvviso popolarsi della regione, l'assenza di leggi e di ordine pubblico condussero ben presto anche all'insorgenza di tensioni razziali (soprattutto nei confronti dei cinesi) che portarono al linciaggio e alla morte di diversi cercatori d'oro e abitanti della zona. La corsa all'oro aumentò anche la pressione sui Nativi Americani: i minatori forzarono le tribù ad abbandonare le terre ricche d'oro o li arruolarono per scavare.

    Gli sconfinati territori occidentali, però, rappresentarono il sogno anche di molti coloni e semplici contadini che, attirati dall'assenza di norme codificate e di controllo federale, puntavano ad appropriarsi di quanta più terra possibile prima degli altri. Il governo, per un periodo "sopportò" tale pratica, salvo poi esser chiamato in causa quando la situazione iniziò a sfuggire di mano. I primi coloni (ovvero i primi occupanti abusivi della terra d'Ovest), infatti, chiedevano paradossalmente nuove regole (il risultato fu l'Homestead Act), per impedire che il continuo afflusso di emigrati mettesse a repentaglio quanto i primi erano riusciti a conquistare con enormi sacrifici. Il governo, comunque, non poté far nulla per preservare le terre più ricche dalla speculazione delle compagnie ferroviarie e delle maggiori lobby dell'Est, tanto che, verso il tramonto della grande migrazione, molti coloni poterono insediarsi solo in minuscole porzioni di terra sterile.

    L'arrivo della civiltà, la fine del mito della Frontiera

    Il periodo di anarchia iniziale (ricordiamo che la California, in quegli anni, era appena entrata a far parte del territorio statunitense), lasciò il posto a una vivacità particolare. La civiltà, nonostante tutto e nonostante tutte le avversità, si stava pian piano facendo strada nella selvaggia Frontiera.
    Il boom demografico portò alla nascita di "servizi" connessi come empori, locande, bordelli e piantò i primi semi delle realtà industriali che avrebbero, poi, fatto grande la California e non solo. Nei primi tempi furono i commercianti, quelli ad arricchirsi: offrivano le proprie merci ai minatori, facendo pagare a caro prezzo i rifornimenti per tutti quei disperati intenti a cercare qualche pagliuzza d'oro nel letto dei fiumi. Il lucroso business portò anche all'insediamento delle prime banche, con i ricchi banchieri che si gettarono nella sovvenzione dei giacimenti auriferi, traendone - ovviamente soli in mezzo alla miseria - grande beneficio.
    L'ingresso nella federazione statunitense portò, però, anche all'arrivo della "legalità", della burocrazia (arrivarono enti federali a vigilare, come il Geological Survey e il Bureau of Indian Affairs) e del common law anglosassone, seppur solo formalmente.
    Le rigide leggi delle città dell'Est non potevano certo essere efficaci per i pochi coloni sparsi su un territorio vastissimo, per questo nacque la legge del West: un sistema di consuetudini e norme dal contenuto democratico, basato soprattutto sul buon senso. Non mancarono, però, le tensioni. La fauna umana presente i quei territori aspri e selvaggi era tra le più sfaccettate e composite dell'intera storia statunitense. Oltre ai bianchi (coloni provenienti dall'Est) tra gli altri vi erano tribù indiane, ex coloni spagnoli, neri, messicani e una forte comunità cinese, come detto in precedenza (che, fra l'altro, contribuì pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane alla costruzione delle grandi strade ferrate transcontinentali).

    Mantenere l'ordine pubblico iniziò a diventare un punto all'ordine del giorno per le piccole comunità. Nacque così la figura dello sceriffo. Questo veniva scelto in base a un accordo tra i cittadini più influenti, oppure attraverso elezioni, e rimaneva in carica per un determinato periodo di tempo. La sua non era una carica federale, né poteva essere pubblica, poiché il "marshall" veniva assunto con un normale contratto di tipo privato dagli abitanti e la carica poteva essere revocata in qualsiasi momento. In mancanza di un controllo capillare da parte del governo centrale (salvo per ciò che concerne l'esercito, impiegato perlopiù contro gli indiani), l'Ovest vide anche l'insorgere di un altro fenomeno legato alla sicurezza: i servizi di vigilanza "privati", istituiti soprattutto da banche e compagnie ferroviarie per proteggere i loro interessi, ma non mancarono esempi in cui intere città (come San Francisco) ricorsero a vigilantes regolarmente assunti. Accanto a questi particolari "uomini di legge", nacquero e si svilupparono le agenzie private di investigazione.

    Queste trovarono molta fortuna tra le pieghe di una civiltà ancora in formazione. La più famosa di tutte arrivò direttamente da Est: la Pinkerton Detective Agency, di cui molti investigatori divennero famosi operando proprio nei territori dell'Ovest, dopo aver salvato la vita ad Abraham Lincoln. "Non puoi fare un passo senza imbatterti nella Pinkerton": questa espressione testimonia il prestigio acquisito nella sua attività dall'agenzia. Il suo successo fu decretato da felici intuizioni come l'utilizzo di tecniche innovative, per quei tempi, come la creazione di fascicoli aggiornati sui criminali ricercati, i quali venivano archiviati solo dopo la cattura o la loro morte, e l'applicazione di un rudimentale metodo "scientifico" all'attività investigativa.
    La fine della Guerra Civile - a cui la California partecipò affiancando i nordisti -, inoltre, aprì un periodo di rinnovata prosperità per la regione. La civiltà e il progresso continuarono ad arrivare sotto forma di pesanti e sbuffanti locomotive di metallo, come abbiamo ricordato poco fa. La costruzione delle strade ferrate, infatti, diede il definitivo impulso allo sviluppo del giovane Stato (pur creando nuove tensioni e inediti problemi di corruzione), e permise di connettere le due coste in un modo impensabile sino a poco tempo prima. Lo stesso fece il servizio postale, il famoso Pony Express, capace di recapitare la posta, talvolta in modo eroico. Questo velocizzò le comunicazioni e lo spostamento di merci e persone da una parte all'altra del paese. D'un tratto l'America divenne più "piccola" e il mito della frontiera fu solo un pallido ricordo.

    Per saperne di più sul nuovo gioco Western di Rockstar vi rimandiamo alla nostra anteprima di Red Dead Redemption 2.

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