Resident Evil 5 e RE6: i due giochi horror di Capcom su Nintendo Switch

I due capitoli più controversi della serie Resident Evil giungono sulla console ibrida di Nintendo: qual è il risultato della conversione?

Resident Evil 5 e RE6: i due giochi horror di Capcom su Nintendo Switch
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Prima che Capcom inanellasse una fruttuosa serie di trionfi, riprendendosi con forza un posto nell'Olimpo videoludico grazie a Resident Evil 7, Devil May Cry 5 e il remake delle avventure di Leon e Claire in quel di Racoon City, c'è stato un periodo in cui l'azienda giapponese non aveva compreso a fondo quale strada imboccare per tornare sulla cresta dell'onda. Agli occhi di molti fan, il quinto ed il sesto capitolo di Resident Evil incarnano un simbolo di questa confusione creativa: si trattava di prodotti poco a fuoco nelle ambizioni e non sempre adeguatamente rispettosi degli stilemi della saga, nonostante il loro livello qualitativo non fosse certo così infimo come la memoria di alcuni appassionati tende a ricordare. A distanza di molti anni dalla loro uscita su PS3 e Xbox 360, a cui hanno fatto seguito altrettante rimasterizzazioni per console di attuale generazione, questi due bistrattati episodi giungono a rimpolpare il catalogo di Nintendo Switch con due conversioni che fortunatamente non ci hanno fatto "rabbrividire".

    Resident Evil 5 e la svolta action

    Non era certo un'impresa da poco raccogliere la pesantissima eredità di Resident Evil 4 e forse per questo Capcom tentò una strada un po' diversa con il viaggio di Chris e Sheva: calcare il pedale sull'azione e meno sulla componente orrorifica, preferendo comporre un titolo che fosse visivamente crudo, selvaggio e sanguinoso ma che alleviasse quell'atmosfera di tensione che ancora permeava la quarta incarnazione del brand.

    L'incipit del gioco è abbastanza esplicativo: Resident Evil 5 è un horror alla luce del sole, che mette apertamente in mostra le sue aberrazioni e che ricorre di tanto in tanto a qualche jumpscare, ma mitiga il senso di timore tramite l'utilizzo del vasto arsenale a disposizione. Benché le meccaniche restino comunque figlie della logica di RE4, tra cui la necessità di recuperare piante per medikit, proiettili e risorse varie lungo gli scenari, il quinto capitolo ci mette spesso dinanzi a situazioni estremamente dinamiche e aggressive, in cui vomitare sugli abomini quantità industriali di pallottole, e magari assestare anche qualche bel montante per mettere K.O. gli infetti a mani nude.

    A rendere più farraginosa questa impostazione action c'è però un sistema di mira legato a quello della precedente avventura, che ci impone di restare immobili quando diamo fuoco alle polveri: se consideriamo il numero spesso soverchiante di nemici, ne consegue la necessità di guardarsi intorno, osservare l'ambiente per individuare i vicoli ciechi e le zone più sicure, così da non rischiare di essere sopraffatti dalle orde nelle aree con maggiori sbocchi. Pur dinanzi agli inciampi di un sistema che non riusciva sempre a bilanciare la sua anima più dinamica con la legnosità dello shooting, al momento della sua release Resident Evil 5 seppe trarre grosso beneficio dalla possibilità di vivere l'avventura in cooperativa, sopperendo così alle mancanze di un'intelligenza artificiale amica che, ieri come oggi, si dimostra più un peso che un supporto.

    Questo focus sulla co-op viene ovviamente riproposto su Switch anche in locale attraverso l'uso dei due Joy-con, con tutto quel che ne deriva in termini di comodità: anzitutto, in assenza di un secondo stick analogico, il sistema di movimento risulta più macchinoso, e inoltre la resa grafica subisce un evidente calo prestazionale, sia nella risoluzione che nel frame rate. Se decidiamo di giocare sul tablet, in aggiunta, le limitate dimensioni dello schermo rendono inevitabilmente meno leggibile la scena. Decisamente migliore, invece, il sistema di controllo tramite il sensore di movimento del Joy-Con, preciso e affidabile al punto giusto.

    Resident Evil 5, in ogni caso, si presenta sull'ibrida di Kyoto con tutti gli extra che lo hanno composto in passato, dai contenuti single-player (alcuni indubbiamente intriganti) alle modalità multiplayer che esaltano ulteriormente la verve action della produzione. Per quanto concerne la cornice grafica e la solidità della conversione, RE 5 evidenzia tutti gli anni sulle spalle: un decennio è di certo un'eternità nel settore videoludico, e questo si traduce in un comparto tecnico che - al di là dei buoni modelli poligonali - sfoggia texture e ombre un po' obsolete, nonché un aliasing piuttosto evidente.

    Su Switch l'avventura di Chris e Sheva viaggia a 1080p in modalità televisiva e a 720p in quella portatile, in entrambi i casi a 30fps, sufficientemente stabili: non neghiamo che, considerata l'età del titolo, avremmo desiderato un pizzico di cura in più nella restaurazione della pulizia scenica, ma la discreta definizione e la dignitosa stabilità permettono al quinto capitolo di lasciarsi giocare ancora oggi con una buona dose di divertimento, anche se priva di stuzzicanti brividi.

    Resident Evil 6 e l'ibrido incerto

    C'è da ammettere che con Resident Evil 6 Capcom ha avuto un certo coraggio: per quanto il predecessore fosse un prodotto tutt'altro che eccelso e non accolto con grande giubilo dalla critica, si è rivelato comunque il capitolo più venduto del franchise. Eppure, l'azienda nipponica ha cambiato rotta, creando un cocktaiche mescolasse l'essenza più cupa e ansiogena della saga alla nuova deriva action dell'episodio precedente. Come ben ricorderanno gli estimatori del brand, l'insieme assunse le sembianze di un ibrido non del tutto riuscito. La varietà, tuttavia, non manca di certo: quattro protagonisti per altrettante campagne, ognuna delle quali caratterizzata da una precisa scelta di gameplay, dal survival horror allo stealth, passando per il TPS e il combattimento corpo a corpo.

    Leon, Chris, Jake e Ada incarnano dunque i pilastri rappresentativi delle diverse anime della saga di Resident Evil: chi più, chi meno, gli eroi della macro storia di RE6 ci catapultano all'interno di vicende moderatamente incalzanti, che sopperiscono alla ridotta qualità dello script e della formula ludica con un'enorme mole contenutistica e con una notevole diversificazione dell'azione. A volte, l'opera di Capcom si trasforma in un survival shooter, mentre in altre occasioni in un action game a tutti gli effetti, pirotecnico e funambolico, all'insegna di inseguimenti, esplosioni e quick time events.

    Il pot pourri di Resident Evil 6, insomma, sazia a dovere pur senza essere troppo saporito: il merito è anche di una valanga di modalità multiplayer - tutte ovviamente comprese in questa riedizione - e della facoltà di vivere l'esperienza in cooperativa con un amico. In questo caso, vale lo stesso discorso già affrontato nel paragrafo dedicato a RE5: il caos a schermo e il sistema di controllo un po' impacciato, se fruito con un singolo joy-con, non rendono la co-op particolarmente soddisfacente. Anche qui, l'uso del motion control risulta adeguatamente funzionale, e dona alla versione Switch un guizzo di unicità; il secondo elemento distintivo dell'edizione Nintendo consiste chiaramente nella portabilità: sul piccolo schermo RE 6 viaggia a 720p e 30fps, con una piacevole pulizia dell'immagine, ben definita e dai colori saturi, capace di mascherare i difetti che invece si palesano sulla TV, in 1080p.

    Il sesto capitolo mostra un comparto tecnico superiore a quello dello scorso episodio, ma questo upgrade visivo ha provocato un'oscillazione maggiore della fluidità, che sull'hardware della Grande N fatica a mantenere granitici i 30 fotogrammi al secondo.

    Le fonti di luce, la nitidezza e l'antialiasing appaiono di certo più efficienti, un fattore che massimizza la spettacolarità di alcune sequenze interattive e delle appariscenti cinematiche di gioco: ciononostante, certe texture ci sono parse leggermente inferiori a quelle della versione PS4, e i drop di frame un po' più marcati. Se si soprassiede dinanzi a queste imprecisioni, il port di Resident Evil 6 svolge un compito di routine, solido quanto basta, dando modo anche all'utenza Nintendo di conoscere un episodio discusso, confuso e imperfetto, eppure sostanzioso, roboante e straripante di contenuti.

    Resident Evil 6 Due tasselli del grande mosaico di Resident Evil approdano su Switch, chiudendo definitivamente il sipario sul vecchio corso della serie: conversioni dignitose, che cercano di trarre il massimo dalla risoluzione dell'ibrida Nintendo, sacrificando in parte la fluidità, e proponendo due edizioni complete sotto tutti gli aspetti, di certo non perfette sul piano tecnico e ludico ma ricche su quello dell'offerta. Restano gli episodi principali meno celebrati del brand, eredi di un periodo traballante per Capcom, le cui ombre d'incertezza sono state spazzate via dall'arrivo del settimo capitolo. In attesa di comprendere quale sarà il destino di Project Resistance, spin off incentrato sul multiplayer asimmetrico, il futuro di Resident Evil fa insomma sempre meno paura.

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