Resident Evil, RE Zero HD e RE4 Remaster: l'incubo di Capcom su Switch

Riscopriamo un parco di opere seminali per l'orrore di Capcom, giunte di recente sulla piattaforma ibrida della Casa di Kyoto.

Resident Evil, RE Zero HD e RE4 Remaster: l'incubo di Capcom su Switch
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • 1996, 2002 e 2005. Tre date fondamentali per i fan di Resident Evil. Sono, rispettivamente, gli anni di pubblicazione delle edizioni originali del primo capitolo, del suo remake (intitolato Resident Evil Rebirth) e infine del quarto episodio. Tre momenti che hanno fatto la storia del brand Capcom: l'episodio d'esordio, d'altronde, parla da sé, visto che la creatura di Shinji Mikami ha elevato l'horror videoludico allo stato dell'arte, fissando standard che continuano ad ispirare molte produzioni moderne; il suo remake, giunto sul mercato sei anni dopo, ne rappresenta una più completa versione canonica, ed è inoltre lo stesso titolo che oggi possiamo giocare in edizione HD Remaster sulle piattaforme current gen; Resident Evil 4, infine, ha segnato la storica svolta dal survival horror puro alla deriva più action proseguita fino a RE6, prima dell'ulteriore e radicale cambio di registro con Resident Evil 7.

    In questo discorso, però, non bisogna escludere Resident Evil Zero, l'interessante prequel che permise di scoprire ulteriori e preziosi dettagli sulla terrificante avventura di Villa Spencer. Perché abbiamo citato questi titoli? Perché Capcom, sempre attenta nella gestione del suo prezioso e storico brand, li ha recentemente pubblicati in edizione Nintendo Switch: un'occasione per tornare nelle cupe ambientazioni di Racoon City, abbracciando l'incubo anche sulla piattaforma della Casa di Kyoto.

    Il primo incubo: Resident Evil

    Sottolineare l'importanza che il primo Resident Evil ha rivestito non solo per il genere, ma per l'intera industria videoludica, è tanto superfluo quanto doveroso. Se già il capitolo originale del '96 gridava al capolavoro, il suo remake giunto nel 2002 è un'esperienza così imperdibile da risultare necessaria a chiunque desideri oggi approcciarsi alla serie Capcom. Resident Evil HD Remaster è insomma l'edizione definitiva del videogioco da cui è partito l'orrore generato dalla mente di Shinji Mikami.

    Le origini del male

    Alla storia che tutti conosciamo, ambientata nelle anguste sale di Villa Spencer in seguito alle disavventure del Bravo Team nelle foreste limitrofe di Racoon City, il sodalizio tra Capcom e Nintendo (il gioco uscì in origine solo per GameCube) diede vita a un titolo rimesso graficamente a nuovo, ma anche a una parziale riscrittura della trama e dei dialoghi in modo da rendere il racconto ancora più cupo e maturo di quanto non fosse già in precedenza.

    Il resto, come già avemmo modo di constatare nella nostra Recensione di Resident Evil HD Remaster, è storia: si parte dall'intero nucleo concettuale - tra cui la povertà di risorse, la difficoltà nella gestione del proprio inventario, i salvataggi limitati alla quantità di inchiostro, e un parco di nemici davvero impegnativi da eliminare - e si giunge fino al level design claustrofobico e ispirato, impreziosito poi dalla rifinitura tecnica e visiva degli ottimi scenari pre-renderizzati, oltre che delle texture ambientali e dei modelli dei protagonisti.

    Le origini della paura: Resident Evil Zero

    E poi c'è il suo prequel naturale, quel Resident Evil Zero che accompagnava proprio Resident Evil Rebirth in un'operazione di lancio volta sia a ridare linfa al franchise agli albori degli anni 2000, sia ad imbastire un progetto che puntava anche a riscrivere ed approfondire l'immaginario creato dal sensei Mikami. E infatti RE Zero vide la luce sempre nel 2002 su GameCube, e venne lanciato in concomitanza con il remake del primo episodio. Questo prezioso antefatto, volto ad arricchire tutti i retroscena della trama principale, ci portava tra le montagne Arkley, a nord di Racoon City, e ci mostrava il Bravo Team della S.T.A.R.S. alle prese con una serie di violenti omicidi ad opera di creature cannibali.

    La corsa della paura

    Pur non risultando seminale come il suo predecessore, RE Zero seppe rafforzare gran parte dei punti di forza di Resident Evil, spingendo l'acceleratore tanto sugli scontri con le terrificanti creature che popolano le Arkley Mountains, quanto sul level design studiato a puntino e concepito per sorprendere costantemente il giocatore con tutti gli orrori cementati nel suo mondo di gioco.

    La pubblicazione di questo titolo in versione remasterizzata per console current gen, nel 2016, è stata forse ancor più preziosa rispetto a Resident Evil HD Remaster: certo, anche Rebirth non aveva mai visto la luce al di fuori del Nintendo GameCube o della Wii, ma gli appassionati del franchise di vecchio corso avevano comunque potuto giocare la prima avventura a Villa Spencer nella versione originale del 1996 su PlayStation. Con la pubblicazione in digital delivery durante la scorsa generazione, nel 2010, e soprattutto con la recente rimasterizzazione su PS4, Xbox One e PC nel 2016, invece, le origini dell'incubo hanno vissuto una seconda giovinezza, presentandosi finalmente a quel grande pubblico che forse, in passato, aveva dovuto metterlo da parte.

    La svolta del terrore: Resident Evil 4

    E successivamente giunse il quarto capitolo. A seguito dei fasti di RE e RE Zero, dopo quel capolavoro di Resident Evil 2 e l'apprezzatissimo terzo episodio, la più famosa saga horror di Capcom prese una deriva che lasciò i suoi fan davvero di stucco. Gli ambienti chiusi ed opprimenti lasciarono spazio ad ambientazioni più ariose, la telecamera smise di essere fissa e optò per una visuale più dinamica, da third person shooter puro, posizionata subito dietro le spalle del protagonista; aumentarono le munizioni, le armi e tutte le risorse, arrivarono gli scontri corpo a corpo, ed i nemici non erano più creature deformi e aberranti. La componente survival, cuore ed anima del franchise, lasciava il posto a una deriva di natura maggiormente action, più dinamica e forsennata.

    Burn Baby, Burn!

    Un'impostazione che snaturò l'idea originale alla base di Resident Evil? Forse sì, ma si trattò anche di una scelta di stile ben specifica, che venne inoltre largamente apprezzata dalla community al punto che non solo il gioco risultò uno dei più venduti di tutta la serie, ma generò feedback così positivi da tracciare un sentiero stilistico e concettuale imboccato anche per i due episodi successivi.

    Resident Evil 4 è un videogioco glorioso, storico e a sua volta seminale, perché è a questo primo esperimento che dobbiamo gran parte dell'industria survival horror contemporanea. Per rendersene conto non occorre necessariamente guardare il suo lascito in casa Capcom, ma più in generale l'eredità preziosa che ha ispirato il lavoro di tanti altri team di sviluppo negli anni successivi: si pensi, nell'ambito dei survival horror, a Dead Space, agli ultimi Silent Hill, ai più recenti Alone in the Dark e anche a The Last of Us.

    L'orrore su Switch

    Tre capitoli importanti e fondamentali che tornano a uno dei propri nidi originari: casa Nintendo. Abbiamo provato sull'ibrida di Kyoto Resident Evil HD Remaster, Resident Evil Zero HD Remaster e Resident Evil 4 Remaster: nel bene o nel male, le edizioni analizzate seguono le orme dei loro corrispettivi su console. La risoluzione generale presta il fianco agli stessi pregi e difetti di qualche anno fa: non manca dunque la possibilità di giocare sia in 16:9 sia con la visuale classica in 4:3, mentre il lavoro di rifinitura sulle texture e i modelli di RE HD e RE Zero HD si confermato soddisfacenti.

    È con RE4 che, invece, tornano prepotenti gli stessi problemi evidenziati già tempo fa: il quarto capitolo, semplicemente, sente su di sé il peso degli anni, paradossalmente molto più dei suoi predecessori. Il motivo è presto detto: con un game design diventato, quasi 15 anni dopo, così mainstream, non vi risulterà difficile trovare un esponente decisamente più moderno e appetibile.

    Sfortunatamente RE4 si dimostra anche il titolo più debole dei tre sul fronte delle performance: sembra che in modalità TV il gioco non riesca a garantire i 1080p proposti su PS4, e che la qualità generale del comparto visivo si impoverisca ulteriormente di dettagli e risoluzione quando passiamo in modalità portatile - al netto, poi, di un frame rate che nelle situazioni più concitate non mantiene pienamente i 60fps, ma risulta comunque al di sopra dei 30. Per tutti i titoli, infine, vale un discorso più o meno uniforme sulla qualità dell'illuminazione: l'assenza di un sistema di retroilluminazione sul tablet di Nintendo Switch rende l'esperienza un po' scomoda, soprattutto nel caso della fotografia cupa ed oscura che caratterizza il primo episodio e il suo prequel.

    Resident Evil HD Remaster Sia per Resident Evil HD che per Resident Evil 4 HD, senza tralasciare il remaster del capitolo Zero, valgono gli stessi giudizi che abbiamo già espresso nel corso delle nostre precedenti disamine: la qualità della rimasterizzazione, in particolare per quel che riguarda il quarto episodio, evidenzia un lavoro un po' pigro da parte di Capcom, che avrebbe quindi potuto impegnarsi di più, soprattutto se consideriamo il fatto che i tre giochi vengono venduti separatamente al costo di circa 30 euro l'uno. Dal canto suo, la versione Switch di queste tre opere - pur prestando il fianco a una scarsa illuminazione in modalità portatile - ci permetterà di portare con noi, in qualsiasi luogo, tre grandi pagine della storia videoludica, così da svogliarle ovunque vogliamo, e tremare di nuovo come se fosse la prima volta.

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