Residenti Evil 2: la carriera di Leon Kennedy e Claire Redfield

Prima di tornare per le strade della Raccoon City di Resident Evil 2, ripercorriamo le sanguinose carriere di Leon e Claire. Attenzione, contiene spoiler.

Resident Evil 2: La storia di Leon e Claire
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  • Ogni guerra che si rispetti ha bisogno dei suoi eroi. Ogni lotta degna di questo nome necessita di incrollabili campioni, che si sollevino contro le forze del male per porvi fine. Per quanto possa sembrare il preambolo di un poema cavalleresco, tale premessa si riferisce ad altri tipi di belligeranti, di quelli in grado di abbattere un gigantesco mostro come fosse il rachitico ospite di un rinomato ospizio. D'altronde il brand di Resident Evil narra proprio le gesta di uomini e donne poco fortunati, i quali - volenti o nolenti - si ritrovano invischiati in crisi bioterroristiche di proporzioni bibliche.
    Siccome manca ormai pochissimo al ritorno di Leon e Claire nel remake di Resident Evil 2, abbiamo pensato di ripercorrerne l'evoluzione nei capitoli principali, rivolgendoci al mondo degli spin-off nel solo caso di Revelations 2. Quest'ultimo infatti ci fa vestire i panni di una Claire Redfield più matura, fungendo da "anello mancante" in una storyline priincipale che, negli ultimi anni, non le ha più concesso molto spazio. Messo su l'impermeabile del T-103, al secolo Mr.X, lanciamoci a Raccoon City con una capsula da B.O.W, lì dove tutto ha avuto inizio in quel tragico settembre del ‘98.

    N.B. L'articolo contiene spoiler sui titoli trattati

    L'incidente di Raccoon City: due destini s'incrociano

    Le prime volte non si scordano mai. Il primo dentino caduto, la prima nota per schiamazzi a scuola, il primo bacio e... la prima apocalisse zombie. Conclusa brillantemente l'accademia di polizia, un appena ventunenne Leon Scott Kennedy ottiene un incarico al dipartimento di Raccoon City, un'opportunità che forse - col senno di poi - sarebbe stato meglio non cogliere. Ma andiamo con ordine.

    Ristorato dal caldo letto di un motel, il giovane si mette in marcia col suo pick-up alla volta della centrale. Il filmato d'inizio - complice una realizzazione tecnica molto superiore al gioco vero e proprio - può fornirci dei dati concreti sulla personalità di Leon, il quale, all'oscuro di tutto, si sta avvicinando alla zona residenziale. Scorgendo una persona sul manto stradale, ferma l'auto e va a prestarle soccorso: finalmente ci vengono mostrate le sue fattezze, dai capelli a caschetto ben ordinati alla divisa nuova di pacca.

    Carriere "degenerate"Resident Evil Degeneration, film in computer grafica basato sul brand di Capcom, è forse il più importante di tutti ai fini della nostra analisi. Ambientato tra Resident Evil 4 e Resident Evil 5 inscena la reunion tra Leon S. Kennedy e Claire Redfield, i quali dovranno sventare l'ennesima minaccia bioterroristica. Unitasi alla causa anti-bioterrorismo di TerraSave, Claire si reca ad Harvardville per partecipare a una manifestazione contro la Will Pharma, un'azienda farmaceutica fin troppo simile alla vecchia Umbrella. La situazione degenera quando l'aeroporto cittadino si trasforma in un focolaio del Virus T, riportando alla mente di Claire gli orrori vissuti. Per ordine diretto del presidente USA, Leon raggiunge la zona con la sua squadra, iniziando a ripulire la zona dalle orde di zombie. Uscito nel 2005, il lungometraggio sfodera una serie di "assi nella manica" in grado di compiacere la fanbase. Curtis, uno degli antagonisti principali, si inietta il Virus G, trasformandosi in un essere sorprendentemente simile a Birkin (per la gioia di Claire). Leon, con lo stesso giubbetto di pelle visto in Resident Evil 4, salva Claire dicendole di abbassarsi per evitare i colpi, proprio come in Resident Evil 2. Ingrid Hunnigan - ancora fresca di Resident Evil 4 - torna per fare da supporto a Leon e, per di più, la Tricell viene nominata per la prima volta, anticipando gli eventi di Resident Evil 5. Sventata la minaccia e svelato il complotto dietro il tragico incidente, i due sopravvissuti arrivano al momento dei saluti, promettendo di incontrarsi in un modo più "normale" la volta seguente.

    Ben presto Kennedy si ritrova faccia a faccia con un'orda di non morti ma, pur chiedendosi cosa questi possano essere, non esita a estrarre la pistola e a dar fondo al caricatore. Ingenuo, inesperto, eppure risoluto e pronto all'azione, Leon riesce ad allontanarsi dal centro abitato a bordo di una volante, in compagnia di un'altra sfortunata cronica di nome Claire Redfield. Mentre sono in auto, i due hanno il tempo di presentarsi, con Leon che ci svela di essere al suo primo giorno di lavoro. Tornando al discorso dell'ingenuità - per non dire altro - decide comunque di raggiungere l'R.P.D, credendo che possa essere uno dei posti più sicuri.
    Divisi dallo schianto con un camion, il cui guidatore era stato ormai soggiogato dal virus-T, Leon e Claire intraprendono dei viaggi solitari, incontrandosi solo occasionalmente. A causa della struttura del gioco, ancorata a tutta una serie di limitazioni tecniche, dobbiamo servirci degli "eventi centrali" per comprendere la crescita dei due personaggi, visto che in-game rassomigliavano a dei pupazzotti inespressivi. Per prima cosa, Leon si scontra ben presto con l'ineluttabilità dell'infezione, che ha trasformato gli agenti della centrale in zombie affamati. Anche il Tenente Marvin Branagh - che salva la vita al buon Kennedy - è destinato a diventare uno dei "cattivi", l'ennesima vittima della follia scatenata dall'Umbrella Corporation. Di cruciale importanza per la sua evoluzione è anche l'incontro con Ada Wong, una sedicente sopravvissuta in cerca del proprio compagno. Avvicinati dalle atrocità che daranno loro la caccia, i due svilupperanno un legame molto forte, salvandosi la vita a vicenda e arrivando a darsi un "bacio cubettoso". Pur inscenata con degli evidenti limiti registici, questa storia d'amore "platonica" segna profondamente il giovane poliziotto, anche quando arriva a scoprire le reali intenzioni di Ada. Nonostante l'abbia usato per tutto il tempo, è la stessa spia a salvarlo, dandogli una mano "a forma di lanciarazzi" nella sua lotta contro il Tyrant.

    Venuta al mondo grazie agli sforzi creativi di Isao Oishi e Hideki Kamiya, Claire sarebbe dovuta essere la Elza Walker di quel Resident Evil 1.5, che - come è noto - non ha mai visto la luce. Per stabilire un contatto tra la giovane donna e Chris Redfield, l'amato protagonista del primo capitolo, il team ha deciso di trasformarla in sua sorella, elemento che di certo ne avrebbe incrementato la popolarità. Esattamente come nel caso di Leon, non ci è dato sapere molto sull'infanzia di Claire ma è logico ipotizzare che sia stato proprio Chris a insegnarle una cosa o due su come maneggiare una Magnum.

    Ormai studentessa universitaria, miss Redfield si appassiona al mondo delle due ruote, mentre il fratello si trasferisce a Raccoon City per unirsi ai ranghi della S.T.A.R.S. Avendo perso ogni contatto con quest'ultimo nel settembre del '98, Claire monta in sella alla sua motocicletta per tentare di trovarlo, giungendo nella ridente cittadina in men che non si dica. Con i capelli raccolti in una lunga coda, entra in un finissimo Diner locale, che però è ormai infestato dagli zombie. Dopo aver incontrato Leon e raggiunto il dipartimento di Polizia, anche Claire si ritrova in una condizione disperata, sostenuta solo della sua intraprendenza e da un indomabile coraggio. Nonostante la sua giovane età, infatti, ci appare più "sveglia" rispetto al suo compare, bilanciando meglio avventatezza e istinto di sopravvivenza. Riuscirà a mantenere la calma durante gli incontri con Brian Irons - il folle capo della polizia - e addirittura al cospetto del Dr. Birkin, mutato dal Virus G in un terrificante abominio. In aggiunta, è proprio lei a trovare e custodire la piccola Sherry, riuscendo addirittura a creare un antidoto al Virus G per salvarle la vita. La bimba infatti viene infettata da quel mostro di suo padre - in tutti i sensi - e non sarebbe mai sopravvissuta senza l'aiuto della Redfield. Nonostante tra le due nasca un sincero affetto, alla fine di Resident Evil 2 Claire riprende la ricerca di Chris, lasciando la sua protetta nelle mani di Leon.

    Sebbene ci siano stati presentati fin da subito come due valorosi, Leon e Claire lasciano Raccoon City con una consapevolezza del tutto nuova, in barba alla loro giovane età. In una manciata di ore hanno intombato un'invidiabile sequela di esseri abietti, scampando a un incubo che avrebbe sopraffatto chiunque. Il primo appuntamento con l'Umbrella Corporation ha cambiato per sempre le loro vite, che - da questo momento in poi - si ritroveranno legate a doppio filo con il bioterrorismo.

    Il salvatore di presidenti... o quasi: la carriera di Leon Scott Kennedy

    Raccoon City viene rasa al suolo da un ordigno nucleare ma la minaccia del bioterrorismo è più viva che mai. Mentre Chris vota la sua vita allo sterminio delle B.O.W, Leon pare seguire una strada diversa, scegliendo di lavorare per il governo. Ora molto più esperto e competente in materia d'armi, viene sottoposto a un duro addestramento per trasformarsi in un agente speciale, acquisendo una grande abilità con i coltelli. È così che, all'età di ventisette anni, diviene la guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti. Ancora una volta - destino beffardo - l'incarico presso la famiglia Graham non ha mai inizio: la figlia del leader viene rapita da un gruppo terroristico situato in Spagna e spetta a Leon il compito di salvarla.

    Con il Resident Evil 4 di Shinji Mikami, la narrazione si è evoluta di pari passo con la struttura ludica, mettendo in scena un racconto più strutturato e profondo. Abbandonata la telecamera fissa e gli spigolosi modelli poligonali dei predecessori, il quarto capitolo del brand si fregia di un comparto tecnico avveniristico, capace di ricreare ambienti e protagonisti con dovizia di dettagli. Le sequenze d'intermezzo sono ora più frequenti, conferendo alla trama una maggior coesione e continuità. L'insicurezza di un Leon che non poteva vedere i nemici a causa dell'inquadratura bloccata, lascia quindi il passo alla determinazione di un agente in pieno controllo delle sue facoltà.

    Il passaggio alla telecamera "over the shoulder" - unito alla nuova impostazione action/tps - appare lontano dalle basi survival horror del brand ma, questo bisogna dirlo, si sposa perfettamente con l'inedita incarnazione del protagonista. Con indosso il suo iconico giubetto, questi raggiunge uno strano villaggio locale per indagare sulla sparizione di Ashley, accompagnato da due agenti che perdono la vita in un battibaleno.

    Dopo aver ucciso il folle abitante di una catapecchia, Leon viene contattato da Ingrid Hunnigan, che lo informa dell'esistenza di una certa setta. La voce di Paul Mercier, più adulta e profonda rispetto agli "acuti adolescenziali" di Resident Evil 2, dona una nuova dimensione al protagonista, il quale - finalmente - riesce a bucare lo schermo. Da qui in poi Leon si ritrova ad affrontare immense orde di Ganados, le persone controllate da un organismo parassitario noto come Plaga. Nel corso della sua "gita" viene però aiutato da almeno due alleati, Luis Sera e una "rediviva" Ada Wong, la quale - in un baleno - gli riporta alla mente l'orrore di Raccoon City (e la sua delusione d'amore). Mentre da un lato viene assistito, dall'altro si ritrova a proteggere la giovane Ashley, anch'essa - come lui - portatrice della Plaga.

    Un momento importante del gioco è l'incontro tra l'ex poliziotto e il suo vecchio compagno, Jack Krauser. Il primo scontro tra i due si consuma tramite un Quick Time Event, elemento che ben sottolinea la direzione ludica intrapresa dalla serie. D'altronde Leon è ora capace di eseguire una grande quantità di attacchi corpo a corpo, e possiede una valigetta in grado di ospitare un vasto numero di armamenti. Insomma, in Resident Evil 4 comincia a delinearsi la figura del macho/caciarone, destinata letteralmente a esplodere nel sesto capitolo della saga.

    Abbattendo i vice di Saddler e liberandosi dal controllo della Plaga, Kennedy giunge infine al confronto con il capo della setta, che riesce a sconfiggere come aveva già fatto col Tyrant di Resident Evil 2: con uno speciale lanciarazzi lanciatogli da Ada. Per onorare le antiche tradizioni, quest'ultima scappa con un campione delle Plagas, lasciando a Leon una moto d'acqua per fuggire dall'insediamento.
    Benché il rinnovato connubio tra gameplay e narrazione abbia fatto la fortuna del quarto capitolo, in Resident Evil 6 la figura del "macho" ha finito per soverchiarne i temi classici, producendo un risultato più vicino alle pellicole cinematografiche.

    Tra una valanga di quick time event e momenti al cardiopalma, nel gioco siamo chiamati a portare in salvo Helena Harper, la partner di Leon. Quel che era un giovane sprovveduto al primo giorno in polizia, ora assomiglia quasi a un personaggio della saga di Devil May Cry, mettendo in luce una realtà incontrovertibile: Resident Evil è cambiato, e con esso i suoi eroi.

    In questo caso gli sviluppatori hanno dedicato a Leon una campagna - almeno in parte - più in linea con le atmosfere da survival horror, cadendo però in una contraddizione di tipo ludico e concettuale. Per quanto concerne il primo versante, l'agente speciale è l'unico a potersi avvalere del dual wielding e, se a ciò aggiungiamo una miriade di attacchi corpo a corpo, tra mosse di arti marziali e wrestling, a poco servono i toni oscuri e il ritorno degli zombie "canonici". Inoltre, quando ci si ritrova a controllare un'esperta macchina ammazza-zombie risulta un tantino difficile provare un brivido di terrore.

    Con anni e anni di esperienza sul campo, l'abilità di Leon - assieme a quella di Chris e compagni - si è evoluta in maniera esponenziale e basta fare una semplice considerazione per dimostrarlo: in questa bio-guerra su scala mondiale non c'è più nulla di ineluttabile, niente che i nostri eroi non siano in grado di affrontare. Mentre il Leon di Resident Evil 2 poteva salvare sé stesso e pochi altri, qui è capace di risolvere situazioni ben più grandi di lui, a patto - chiaramente - di farsi aiutare dalle persone giuste.

    In tal senso, il coinvolgimento di vecchie glorie come Sherry Birkin o Ada Wong ha un po' perso la sua carica narrativa, rientrando sempre in una dimensione "caricaturale" rispetto alle loro incarnazioni originali. Non a caso con Resident Evil 7, Capcom ha dimostrato di voler fare un passo indietro, di volerci rinchiudere nei corridoi stretti e bui di una singola abitazione, armati di un accendino e un coltello multi-uso da boyscout.

    I viaggi dell'orrore secondo Redfield: da Rockforth Island a Sushestvovanie

    Quella di Claire è un'evoluzione un po' diversa da quella di Leon, sia per "tempi", sia per modalità ludiche. La giovane torna protagonista di un capitolo della serie a pochi anni di distanza da Resident Evil 2, chiamato Code: Veronica. Uscito tre anni prima rispetto alla quarta incarnazione numerata, questo è stato sviluppato nel solco degli stilemi classici, pur sfruttando - in qualche maniera - la maggior potenza di PS2.

    Gli scenari ad esempio sono costruiti in 3D e non più pre-renderizzati ma, di contro, viene ancora utilizzata la telecamera fissa. Dopo una rocambolesca fuga dallo stabilimento parigino dell'Umbrella, Claire viene catturata dalla squadra di sicurezza e condotta, prigioniera, a Rockfort Island: la cutscene è spettacolare, almeno per i tempi, e sottolinea quanto abbiamo detto in precedenza. Nonostante il gioco sia ambientato a soli tre mesi di distanza dall'incidente di Raccoon City, la giovane Redfield ci appare quasi come un'altra persona, al corrente delle forze che muovono i fili del bioterrorismo e più consapevole delle sue abilità.

    Claire non ci mette molto a uscire di prigione, venendo liberata proprio da colui che l'aveva rinchiusa. L'isola infatti è stata attaccata da un gruppo militare ignoto, con una conseguente dispersione di virus T dai laboratori qui presenti. Poco dopo Claire incontra Steve Burnside, con il quale stringerà un rapporto non molto distante dai lidi di Leon e Ada. Mentre la giovane è ancora alla ricerca del fratello, Steve deve salvare suo padre, anch'egli detenuto nella struttura.

    Quando quest'ultimo si palesa dinanzi agli occhi del figlio, è già troppo tardi. Steve rivolge la pistola contro quel che ormai è uno zombie e spara. Giunti in Antartide a causa del tiro mancino di Alfred Ashford, i due si ritrovano faccia a faccia con Alexander, il padre di Alfred e Alexia, e riescono a eliminarlo. Il rapporto tra Claire e Steve continua a crescere d'intensità ma, si sa, le storie d'amore in Resident Evil non sfociano mai in un "e vissero felici e contenti".
    Intanto, per aggiungere una pedina fondamentale a questa grande "tragedia familiare", Chris si mette sulle tracce della sorella, informato da Leon della sua cattura. Giunto finalmente in Antartide, ha un confronto col suo antico nemico Albert Wesker, facendo anche la conoscenza di "Alexia Ashford".

    La perfida padrona di casa intanto inietta a Steve una variante del virus, tentando di fargli eliminare Claire. Tornato normale in un attimo di lucidità, Steve le si dichiara prima di morire tra le sue braccia, addolorando la giovane che - disperata - scoppia in lacrime. Sebbene sia realizzata con una cutscene, i limiti tecnici e la recitazione finiscono per smorzare la drammaticità del momento, palesando la necessità di nuove soluzioni registico-espressive. Senza tirarla per le lunghe, Claire e Chris - finalmente ritrovati - riescono a fuggire dall'ennesimo incubo ma, come al solito, questo non è che l'inizio delle loro tribolazioni.

    Prima di passare all'ultima tappa del nostro viaggio, ci teniamo a parlare delle poche novità di Code: Veronica in termini di gameplay, che sottolineano anche la maggior esperienza di Claire in fatto di armi. La studentessa è in grado di maneggiare un fucile da cecchino, che consente di passare alla visuale in prima persona per sparare. Tornano anche alcune delle abilità di Jill viste in Resident Evil 3, come la rotazione rapida a 180° e la possibilità di sparare ai barili esplosivi. In altre parole, pur affidandosi ai controlli classici, il giocatore può già percepire "un'evoluzione ludica" del personaggio.
    Dopo aver ritrovato il fratello Chris - perdendo però il povero Steve - Claire decide di appendere la pistola al chiodo, senza però abbandonare la lotta al bioterrorismo, . Da qui il suo approdo in TerraSave, un gruppo non governativo il cui scopo è quello di indagare sugli "eredi dell'Umbrella", aiutando - se possibile - le popolazioni colpite dalle loro oscure macchinazioni.

    Tornando a noi, il suo ritiro dalle scene dura più del previsto, rompendosi nel 2011 con l'incidente di Sushestvovanie. La trentaduenne Claire viene rapita assieme ad altri membri di TerraSave, a seguito di un'irruzione voluta da Alex Wesker. Tradita dal fondatore stesso dell'organizzazione umanitaria - il quale ha stretto un accordo con la sorella "segreta" del buon Albert - Claire si ritrova sul fondo di un nuovo abisso, che stavolta prende la forma di un'isola sconosciuta nel Mar Baltico. Quella che ci viene presentata in questo capitolo è un'adulta in tutto e per tutto, provata dai traumi vissuti e forse priva di quell'intraprendenza giovanile che la caratterizzava in Code: Veronica.

    Un tono di voce più "vissuto" e qualche ruga non sono gli unici elementi a sottolinearne la crescita: Claire ora indossa abiti da donna in carriera e non gli amati giubbini visti nelle sue precedenti avventure. Trattandosi di un gioco del 2017, Revelations 2 è il primo ad averci restituito una reinterpretazione di Claire in chiave moderna, consentendole di evolversi anche dal punto di vista ludico. La telecamera dietro le spalle favorisce una visuale completa delle ambientazioni, scandagliabili molto più facilmente grazie a un moderno set di animazioni. Accompagnata nel suo viaggio da Moira Burton, la figlia di Barry, la Redfield si vede costretta a fronteggiare una nuova serie di orrori, armandosi di tutto punto.

    Nonostante la presenza, di mitra, pistole varie e fucili a pompa, il gameplay e lo stile registico non raggiungono le esagerazioni di Resident Evil 6, ma una cosa è certa: anche in questo caso ci si ritrova impossibilitati a provare una reale sensazione di pericolo, complice una direzione artistica meno ispirata rispetto ai classici. Se a ciò aggiungiamo una scrittura dei personaggi un po' sottotono - si pensi alla stessa Moira - e una nemica non all'altezza del caro fratellone, è inevitabile pensare che il ritorno di Claire Redfield avrebbe meritato uno sforzo creativo di ben altra pasta.

    Resident Evil 2 Remake Tirando le somme, l'imminente remake di Resident Evil 2 non è soltanto l'occasione per riscoprire un classico al meglio della forma ma è anche un ottimo modo per rivivere le origini dei personaggi di Leon e Claire. Seppur strabilianti, le loro rispettive carriere hanno finito per renderli dei superuomini, incapaci di avere un crollo psicologico o di cedere di fronte alle avversità. In altre parole, il ritorno del secondo capitolo potrà ristabilire il giusto confine tra il "sopravvissuto" e il "supereroe", restituendoci due personaggi un po' più vicini all'Ethan Winters di Resident Evil 7. Condurre la serie alle porte della modernità è un'operazione coraggiosa, la quale - per riuscire - deve passare attraverso la caratterizzazione dei suoi protagonisti: la tragedia di Raccoon City sta per verificarsi ancora una volta e noi abbiamo già caricato il lanciagranate.

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