Speciale Retrospettiva:FinalFantasy IV

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Speciale Retrospettiva:FinalFantasy IV
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    Recensire un gioco che ha sulle spalle più di un decennio non è una impresa da prendere sottogamba. E' difficile trovare il giusto equilibro tra quello che il gioco esprime giocandolo adesso, e quello che poteva essere ben 12 anni fa. 1991, così recita il copyright nella schermata d'avvio del gioco, una piccola nota sotto un logo fatto da un cristallo blu e dalla scritta Final Fantasy IV. In sottofondo, suona un motivo che non ha mai smesso di accompagnarmi da che conosco il mondo dei gdr.
    Lo sentite anche voi? Bene: dimenticate la grafica eccezionale degli ultimi titoli, dimenticate interi cd di colonne sonore, dimenticate il doppiaggio dei personaggi e boss da 100 milioni di punti vita. Torniamo insieme in un mondo lontano, quando la serie Final Fantasy aveva appena 3 capitoli di eredità e nessuno immaginava mondi poligonali. Quando tutto era più semplice... o no?

    Varie edizioni

    Prima di partire, procuriamoci il biglietto, stavolta non è così difficile: il quarto capitolo della saga Squaresoft ha vissuto molteplici incarnazioni, e non è affatto problematico procurarsene una.
    Una cartuccia per Super Famicom giapponese è l'ideale per i collezionisti sfegatati, dopotutto questo fu il primo Final Fantasy a utilizzare i 16bit della macchina Nintendo, il primo dei tre sviluppati per quella console. Il gioco fu importato in America come Final Fantasy II, cosa che ha generato non poca confusione negli anni a venire tra gli appassionati americani ed europei: il vero FFII, così come FFIII, non fu mai esportato fuori dal Giappone, così da giustificare il cambio nella titolazione americana del 4° capitolo. Gli anni passarono, i 16 bit cominciarono a tramontare, e la saga di Final Fantasy (dopo altri due capitoli) fece il salto sulla neonata piattaforma Sony, quella Playstation destinata a cambiare il modo di intendere il videogioco negli anni a venire. E così, dopo i trionfi di vendite e critica di Final Fantasy VII e Final Fantasy Tactics, il marketing Squaresoft pensò bene di riproporre al nuovo pubblico (e ai loro portafogli) le vecchie glorie sul nuovo supporto del cdrom. A giustificare questa operazione furono aggiunte ad ogni gioco delle introduzioni in Full Motion Video dalla qualità altalenante, alcune davvero carine (FFVI), altre assolutamente trascurabili (FFIV).
    Tra le varie riedizioni ci fu un pacchetto particolarmente apprezzato: sotto il nome di Final Fantasy Anthology furono raccolti i capitoli IV, V e VI. In America ci fu un'operazione diversa, tant'è che FFAnthology americano contiene i capitoli V e VI, più un cd con la colonna sonora dei due giochi, mentre FFIV fu accoppiato a Chrono Trigger, in una raccolta chiamata FFChronicles.
    Ancora diversa la sorte di questo gioco in Europa: qui nel Vecchio Continente abbiamo FFOrigins (FFI+II), FFAnthology(FFIV+V), e FFVI da solo. Ci siamo persi Chrono Trigger per la strada, grazie tante alla Square Europe (anche per le mancate localizzazioni: nessun capitolo prima dell'ottavo è tradotto in Italiano).
    Una doverosa precisazione: la versione americana di FFIV per Super Nintendo non subì solo una cambio arbitrario di titolo, ma anche alcuni adattamenti nella trama e nei dialoghi. Per riscoprire questo titolo vi consiglio quindi una delle versioni Playstation, le quali godono di un adattamento fedele all'originale che permette di godere appieno dell'epica trama.

    La trama

    Già, la trama. Dopo questo lungo preambolo, conviene cominciare a parlare un pò del gioco.

    C'era una volta un Cavaliere Nero, che faceva uso della forza delle tenebre per servire il suo regno. Cecil era il suo nome, ed era il comandante delle Red Wings, l'imponente flotta di aeronavi del regno di Baron.
    La storia comincia subito dopo la fine di un massacro: il Re di Baron ha ordinato alla flotta Red Wings di recuperare uno dei quattro cristalli dalla città di Misydia, e Cecil ha compiuto il suo dovere senza farsi scrupolo delle innumerevoli vite calpestate. Ma, durante il viaggio di ritorno al regno, cominciano a farsi strada i primi dubbi sulle proprie azioni: Cecil serve il Re... ma il Re serve davvero il popolo come dichiara? Esternati questi dubbi a Sua Maestà, Cecil viene deposto dal grado di comandante e mandato in missione assieme all'amico Kain: inconsapevolmente, i due sono costretti a compiere un altro massacro in nome della corona.
    Alle prese con la sua coscienza, Cecil decide di rinunciare al suo stato di cavaliere del regno e, insieme all'orfana Rydia, comincia una avventura che lo porterà a interrogarsi su se stesso, un viaggio volto alla ricerca degli altri cristalli che coinvolgerà svariati personaggi, ognuno con la sua storia.
    Da un plot semplice e tutto sommato banale prende il via una delle avventure più belle realizzate da Squaresoft, una di quelle gemme che col tempo non smettono di brillare. I numerosi personaggi, per quanto stereotipati, riescono comunque a risultare credibili per le storie che raccontano, background semplici ma efficaci che non fanno salti mortali e non cercano colpi di scena improbabili, come siamo purtroppo abituati a vedere negli rpg moderni. Parlando dei personaggi, c'è da segnalare che ognuno ha una sua classe fissa e abilità più o meno uniche, scelta che va a vantaggio della caratterizzazione di personaggi subito riconoscibili e difficilmente dimenticabili, come ad esempio i gemelli Palom e Porom, un mago nero e una maga bianca in miniatura (14 anni) e dai caratteri diametralmente opposti. Un appunto si potrebbe fare all'antagonista del gioco, decisamente troppo stereotipato come "cattivo", che vuole i cristalli per acquisirne il potere nascosto.

    Una grafica e un sonoro semplici...ma magici

    asato su una trama lineare e apparentemente senza pretese, FFIV riesce comunque a mettere a segno dei pregevoli colpi di scena che spiazzano il giocatore, non disdegnando qualche momento drammatico e commovente. Certo, ormai siamo abituati a vedere filmati di qualità cinematografica che, commentati da musiche e dialoghi, lasciano ben poco spazio alla fantasia del giocatore. Eppure, anche la grafica primitiva e le musiche campionate di questo pezzo di storia riescono a trasmettere, al giocatore che non lesina in fantasia, le emozioni dei moderni colossal del videogioco.
    A proposito di grafica e sonoro: della prima è facile parlare, siamo agli inizi del periodo 16 bit quando l'idea di poligono era racchiusa in un chip nella cartuccia di F-Zero. Ovviamente il gioco segue tutti i canoni del genere di quel periodo, con mappa bidimensionale vista dall'alto, personaggi ridotti a sprite poco definiti ma riconoscibili, e pochi colori su schermo. Un vero pugno nell'occhio per un giocatore moderno che non abbia vissuto quel periodo sulla propria pelle, una lacrimuccia di nostalgia per chi con giochi del genere ha passato giorni interi. Va decisamente meglio il sonoro, con pezzi che nel bene e nel male sono già nella testa di qualsiasi giocatore di ruolo: sono più o meno le stesse musiche di tutti i Final Fantasy, ovviamente proposte con la modesta capacità audio della vecchia console Nintendo.

    Giocabilità e conclusioni

    Sul piano della giocabilità, FFIV non ha mezzi termini: scontri casuali frequentissimi che spesso oltrepassano il limite dell'irritante, esplorazione di dungeon e città nello stile più classico dei giochi di ruolo con tanto di locazioni nascoste, casse del tesoro dimenticate per strada, negozi di armi e armature, mappa del mondo esplorabile col solito set di mezzi di trasporto, gli immancabili chocobo e una longevità di 20-25 ore circa. Anche il Battle System non sorprende il giocatore smaliziato, proponendo l'active time battle (più che abusato nei capitoli successivi), punti MP per le magie, avanzamento di livello tramite punti esperienza (forse troppo veloce), alterazioni di status e oggetti curativi o di attacco. Degna di nota è la possibilità di usare fino a 5 personaggi in combattimento, mai più riutilizzata nella serie.
    Al di là dei numeri, FFIV è un gioco che fa bene il suo mestire: intrattiene e diverte, impegna e appassiona. Viene più volte voglia di scagliare in terra il joypad quando ci si ritrova in un dungeon a combattere ogni due passi (letteralmente), ma a prevalere è sempre la voglia di continuare fino alla schermata finale, il desiderio di farsi raccontare per intero una storia di crescita interiore e riscatto personale, di vendette da consumare e di amori da difendere. Di Vita e di Morte.
    E chi giungerà a quell'agognato finale sarà consapevole di una cosa: Final Fantasy non è solo Cloud e Squall, Gidan e Tidus... E' anche Cecil, Rosa, Rydia, Kain, Edward, Golbez, l'immancabile Cid e molti altri. Personaggi che hanno tante storie da raccontare. Credo proprio dovreste ascoltarli...

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