Speciale Revolution: Il punto della situazione

La Rivoluzione, un anno dopo

Speciale Revolution: Il punto della situazione
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E32005: tutti a bocca asciutta.

Ormai siamo alle soglie dell'E3 2006, ed ancora è fresco in molti il ricordo della delusione per la passata edizione.

Coloro che aspettavano, fiduciosi, notizie confortanti, che potessero almeno contenere se non invertire il generale clima di sfiducia che accompagna Nintendo nelle ultime generazioni di console domestiche, sono usciti dalla kermesse losangelina con la coda tra le gambe ed una delusione cocente. Questo, considerando pure le voci (ed i rumour, anche più fantasiosi )che si erano susseguite in giro per la rete, ad alimentare la speranza di toccare finalmente con mano la tanto declamata rivoluzione.
Invece poche dichiarazioni, enigmatiche ed elusive, che non chiarivano nulla se non addirittura creavano maggiore confusione, hanno raffreddato gli entusiasmi dei fans. Abbiamo potuto solamente ammirare il Revolution senza sapere nulla delle potenzialità della macchina, e senza vedere neanche una tech demo.
Una console talmente piccola e compatta da sembrare finta, ed un elegante e sobrio design, più l'annuncio di una completa retrocompatibilità, di un servizio di download di vecchi giochi e dell'implementazioni del gioco online, ma questo non poteva bastare per soddisfare la fame di curiosità del pubblico di tutto il mondo.
I detrattori hanno avuto modo di ipotizzare che in realtà Iwata non avesse niente in mano, e che le sue dichiarazioni smargiasse riguardo epocali innovazioni, volte a rivoluzionare per sempre il mondo dei videogiochi, non fossero altro che un gigantesco bluff atto a mascherare un possibile ritiro dal mercato.

Tokyo "revolution" Game Show


Nei mesi successivi però, e precisamente durante l'ultimo Tokyo Game Show, quando in pochi si aspettavano un intervento rilevante, Nintendo ha calamitato a sorpresa l'attenzione di tutti presentando il nuovo ed innovativo sistema di controllo per la sua futura console: un sistema che ancora non ci è stato rivelato completamente ma che fa intuire notevoli possibilità in termini di innovazione e semplicità di utilizzo.
Qui, i pessimisti ed i detrattori hanno dovuto fare un passo indietro, e riconoscere la manifesta bravura dimostrata dalla casa di Kyoto nello scegliere il momento giusto per fare il suo affondo e sbalordire tutti.
La risposta del pubblico e della stampa è stata molto positiva, tanto da oscurare la presenza delle sue dirette concorrenti, XBox360 e Ps3, protagoniste nell'ultimo E3 ed adesso relegate relativamente nell'ombra grazie ad una strategia estremamente scaltra.
La risposta del mercato è stata altrettanto positiva, vedendo le azioni Nintendo aumentare immediatamente il loro valore in borsa, e risvegliando l'interesse delle software house indipendenti, che si sono da subito dichiarate fortemente interessate alle nuove prospettive aperte dal freehand controller e che non hanno escluso di partecipare attivamente con dei propri progetti.
Però al momento non tutti i dubbi sono stati chiariti: molte sono le perplessità sulle effettive capacità tecniche della nuova console e sulla effettiva possibilità di contrastare le sue rivali, che invece di portare innovazioni sembrano voler mostrare i muscoli, puntando tutto su potenza e grafica.
Per ora possiamo quindi basarci solo sulle poche cose che abbiamo visto e darci ad ipotesi e previsioni credibili quanto il pendolino di Maurizio Mosca: l'impressione che Iwata, Reggie e soci sembrano darci, è che Nintendo abbia voluto tenersi delle cartuccie da sparare all'ultimo momento, e le dichiarazioni sembrano non voler minimamente spegnere l'entusiasmo e le aspettative sul Revolution.
Finora possiamo dire che Nintendo sembra aver indovinato tutte le sue scelte di marketing; il mercato dei videogiochi si sta muovendo, si sta evolvendo verso nuove direzioni, e la grande N. al momento pare aver intuito meglio degli altri la direzione che sta prendendo: il successo del DS ne è palese dimostrazione.
Anche la strategia di centellinare le proprie dichiarazioni e tenere i progetti nel più totale segreto ha avuto l'effetto di calamitare l'opinione pubblica ottenendo grandi risultati con il minimo sforzo.
La casa di Kyoto è quindi riuscita a riconquistare la fiducia del pubblico che, a parte il mercato delle console portatili, la vedeva in declino costante sin dai tempi del Nintendo 64, e le sue quotazioni in un mercato che si fa sempre più duro e difficile sono lievitate notevolmente.
Mancano pochi giorni per poter capire quante possibilità avrà il Revolution di prendere una quota di mercato consistente.

And the winner is ?

Gli elementi per lasciarsi andare a previsioni ottimistiche ci sono tutti. Il Revolution, a detta di Iwata, sarà una macchina su cui sarà facilissimo sviluppare sia giochi a basso costo da parte delle piccole software house indipendenti, che i progetti più ambiziosi dei più grandi colossi. Questa strategia potrebbe essere una carta vincente, se Nintendo riuscisse ad avvicinare massicciamente le third parties, che dall'avvento di Playstation sembravano aver abbandonato per sempre le piattaforme domestiche Nintendo, per colpa di strategie commerciali poco fortunate e quasi suicide nei risultati. Al contrario, in questa fase del mercato, anche le più grandi case di produzione hanno dovuto rifarsi i conti in tasca, in quanto i costi di sviluppo per un videogioco sono divenuti molto alti a fronte di una previsione di utili non più rosea come prima. Il che non salverebbe nemmeno le più robuste aziende dal rischio di finire in rosso dopo solo un insuccesso commerciale. Per questo motivo il rischio è quello dell'appiattimento e della paura di cercare qualcosa di innovativo, ma il Revolution, grazie ai suoi bassi costi di sviluppo, potrebbe essere la piattaforma ideale per molti. Oltre, un altro punto forte della strategia di Nintendo per il futuro della prossima generazione dovrebbe essere quello di ampliare il proprio target a tutte quelle fascie di persone che hanno poca dimestichezza con i videogiochi: obiettivo già parzialmente ottentuto con il DS, ma senza per questo alienarsi il favore dei cosiddetti harcoregamers, che avranno da parte loro non pochi motivi per affiancare ad una PS3 o ad una XBox 360 il loro bel Revolution, che tra l'altro sarà lanciato ad un prezzo che si annuncia più basso di quello della concorrenza.

Nintendo Wii Sembra che la dirigenza Nintendo abbia scelto di rinnovare le proprie strategie e di lanciare il guanto di sfida in fatto di innovazione. Una sfida che, in ogni caso, verrà analizzata solo dal pubblico, arbitro ineluttabile di ogni scontro videoludico. Prima però che si aprano le danze, di Rivoluzione si parla sempre e comunque. Eppure, nessuno cerca di andare a cercare nel significato più vero del termine, e molti non vedono oltre il gioco di parole. Forse solo i veri giocatori intendono la Rivoluzione per quello che potrebbe e dovrebbe essere: un mezzo per divertire in modi che non si pensavano possibili.