Saints Row: la lunga ascesa di The Boss e l'atmosfera della serie Volition

Riepercorriamo l'ascesa criminale di The Boss attraverso le iterazioni di Saints Row, a cui presto si aggiungerà un reboot dalle chiare ambizioni.

Saints Row: la lunga ascesa di The Boss e l'atmosfera della serie Volition
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Col reboot di Saints Row in uscita il prossimo 23 agosto, l'apprezzata serie criminale di Volition volgerà lo sguardo al futuro ma senza dimenticarsi del proprio passato, compiendo almeno per certi versi un vero ritorno alle origini. Lontana dalle invasioni aliene e dai viaggi all'inferno, la nuova avventura si basa infatti sulla libertà d'azione - sia negli scontri a fuoco che durante l'esplorazione - e sulla personalizzazione dell'esperienza ludica, inclusi i veicoli, la base dei Saints e lo stesso protagonista (qui il nostro speciale sulla personalizzazione di Saints Row).

    A tal proposito, per celebrare il ritorno in pompa magna di The Boss, delle cui gesta potete leggere nell'anteprima di Saints Row, abbiamo voluto ripercorrerne l'ascesa criminale nel corso dei quattro titoli del precedente filone, non mancando di soffermarci sull'alter ego di cui vestiremo i panni in un reboot sì sopra le righe ma dai toni differenti rispetto alle ultime iterazioni del franchise.

    Da semplice passante a braccio armato dei Saints (Saints Row)

    Quella del primo Saints Row è la storia di un signor nessuno diventato leggenda, di un ragazzo ritrovatosi nel bel mezzo di una sparatoria in uno dei quartieri della città di Stillwater, messo a ferro e a fuoco dalla furiosa lotta tra le maggiori organizzazioni criminali della zona. Il teatro degli eventi narrati ospita anche una quarta e più piccola gang con base in una chiesa diroccata: i Third Street Saints guidati dall'ambizioso Julius Little.

    Il capo di questi criminali salva il protagonista, che poco dopo partecipa giocoforza alla "canonizzazione", una sorta di rito d'entrata nel gruppo che in buona sostanza è un pestaggio in amicizia. Tra furfanti finiti sottoterra e i rapporti rinsaldati con le prostitute della zona, il futuro The Boss si ritrova alle dipendenze dei Saints più temibili di tutti, Dexter "Dex" Jackson, Johnny Gat e la spavalda Lin, col compito di sgominare le gang rivali a ogni costo. Assieme a Dex e Gat, il criminale inscena la morte di Aisha, la ragazza di Johnny, per provocare la reazione di uno dei gruppi criminali al centro della caccia: i Vice King. Tradito dai suoi uomini e privato dei suoi affari Benjamin King si arrende, mentre Lin si infiltra tra le fila dei Rollerz per sabotarli dall'interno. La donna viene scoperta e uccisa ma il nostro grezzo eroe ne vendica la morte, mandando al creatore Joseph Price e suo zio William Sharp.

    Passati a miglior vita anche i fratelli Lopez, i signori della droga dei Los Carnales, Julius viene arrestato e il protagonista raggiunge la cima della catena di comando. Comincia quindi la faida tra il capo della polizia corrotto - Richard Monroe - e il novello boss dei Saints, che dopo aver mandato al creatore il nemico riesce a liberare Julius. A bordo dello yacht del politico Richard Hughes il boss viene nuovamente tradito e avvolto dalle fiamme di un'esplosione generata da un ordigno piazzato proprio da Julius.

    Il fuoco della vendetta (Saints Row 2)

    Se il primo capitolo inscena una storia criminale interessante ma senza troppa durezza, Saints Row 2 fa raggiungere nuove vette di seriosità alla serie di Volition, con una trama parzialmente ispirata a capolavori del cinema e fondata su tradimento, vendetta e redenzione. Risvegliatosi da un coma durato cinque anni, The Boss si ritrova con un volto nuovo, a causa degli interventi di chirurgia estetica subiti durante la degenza.

    Dopo l'ampia personalizzazione concessa al giocatore, riesce a evadere dalla sezione ospedaliera del carcere con l'aiuto di Carlos Mendoza, il fratello di un ex membro dei Third Street Saints. Tornati a Stillwater, il protagonista ritrova il quartiere Saints Row trasformato in un'area residenziale di lusso dalla Ultor Corporation e il potere dell'organizzazione ormai svanito. Evitata la condanna a morte a Johnny Gat - l'ex pezzo grosso dei Saints resosi responsabile di quasi 400 omicidi - The Boss rimette insieme ciò che resta della banda e stavolta è lui a nominare i suoi fidi sgherri per erodere il potere delle altre organizzazioni. La guerra che segue però viene vinta a caro prezzo. I Ronin infatti uccidono Aisha e feriscono Johnny, mentre gli uomini di Brotherhood catturano il povero Carlos, lo torturano e lo lasciano in fin di vita. Dopo aver posto fine alle sofferenze dell'amico, The Boss ordisce una tremenda vendetta ai danni del capo di Brotherhood, Maero, che - senza saperlo - schiaccia la sua stessa compagna col monster truck durante un Destruction Derby.

    In altre parole, gli eccessi del gameplay in Saints Row 2 affiancano un comparto narrativo che vive sì di momenti caciaroni ma presenta anche delle tinte dark piuttosto evidenti, col protagonista affamato di potere che spesso prende delle scelte moralmente pesanti. Con la fine di Maero e dei Sons of Samedi, i Saints riottengono il controllo di Stillwater, mentre The Boss incontra Julius alla vecchia chiesa della gang. Dopo un breve frangente di cooperazione, il nostro uomo uccide il suo ex capo senza pensarci due volte, perché nessuno è al di sopra della sua vendetta.

    Risoluto e a tratti spietato, fa poi una visitina in moto d'acqua allo yacht della Ultor, dove si sta tenendo un evento riservato ai membri del consiglio: garantito loro un pensionamento anticipato, The Boss scende nuovamente in campo per affrontare il perfido CEO Dane Vogel, che al pari dei suoi sogni di gloria viene ridotto in pezzi a seguito della caduta da un immenso grattacielo.

    L'inizio di un'era sopra le righe (Saints Row: The Third)

    La terza epopea criminale segna l'inizio di una nuova era per la serie e ciò appare ben evidente sin dal prologo dell'avventura. Lampadati il giusto, belli e famosi, il boss e i suoi fidi associati fanno delle vite da star del cinema, al netto di una passione sfrenata per le rapine.

    Dopotutto nel 2011 si sono fusi con la "ripulita" Ultor Corporation per creare un nuovo marchio, un colosso mediatico del malaffare. Dell'originaria spietatezza dei Saints insomma resta ben poco e anzi, dopo aver indossato maschere caricaturali, il gruppo va a svaligiare una banca, con gli ostaggi che si rivelano addirittura felici del fatto che la gang li stia "alleggerendo".

    I selfie coi civili e il clima quasi rilassato della ruberia però lasciano spazio a uno scontro con la SWAT, che arresta i prodi furfanti e li sbatte in gabbia, almeno fino a quando non vengono rilasciati sotto cauzione.

    A pagare l'ingente somma è nient'altri che Phillipe Loren, il capo di una vasta organizzazione criminale nota come Il Sindacato. Scortati sul jet privato del villain, i Saints rifiutano la richiesta di cedergli gran parte del loro impero e da qui scoppia l'ennesima guerra, che li vede contrapporsi ad antagonisti ben più bizzarri dei loro predecessori. Dal wrestler Eddie "Killbane" Pryor, fino al gruppo di hacker "elettro-emo" noto come Deckers, gli eventi narrati sono assolutamente sopra le righe e declinano in chiave parodistica l'ascesa criminale vista nelle precedenti iterazioni.

    Tra improbabili reclutamenti in strip club sadomaso e buffe storie di clonazione, The Boss si ritrova invischiato in situazioni allucinanti - pensiamo al combattimento in stile Tron contro il leader dei Deckers - e da un attico di Steelport dirige le operazioni per distruggere Il Sindacato. Sopravvissuti a un attacco da parte di strippers corrotte, i criminali riprendono quindi la caccia a Killbane e nel mentre se la vedono con la Special Tactical Anti Gang o STAG, forte di una portaerei high tech e di equipaggiamento avanzatissimo.

    Tramontata anche questa minaccia non resta che sconfiggere Killbane in un incontro di wrestling tra il torreggiante criminale e The Boss, con tanto di commento degno della WWE. Rinunciando all'uccisione del nemico, la guida dei Saints salva i suoi amici da un'esplosione imminente e scampa all'arresto della STAG grazie al provvidenziale intervento della senatrice Monica Hughes, la vedova del compianto (ma neanche troppo) Richard.

    Di invasioni aliene e grattacapi infernali (Saints Row IV)

    Nel quarto e ultimo capitolo del filone originale di Saints Row, le tante follie previste dalla ricetta ludica vanno di pari passo con gli eccessi della trama, coi Saints che da divi passano a essere salvatori della Terra.

    La guida dell'organizzazione infatti diventa addirittura il presidente degli Stati Uniti dopo aver salvato il paese da una minaccia nucleare, un incarico che ricopre per cinque fruttuosi anni prima di assistere a un'invasione aliena in piena regola. Con la supervisione dello spietato Zinyak, le truppe dell'impero Zin distruggono la Casa Bianca e The Boss viene pestato senza riserve dal tiranno galattico.

    Si risveglia quindi in una sitcom anni '50 a tema Saints ma ben presto realizza di essere una simulazione da danneggiare a suon di esplosioni. Il capo quindi viene spedito da Zinyak in una Steelport virtuale controllata dagli alieni, all'insegna della personalizzazione sfrenata e delle armi più bizzarre, si pensi anche solo alla Dubstep Gun e al Penetratore, su cui crediamo non ci sia bisogno di fare commenti. La simulazione di Saints Row IV ha permesso a Volition di superare ogni limite e di conferire a The Boss dei poteri sovrumani, tra attacchi elementali, onde d'urto, supervelocità e balzi degni di Hulk. Liberati i suoi amici Saints dal mondo illusorio, il capo ruba una speciale armatura per replicare i poteri ottenuti all'interno della simulazione, così da uccidere Zinyak di fronte ai suoi sottoposti. Preso il controllo dell'impero, i Saints viaggiano nel tempo per riottenere la Terra, in precedenza distrutta dagli alieni, e tra l'altro - da bravi fan - risvegliano la scrittrice Jane Austen.

    Nel corso di Gat out of Hell, il DLC che funge da ultimo atto alla storia del quarto episodio, il gruppo criminale evoca Satana per errore, dopo aver giocato con una tavola ouija appartenuta in origine all'occultista Aleister Crowley. Il viaggio pieno zeppo di vecchi volti ed esseri onnipotenti, a partire da Dio in persona, è stato una chiusura perfetta per questa tetralogia dell'eccesso.

    Il ritorno di The Boss (Saints Row 2022)

    Fondato sul rapporto coi suoi amici, che lasceranno le rispettive organizzazioni per fondare i Saints, il ritorno di The Boss ci permetterà di esplorare l'assolata città di Santo Ileso, un paradiso criminale pieno di opportunità per i criminali in erba. Nella nostra intervista agli sviluppatori di Saints Row, Jennifer Campbell ha definito il gioco meno dark di Saints Row 2 ma anche più folle del terzo capitolo, a cominciare proprio da quel che è il sistema di personalizzazione più profondo del franchise.

    I giocatori potranno scegliere uno dei preset disponibili per poi modificarlo di tutto punto o perfino scaricarne uno già creato da un membro della community. Si potrà entrare in un edificio con una donna amante degli abiti da vecchio west, magrolina ma anche risoluta, per poi uscirne vestendo i panni di un mostro dai denti aguzzi appena uscito da un film horror.

    Che sembri un Peaky Blinder con "Newsboy" e sguardo torvo o una perfetta riproduzione di Shrek, il malavitoso potrà essere scolpito in qualsiasi momento, dall'altezza, alle parti intime, fino alla definizione muscolare, così come assumere una delle otto voci disponibili. Tra danze, gesti di vittoria e animazioni in grado di modificarne la camminata - tra cui quelle ispirate ai Looney Tunes - Volition si è assicurata di approntare tutti gli strumenti per permettere ai fan di creare un alter ego degno di questo nome, il protagonista di un viaggio criminoso su cui vogliamo assolutamente mettere le mani.

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