Sekiro: l'Arte della Guerra di Sun Tzu come guida alla sopravvivenza

Il capolavoro del grande stratega e filosofo cinese contiene una serie si consigli che si adatta perfettamente all'opera di From Software.

Sekiro: l'Arte della Guerra di Sun Tzu come guida alla sopravvivenza
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  • Duro è il cammino nel mondo di Sekiro. Insidie in ogni dove, combattimenti estenuanti, duelli all'ultima morte, clangore di lame, urla di disperazione, gemiti di rabbia. Arduo è il percorso dell'impavido che s'avventura tra quelle perigliose lande dell'epoca Sengoku, dove si respira un polveroso e sanguinolento vento della guerra. E mentre lo sconforto rischia di assalirci ad ogni passo, pronto a ghermirci al minimo fallimento, a ritemprarci lo spirito giungono gli insegnamenti di virtù, saggezza e onore che compongono il mantra della cultura orientale.
    Tra tutti, in particolare, si erge la lezione del maestro cinese Sun Tzu, che con il suo seminale L'Arte della Guerra ha istruito intere generazioni di aspiranti condottieri sul modo di trionfare contro le avversità ed i nemici.

    L'universalità dei suoi valori e l'immortalità delle sue massime hanno resistito alle intemperie dei secoli e si adattano sorprendentemente bene anche all'ultimo capolavoro di From Software: le parole di Sun Tzu ci siano dunque da sostegno psicologico, morale e pratico per sopravvivere alla grande battaglia che ci attende in Shadows Die Twice.
    Perché, proprio come sostiene il maestro: "È una questione di vita o di morte, una scelta che può condurre alla salvezza o alla rovina. Perciò si tratta di un argomento di indagine che in nessun caso può essere trascurato".

    Sun Tzu (salute!): chi era costui?

    Prima di sederci al banco degli studenti ed apprendere la lezione del suo magistero, è bene far un piccolo ripasso sulla figura storica dell'iconico Sun Tzu. Il quale, a dirla tutta, potrebbe anche...non essere esistito affatto, un po' come Omero.

    Della sua vita, d'altronde, si conosce davvero troppo poco: una scarsità di informazioni che ha indotto alcuni studiosi a mettere persino in dubbio la sua stessa esistenza. Volendo ammettere che il maestro abbia davvero calcato il suolo mortale, il nome Sun Tzu (la cui trascrizione fonetica corretta secondo il sistema pinyin della Repubblica Popolare Cinese, in verità, sarebbe Sun Zi) potrebbe essere la denominazione data ad un certo Sun Wu, vissuto intorno alla fine del VI secolo a.C. Com'è oramai noto anche alle pietre, la sua opera magna è il Bingfa, L'Arte della Guerra per l'appunto. Alcuni riferimenti inseriti nei "consigli" di Sun Tzu citerebbero tuttavia degli elementi che appartengono ad un periodo successivo a quello del sesto secolo: questi dettagli (come l'ampiezza e l'organizzazione delle armate) farebbero addirittura supporre che il nostro grande stratega e filosofo non sia stato l'unico autore dell'opera.

    Ma al di là di simili questioni filologiche, ciò che ci preme ribadire è lo straordinario impatto che L'Arte della Guerra ha avuto sulle generazioni future, anche lontano dai campi di battaglia: nel maestro cinese confluiscono suggestioni culturali estrapolate dal taoismo e dal confucianesimo, ed il loro insegnamento ha un'importanza tanto onnicomprensiva da aver esteso le proprie radici in qualunque ambito della vita lavorativa e professionale, per avere la meglio sui rivali ed ottenere il successo tanto desiderato.

    Le strategie del Bingfa, pertanto, come già accennato in apertura, si sposano a meraviglia con l'opera di Miyazaki: seguendo i dettami dell'autore potremmo davvero riuscire a superare gli ostacoli che in Shadows Die Twice ci conducono costantemente verso una morte ingloriosa.

    L'arte della sopravvivenza e della segretezza

    Come insegna il maestro Sun Tzu, l'arte della guerra si regge su cinque fattori: "La legge morale, il Cielo, la Terra, il Comando, Metodo e Disciplina". Concentriamoci solo sul primo: "La legge morale fa sì che la gente sia in pieno accordo con il suo sovrano, fa sì che essa lo segua senza riguardo della vita e senza temere alcun pericolo".

    Se sostituiamo "la gente" con "Lupo", è evidente come la cieca fiducia del nostro shinobi verso il suo signore, ossia l'Erede Divino, lo spinga ad agire incurante delle avversità e della morte. D'altronde, può tornare in vita quante volte vuole...

    Ogni titolo From Software richiede una grande propensione all'auto miglioramento: occorre avere piena consapevolezza delle proprie capacità, ed anche dei nemici che ci troveremo ad affrontare. Bisogna memorizzarne le strategie, le tecniche, i tempi di attacco e di difesa. E Sun Tzu è della stessa identica opinione:
    "Se conosci il nemico e conosci te stesso, non hai bisogno di temere il risultato di cento battaglie. Se conosci te stesso, ma non il nemico, per ogni vittoria ottenuta soffrirai anche una sconfitta. Se non conosci te stesso né il nemico, soccomberai in ogni battaglia".

    Ecco come il maestro abbia teorizzato, secoli or sono, la filosofia che muove il gameplay dei lavori di Miyazaki, Sekiro in particolare.
    Fondamentale, ovviamente, è anche comprendere quando è il momento opportuno per darsela a gambe, ed evitare una morte inutile e dannosa. "Se egli (il nemico) è sicuro in ogni settore, sii preparato a tenergli testa. Se egli è superiore in forze, evitalo".

    Insomma, la necessità di studiare la zona di combattimento passa anche dall'obbligo di valutare l'equilibrio delle forze in campo: se un boss risulta troppo arduo da fronteggiare, potremo pur sempre addestrarci a dovere e ritentare la sortita. Inoltre, se l'area in cui si trova l'avversario principale pullula di suoi sottoposti, è saggio valutare il rapporto costi-benefici. "Se c'è parità di forze, possiamo accettare lo scontro; se siamo leggermente inferiori in numero, possiamo evitare il nemico; se assolutamente inferiori in ogni settore, possiamo ritirarci".

    Come dovremo agire, dunque, per avere la meglio in inferiorità numerica, la quale - manco a dirlo - sarà la condizione primaria di ogni scontro in Sekiro? Alle nostre domande risponde sempre Sun Tzu: "La rapidità è l'essenza della guerra: trai vantaggio dall'impreparazione del nemico, fatti strada su percorsi inattesi, e attacca le posizioni sguarnite". E ancora "Se i suoi reparti sono uniti, cerca di separarli".

    Il maestro ci sta suggerendo di sfoltire le truppe rivali cogliendole di sorpresa, a gruppetti isolati, così da ridurre le fila e guadagnare maggiori possibilità di sopravvivenza. E per farlo il metodo più utile è quello di agire di soppiatto. "Attaccalo dove è impreparato; mostrati dove non se lo aspetta". In tali occasioni ci viene in contro la divina arte della segretezza: "Oh arte divina della segretezza e della sottigliezza! Per tuo consiglio noi impariamo ad essere invisibili, attraverso di te impariamo a non essere uditi, e così possiamo dirigere il destino del nemico".

    Uno shinobi è un guerriero che sa come sgusciare silenzioso tra i cespugli e gli angoli bui, allo scopo di colpire il bersaglio di spalle. Del resto, come afferma sempre il grande Sun Tzu: "La condotta della guerra si basa sull'inganno". Per conoscere la posizione dei nemici, le loro tattiche ed i loro punti deboli, si rivela essenziale aguzzare le orecchie: ed anche in questo caso, in Sekiro dovremo origliare spesso le conversazioni dei soldati, al fine di scoprire succosi dettagli su ciò che ci aspetta.


    Lo aveva anticipato già Sun Tzu: "La conoscenza delle disposizioni del nemico può solo essere ottenuta attraverso altri uomini". Una volta appreso quanto necessario, le vie d'azione sono più ampie rispetto al semplice attacco frontale: "Il generale abile nella difesa cerca nascondigli nei più segreti recessi della terra, mentre colui che è abile negli attacchi piomba giù dalle vette più alte del cielo": proprio ciò che può fare il nostro Lupo, capace di infilzare i nemici con la sua lama saltando dalle rupi o dalle posizioni sopraelevate, così da trafiggere i soldati incuranti delle sue mosse.

    L'arte del combattimento

    Per quanto si possa scegliere un approccio morigerato e silenzioso, giunge infine sempre il frangente in cui è inevitabile estrarre la nostra katana Kusabimaru. "In battaglia non ci sono più di due metodi d'attacco: il diretto e l'indiretto; eppure questi due, in combinazione, danno luogo a una serie infinita di manovre". E nelle tenzoni uno contro uno, L'Arte della Guerra ci fornisce un'ottima guida per padroneggiare il sistema di combattimento di Sekiro.

    Per cominciare, "l'abile comandante vince le sue battaglie soprattutto non facendo errori. Il non fare errori è a fondamento della certezza della vittoria, perché ciò significa battere un nemico che è già sconfitto". La perfezione delle mosse è del resto la caratteristica essenziale per trionfare. Come sostenuto anche nella nostra recensione di Sekiro, durante le boss fight Shadows Die Twice richiede di essere sostanzialmente perfetti, senza che sia ammesso neppure il minimo errore.

    L'importante è non avere eccessivo timore dell'avversario: restare in balia dei suoi assalti condurrà ben presto ad una morte inevitabile. Ci dice Sun Tzu: "L'abile comandante impone la sua volontà sul nemico e non permetterà che avvenga il contrario". Per questo, dopo aver appreso le tecniche dell'opponente, è giusto incalzarlo senza sosta, cercando di abbattere il suo equilibrio.

    "Stare sulla difensiva implica che la forza è insufficiente; mentre attaccare indica una sovrabbondanza di energia": in sostanza, in assenza di stamina, dar sfogo ai propri colpi è una tecnica utile per destabilizzare la postura del nemico ed infliggergli il colpo di grazia anche se la sua salute è ancora molto alta.

    Lo ripete persino il maestro: "Se (il nemico) cerca riposo, non dargli tregua". Anche se non potremo certo attaccare senza sosta, col rischio di rimanere scoperti agli affondi dei contendenti, una tattica troppo attendista rischia di essere controproducente. Dice infatti Sun Tzu: "L'arte della guerra ci insegna a non fare affidamento sulla probabilità che il nemico non attacchi, ma sulla nostra preparazione a riceverlo; non sulla possibilità che non attacchi, ma piuttosto sul fatto che abbiamo reso la nostra posizione inattaccabile".

    L'arte della guerra

    Indispensabile è anche non sottovalutare la difesa durante i colpi avversari: entra qui in gioco il ruolo del cosiddetto parry, che in Sekiro è definito "deviazione", la capacità di deflettere l'attacco del rivale e mettere così in crisi la sua postura. Anche Sun Tzu ce ne fornisce un accenno: "Sarà vittorioso colui che avrà assimilato l'artificio della deviazione".

    Qui c'è però da fare una piccola premessa. Per lo stratega cinese, infatti, questa tattica assume un significato diverso: "Dopo aver attratto il nemico fuori strada, occorre prendere una lunga e tortuosa via, e, pur partendo dopo di lui, fare in modo di raggiungere l'obiettivo prima di lui: questo dimostra la conoscenza dell'artificio della deviazione".

    Sebbene per il maestro la deviazione sia ben diversa dal concetto di parry, traslando il consiglio in un contesto diverso, il suo suggerimento si rivela comunque sempre incredibilmente valido. In combattimento, in ogni caso, oltre ad usare Kusabimaru, avremo anche a disposizione gli strumenti installati sul nostro braccio protesico, tra cui uno dei più utili contro i nemici è senza dubbio il fuoco. Sun Tzu è pienamente d'accordo: "Per condurre un attacco col fuoco dobbiamo avere condizioni idonee. Il materiale per l'attacco col fuoco dovrebbe essere sempre disponibile".

    Le risorse di cui abbiamo bisogno sono chiaramente gli Emblemi Spiritici, consumabili che possono essere acquistati agli idoli dello scultore a suon di denaro oppure rinvenuti nelle aree di gioco. Avremo anche modo di potenziare le caratteristiche del nostro arto meccanico per rendere più efficiente il danno inflitto, a patto di raccogliere i materiali necessari durante l'esplorazione. Di nuovo, Sun Tzu aveva previsto tutto: "Un saggio comandante si premura di trovare i rifornimenti sul campo nemico". In tal modo, diviene di grande importanza analizzare l'ambiente circostante, scrutando ogni anfratto ed ogni scorciatoia.

    Fermo restando che non è certo saggio muoversi senza criterio per lo scenario, con spavalderia e supponenza, col rischio di incappare in un trapasso poco onorevole. La morte, infatti, anche per un immortale, ha delle conseguenze. Dice Sun Tzu: "il comandante degli eserciti è anche arbitro del destino del popolo, l'uomo dal quale dipenderà se la nazione sarà in pace oppure in pericolo". Vi ricorda qualcosa? Le nostre condotte, anche nel mondo di Sekiro, influenzano le sorti dei personaggi che incontriamo lungo l'avanzamento.

    Le nostre cadute in battaglia, difatti, diffondono il Male del Drago, che corrompe ed indebolisce gli NPC che popolano l'universo di Shadows Die Twice. Il nostro potere porta quindi con sé una grossa responsabilità. Il leggendario stratega cinese ha dunque creato secoli fa un compendio dei doveri e delle virtù di un grande guerriero, che Miyazaki, direttamente o indirettamente, sembra aver assimilato a tal punto da costruire un'architettura ludica che ne rappresenta una concretizzazione in formato digitale. Sekiro, insomma, è proprio questo: L'arte della Guerra secondo From Software.

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