Sekiro Shadows Die Twice: alla scoperta del Kenjutsu, l'arte della spada

Ogni grande videogioco è frutto di dedizione e ricerca. L'ultima opera di From Software non è da meno, e sfoggia movenze proprie dell'arte della spada.

Sekiro Shadows Die Twice: alla scoperta del Kenjutsu, l'arte della spada
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Probabilmente non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma la stragrande maggioranza delle idee che alimentano la nostra immaginazione proviene dal mondo dell'intrattenimento. Mi spiego: provate a conversare con qualcuno della guerra del Vietnam, ad esempio. Di sicuro vi scorreranno nella mente le immagini di Apocalypse Now, di Platoon o di qualsiasi altro film del genere. Allo stesso modo, semplicemente nominando il kung fu, vi balzeranno in testa le acrobazie di Bruce Lee, oppure, pensando all'Impero Romano, le prodezze de Il Gladiatore. Nella maggior parte dei casi (specie nell'ultimo esempio citato) le rappresentazioni cinematografiche sono molto lontane dal realismo storico.

    Con i videogiochi, inutile sottolinearlo, accade lo stesso. Eppure, molto prima che un titolo sia pronto per gli scaffali, gli sviluppatori effettuano un lavoro (talvolta massacrante) di studio e di ricerca, documentandosi e consultando numerosi esperti. Questa fase embrionale dei videogiochi mi ha sempre particolarmente affascinato perché, pur restando nell'ombra, confinata al massimo nel disco extra di qualche special edition, è determinante e centrale per il risultato finale.

    Il Kenjutsu nei videogiochi

    L'industria videoludica sta per attraversare (con nostro immenso giubilo!) una fase a tema Sengoku, uno dei periodi storici maggiormente rivisitati (con conseguenti ricami fantasiosi e storpiature di sorta) dai videogames. Ci siamo già abbondantemente occupati della cronistoria di questo periodo, e stavolta vogliamo parlarvi più nello specifico delle tecniche di combattimento.

    Recentemente Sucker Punch ha dichiarato di aver lavorato con dei veri maestri del Kenjutsu, l'arte della spada giapponese, per iniettare una dose di realismo nelle vene del suo Ghost of Tsushima. Chi sa se anche From Software con Sekiro: Shadows Die Twice avrà fatto bene i compiti. Per quanto mostrato fin ora, il misterioso protagonista Wolf sembra essere in grado di compiere mosse davvero spettacolari, brutali e "belle da vedere". Ma qual è il confine tra realismo ed intrattenimento? E quanto di quella fase di ricerca di cui parlavo sopra traspare in un titolo stracolmo di sfaccettature come Sekiro? Scopriamo quindi insieme l'arte del Kenjutsu, ripercorrendo anche i nuclei del gameplay dell'ultimo dei figli del maestro Miyazaki.

    Battere l'avversario...senza estrarre l'arma

    È difficile dare una definizione sintetica di "Kenjutsu", tant'è che forse faremmo meglio a partire da ciò che esso non è. Innanzitutto si differenzia dallo Iaido: l'arte di estrarre la spada. Certamente qualcuno di voi ricorderà i duelli carichi di tensione dei film di Kurosawa, in cui la preparazione allo scontro, gli sguardi tra i contendenti, i movimenti felini e lo studio reciproco sono il cuore della scena: dopo quegli attimi interminabili un urlo, un colpo di spada e...fine!

    Il combattimento in sé e per sé è soltanto una frazione, quasi superflua, del duello. Così doveva avvenire nel Giappone dei Samurai: un paio di scambi era sufficiente affinché uno dei due avversari cadesse. Nasce così lo Iaido: dalla necessità di essere letali già dal primo colpo, una ricerca metodica, quasi ossessiva, del fendente perfetto! Il principio indubbiamente più interessante dello Iaido è il "Saya no Uchi", letteralmente "vincere senza sfoderare", la capacità di dimostrare una tale superiorità di fronte all'avversario da incutergli timore e farlo arrendere senza dover sporcare la propria lama.

    In Sekiro sarà possibile praticare la via del Saya no Uchi? La risposta, per quanto abbiamo potuto vedere, è "sì e no". Lo stealth sarà quasi certamente una parte fondamentale del titolo, ma resta da capire quanto l'essere silenziosi ed invisibili verrà premiato, non soltanto, banalmente, in termini di esperienza e consumabili ottenibili, ma anche e soprattutto per quanto concerne il divertimento.

    Estrarre la spada il meno possibile sarà certamente la scelta tattica migliore: a patto però che ciò significhi eliminare i nemici minori per poi concentrarsi sui miniboss, piuttosto che cercare di svignarsela sempre dagli scontri o attuare un approccio troppo passivo. In un certo senso, Sekiro sembra poggiare interamente sull'"equilibrio", come vedremo meglio in seguito.

    Questione d'equilibrio

    Nel Kenjutsu, dunque, la spada è sempre sfoderata e pronta a colpire: è una disciplina di combattimento e sopravvivenza, piuttosto che di intimidazione. Calma, però! Non cominciate ad agitare come pazzi furiosi le vostre katane a destra e a manca: poiché la base del combattimento sono le "pose", le posizioni iniziali.

    Il Kenjutsu si basa su cinque posture: spada sopra la testa; spada di lato; posizione d'affondo; spada puntata verso il basso ed orizzontalmente. È necessario imparare a legare ognuna di queste cinque posizioni in modo da adattarsi ad ogni tipo di scontro, ripeterle fino allo sfinimento affinché i propri muscoli le memorizzino del tutto e non ci si faccia mai trovare sbilanciati di fronte all'avversario, ma sempre coi piedi ben saldi a terra e pronti a rispondere! In un certo senso, quindi, le pose o "Itsutsu No Kamae" sono ancor più importanti degli attacchi in sé e per sé.

    In Sekiro, come sappiamo, la cara (?) vecchia stamina è sparita per lasciare spazio ad un sistema di "postura": una volta che il nostro Wolf si troverà dinanzi ad un rivale dovrà cercare di rompergli l'equilibrio per poi finirlo con un colpo spettacolare e letale, cercando contemporaneamente di non farsi sbilanciare dal nemico.

    Sembra tosta? Ed in effetto lo è! Specie se si considera che il modo migliore di vincere un duello è quello di effettuare un parry al momento giusto, per deflettere gli attacchi in modo fulmineo. Una tattica troppo attendista farà rifiatare l'avversario, una troppo aggressiva vi esporrà alle sferzate più potenti. Occorre equilibrio, per l'appunto. Tra l'attacco e la difesa, tra il parry e la schivata, tra lo stealth e l'aggressività. In questo senso, il titolo di From Software somiglia in tutto e per tutto al Kenjutsu.

    Ma quand'è che si mena?

    Il Kenjutsu si differenzia anche dal Kendo: quest'ultimo infatti, oltre ad essere più recente, è nato innanzitutto per disciplinare se stessi. Il Kenjutsu serve ad essere letali: pur essendo intriso di ritualità e poesia è estremamente pragmatico nel suo scopo, ossia quello di combattere uno o più avversari contemporaneamente e...ucciderli! Sviscerare in un solo articolo l'intera lista di attacchi del Kenjutsu sarebbe impossibile, vorrei dunque concentrarmi su uno in particolare: lo "Shomen Uchi".

    L'esatta procedura per eseguire questo colpo è la seguente: mentre il piede principale viene spostato indietro, appoggiandovi il 90% del peso e piegando leggermente il ginocchio, si porta la spada sulla testa di modo che la punta sia diretta verso il basso.

    Dopodiché la katana andrà agitata con violenza verticalmente contro la testa dell'avversario, senza lasciare mai che la lama scenda al di sotto del proprio baricentro (per non perdere l'equilibrio). Vi ho parlato di questo attacco in particolare, piuttosto basilare rispetto alle complesse tecniche della spada, per un motivo ben preciso: in Sekiro ci saranno mosse speciali equipaggiabili. Oltre ad un incantesimo ninjutsu, che consumerà talismani proprio come i "gadget" del braccio protesico di Wolf, sarà infatti possibile equipaggiare un attacco speciale, eseguibile premendo contemporaneamente entrambi i bumper del pad.

    Lo Shomen Uchi è proprio uno di questi. Ecco dunque un piccolo esempio di come, quella fase embrionale di ricerca di cui discutevo nell'introduzione, appare velatamente nel prodotto finale. Proprio come padroneggiare l'arte del Kenjutsu richiede sudore e disciplina, altrettanta dedizione sembra imporre il promettente combat System di Sekiro: profondo, variegato e molto arduo, come da tradizione From Software.

    Dal canto nostro, speriamo che questo breve approfondimento sull'arte della spada possa in qualche indurvi ad osservare con più curiosità le movenze di Wolf durante le battaglie; e ci auguriamo inoltre di avervi trasmesso l'idea che un videogioco non è soltanto la somma di dati immessi in un computer, ma molto di più: è un delicato equilibrio tra creatività e talenti ingegneristici, studi e ricerche approfondite di ogni sorta e - perché no? - genio e disciplina.

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