Con Gli Anelli del Potere, la figura di Galadriel è piombata al centro di numerosi dibattiti, tra accuse di infedeltà e incoerenza rispetto all'originaria descrizione del suo personaggio, confronti con la trilogia cinematografica e discussioni molto più personali sull'apprezzamento o meno per la sua caratterizzazione (a proposito, ecco qui la nostra recensione della Serie TV Gli Anelli del Potere). È un'ottima occasione per ricordare anche altre sue apparizioni, all'interno del mondo videoludico, per arrivare ad alcune considerazioni di carattere generale su figure come la sua. Prima di tutto, però, è necessario osservare come Galadriel viene inizialmente presentata da Tolkien. Non per fare un riassunto degli eventi che la vedono coinvolta, ma per comprendere quale fosse la valenza originaria di questa complessa figura.
L'importanza di Galadriel
Come sottolineato da Christopher Tolkien (commentando i Racconti Incompiuti), la figura di Galadriel ha visto una progressiva evoluzione, negli scritti di Tolkien, in un processo che ha portato solo poco alla volta all'affermarsi della sua importanza. Inizialmente viene descritta come un'elfa fiera e forte, con una volontà di ferro, mossa da desideri di terre lontane e di grandezza, ma al tempo stesso animata da una grandissima benevolenza e comprensione verso il prossimo, oltre che da una forte devozione per i Valar.
Emerge, già in questo accenno, un personaggio con una salda volontà d'animo. Ma la Galadriel che si incontra nel Signore degli Anelli è molto di più. Tolkien riesce a tratteggiare la sua solennità e la sua potenza senza che lei faccia nulla, o quasi. Il contesto preparatorio (con l'arrivo a Lothlórien, il suo reame), la descrizione del suo aspetto, le poche parole che pronuncia, sono sufficienti per evocare tutta la sua grandezza. Galadriel è un personaggio che genera una grandissima fascinazione e un profondo rispetto in coloro che la incontrano, accompagnati da un senso di timore reverenziale. Che si concretizza quando la dama parla di come diverrebbe, se usasse l'Unico Anello.
Galadriel, insieme a Gandalf, sperimenta e supera la tentazione dell'Anello. Frodo, infatti, propone a entrambi di tenere quell'oggetto, perché li considera saggi e potenti. Entrambi rifiutano, consapevoli del fatto che l'Unico Anello avrebbe corrotto anche loro. La proposta di Frodo è sincera, ma la tentazione dell'Anello ha in sé una intrinseca malizia diabolica. Ricorrere al male corrode e corrompe, anche quando lo si impiega con la volontà di fare del bene. A Galadriel è sufficiente uno sguardo per penetrare nell'animo delle persone e leggere i loro intenti. Anche per questo, con un vago accenno, sottolinea quelli che sono i turbamenti che agitano il cuore di Boromir.
Per cui la dama di Lothlórien ha anche una forte consapevolezza di sé, nel bene e nel male. Sa che cosa diventerebbe - una regina bella e terribile, come i fulmini e la tempesta - se prendesse l'Anello, ma sa anche di avere un potere benedicente, che fa emergere quando elargisce i suoi doni alla Compagnia dell'Anello. Sono dei doni, con relative benedizioni, che possono essere accolti e usati solo da chi è in grado di percepire bellezza e bontà dentro di sé. In caso contrario appaiono inutili, o perfino disgustosi e disprezzabili. È per questo che Gollum definirà «polvere e cenere» il Lembas, il nutriente pane elfico che avevano ricevuto in dono a Lothlórien. Galadriel, con la sua presenza, reca una traccia di quell'antica luce che risplendeva nell'ovest, a Valinor, in cui un tempo abitava la dama elfica. Partita verso est di sua spontanea volontà, Galadriel dimorò a lungo presso la corte di Melian, la Maia (uno degli Ainur di rango minore, come Sauron) che sposò l'elfo Thingol e che protesse a lungo il Doriath (uno dei regni nel Beleriand) con la sua potente magia. Era un reame benedetto, al quale era possibile accedere solo con il permesso di Melian. Tempo dopo, anche Galadriel avrebbe fatto di Lothlórien un reame benedetto, intriso di magia, in cui è possibile entrare solo se autorizzati. Un'oasi di pace isolata dal resto del mondo e lontana dai conflitti.
C'è tuttavia anche un'altra faccia della medaglia. Come molti altri elfi, dama Galadriel vive il rischio di confondere la longevità senza fine - di cui la sua specie è dotata per natura - con la vera immortalità. Il suo regno, Lothlórien, è come se si trovasse fuori dal tempo e dalla storia, come se fosse congelato. Gli elfi temono l'oblio e reagiscono in modi differenti a esso, talvolta trasformandosi in degli "imbalsamatori" che si affannano per mantenere tutto com'è, talvolta riconoscendo che c'è anche altro: i ricordi possono eternare, ma soprattutto ci sarà un posto per loro nella Seconda Musica degli Ainur, alla fine dei tempi, in una prospettiva escatologica.
Galadriel, stella del mattino
La figura di Galadriel è stata fin da subito legata alla Vergine Maria, da alcuni commentatori, tanto che Tolkien stesso ebbe modo di commentare questo accostamento. In un'occasione in particolare, Tolkien scrisse «penso che sia vero che per quanto riguarda il suo personaggio devo molto all'insegnamento e all'immagine cristiana e cattolica di Maria» (da una lettera a Mrs. Ruth Austin presente nella raccolta di lettere La realtà in trasparenza). Anche altrove - in un'altra lettera, a lord Halsbury - Tolkien sottolineò la natura immacolata, senza peccato, di dama Galadriel, che partì da Valinor di sua volontà, e non insieme agli altri Noldor, e che se lo avesse desiderato sarebbe potuta tornare indietro.
Non c'era, da parte dell'autore, un'esplicita volontà dietro a questo legame, a differenza di quanto fatto da Clive Staples Lewis nelle sue Cronache di Narnia, in cui il leone Aslan è una palese e dichiarata figura di Cristo. Semplicemente, il fatto di percepire il mondo in un certo modo, con un determinato sguardo, lascia per forza di cose una traccia nell'opera. Per Tolkien (lo scrisse in una lettera a Michael Tolkien) la devozione alla Vergine Maria illumina e risolleva la grezzezza della natura maschile.
Galadriel illumina la Compagnia, tutta al maschile, con i suoi doni, in particolare la fiala con la luce della stella di Eärendil, che è letteralmente un dono luminoso, ma va anche a "sgrezzare" il nano Gimli, giungendo a donargli tre dei suoi capelli, una sorta di pegno per la devozione che da lì in avanti il nano le tributerà. Verso la conclusione del Signore degli Anelli, è proprio affidata a Gimli un'ulteriore considerazione sulla luce di Galadriel. Il nano la paragona infatti alla luminosità del mattino. Galadriel è come la luce del sole che sorge, ha quella brillantezza dorata che irradia tutto intorno, e anche la sua Lothlórien è il bosco d'oro.
Se Galadriel è la luce del mattino, Arwen è invece la luce della sera, che racchiude dentro di sé il retaggio luminoso della "giornata" e, fuor di metafora, la tradizione dei suoi avi e il percorso delle sue origini, che comprendono anche il "mattino" incarnato da Galadriel (che è, infatti, la nonna di Arwen). L'altro nome di dama Arwen è proprio Undómiel, che significa Stella del Vespro, e questo è anche il nome del gioiello che porta con sé. Gimli, nel suo discorso sulla lucentezza delle due donne elfiche, aggiunge anche che, secondo il suo sentire, la luce di Galadriel si sarebbe spenta presto. E infatti la dama di Lothlórien avrebbe presto abbandonato la Terra di Mezzo, partendo alla volta di Aman dai Porti Grigi. Arwen è la stella del vespro, Galadriel è la stella del mattino. Che, tra l'altro, è uno degli appellativi mariani nelle litanie. La stella del mattino era Lucifero, il più vicino a Dio prima della sua ribellione; ora quel posto è idealmente occupato dalla Vergine, la quale viene anche indicata da altri appellativi legati al firmamento, come "coronata di stelle" o "stella del mare", il che la avvicina anche a Elbereth Gilthoniel, o Varda, la signora delle stelle e regina dei Valar. Colei che gli elfi ricordano nei loro canti, come portatrice di luce nelle tenebre, e che anche Sam e Frodo invocano estraendo la fiala di Galadriel, che divampa di luce.
Galadriel guerriera, prima degli Anelli del Potere
Ben prima che arrivassero Gli Anelli del Potere, il medium videoludico aveva già mostrato una Galadriel combattente, seppur in modo ben differente rispetto alla più recente versione seriale. Una delle principali apparizioni di questo personaggio nei videogiochi si trova, infatti, nello strategico Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo II (2006) e nella sua espansione L'ascesa del Re Stregone, in cui ha un ruolo di primissimo piano, essendo l'eroina dell'Anello per le forze del bene. Durante una partita è possibile sottrarre l'Unico Anello a Gollum, che vagabonda in modo casuale per la mappa di gioco.
Portando l'Anello alla propria fortezza si può reclutare l'unità più potente e costosa di tutte. Le forze del male (Mordor, Isengard, i goblin e - nell'espansione - Angmar) hanno la possibilità di schierare Sauron, nella sua forma apparsa all'inizio del film La Compagnia dell'Anello, un imponente guerriero in armatura nera, armato con una pesante mazza ferrata. Le forze del bene (gli uomini dell'ovest, gli elfi e i nani), invece, possono utilizzare l'Unico Anello per chiamare Galadriel sul campo di battaglia.
Come per Sauron, l'aspetto di Galadriel è basato sulla sua apparizione cinematografica, quando fa capire a Frodo perché non dovrebbe essere lei a tenere l'Anello, in quanto diventerebbe una regina potente e temibile al pari di Sauron, seppur animata da più nobili intenti. A sua volta, la scena affonda nelle parole da lei pronunciate nel libro: «Tu mi daresti l'Anello di tua iniziativa! Al posto dell'Oscuro Signore vuoi mettere una Regina. Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!».
In linea con le sue parole e con l'immaginario cinematografico, Galadriel appare qui come la regina delle tempeste, avvolta da raffiche di vento e capace di evocare un gigantesco tornado sul campo di battaglia. Con una scelta forse bizzarra, Galadriel affronta i nemici con delle "manate" capaci di scagliarli a grande distanza. L'idea era probabilmente quella di mimare ulteriormente la sua controparte Sauron, con la sua potente arma con cui spazza via le truppe avversarie, ma l'idea di farlo a mani nude potrebbe suscitare qualche perplessità.
Si segnala anche che Galadriel è una delle tre eroine reclutabili ne La Battaglia per la Terra di Mezzo II (il numero sale a quattro se si conteggia anche Shelob), insieme ad Arwen ed Eowin. Se, però, queste ultime due sono eroine economiche e adatte all'early/mid game, la regina delle tempeste è invece l'unità più costosa e potente a disposizione delle forze del bene. Giusto per fare un parallelismo, gli eroi standard più costosi delle diverse fazioni vanno dalle 3000 risorse (come Legolas e Thranduil, per stare sugli elfi) a un massimo di 5000 (come Drogoth il signore dei draghi).
Galadriel e Sauron costano invece 10.000 risorse, fattore che li rende anche - per alcuni - poco interessanti per una partita competitiva 1vs1, dove è difficile ammassare quel numero di risorse in uno scontro bilanciato. A margine: il costo di alcuni eroi del gioco ha subìto diverse variazioni nel tempo, attraverso le patch, mentre quello dei due Eroi dell'Anello è rimasto praticamente sempre lo stesso. Oltre a questo caso, particolarmente significativo, ci sono altri videogiochi in cui la dama di Lothlórien appare sul campo di battaglia. Uno di questi è Guardians of Middle-earth (2012), un MOBA tolkieniano in cui, tra i diversi eroi, è possibile selezionare anche Galadriel, nella categoria dei difensori. Allo stesso modo, nel videogioco mobile The Lord of the Rings: Rise to War (2021), tra i numerosi comandanti sbloccabili figura anche lei.
Galadriel come personaggio non giocante o presenza nei filmati
A parte alcuni casi particolari, come quelli indicati nel precedente paragrafo, nella maggior parte delle sue apparizioni videoludiche dama Galadriel è un personaggio non giocante, con cui si hanno solo alcune interazioni nel corso dell'avventura. Ci sono, in primo luogo, le sue apparizioni che precedono la trilogia cinematografica, affiancabili a quelle contemporanee all'uscita dei film ma in possesso solo della licenza riguardante i libri.
Si può per esempio citare War in Middle Earth (1988), uno strategico con componenti ruolistiche in cui, viaggiando con guerrieri e truppe per la Terra di Mezzo, è possibile incontrare diversi personaggi, tra cui anche Galadriel. La regina si limita a donare alcuni oggetti e scambia due parole con gli avventurieri, prima della loro ripartenza. Un paio di anni dopo, J.R.R. Tolkien's The Lord of the Rings, Vol. I (1990) si conclude in maniera analoga, con Galadriel che accoglie la Compagnia e mostra a Frodo quel che appare nel suo specchio.
Ancora, la regina di Lothlórien appare come NPC in The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring (2002) pubblicato da Vivendi, sia nella versione per Game Boy Advance (un gioco di ruolo a turni) sia in quella per console domestiche e PC (un'avventura action). In entrambi i casi ci si limita a seguire grosso modo quanto detto nel libro - questi due videogiochi non avevano la licenza cinematografica - e Galadriel ha solo la funzione di portare avanti la storia. Il suo ruolo è invece un pochino più articolato in The Lord of the Rings Online (2007), soprattutto a partire dall'espansione Siege of Mirkwood del 2009.
Ci sono anche casi in cui il personaggio è solo nominato di sfuggita. Un esempio è The Lord of the Rings: War of the Ring (2003), uno strategico che ha alcune somiglianze con Warcraft III e con Battle Realms. Una delle missioni nella campagna del bene è ambientata a Lothlórien ed è legata a due alberi di Mallorn piantati da dama Galadriel. Passando alle produzioni videoludiche con la licenza cinematografica, si riscontra una situazione analoga. Galadriel fa alcune brevi apparizioni nei filmati - spezzoni della trilogia cinematografica - presenti in videogiochi come Il Signore degli Anelli: Le Due Torri (2002) e Il Signore degli Anelli: La Terza Era (2004). Quest'ultimo inserisce, nel gruppo di avventurieri creati apposta per il videogioco, anche l'elfa Idrial, che viene presentata come una combattente al diretto servizio di Galadriel. Similmente, qualche anno più tardi, anche La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra (2017) introduce un'elfa combattente, Eltariel. Pure lei prende ordini dalla dama Galadriel, la quale compare in diverse cutscene del DLC La Lama di Galadriel, specificamente dedicato a Eltariel (a proposito, qui troverete la nostra recensione de La lama di Galadriel). Anche qui ci sono alcuni casi in cui la regina di Lothlórien è solo citata di sfuggita, come nel caso di The Lord of the Rings: Aragorn's Quest (2010), in cui Sam racconta la storia delle loro passate avventure con Aragorn, facendo però una estrema sintesi di alcune parti (tra cui il loro soggiorno a Lothlórien).
Galadriel, un personaggio difficile da approcciare
Come si sarà capito, la figura di Galadriel è piuttosto complessa e, pertanto, di non semplice gestione. Nell'originaria opera tolkieniana appare infatti come un personaggio che rivela molto con poco, che viene tratteggiata con un ristretto ma grandemente significativo numero di pennellate. Tutto ciò ha contribuito al fascino e al carisma del personaggio, ma ha anche reso molto difficoltoso approcciarsi a esso in un'ottica di recuperi e ampliamenti crossmediali. Delineare con chiarezza un personaggio - soprattutto se molto potente e "lontano" come può essere Galadriel - in uno spazio ristretto richiede maestria.
In particolar modo se si lasciano parlare i suoi piccoli gesti, i suoi occhi, i sottintesi delle sue frasi, più di quanto vada a dire esplicitamente. A prescindere dal gusto personale, sia gli Anelli del Potere sia i diversi videogiochi sono riusciti solo parzialmente a cogliere l'essenza di Galadriel, perché entrambi si sono trovati davanti alla necessità di dover esplicitare, di dover stupire, di raccontare e spiegare più che suggerire.
Alcuni titoli si sono semplicemente limitati ad aggirare l'ostacolo, lasciando dama Galadriel sullo sfondo, come semplice figura che manda avanti la trama. Oppure hanno mandato avanti, in prima linea, delle altre elfe - inventate per l'occasione - al suo servizio, come è stato per Idrial e poi per Eltariel. Così facendo ci si possono prendere molte più libertà senza troppe preoccupazioni, perché la regina di Lothlórien è solo la mandante e ispiratrice di azioni compiute da altri. Altrove, invece, ci si è concentrati sull'esteriorizzazione del suo potere.
È quanto emerge soprattutto ne La Battaglia per la Terra di Mezzo II, in cui il suo identificarsi come "la regina delle tempeste" assume connotazioni letterali, mentre evoca venti e tempeste sul campo di battaglia per spazzare via le schiere avversarie. È una manifestazione coerente con l'impostazione del videogioco, fortemente spettacolarizzato, in cui è normale scatenare terremoti che scuotono l'intero schermo o richiamare un Balrog dalle profondità dell'abisso.
Ma è una versione, appunto, spettacolarizzata ed esteriorizzata di Galadriel. Similmente, la percezione negli Anelli del Potere di un senso di straniamento davanti al suo personaggio deriva dalla rottura di quel fragile equilibrio di accenni e piccole azioni, dove una battuta di troppo è sufficiente per rompere l'aura mistica di Galadriel, rendendola "solo" un'elfa molto determinata.
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Il Signore degli Anelli: Galadriel nei libri, videogiochi, serie TV e film
Galadriel ultimamente è stata situata al centro di numerosi dibattiti. Oggi vogliamo spezzare una lancia in suo favore...
Con Gli Anelli del Potere, la figura di Galadriel è piombata al centro di numerosi dibattiti, tra accuse di infedeltà e incoerenza rispetto all'originaria descrizione del suo personaggio, confronti con la trilogia cinematografica e discussioni molto più personali sull'apprezzamento o meno per la sua caratterizzazione (a proposito, ecco qui la nostra recensione della Serie TV Gli Anelli del Potere). È un'ottima occasione per ricordare anche altre sue apparizioni, all'interno del mondo videoludico, per arrivare ad alcune considerazioni di carattere generale su figure come la sua. Prima di tutto, però, è necessario osservare come Galadriel viene inizialmente presentata da Tolkien. Non per fare un riassunto degli eventi che la vedono coinvolta, ma per comprendere quale fosse la valenza originaria di questa complessa figura.
L'importanza di Galadriel
Come sottolineato da Christopher Tolkien (commentando i Racconti Incompiuti), la figura di Galadriel ha visto una progressiva evoluzione, negli scritti di Tolkien, in un processo che ha portato solo poco alla volta all'affermarsi della sua importanza. Inizialmente viene descritta come un'elfa fiera e forte, con una volontà di ferro, mossa da desideri di terre lontane e di grandezza, ma al tempo stesso animata da una grandissima benevolenza e comprensione verso il prossimo, oltre che da una forte devozione per i Valar.
Emerge, già in questo accenno, un personaggio con una salda volontà d'animo. Ma la Galadriel che si incontra nel Signore degli Anelli è molto di più. Tolkien riesce a tratteggiare la sua solennità e la sua potenza senza che lei faccia nulla, o quasi. Il contesto preparatorio (con l'arrivo a Lothlórien, il suo reame), la descrizione del suo aspetto, le poche parole che pronuncia, sono sufficienti per evocare tutta la sua grandezza. Galadriel è un personaggio che genera una grandissima fascinazione e un profondo rispetto in coloro che la incontrano, accompagnati da un senso di timore reverenziale. Che si concretizza quando la dama parla di come diverrebbe, se usasse l'Unico Anello.
Galadriel, insieme a Gandalf, sperimenta e supera la tentazione dell'Anello. Frodo, infatti, propone a entrambi di tenere quell'oggetto, perché li considera saggi e potenti. Entrambi rifiutano, consapevoli del fatto che l'Unico Anello avrebbe corrotto anche loro. La proposta di Frodo è sincera, ma la tentazione dell'Anello ha in sé una intrinseca malizia diabolica. Ricorrere al male corrode e corrompe, anche quando lo si impiega con la volontà di fare del bene.
A Galadriel è sufficiente uno sguardo per penetrare nell'animo delle persone e leggere i loro intenti. Anche per questo, con un vago accenno, sottolinea quelli che sono i turbamenti che agitano il cuore di Boromir.
Per cui la dama di Lothlórien ha anche una forte consapevolezza di sé, nel bene e nel male. Sa che cosa diventerebbe - una regina bella e terribile, come i fulmini e la tempesta - se prendesse l'Anello, ma sa anche di avere un potere benedicente, che fa emergere quando elargisce i suoi doni alla Compagnia dell'Anello. Sono dei doni, con relative benedizioni, che possono essere accolti e usati solo da chi è in grado di percepire bellezza e bontà dentro di sé. In caso contrario appaiono inutili, o perfino disgustosi e disprezzabili. È per questo che Gollum definirà «polvere e cenere» il Lembas, il nutriente pane elfico che avevano ricevuto in dono a Lothlórien. Galadriel, con la sua presenza, reca una traccia di quell'antica luce che risplendeva nell'ovest, a Valinor, in cui un tempo abitava la dama elfica. Partita verso est di sua spontanea volontà, Galadriel dimorò a lungo presso la corte di Melian, la Maia (uno degli Ainur di rango minore, come Sauron) che sposò l'elfo Thingol e che protesse a lungo il Doriath (uno dei regni nel Beleriand) con la sua potente magia. Era un reame benedetto, al quale era possibile accedere solo con il permesso di Melian. Tempo dopo, anche Galadriel avrebbe fatto di Lothlórien un reame benedetto, intriso di magia, in cui è possibile entrare solo se autorizzati. Un'oasi di pace isolata dal resto del mondo e lontana dai conflitti.
C'è tuttavia anche un'altra faccia della medaglia. Come molti altri elfi, dama Galadriel vive il rischio di confondere la longevità senza fine - di cui la sua specie è dotata per natura - con la vera immortalità. Il suo regno, Lothlórien, è come se si trovasse fuori dal tempo e dalla storia, come se fosse congelato. Gli elfi temono l'oblio e reagiscono in modi differenti a esso, talvolta trasformandosi in degli "imbalsamatori" che si affannano per mantenere tutto com'è, talvolta riconoscendo che c'è anche altro: i ricordi possono eternare, ma soprattutto ci sarà un posto per loro nella Seconda Musica degli Ainur, alla fine dei tempi, in una prospettiva escatologica.
Galadriel, stella del mattino
La figura di Galadriel è stata fin da subito legata alla Vergine Maria, da alcuni commentatori, tanto che Tolkien stesso ebbe modo di commentare questo accostamento. In un'occasione in particolare, Tolkien scrisse «penso che sia vero che per quanto riguarda il suo personaggio devo molto all'insegnamento e all'immagine cristiana e cattolica di Maria» (da una lettera a Mrs. Ruth Austin presente nella raccolta di lettere La realtà in trasparenza). Anche altrove - in un'altra lettera, a lord Halsbury - Tolkien sottolineò la natura immacolata, senza peccato, di dama Galadriel, che partì da Valinor di sua volontà, e non insieme agli altri Noldor, e che se lo avesse desiderato sarebbe potuta tornare indietro.
Non c'era, da parte dell'autore, un'esplicita volontà dietro a questo legame, a differenza di quanto fatto da Clive Staples Lewis nelle sue Cronache di Narnia, in cui il leone Aslan è una palese e dichiarata figura di Cristo. Semplicemente, il fatto di percepire il mondo in un certo modo, con un determinato sguardo, lascia per forza di cose una traccia nell'opera. Per Tolkien (lo scrisse in una lettera a Michael Tolkien) la devozione alla Vergine Maria illumina e risolleva la grezzezza della natura maschile.
Galadriel illumina la Compagnia, tutta al maschile, con i suoi doni, in particolare la fiala con la luce della stella di Eärendil, che è letteralmente un dono luminoso, ma va anche a "sgrezzare" il nano Gimli, giungendo a donargli tre dei suoi capelli, una sorta di pegno per la devozione che da lì in avanti il nano le tributerà. Verso la conclusione del Signore degli Anelli, è proprio affidata a Gimli un'ulteriore considerazione sulla luce di Galadriel. Il nano la paragona infatti alla luminosità del mattino. Galadriel è come la luce del sole che sorge, ha quella brillantezza dorata che irradia tutto intorno, e anche la sua Lothlórien è il bosco d'oro.
Se Galadriel è la luce del mattino, Arwen è invece la luce della sera, che racchiude dentro di sé il retaggio luminoso della "giornata" e, fuor di metafora, la tradizione dei suoi avi e il percorso delle sue origini, che comprendono anche il "mattino" incarnato da Galadriel (che è, infatti, la nonna di Arwen). L'altro nome di dama Arwen è proprio Undómiel, che significa Stella del Vespro, e questo è anche il nome del gioiello che porta con sé. Gimli, nel suo discorso sulla lucentezza delle due donne elfiche, aggiunge anche che, secondo il suo sentire, la luce di Galadriel si sarebbe spenta presto. E infatti la dama di Lothlórien avrebbe presto abbandonato la Terra di Mezzo, partendo alla volta di Aman dai Porti Grigi. Arwen è la stella del vespro, Galadriel è la stella del mattino. Che, tra l'altro, è uno degli appellativi mariani nelle litanie. La stella del mattino era Lucifero, il più vicino a Dio prima della sua ribellione; ora quel posto è idealmente occupato dalla Vergine, la quale viene anche indicata da altri appellativi legati al firmamento, come "coronata di stelle" o "stella del mare", il che la avvicina anche a Elbereth Gilthoniel, o Varda, la signora delle stelle e regina dei Valar. Colei che gli elfi ricordano nei loro canti, come portatrice di luce nelle tenebre, e che anche Sam e Frodo invocano estraendo la fiala di Galadriel, che divampa di luce.
Galadriel guerriera, prima degli Anelli del Potere
Ben prima che arrivassero Gli Anelli del Potere, il medium videoludico aveva già mostrato una Galadriel combattente, seppur in modo ben differente rispetto alla più recente versione seriale. Una delle principali apparizioni di questo personaggio nei videogiochi si trova, infatti, nello strategico Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo II (2006) e nella sua espansione L'ascesa del Re Stregone, in cui ha un ruolo di primissimo piano, essendo l'eroina dell'Anello per le forze del bene. Durante una partita è possibile sottrarre l'Unico Anello a Gollum, che vagabonda in modo casuale per la mappa di gioco.
Portando l'Anello alla propria fortezza si può reclutare l'unità più potente e costosa di tutte. Le forze del male (Mordor, Isengard, i goblin e - nell'espansione - Angmar) hanno la possibilità di schierare Sauron, nella sua forma apparsa all'inizio del film La Compagnia dell'Anello, un imponente guerriero in armatura nera, armato con una pesante mazza ferrata. Le forze del bene (gli uomini dell'ovest, gli elfi e i nani), invece, possono utilizzare l'Unico Anello per chiamare Galadriel sul campo di battaglia.
Come per Sauron, l'aspetto di Galadriel è basato sulla sua apparizione cinematografica, quando fa capire a Frodo perché non dovrebbe essere lei a tenere l'Anello, in quanto diventerebbe una regina potente e temibile al pari di Sauron, seppur animata da più nobili intenti. A sua volta, la scena affonda nelle parole da lei pronunciate nel libro: «Tu mi daresti l'Anello di tua iniziativa! Al posto dell'Oscuro Signore vuoi mettere una Regina. Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!».
In linea con le sue parole e con l'immaginario cinematografico, Galadriel appare qui come la regina delle tempeste, avvolta da raffiche di vento e capace di evocare un gigantesco tornado sul campo di battaglia. Con una scelta forse bizzarra, Galadriel affronta i nemici con delle "manate" capaci di scagliarli a grande distanza. L'idea era probabilmente quella di mimare ulteriormente la sua controparte Sauron, con la sua potente arma con cui spazza via le truppe avversarie, ma l'idea di farlo a mani nude potrebbe suscitare qualche perplessità.
Si segnala anche che Galadriel è una delle tre eroine reclutabili ne La Battaglia per la Terra di Mezzo II (il numero sale a quattro se si conteggia anche Shelob), insieme ad Arwen ed Eowin. Se, però, queste ultime due sono eroine economiche e adatte all'early/mid game, la regina delle tempeste è invece l'unità più costosa e potente a disposizione delle forze del bene. Giusto per fare un parallelismo, gli eroi standard più costosi delle diverse fazioni vanno dalle 3000 risorse (come Legolas e Thranduil, per stare sugli elfi) a un massimo di 5000 (come Drogoth il signore dei draghi).
Galadriel e Sauron costano invece 10.000 risorse, fattore che li rende anche - per alcuni - poco interessanti per una partita competitiva 1vs1, dove è difficile ammassare quel numero di risorse in uno scontro bilanciato. A margine: il costo di alcuni eroi del gioco ha subìto diverse variazioni nel tempo, attraverso le patch, mentre quello dei due Eroi dell'Anello è rimasto praticamente sempre lo stesso. Oltre a questo caso, particolarmente significativo, ci sono altri videogiochi in cui la dama di Lothlórien appare sul campo di battaglia. Uno di questi è Guardians of Middle-earth (2012), un MOBA tolkieniano in cui, tra i diversi eroi, è possibile selezionare anche Galadriel, nella categoria dei difensori. Allo stesso modo, nel videogioco mobile The Lord of the Rings: Rise to War (2021), tra i numerosi comandanti sbloccabili figura anche lei.
Galadriel come personaggio non giocante o presenza nei filmati
A parte alcuni casi particolari, come quelli indicati nel precedente paragrafo, nella maggior parte delle sue apparizioni videoludiche dama Galadriel è un personaggio non giocante, con cui si hanno solo alcune interazioni nel corso dell'avventura. Ci sono, in primo luogo, le sue apparizioni che precedono la trilogia cinematografica, affiancabili a quelle contemporanee all'uscita dei film ma in possesso solo della licenza riguardante i libri.
Si può per esempio citare War in Middle Earth (1988), uno strategico con componenti ruolistiche in cui, viaggiando con guerrieri e truppe per la Terra di Mezzo, è possibile incontrare diversi personaggi, tra cui anche Galadriel. La regina si limita a donare alcuni oggetti e scambia due parole con gli avventurieri, prima della loro ripartenza. Un paio di anni dopo, J.R.R. Tolkien's The Lord of the Rings, Vol. I (1990) si conclude in maniera analoga, con Galadriel che accoglie la Compagnia e mostra a Frodo quel che appare nel suo specchio.
Ancora, la regina di Lothlórien appare come NPC in The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring (2002) pubblicato da Vivendi, sia nella versione per Game Boy Advance (un gioco di ruolo a turni) sia in quella per console domestiche e PC (un'avventura action). In entrambi i casi ci si limita a seguire grosso modo quanto detto nel libro - questi due videogiochi non avevano la licenza cinematografica - e Galadriel ha solo la funzione di portare avanti la storia. Il suo ruolo è invece un pochino più articolato in The Lord of the Rings Online (2007), soprattutto a partire dall'espansione Siege of Mirkwood del 2009.
Ci sono anche casi in cui il personaggio è solo nominato di sfuggita. Un esempio è The Lord of the Rings: War of the Ring (2003), uno strategico che ha alcune somiglianze con Warcraft III e con Battle Realms. Una delle missioni nella campagna del bene è ambientata a Lothlórien ed è legata a due alberi di Mallorn piantati da dama Galadriel. Passando alle produzioni videoludiche con la licenza cinematografica, si riscontra una situazione analoga. Galadriel fa alcune brevi apparizioni nei filmati - spezzoni della trilogia cinematografica - presenti in videogiochi come Il Signore degli Anelli: Le Due Torri (2002) e Il Signore degli Anelli: La Terza Era (2004). Quest'ultimo inserisce, nel gruppo di avventurieri creati apposta per il videogioco, anche l'elfa Idrial, che viene presentata come una combattente al diretto servizio di Galadriel. Similmente, qualche anno più tardi, anche La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra (2017) introduce un'elfa combattente, Eltariel. Pure lei prende ordini dalla dama Galadriel, la quale compare in diverse cutscene del DLC La Lama di Galadriel, specificamente dedicato a Eltariel (a proposito, qui troverete la nostra recensione de La lama di Galadriel). Anche qui ci sono alcuni casi in cui la regina di Lothlórien è solo citata di sfuggita, come nel caso di The Lord of the Rings: Aragorn's Quest (2010), in cui Sam racconta la storia delle loro passate avventure con Aragorn, facendo però una estrema sintesi di alcune parti (tra cui il loro soggiorno a Lothlórien).
Galadriel, un personaggio difficile da approcciare
Come si sarà capito, la figura di Galadriel è piuttosto complessa e, pertanto, di non semplice gestione. Nell'originaria opera tolkieniana appare infatti come un personaggio che rivela molto con poco, che viene tratteggiata con un ristretto ma grandemente significativo numero di pennellate. Tutto ciò ha contribuito al fascino e al carisma del personaggio, ma ha anche reso molto difficoltoso approcciarsi a esso in un'ottica di recuperi e ampliamenti crossmediali. Delineare con chiarezza un personaggio - soprattutto se molto potente e "lontano" come può essere Galadriel - in uno spazio ristretto richiede maestria.
In particolar modo se si lasciano parlare i suoi piccoli gesti, i suoi occhi, i sottintesi delle sue frasi, più di quanto vada a dire esplicitamente. A prescindere dal gusto personale, sia gli Anelli del Potere sia i diversi videogiochi sono riusciti solo parzialmente a cogliere l'essenza di Galadriel, perché entrambi si sono trovati davanti alla necessità di dover esplicitare, di dover stupire, di raccontare e spiegare più che suggerire.
Alcuni titoli si sono semplicemente limitati ad aggirare l'ostacolo, lasciando dama Galadriel sullo sfondo, come semplice figura che manda avanti la trama. Oppure hanno mandato avanti, in prima linea, delle altre elfe - inventate per l'occasione - al suo servizio, come è stato per Idrial e poi per Eltariel. Così facendo ci si possono prendere molte più libertà senza troppe preoccupazioni, perché la regina di Lothlórien è solo la mandante e ispiratrice di azioni compiute da altri. Altrove, invece, ci si è concentrati sull'esteriorizzazione del suo potere.
È quanto emerge soprattutto ne La Battaglia per la Terra di Mezzo II, in cui il suo identificarsi come "la regina delle tempeste" assume connotazioni letterali, mentre evoca venti e tempeste sul campo di battaglia per spazzare via le schiere avversarie. È una manifestazione coerente con l'impostazione del videogioco, fortemente spettacolarizzato, in cui è normale scatenare terremoti che scuotono l'intero schermo o richiamare un Balrog dalle profondità dell'abisso.
Ma è una versione, appunto, spettacolarizzata ed esteriorizzata di Galadriel. Similmente, la percezione negli Anelli del Potere di un senso di straniamento davanti al suo personaggio deriva dalla rottura di quel fragile equilibrio di accenni e piccole azioni, dove una battuta di troppo è sufficiente per rompere l'aura mistica di Galadriel, rendendola "solo" un'elfa molto determinata.
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