Il Signore degli Anelli: i migliori giochi sulla serie fantasy di Tolkien

Ripercorriamo insieme le migliori produzioni videoludiche ambientate nella Terra di Mezzo, dalle origini ai giorni nostri.

Il Signore degli Anelli
Speciale: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • È un momento semplicemente incredibile per i fan de Il Signore degli Anelli. Il ritorno della trilogia di Peter Jackson, restaurata in 4K per l'occasione, nelle sale cinematografiche ha permesso a milioni di fan di rivivere le gesta della Compagnia dell'Anello sul grande schermo a vent'anni di distanza dal debutto dell'opera. Le novità sulla serie TV de Il Signore degli Anelli in produzione negli studi di Amazon, inoltre, sono finalmente arrivate: il colosso streaming ha svelato che lo show basato sull'universo di J.R.R. Tolkien arriverà il 2 settembre 2022 e ne ha mostrato una suggestiva prima immagine, ambientata nella leggendaria terra di Valinor. The Lord of the Rings ha influenzato e colonizzato ogni singolo anfratto della cultura pop: il viaggio di Frodo e dei suoi amici non ci ha messo molto a incamminarsi anche nell'industria videoludica, e in questo articolo vogliamo proprio ripercorrere alcuni dei migliori titoli interattivi ispirati alla saga fantasy più importante di tutti i tempi.

    Le origini

    Tutto è iniziato addirittura nel 1982 con il primo videogioco in assoluto ispirato all'opera letteraria di Tolkien: The Hobbit, realizzato da Beam Software e distribuito da Melbourne House per svariate piattaforme, tra cui PC e Commodore 64. Si trattava di un'avventura testuale che riadattava la storia de Lo Hobbit, nella quale erano presenti una trentina di immagini fisse vettoriali che elaboravano i testi grazie ad un processo di parsing, che permetteva di creare frasi di senso compiuto basandosi su un database di grammatica formale preimpostato.

    Per tutti gli anni Ottanta, e gran parte dei Novanta, Beam e Melbourne continuarono a sviluppare altri videogiochi ambientati nella Terra di Mezzo. La maggior parte erano titoli strategici per PC, Commodore 64 e Amiga: Lord of the Rings: Game One, The Shadows of Mordor, War in Middle Earth, The Crack of Doom, J.R.R. Tolkien's The Lord of the Rings e Riders of Rohan. Nel 1994 arrivò invece The Lord of the Rings: Volume 1, sviluppato da Interplay per Super NES. Fu uno dei primi giochi di ruolo ispirati al capolavoro dello scrittore britannico, e metteva i giocatori nei panni di Frodo in una serie di "fetch quest" in cui era necessario trovare svariati tipi di oggetti e consegnarli ai committenti. L'opera, in ogni caso, permetteva di ripercorrere le vicende del primo atto, portandoci tra le colline della Contea fino alle miniere di Moria.

    E poi arrivò Peter Jackson

    Con l'adattamento cinematografico di Peter Jackson cambiò tutto, e anche l'industria videoludica iniziò ad ispirarsi alla visione creativa del regista americano e agli splendidi design di Alan Lee. Tra il 2002 e il 2003 ci pensò Electronic Arts a fornirci il tie-in videoludico dedicato alle trasposizioni cinematografiche. Arrivò La Compagnia dell'Anello, titolo avventuroso che ci metteva nei panni di Frodo dalla sua partenza dalla Contea fino alla pericolosa traversata nelle montagne di Moria. Nel corso del viaggio, specie nella fase dedicata alla patria degli hobbit, erano presenti persino personaggi che non figuravano nei romanzi originali, creati ad hoc per alcune missioni specifiche.

    Fu un titolo più incentrato sull'esplorazione, disponibile per PS2, Xbox, PC, e Game Boy Advance. Nello stesso anno arrivò Il Signore degli Anelli: Le due Torri, opera che finalmente donava all'immaginario di Tolkien la dignità che meritava: si trattava di un hack ‘n slash non particolarmente rifinito, ma estremamente fedele ai primi due film (e ai libri della trilogia). La storia partiva da Colle Vento, durante l'assalto dei Nazgul ai piccoli quattro hobbit e lo scontro tra Aragorn e i Cavalieri Neri. Il racconto proseguiva attraverso le miniere di Moria e le battaglie narrate nel secondo capitolo: la schermaglia ad Amon Hen con gli Uruk-Hai, lo scontro con i ricognitori e i Mannari nelle pianure di Rohan e la grande battaglia nel Fosso di Helm. L'ultimo livello ci metteva nei panni di Aragorn, Legolas e Gimli durante l'assedio del Trombatorrione e la campagna terminava con l'arrivo salvifico di Gandalf il Bianco con i Rohirrim al seguito.

    Il grande capolavoro di genere arrivò poi nel 2003 con l'adattamento videoludico de Il Ritorno del Re (scoprite di più nel nostro approfondimento dedicato al videogame de Il Signore degli Anelli il Ritorno del Re).

    Il gioco, al tempo, proponeva una grafica d'alto livello, ottimamente ispirata alle fattezze dei protagonisti sul grande schermo. Un'esperienza longeva, divisa in tre diversi binari narrativi (La via dello steregone, La via del re e La via dello hobbit) e in cui ciascun personaggio giocabile aveva il suo personale stile di combattimento. Un action puro, ma non senza qualche accenno ruolistico: con un level cap fissato a 20, ogni guerriero poteva essere potenziato in svariati attributi. Il titolo includeva anche la mitica colonna sonora di Howard Shore e proponeva persino alcuni momenti epici che nei film erano assenti: è il caso, ad esempio, dell'avanzata di Gandalf verso i territori di Isengard durante l'assedio degli Ent, o la lunga traversata di Aragorn tra i cunicoli del Dimolt, con tanto di boss fight contro il re degli spettri e una rocambolesca fuga verso l'uscita della montagna.

    Gli esperimenti più iconici

    Un altro dei migliori titoli ispirati a LOTR è Lo Hobbit del 2003, sviluppato da Inevitable Entertainment per GameBoy, GameCube, PS2, Xbox e PC. Parliamo di un action adventure con elementi ruolistici e persino una componente puzzle, ispirato alla leggendaria epopea di Bilbo in compagnia dei tredici nani desiderosi di liberare la loro patria dal dominio del drago Smaug. A differenza dei suoi predecessori, poiché la saga cinematografica arrivò soltanto nel decennio successivo, la grafica dell'opera abbandonava il realismo e proponeva un'estetica più fumettosa, in stile cartoon. Interessante meccanica erano peraltro i "Punti Coraggio", che se accumulati a sufficienza estendevano sempre di più la salute dell'avventato Bilbo Baggins.

    Tra gli esperimenti più peculiari, nonché uno dei preferiti per chi vi scrive, figura Il Signore degli Anelli: La Terza Era, un RPG sviluppato da EA Games e pubblicato nel 2004 su PS2, Xbox e PC. La trama seguiva la storyline classica, ma da un punto di vista inedito: quello di un gruppo di personaggi che, per svariati motivi, si ritrova a percorrere gli stessi passi della Compagnia dell'Anello,

    affrontando diversi nemici parallelamente al viaggio di Gandalf e i suoi. Gli eroi sono Berethor, un soldato di Minas Tirith partito alla ricerca di Boromir; Idrial, un'elfa devota alla bellissima dama Galadriel; Elegost, ramingo del Nord non troppo diverso dal nostro Aragorn; il suo caro amico Hadhod, un nano del clan di Fundin; Morwen, ragazza di Rohan desiderosa di vendicare la sua famiglia, e infine Eaoden, un cavaliere del Mark. L'aspetto più interessante dell'opera era il gameplay: parliamo infatti di un GDR a turni con un sistema di combattimento molto simile a quello di Final Fantasy X, con gli eroi giocabili dotati di abilità uniche e capacità specifiche. Di tanto in tanto, peraltro, era possibile persino impersonare gli eroi originali come Gandalf e Legolas, potentissimi e imbattibili rispetto ai protagonisti. Gli sviluppi di questo racconto sono probabilmente da considerarsi non canonici, poiché vediamo il gruppo in imprese improbabili come affiancare Gandalf il Grigio contro il temibile Balrog di Morgoth.

    Il franchise nato dalla mente di Tolkien ha esplorato davvero ogni genere. Il Signore degli Anelli: La battaglia per la Terra di Mezzo, sempre nel 2004, scelse di tornare alle origini nelle vesti di uno strategico in tempo reale, sulla scia di titoli come Command & Conquer. Altra opera sperimentale, ma controversa secondo il responso di pubblico e critica, fu Il Signore degli Anelli: L'avventura di Aragorn, un action in terza persona che ci faceva rivivere la trilogia dalla prospettiva del ramingo. Non ebbe particolare successo, complice una sceneggiatura alleggerita e meno violenta per avvicinarsi ad un pubblico più giovane e inesperto, ma rimane a nostro parere una visione interessante sul brand tolkeniano.

    L'espansione dell'universo tolkeniano, dopo La Terza Era, continuò con Il Signore degli Anelli: La guerra del Nord, gioco di ruolo uscito nel 2011 per PS3, Xbox 360 e PC e sviluppato da Snowblind Studios per Warner Bros. Il concept prese spunto da alcune storie di appendice scritte da Tolkien e da una singola frase pronunciata da Gandalf il Bianco: "Con la sua lunga mano, Sauron avrebbe potuto compiere azioni malvagie al Nord. Eppure, tutto ciò è stato evitato grazie al manipolo di eroi che gli si sono opposti".

    I tre eroi menzionati dal Mithrandir sono un Dunedain di nome Eradan, un nano di Erebor di nome Farin e un'elfa di Gran Burrone chiamata Andriel. La missione del trio, chiaramente ispirato al terzetto composto da Granpasso, Legolas e Gimli, consiste nell'esplorare le regioni settentrionali della Terra di Mezzo per scongiurare i piani di Agandur, un Numenoreano Nero al servizio del Signore Oscuro. Il titolo si contraddistinse per il suo elevato tasso di violenza e proponeva un gameplay action basato su un sistema di valutazione dello stile di combattimento: sferrando sempre più colpi uno dopo l'altro, infatti, si entrava in Modalità Eroe, divenendo incontrastabile contro le ondate di orchi nemici.

    Datato 2012, poi, non bisogna dimenticare The Lord of the Rings Online, un MMO ambientato nel mondo della Terra di Mezzo. Disponibile gratuitamente per PC su Steam, con la possibilità di acquistare svariate espansioni, il GDR online permetteva di crearsi il proprio eroe ispirandosi alle numerose specie che popolano il mondo di Tolkien.

    Era infatti possibile selezionare tra 4 razze, 9 classi, 10 professioni, 7 vocazioni e oltre mille tra titoli, specialità e caratteristiche. Un'esperienza ricchissima e gratuita nella sua versione base, che includeva peraltro una modalità PvMP in cui era possibile vestire i panni di un servitore di Sauron contro altri giocatori.

    Neanche l'epicità di LOTR è potuta "sfuggire" al mirino parodistico e dissacrante di TT Games. Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit hanno infatti ricevuto il loro tie-in videoludico in formato LEGO, avventure come sempre piacevoli, divertenti e colorate. In particolare è la trasposizione in mattoncini di LOTR ad essere particolarmente memorabile per longevità e adattamento.

    La storia di Bilbo, pur proponendo scenari mozzafiato grazie al nuovo motore grafico, attraversava un periodo particolare per TT Games. In quegli anni i giochi LEGO passavano per un nuovo processo creativo che spostava lentamente le produzioni di Traveller's Tale dal platform puro all'open world action, senza dimenticare l'introduzione del linguaggio parlato.

    Il presente e il futuro

    Infine, sotto l'egida di Warner Bros., segnaliamo l'esperimento più recente: l'ottimo La Terra di Mezzo: L'ombra di Mordor e il controverso sequel, L'ombra della Guerra (per approfondire, qui trovate la recensione de La Terra di Mezzo: l'Ombra della Guerra). I due action-RPG open world sviluppati da Monolith (che in precedenza aveva già solcato la Terra di Mezzo con un MOBA intitolato Guardians of the Middle Earth) esplorano una timeline inedita del brand, collocandosi tra Lo Hobbit e la serie principale. Ci viene raccontata vendetta di Talion, un ramingo posto a guardia dei territori adiacenti al Nero Cancello, e del suo legame con Celebrimbor, l'elfo che forgiò gli Anelli del Potere. Attraverso i due giochi di Monolith assistiamo alla riorganizzazione di Sauron alcuni anni prima la grande battaglia della Terza Era, oltre che alla nascita della minacciosa città di Minas Morgul. Interessante novità sperimentata da Monolith fu il Sistema Nemesi, una meccanica attraverso la quale i generali delle legioni di Sauron si comportavano dinamicamente in base alle azioni del giocatore, instaurando un legame di vendetta e di caccia con il protagonista.

    Il rapporto tra LOTR e industria videoludica proseguirà con The Lord of The Rings: Gollum, un action adventure a tinte stealth sviluppato da Daedalic Entertainment che ci metterà nei panni del mezzuomo corrotto dal potere dell'Anello, in un racconto che ci permetterà di scoprire diversi retroscena sul passato della ripugnante creatura.

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