Soul Hackers 2: da Persona a Devil Saga, tutti gli spinoff di Megami Tensei

Una guida per sbrogliare la matassa degli spin-off di Shin Megami Tensei in vista della prossima uscita di Soul Hackers 2.

Soul Hackers 2: da Persona a Devil Saga, tutti gli spinoff di Megami Tensei
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  • L'annuncio, da parte di Atlus, di Soul Hackers 2 ha riacutizzato un problema che negli ultimi anni è stato parecchio sentito da molte persone: orientarsi all'interno del franchise di Shin Megami Tensei e dei suoi innumerevoli spin-off, per tanti, è un vero e proprio inferno. Le digressioni dal cammino principale sono infatti andate spesso a generare altrettante serie lunghe ed articolate, che vantano non solo diversi episodi ma addirittura ulteriori spin-off di vario genere. Approcciarsi a Shin Megami Tensei, le prime volte, è complicato e l'enorme mole di opere pubblicate da Atlus rischia di far scappare i neofiti.

    Se anche voi andate in confusione di fronte alle diciture "Devil Summoner", "Persona", "Digital Devil Saga" e simili non abbiate paura: è assolutamente naturale sia così. I MegaTen possono sembrare un intricatissimo ed indistricabile incubo lovecraftiano, ma basta un pizzico d'attenzione per far quadrare il cerchio e ritrovare la strada maestra. La serie, dopotutto, esiste da più di 35 anni ed è stata a lungo costretta all'interno di una nicchia. Il pubblico occidentale ha avuto infatti accesso solo ad una porzione dei titoli pubblicati in patria, e, fino al successo strepitoso di Persona 5 (a proposito, ecco la recensione di Persona 5 Royal), la serie non è mai riuscita ad attrarre masse oceaniche fuori dal Sol Levante.

    È normale quindi che soprattutto chi ci si è avvicinato per la prima volta grazie a Persona fatichi ad assorbire tutte le differenze meccaniche e stilistiche delle varie "sottoserie" del franchise. Per quanto complessa sia la galassia di Shin Megami Tensei, la confusione che genera nel pubblico meno esperto rischia di privarlo di alcuni dei migliori JRPG dell'intera storia del medium. Andiamo tuttavia con ordine, provando a tirare le fila per riuscire a distinguere ogni esponente e contestualizzare l'annuncio Soul Hackers 2.

    In principio era Megami Tensei

    La prima pietra su cui si regge l'intero franchise la pose Aya Nishitani quando scrisse e pubblicò il primo di una lunga serie di romanzi, intitolato Digital Devil Story: Megami Tensei. Si trattava di un romanzo a tinte horror, che racconta di

    uno studente delle superiori che sviluppa un software che gli permette di evocare digitalmente dei demoni al suo servizio. Nel 1987 i diritti del libro vennero comprati da Namco, che commissionò ad Atlus di svilupparne un adattamento per Famicom ed MSX, e l'iniziale successo spinse entrambe le aziende a svilupparne un seguito per l'anno dopo, intitolato Digital Devil Story: Megami Tensei II per Famicom. Buona parte dei capisaldi della serie nascono qui: dall'evocazione dei demoni fino al rapporto ambiguo che esiste tra spiritualità, religione e tecnologia. Megami Tensei II introdusse anche i finali multipli legati all'Alignment del giocatore.

    Gli Alignment sono storicamente tre: Law, Chaos e Neutral, e sono una delle caratteristiche fondanti di buona parte dei MegaTen. Il giocatore può, con le sue scelte, influenzare l'andamento della storia e raggiungere così conclusioni differenti a seconda della tendenza dei suoi valori. La regola generale è che i finali Law si addicono a chi crede che la pace sulla Terra sia da preservare con ogni mezzo possibile, obbedendo fermamente alle regole di convivenza sociale e accettando un mondo gerarchizzato in cui non esistono né libero arbitrio né libertà e che è comandato da Dio.

    Chaos prevede, al contrario, la totale esaltazione del libero arbitrio e dell'individualismo, premiando così la sopravvivenza del più forte e portando al regno dell'anarchia. L'alignment Neutral, per ultimo, è espressione di chi rigetta entrambi gli estremi dello spettro, preferendo quindi un mondo in cui esistano delle leggi senza che queste possano però negare la libertà degli umani.

    Un allineamento bilanciato che però non va a risolvere i conflitti ideologici, portando quindi potenzialmente ad infinite nuove crisi. Prima di continuare, è bene tenere a mente che per sua natura la serie dei MegaTen non impone giudizi sulle tendenze, anzi le presenta come equalmente cariche di lati positivi e negativi, spingendo così il giocatore ad interpretare un ruolo veramente significativo all'interno della storia, e che esse hanno effetto anche sul sistema di contrattazione ed evocazione dei demoni. Ogni titolo si approccia a questo sistema in maniera differente, quindi spiegarlo nello specifico avrebbe poco senso e porterebbe via un sacco di tempo, ma avere più o meno chiaro questo concetto è fondamentale per approcciare l'insieme, dal momento che è una delle sue caratteristiche più identitarie.

    Shin Megami Tensei - La serie principale

    I due Digital Devil Story: Megami Tensei, furono quasi più un esperimento ben riuscito che non una serie interamente codificata. Dopo l'abbandono di Namco, Atlus vide un possibile trampolino di lancio per il futuro dell'azienda e si imbarcò nello sviluppo di quello che per molti aspetti voleva essere un remake per Super Famicom del primo Megami Tensei.

    Fu così che nacque Shin Megami Tensei, la serie principale in mano ad Atlus, che dal "semplice" remake si è poi arricchita di altri quattro capitoli - di cui il recente Shin Megami Tensei V è l'ultimo ad essere stato pubblicato (il consiglio è quello di recuperare poi la recensione di Shin Megami Tensei V).

    La struttura, almeno alla base, è la stessa dei Megami Tensei: si tratta principalmente di dungeon crawler in prima persona con combattimenti a turni, caratterizzati dalla possibilità di negoziare coi demoni per aggiungerli alle evocazioni possibili in battaglia. Il primo grande discrimine che distingue la serie mainline da tutti gli altri spin-off è che il tema portante è sempre quello dell'eterna lotta tra fazioni opposte: Shin Megami Tensei è spesso definito il

    JRPG "per adulti" per eccellenza proprio a causa del fatto che è una serie che esplora i massimi sistemi e spinge il giocatore a porsi continuamente domande etiche e morali. Non esiste una distinzione netta tra bene e male, ma ognuna delle fazioni in lotta segue i dettami che abbiamo discusso poco fa parlando dei vari alignment. In buona parte, gli Shin Megami Tensei raccontano mondi apocalittici in cui le forze in gioco hanno portato l'umanità ad un passo dalla distruzione, trovando però il tempo di riflettere anche sul rapporto che esiste tra tecnologia, umanità e fede. Si tratta, in genere, di JRPG più difficili rispetto alla media dei congeneri, che si basano su una lunga serie di meccaniche uniche sia per quanto riguarda i combattimenti che la gestione del party e delle risorse. La visuale in prima persona, invece, è stata abbandonata dal primo capitolo in favore di quella in terza persona introdotta con Shin Megami Tensei III Nocturne. La caratteristica più evidente dei titoli mainline, però, è proprio il tono cupo, sobrio e disperato della narrazione, oltre al fatto che l'esperienza si concentra molto di più sul gameplay e il combattimento che sull'effettiva progressione della trama.

    Persona - La costola nata da un "What If"

    Complice il successo travolgente del quinto capitolo, quella di Persona è ad oggi la saga più conosciuta dell'universo MegaTen. La serie nasce da uno spin-off di Shin Megami Tensei chiamato Shin Megami Tensei If... pubblicato originariamente su Super Famicom.

    L'idea alla base di If era quella di ambientare il gioco, che stilisticamente e meccanicamente era pressoché identico alla serie principale, all'interno di un liceo, dando così al titolo un'estensione molto più contenuta del passato. Il twist più evidente era l'innovativo Guardian System, che assegnava al giocatore una sorta di spirito guida che lo avrebbe aiutato ad ottenere statistiche e abilità.

    L'idea piacque ad Atlus, che decise così di espanderla incrociandola con la teoria psicologica di Carl Jung per arrivare così alla pubblicazione di Revelations: Persona. Le prime due iterazioni seguono in realtà abbastanza da vicino la strada tracciata da If e dalla serie principale, ma da Persona 3 in poi la serie si è evoluta drasticamente, introducendo meccaniche mutuate dalle Visual Novel, dai Dungeon Crawler e dai Dating-Sim di ambientazione scolastica.

    Il Guardian System si è evoluto per arrivare all'introduzione delle personae, alter-ego "demoniaci" che sono espressione delle caratteristiche psicologiche dei membri del party, che sono in grado di controllarli in battaglia. Si passa quindi da un combat system basato sull'evocazione dei demoni al controllo di un party "fisso" in cui ogni personaggio può attingere dalle affinità elementali e dalle abilità del proprio Persona, ad eccezione del protagonista che in ogni capitolo è in grado di reclutare i demoni incontrati in combattimento e utilizzarli come personae intercambiabili.

    Il combat system (detto One More o 1More System) è invece una rimodellazione del Press Turn System di Shin Megami Tensei III Nocturne: se si riescono a sfruttare le debolezze del nemico qui non si guadagna solamente un turno aggiuntivo, ma si stordisce l'avversario e si può passare il turno ad un proprio compagno. Una volta storditi tutti i nemici in battaglia si ottiene la possibilità di lanciare un All Out Attack che coinvolge tutti i membri del party alleato.

    Le differenze principali con la serie madre vanno rintracciate principalmente nell'atmosfera dei singoli giochi e nel loro obiettivo narrativo, decisamente più legato a trame più definite e incentrate su temi meno apocalittici. A questo si

    aggiunge quella che è la caratteristica fondamentale dei Persona, ovvero il sistema legato alle Social Skills: la crescita del protagonista è infatti legata alle relazioni interpersonali che intesse con i vari personaggi del gioco, relazioni che permettono di migliorare le proprie statistiche e le proprie abilità in battaglia. La progressione del gioco, da Persona 3 in poi, è invece scandita dall'alternanza di sezioni narrative in cui il protagonista prende parte alle attività scolastiche e sociali e sezioni di dungeon crawling e combattimento. Questa alternanza è legata alla presenza di un calendario in-game che obbliga il giocatore a dover organizzare il proprio tempo libero in funzione degli eventi della vita di tutti i giorni, scegliendo quindi in che modo interagire con i suoi compagni e a quali attività prendere parte tra un combattimento e l'altro.

    Devil Summoner: Soul Hackers e i suoi fratelli

    Quella dei Devil Summoner è un'altra delle costole di Shin Megami Tensei, anche se a differenza delle altre è una di quelle con meno coerenza interna. Devil Summoner è uno spin-off che nasce su Sega Saturn e che ricalca quasi interamente il modello della serie principale, con la differenza di non possedere finali multipli né un sistema di alignment, e di essere in definitiva un videogioco meno fantasy e più incline a certe fascinazioni sci-fi.

    Una delle novità introdotte da Devil Summoner è invece il Loyalty System, che prevede che ogni demone presente nel proprio party possieda un livello di lealtà variabile nei confronti del proprio evocatore, e che potesse per questo abbandonare il party nel caso in cui certe sue richieste non vengano rispettate a dovere.

    Devil Summoner: Soul Hackers è uno dei titoli più sperimentali mai prodotti da Atlus. Non è un suo sequel, ma il concept è molto simile a quello del primo Devil Summoner, anche se virato vero un atmosfera cyberpunk figlia di quegli anni ‘90 che si stavano affacciando per la prima volta sulla diffusione massiccia di Internet.

    Il party è composto principalmente demoni reclutabili e soggetti ad una versione leggermente nuova del Loyalty System, e il combat system è quasi per intero mutuato da quello dei primissimi capitoli, con tanto di esplorazione dei dungeon in prima persona. È uno spin-off più che altro per le sue tematiche, il tono meno apocalittico e la sua ambientazione digitale, estremamente differente da Persona e più aderente ai canoni di Shin Megami Tensei.Tutti gli altri Demon Summoner, invece, sono a loro volta diversissimi. Si tratta di due videogiochi incentrati sulla figura di Raidou Kuzunoha (poi diventato una vera e propria icona dell'IP) e ambientati negli anni ‘20. La differenza fondamentale, in questo caso, è che Raidou Kuzunoha VS The Soulless Army e Raidou Kuzunoha VS King Abaddon sono entrambi degli Action RPG in terza persona, e che con il resto della branca dei Devil Summoner non hanno quasi nulla a che vedere.

    L'approccio ibrido di Soul Hackers 2

    Arriviamo quindi all'annosa questione: Cosa aspettarsi da Soul Hackers 2? Il gioco ha ufficialmente abbandonato la nomenclatura di Devil Summoner, ma si pone come sequel proprio di quel Devil Summoner: Soul Hackers pubblicato su Sega Saturn, Playstation e Nintendo 3DS.

    Non sarà però una continuazione della trama, quanto più un nuovo titolo ambientato all'interno dello stesso universo narrativo. Oltre al differente stile grafico, che lo aggiorna ad un estetica decisamente più allineata con la scena anime contemporanea, i trailer pubblicati finora sembrano sottintendere un sistema di combattimento inedito rispetto al passato.

    Soul Hackers 2, anche a detta degli stessi sviluppatori, vuole presentare idealmente un punto d'incontro tra il Press Turn System di Shin Megami Tensei e il 1More System di Persona. Il nuovo Sabbath System è un sistema di combattimento, quindi, che vuole spingere il giocatore a sfruttare le debolezze elementali dei demoni per guadagnare turni di combattimento e lanciarsi successivamente in attacchi di gruppo che coinvolgano non solo il party ma anche i demoni alleati.

    Una delle differenze principali con il predecessore sembra essere proprio la composizione del party, che passa da sei slot (di cui quattro occupati dai demoni evocati dal protagonista) a quattro occupati da altrettanti esseri umani. In linea di principio, quindi, Soul Hackers 2 dovrebbe posizionarsi nella terra di confine tra Shin Megami Tensei e Persona, con uno stile narrativo mutuato dal secondo, incentrato, quindi, sull'approfondimento dei singoli personaggi, e con un combat system leggermente più impegnativo da metabolizzare.

    Sfiorare la superficie

    Quelli descritti finora non sono che solo alcuni dei diversi percorsi intrapresi dal franchise nei suoi anni di attività. C'è per esempio la serie dei Devil Survivor, RPG tattici pubblicati su Nintendo DS e 3DS, c'è Digital Devil Saga che si allinea ai dettami dei JRPG classici, così come esistono un gran numero di spin-off più "triviali" come i Dancing (rythm game con i personaggi di Persona), i DemiKids (JRPG ispirati a Pokémon), Tokyo Mirage Sessions (che mira a far incontrare l'universo dei MegaTen con quello di Fire Emblem) o Majin Tensei (altra incursione nel mondo dei giochi di ruolo tattici). Ognuna di queste biforcazioni possiede delle caratteristiche uniche e ha dato vita a delle serie più o meno fortunate.

    In tutta la serie i sequel diretti sono pochissimi, dal momento che spesso e volentieri i collegamenti tra un capitolo e l'altro sono di contesto e non fanno parte delle stesse linee temporali. Il minimo comun denominatore di quell'intreccio ingarbugliato chiamato MegaTen è solo il bestiario, che raccoglie al proprio interno demoni, spiriti e creature legate al folklore di numerose culture e religioni di tutto il mondo che vengono riutilizzati in ognuno dei videogiochi della serie.

    In attesa di Soul Hackers 2, quindi, non sarà obbligatorio giocare al primo capitolo: per quanto sarà possibile aspettarsi qualche riferimento e magari anche qualche cameo, i due titoli saranno con tutta probabilità due videogiochi indipendenti l'uno dall'altro. Intendiamoci: Soul Hackers è una produzione con un'atmosfera unica nel suo genere e con alcune trovate geniali, che meriterebbe di essere scoperto anche a distanza di così tanto tempo, ma probabilmente non sarà obbligatorio per comprendere appieno lo svolgimento di Soul Hackers 2.

    Soul Hackers 2 è in arrivo ad Agosto per PC, PS4, PS5, Xbox Series S/X ed Xbox One. Unica grande esclusa tra le piattaforme sarà Nintendo Switch, che però gode dell'esclusività dei titoli della mainline come, appunto, Shin Megami Tensei V.

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