Speciale Speciale Blue Dragon

Dal videogioco al Brand: Blue Dragon in tutte le sue forme

Speciale Speciale Blue Dragon
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Testa di ponte

    Dopo il clamoroso fiasco del primo modello di Xbox in Giappone, Microsoft dovette trovare una soluzione con cui risolvere l’annoso problema della diffidenza nipponica nei confronti dei prodotti occidentali.
    Pertanto, quando lanciò l’Xbox 360, cercò di mitigare tale storico inconveniente pubblicizzando l’uscita di due titoli che, almeno nelle intenzioni delle teste pensanti della casa di Redmond, avrebbero dovuto fungere da incentivo all’acquisto della console, appartenendo a quel genere degli RPG classici tanto amati dal popolo dagli occhi a mandorla: Lost Odyssey e Blue Dragon.
    Queste erano le teste di ponte che avrebbero dovuto permettere l’ingresso della bianca macchina nelle case dei Giapponesi.
    Le cose andarono bene: Blue Dragon, in particolare, vendette circa duecentomila copie, registrando un ottimo successo commerciale, merito del game producer Hironobu Sakaguchi, del compositore Nobuo Uematsu ed anche del design affidato ancora una volta ad Akira Toriyama ed al suo Bird Studio.
    Preso atto di tale appeal presso il pubblico, partendo dal progetto originale, si è puntato quindi a costruire un intero universo basato sul brand dell'ombra a forma di drago, abbracciando serie TV, manga e, ovviamente, ancora una volta i videogiochi.

    Ombre Blu

    L’incipit della trama del primo Blue Dragon è assai semplice: ogni due anni l’apparizione di mefitiche nuvole viola ha significato sfortuna e catastrofi naturali per gli abitanti di tutto il mondo. Un misterioso squalo di terra devasta i villaggi, ed è per sconfiggerlo che Shu, Kluke e Jiro, tre giovani ragazzi, vengono coinvolti in vicende che ne cambieranno al vita. Una volta scoperto che si tratta di un meccanoide, infatti, i tre verranno catturati e da lui trasportati in un’aereonave. Ne è comandante il vecchio Nene, con cui il trio si batterà, risultando presto sconfitto. La fuga è perigliosa, ma riesce grazie all’improvviso aiuto da parte di tra sfere luminose che, una volta ingoiate dai protagonisti, gli assicurano la possibilità di evocare tre potenti ombre blu. Con il loro aiuto e con quello di altri personaggi che incontreranno durante il dipanarsi delle loro avventure, i tre eroi proveranno a fermare il malvagio Nene.
    Il gameplay, come detto, si regge su di un impianto assai classico: città dove comprare oggetti e fare nuove conoscenze e dungeon pieni di mostri si alterneranno in un continuum di gioco che ha nella battaglia a turni il suo elemento pregnante. Turni non rigidi però: un sistema di iniziativa permette ai personaggi di attaccare anche più volte prima della reazione nemica, lasciando al giocatore quindi molte possibilità di sperimentare efficaci tattiche o potenti combo. Ruolo fondamentale è quello delle ombre: ad esse potranno essere assegnate delle classi, che ne influenzeranno quindi statistiche ed incantesimi a disposizione, ma in maniera cumulativa, permettendo infinite possibilità di personalizzazione. A fronte di tali elementi Blue Dragon presenta delle pecche non indifferenti: un comparto tecnico altalenante, con effetti grafici e modelli che non sfruttano appieno la console, rallentamenti ed una colonna sonora poco incisiva, una pessima gestione della telecamera, una facilità a tratti eccessiva ed un pessimo adattamento nella lingua italiana.
    Nonostante ciò è riuscito ad affermarsi in Giappone e per questo (e per la tendenza nipponica di serializzare titoli di successo e di trasporli su più media), quasi fosse una gallina dalle uova d’oro, è stato pianificato uno sfruttamento del suo brand nel lungo termine. Se infatti del seguito ufficiale, Blue Dragon 2, c’è stata l’ufficializzazione e niente più, altri progetti sono stati portati a compimento ed un nuovo titolo è in lavorazione.

    Un drago a due schermi

    Con l’uscita del Nintendo DS, un tabù videoludico (lo sviluppo di strategici in tempo reale su console portatili) è stato finalmente infranto.
    Tramite il touch screen ed il pennino si è potuto realizzare un sistema di controllo soddisfacente e preciso, e Square Enix ha fatto da apristada con lo sviluppo di due titoli che ne sfruttassero le peculiarità: Heroes of Mana e Final Fantasy XII: Revenant Wings. Entrambi i titoli uniscono alla struttura strategica un aspetto ruolistico di base, ed è su questi stessi canoni che si propone Blue Dragon Plus, nuovo titolo ideato da Mistwalker e sviluppato in sintonia da FeelPlus e Brownie Brown.
    Il capitolo per DS prende inizio un anno dopo la conclusione delle vicende del primo episodio, con la scoperta da parte di Zora e Gibral di una misteriosa e malvagia ombra oscura, rassomigliante un dragone. Questo incontro sarà il punto iniziale dal quale si dipaneranno le vicende del gioco.
    A dimostrare la volontà di Mistwalker di rettificare alcuni degli errori commessi con il primo episodio su Xbox360, troviamo l'evidente impegno nell'infoltire il cast di personaggi giocabili. Uno dei più grandi difetti di Blue Dragon era infatti la presenza di poche figure di rilievo all'interno della trama.
    Questa volta, quindi, non solo avremo completo controllo dell'intero party originale, ma potremo comandare direttamente anche personaggi come Fushira, il generale Szabo, Re Jibral. Chissà, poi, che oltre a qualche nuovo volto, non facciano comparsate anche alcuni dei personaggi inclusi esclusivamente nell'anime.
    Blue Dragon Plus, come detto, è uno strategico in tempo reale, con elementi RPG. Al binomio touch screen-pennino è affidato il sistema di controllo: come in un qualunque strategico su PC useremo lo stylus come un puntatore, e tramite di esso potremo selezionare le unità da far combattere. La nostra schiera potrà essere composta da innumerevoli mostri, ognuno naturalmente con punti di forza e debolezza, ma per andare avanti nel gioco sarà fondamentale aiutare i propri combattenti con gli eroi, e soprattutto con i loro devastanti e mostruosi avatar. Ogni eroe avrà infatti la possibilità di rilasciare la potenza della propria ombra tramite una varietà di tremendi attacchi speciali, per la cui selezione ci affideremo ai tasti dorsali L e R. A missioni in cui comanderemo numerose unità poi, se ne affiancheranno di altre in cui controlleremo solo i personaggi principali della storia.
    La perizia con la quale FeelPlus e Brownie Brown stanno confezionando Blue Dragon Plus è indubbia: agli occhi il gioco si mostra coloratissimo, personaggi bidimensionali realizzati con un ottimo effetto deformed che molto bene si adatta alle ridotte dimensioni dell’area di gioco, mentre le shadow e le ambientazioni sono 3d. Il design dei protagonisti è curato, cosi come per l’episodio precedente, da Akira Toriyama, una garanza di qualità (ma sempre meno di originalità, vista la mole di titoli in cui è usato tale stile, spesso con poche differenze).
    Un po’ di perplessità suscitano però gli scenari: siamo ben lontani dai fasti di Final Fantasy XII: Revenant Wings, le ambientazioni son assai spoglie ed anonime, e il livello delle texture è ancora insoddisfacente. Chissà che questa non sia una delle ragioni che hanno provocato lo slittamento dell'uscita del gioco: inizialmente previsto in Giappone per lo scorso Marzo infatti, Blue Dragon Plus è fissato, al momento, per Settembre. Di tempo per affinarne i difetti ce n'è ancora parecchio.

    Ral & Grad

    Inizialmente i manga che avrebbero dovuto prendere spunto dall’universo di Blue Dragon erano due. Blue Dragon: Secret Trick di Ami Shibata avrebbe dovuto riprendere fedelmente le vicende del gioco originale, trasponendole sulla carta del mensile Shonen Jump.
    Il progetto morì con la cancellazione, nel Giugno 2007, della storica testata nipponica, per non essere più ripreso: consta tuttora di un solo volume.
    Differente fortuna ebbe l’altro manga, Blue Dragon RalΩGrad. A differenza del primo, è basato solo lontanamente sul videogioco: a voler ben vedere l’unico punto in comune è l’utilizzo delle potenti ombre, dal momento che non vi appare nessun personaggio del titolo per Xbox 360.
    Il protagonista è Ral, un ragazzo di 15 anni che porta con sé una potentissima ombra, un drago blu di nome Grad. Quando da piccolo, dopo la morte della madre, rilascia la devastante forza della sua ombra, distrugge completamente il suo villaggio, e per questo il padre lo costringe in una prigione oscura, dove non filtra nessuna luce, perché solo dove c’è luce si può creare ombra. Negli anni di prigionia il protagonista diventa amico della sua ombra e quando viene liberato per aiutare il regno di Sphaelite, costretto sotto l’assedio di numerosi demoni, è ormai capace di padroneggiarla alla perfezione. Intraprende quindi un viaggio, in compagnia della sua insegnante Mio (dalla quale è estremamente attratto, essendo amante delle ragazze prosperose), per raggiungere il castello Jugil, rifugio di Lady Bira, la Regina Oscura a capo delle legioni di ombre malvagie.
    Nel suo viaggio gli si affiancheranno Aia, Kafka e Sunsu, ognuno portatore di un’ombra, con i quali intreccerà una forte amicizia. Un altro misterioso personaggio, Ganette (uno spadaccino dalla cadenza Spagnola affiancato da due fanciulle), sembrerà essere all’inizio un avversario di Ral, ma il tempo e le vicende riveleranno una verità diversa e misteriosa.
    Blue Dragon RalΩGrad è uno shonen manga estremamente gradevole: Ral è un protagonista particolare, che sfugge un po’ dallo stereotipo di eroe impacciato, essendo anche un fine stratega. Il suo unico aspetto peculiare, ovvero l'attrazione verso i seni prosperosi, viene più mostrato come il termometro della sua mancanza d’affetto durante la sua prigionia che come indice di morbosità.
    Gli altri attori sono tutti ben dipinti e mostrano caratteristiche proprie, dal nobile Kafka al piccolo ma coraggioso Sunsu, dalla dolce Mio alla malvagia e lei si, assai perversa, Lady Bira.
    Il tratto è fine e d’autore: né è responsabile Takeshi Obata, illustratore di eccellenti serie come Hikaru No Go e Death Note, e la sceneggiatura è di Tsuneo Takano. L’opera si compone di soli 4 volumi, divisi in 29 capitoli e della sua pubblicazione in Italia se ne farà responsabile Planet Manga, a partire dal mese di Luglio.

    La serie animata

    A partire dall’Aprile 2007 è andato in onda su TV Tokyo l’anime di Blue Dragon, lavoro del celeberrimo e mai troppo acclamato Studio Pierrot.
    Le 51 puntate che lo compongono, però, pur condividendo l'inizio delle vicende ed alcuni elementi e personaggi del videogioco, se ne distaccano ben presto, presentando una serie di situazioni e protagonisti del tutto inediti.
    Oltre all'ovvio aumento degli antagonisti di Shu e compagnia (nel videogioco gli unici erano Szabo e Nene), ad affiancare il gruppo dei "buoni" arriva quasi subito Bouquet, una giovane quanto prosperosa cameriera.
    La serie animata ha molto più carattere del videogame, pur pescando a piene mani da una serie di stereotipi "a la Toriyama". Senza sprecare fiumi di parole ed evitando spoiler, è sufficiente dare uno sguardo su Google per scorgere capigliature alla Mister Satan, nemici e veicoli che sembrano usciti direttamente da Dragon Ball.
    Inoltre, alcuni dei personaggi principali sono a dir poco l'opposto delle controparti su Xbox 360, come nel caso di Jiro, decisamente più accattivante, libero dal ruolo di timido "spell caster" in cui è intrappolato nel gioco.
    Le ombre, altra differenza sostanziale, vengono presentate come entità senzienti.
    La serie animata, malgrado le molte critiche (sia per la mancanza di fedeltà al videogame che per problemi meramente qualitativi) ha goduto di un discreto successo: la seconda serie è da poco cominciata in Giappone, cosi come un manga che ne riproponga le vicende.
    La prima season, invece, già on air in Nord America, è prevista anche in diversi paesi europei. Sicuramente non tarderà ad arrivare anche in Italia.

    Che voto dai a: Blue Dragon Plus

    Media Voto Utenti
    Voti: 23
    5.6
    nd