Stray: una storia di gatti, uomini e androidi

La città cyberpunk esplorata dal randagio protagonista dell'avventura nasconde non pochi segreti sull'umanità e la natura degli androidi (e degli Zurk).

Stray: una storia di gatti, uomini e androidi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il titolo sviluppato dal piccolo team BlueTwelve Studio è entrato nei cuori dei giocatori di tutto il mondo nel giro di pochissimi giorni, come testimoniato dalla nostra recensione di Stray, zampettando sull'amore ancestrale che unisce il genere umano ai teneri gattini che sanno come sfruttare questa nostra debolezza. L'opera pubblicata da Annapurna Interactive racconta la storia di un gatto randagio e della sua faticosa ricerca della superficie, ampliandosi nel corso delle 5-6 ore utili a terminarla verso i temi sempre attuali dell'ecologia e della definizione di personalità robotica, ma lascia ai piccoli indizi recuperati lungo il cammino il compito di sviscerare - non senza una punta di mistero e alcuni sospesi - gli argomenti più controversi e degni di discussione.

    Dopo aver terminato più volte il viaggio che segna il ritorno a casa del dolcissimo protagonista felino, recuperando e mettendo insieme tutti i tasselli di un mosaico in costante evoluzione, siamo pronti ad approfondire quel contesto narrativo che in Stray si manifesta come una timida cornice ma che al contempo è in grado di generare risvolti interessanti e spesso imprevedibili. Sappiate che d'ora in avanti incapperete in spoiler sulla trama del gioco.

    Addio alla Terra

    Il destino che attende il nostro pianeta non è affatto roseo, con i tassi di inquinamento ambientale che hanno raggiunto valori così elevati da modificare per sempre gli ecosistemi. Per evadere dalle intemperie che seminano il terrore sulla superficie terrestre l'umanità si è rinchiusa all'interno di Città Murate, centri sicuri sparsi in tutto il mondo dove gli ultimi sopravvissuti della nostra specie possono sperare di resistere a una Terra che ha cominciato il doloroso rigetto dell'ospite indesiderato.

    Una frettolosa campagna pubblicitaria invita la popolazione a rifugiarsi in questi ultimi avamposti di civiltà, mentre l'esterno brucia e inaridisce a ritmi sostenuti, prima di chiudere le porte a tenuta stagna e la gigantesca cupola di metallo, nella speranza di sopravvivere alle calamità in attesa che la situazione ambientale migliori in assenza dell'uomo.

    L'imitazione del regime

    La vita all'interno della città murata si è svolta in maniera pacifica per qualche anno, con i bambini che scorrazzavano per le strade riempiendo l'aria delle loro grida felici ma ben presto la propensione al dominio ha sconvolto la quotidianità degli abitanti facendo ricadere la specie umana in quegli stessi errori che già ne avevano messo a repentaglio l'esistenza all'esterno delle mura.

    Anche tra i confini di una realtà ristretta, infatti, gli uomini riescono ad alimentare la loro voglia di demarcazione, per questo i cittadini vengono divisi in tre settori a seconda della loro importanza sociale: il centro di controllo finisce tra le mani delle classi più abbienti, le quali decidono le sorti del ceto medio dell'Infracittà e dei poveracci costretti a vivere nei Bassifondi. Gli aristocratici non solo posseggono spazi e risorse maggiori ma gestiscono anche ciò che arriva negli altri settori, limitando i beni a proprio piacimento come una classe politica dispotica che nessuno ha mai votato. Gli ovvi moti di ribellione provenienti dal basso, come l'accensione dei neon arcobaleno in opposizione al razionamento elettrico, vengono repressi nel sangue da una polizia sempre al servizio dei più potenti. Mentre il centro cittadino che accoglie la bassa borghesia vive in maniera accettabile, tra bar, ristoranti e negozi d'abbigliamento, i Bassifondi diventano ben presto la discarica designata dei piani più alti, perché in un sistema chiuso la spazzatura deve essere smaltita internamente: i rifiuti provenienti dai livelli superiori si trasformano in tesori per gli straccioni ma nemmeno questa può essere una soluzione a lungo termine, per questo la Neco crea un organismo a partire da un antico batterio, un essere in grado di divorare gli scarti gettati in basso.

    La creatura rilasciata nei Bassifondi si evolverà nel corso degli anni diventando una specie animale onnivora e famelica ma gli umani non vedranno mai la nascita degli Zurk perché una tragedia ben più comprensibile era sul punto di sovvertire le rigide classi sociali.

    I mastini della giustizia e le mura erette a separazione delle zone non possono infatti arginare l'avanzata di un'epidemia nata tra le persone povere della Città Murata, vessate a livello fisico e psicologico da decenni di soprusi, con la malattia che falcia un numero esorbitante di individui e obbliga alla messa in quarantena dei Bassifondi. I servizi di trasporto vengono annullati ma ciò non è sufficiente a fermare una patologia oscura che ben presto valica ogni confine e si propaga fino ai vertici della città, portando alla morte di tutti gli abitanti nel giro di pochissimi anni.

    Gli androidi sognano Zurk elettrici?

    L'umanità all'interno del complesso fortificato raggiunge quindi il suo termine biologico senza poter guardare per un'ultima volta le stelle, chiusa all'interno di una roccaforte diventata sepolcro ma la sua speranza di un futuro migliore viene raccolta dalla tecnologia creata in questo mondo futuristico.

    I robot nascono come umili aiutanti delle persone, non hanno alcuna personalità né potere decisionale ma svolgono in maniera certosina gli incarichi più tediosi all'interno della città murata. Ognuno di essi è programmato per avere uno scopo preciso, eppure i macchinari incontrati dal gatto protagonista dell'avventura posseggono qualità individuali molto caratteristiche, e questo non rientra certamente nell'intenzione originale dei loro creatori. Le macchine hanno raggiunto una sorta di coscienza imitando gli atteggiamenti osservati durante la loro convivenza con i creatori, svolgendo le stesse mansioni delle persone viste nel corso degli anni e mantendo vivo lo spirito dell'umanità sostituendosi a essa, tra giardinaggio, arte e uno strano senso della moda. Non sono soltanto i tratti migliori della nostra specie a essere stati assorbiti dalle macchine, perché in esse si tramanda la stessa predisposizione ostile che ha portato alla separazione sociale e all'estinzione finale, mentre gli agenti di polizia setacciano le strade alla ricerca di quei sognatori sovversivi chiamati Oltreggiosi.

    Ciò che sembra una mera imitazione dell'uomo nasconde però i tratti misteriosi di un'evoluzione che trascende il codice: i robot sono per natura impossibilitati a cambiare, il loro "essere" è determinato dalla programmazione iniziale, eppure quelli incontrati durante l'avventura felina sono caratterizzati da una varietà sospetta di personalità ed emozioni. Fanno eccezione soltanto gli operai del centro di controllo, che continuano a occuparsi dei compiti originali perché ignari della scomparsa dei padroni. Difatti non posseggono un nome e non utilizzano lo strano linguaggio parlato dai robot nei piani inferiori.

    Crisi d'identità

    La spiegazione per questo cambiamento imprevisto risiede probabilmente nel piccolo drone che segue il gatto alla ricerca della superficie, perché la storia della sua umanità pregressa è quantomeno confusa e misteriosa. Inizialmente B12 dichiara di essere stato il collaboratore robotico di uno scienziato del quale conserva solo vaghi ricordi ma una volta raggiunta Villantenna ha d'improvviso l'illuminazione che lo porta ad affermare che era lui stesso l'ingegnere umano delle sue memorie, il quale aveva trasmesso la propria coscienza nella Rete per farla sopravvivere a un corpo organico ormai prossimo alla morte.

    La svolta mette in luce numerose riflessioni etiche e narrative, tutte lasciate in secondo piano nell'economia della storia, ma non ha perfettamente senso: quando troviamo per la prima volta B12, accanto alla capsula che ha permesso il trasferimento nella Rete allo scienziato (sappiamo per certo che il corpo si trova lì perché anche alla base di Villantenna c'è lo stesso contenitore, abbellito da un cono stradale sulla testa seguendo lo strano immaginario dei robot che visualizzano in questo modo gli uomini) è riverso un androide senza vita collegato a essa da numerosi cavi, mentre il messaggio di speranza attaccato sul davanti è scritto seguendo il linguaggio delle macchine e non quello classico degli esseri umani (a proposito, sappiate che il linguaggio segreto di Stray è già stato decifrato).

    Per stessa ammissione di B12, la nuova lingua dei robot è comparsa improvvisamente in seguito al suo trasferimento nella Rete, quindi la nota non è stata scritta dall'umano in cerca dell'Oltre ma dall'assistente robotico crollato di fianco alla sua capsula. Quale dei due è B12? La sua memoria è molto confusa, anche quando sembra convinto di essere venuto a capo dei misteri, quindi la risposta non può essere certa ma è probabile che la coscienza nel piccolo drone appartenga a entrambi i soggetti. La spiegazione più plausibile è che la personalità dell'ingegnere si sia frammentata all'interno della Rete, e che parti di essa si siano trasmesse nei circuiti del suo anonimo assistente robotico, il quale ha così assunto parte della sua umanità diventando senziente.

    Se le memorie di un essere umano possono essere trasferite agli androidi, è probabile che questo sia il modo in cui hanno preso coscienza tutti gli altri robot collegati alle Rete: quella che sembrava una mera imitazione di gesti osservati in precedenza diventa così una reale forma di vita, con una personalità infusa all'interno dei circuiti che prende forma dai pezzi di esistenza provenienti dai ricordi di tutti quelli che hanno trasferito le rispettive identità all'interno della Rete. Scollegati ad essa rimangono gli androidi del centro di controllo - come se l'apice della Città Murata si fosse isolata dai sistemi elettronici delle classi inferiori - ed è proprio questo il motivo per cui non sono andati incontro al medesimo "processo evolutivo".

    Il tempo incerto

    La frammentazione delle memorie appartenute agli umani spiega anche perché solo alcuni robot riescano a comprendere l'Oltre, mentre altri sono convinti che non sia mai esistito, e allo stesso modo assume significato il reset operato dai carcerieri nell'Infracittà:

    se si fossero limitati ad imitare gli umani, i robot avrebbero semplicemente lasciato marcire gli Oltreggiosi in cella, invece sono consci che l'errore si debba correggere eliminando la memoria dei detenuti. Ma quanti secoli ci sono voluti affinché la tecnologia arrivasse a creare una Rete che collegasse le coscienze collettive di robot e umani? Quando si parla di tempo, nel mondo fittizio di Stray, la questione diventa molto articolata. I robot sembrano completamente disinteressati a esso, sono incapaci di visualizzarlo in quanto non posseggono indicazioni biologiche, né possono rifarsi al movimento degli astri in quanto la cupola li isola, per questo gli orologi sono tutti fuori uso e i calendari si fermano all'11 ottobre, la data dell'estinzione umana. Il gioco è ambientato in un futuro dove la rotazione della Terra si è progressivamente rallentata, anche a causa dello scioglimento dei ghiacci che ne ha spostato l'asse, fino ad arrivare alle 32 ore di durata giornaliera ma è il conto tenuto da Momo a suscitare le domande più spinose: sul muro della propria abitazione l'Oltreggioso ha infatti affermato che i robot posseggono un'anima da 2544875556 giorni, traducibili in quasi 7 milioni di anni. Una cifra assurda e inconcepibile secondo gli standard "reali" ma fin troppo precisa per lasciar pensare a un errore.

    Dimmi da quale futuro provieni

    Lo stile urbano e le tecnologie utilizzate nella costruzione della Città Murata 99 non sembrano affatto provenire da un futuro lontano 7 milioni di anni, nonostante l'evidente rallentamento della Terra sposti molto in là il posizionamento dell'opera, dando quindi maggior autorevolezza all'ipotesi che l'anima dei robot provenga dal trasferimento dei ricordi degli umani, cristallizzando la linea temporale al momento della loro estinzione.

    Stando alle parole di B12, qualcosa è andato storto quando lo scienziato ha trasmesso la propria coscienza nella Rete, evidentemente il suo scopo non era di sopravvivere a un corpo malato e tentare di aprire la città, perché nel frattempo non era rimasto nessun umano da liberare e l'epidemia aveva ormai decretato il destino degli abitanti. Nella casa dell'ingegnere, all'inizio del gioco, tra le colonne di volumi che possiamo far crollare sul pavimento, ce n'è uno intitolato "Effetto tunnel - Un libro noioso", che utilizza i caratteri classici del linguaggio lasciando intendere che provenisse dalla libreria degli abitanti umani. Senza scadere in complicate digressioni scientifiche, l'effetto tunnel è un fenomeno della meccanica quantistica che permetterebbe a una particella di superare la velocità della luce e di essere trasmesso attraverso il tempo. Appare dunque plausibile che l'ingegnere volesse spedire le sue memorie nel passato trasformandole in segnale elettronico da inviare nell'etere, utilizzando questo improbabile fenomeno quantistico - preso spesso ad uso per una spiegazione "pop" dei viaggi nel tempo - per avvisare il mondo dello sterminio che sarebbe avvenuto all'interno della Città Murata, rimanendo però bloccato nella Rete e finendo col condividere la propria personalità con quella anonima del suo assistente robotico, il quale tenterà in seguito di liberare i suoi simili collegandosi alla capsula dopo aver lasciato quel messaggio di speranza che ne abbellisce la facciata.

    L'anima che soffia nei circuiti di B12 è dunque una combinazione di più identità, proprio come quelle che alimentano i sogni e le pulsioni artistiche dei suoi simili, lasciata sola nel silenzio della Rete per centinaia di anni prima dell'insperato arrivo di un gatto: il randagio riuscirà a liberare dal regime oppressivo d'imitazione gli abitanti robotici che, avendo ereditato le memorie della nostra razza, si fanno dunque carico dell'intera umanità.

    Che voto dai a: Stray

    Media Voto Utenti
    Voti: 52
    7.9
    nd