Si è da poco concluso l'EVO 2022, storica manifestazione interamente dedicata all'universo dei picchiaduro, che vede i migliori lottatori virtuali scontrarsi in duelli all'ultima combo per il titolo di campione mondiale. Con gli anni e con l'acquisto di prestigio da parte del noto torneo/convention, l'Evolution si è gradualmente trasformato nell'"E3 dei picchiaduro" e la maggior parte degli sviluppatori occidentali e asiatici dediti al genere ha cominciato a scegliere questa sede per tenere i maggiori annunci.
Quest'anno, il team diretto da Katsuhiro Harada ha mostrato una patch per Tekken 7, contenente una nuova meccanica e cambiamenti al bilanciamento del cast ma anche un teaser per un nuovo "nuovo progetto". Il video si apre con lo storico finale del primo Tekken, con Kazuya che lancia suo padre Heihachi da una scogliera per poi voltarsi verso la telecamera. La scena si interrompe di colpo e, attraverso una transizione simile a un'interferenza, passa a un rendering inedito del volto di Kazuya, invecchiato e segnato da cicatrici. Il teaser si chiude con la comparsa della scritta "Get Ready". Comparso sullo stage alla conclusione del filmato, Harada non ha fatto alcun cenno al progetto, il cui video però è stato pubblicato subito dopo sulla pagina Twitter dei Game Awards.
Prospettive future
Il teaser mostrato insomma ci ha fatto subito pensare a Tekken 8, prossimo capitolo della storica saga dell'Iron Fist Tournament. Secondo alcuni potrebbe non trattarsi di un sequel ma di un remake del primo Tekken o di un nuovo Tekken Tag Tournament. Tuttavia, pur non avendo conferme ufficiali sulla natura del progetto, ci sentiamo di non allinearci a queste ipotesi: nonostante sia stato mostrato il finale del capostipite della serie, il volto di Kazuya all'interno del segmento risulta troppo invecchiato per potersi trattare di un rifacimento e, ciclicamente, Namco ha proposto uno spin-off tag team ogni tre capitoli principali.
Il primo Tekken Tag Tournament è stato rilasciato dopo Tekken 3, mentre il secondo dopo Tekken 6. Insomma, tutto lascia effettivamente sperare che si tratti di un teaser dell'ottava iterazione principale della serie. Il possibile Tekken 8 dovrà superare una serie di sfide per risultare appetibile a una nuova generazione di combattenti virtuali o per attirare l'attenzione di un'utenza più ampia, motivo questo che ci ha spinto a soffermarci sulla questione.
La fine della saga Mishima?
La "lore" di Tekken è da sempre una delle più stratificate nel panorama dei picchiaduro, in cui i ruoli di protagonista e "villain" spesso si confondono e si alternano. Al centro di questo universo narrativo è la famiglia Mishima, enorme zaibatsu che fa da organizzatrice alla maggior parte delle edizioni dell'Iron Fist Tournament. Nonostante il settimo episodio abbia mostrato un aspetto più umano del giovane Heihachi nel rapporto con sua moglie Kazumi, l'intera saga si basa sui giochi di potere dei "parenti serpenti", in un ciclo di sangue e violenza all'insegna della ricerca della gloria e della supremazia garantita dal "gene demoniaco", considerato un grande dono e una maledizione al tempo stesso.
Pur rimanendo nel reame della speculazione, possiamo individuare un certo interesse da parte del team di Harada nell'approfondire determinati aspetti dell'intreccio. In particolare, la serie Netflix dedicata al torneo del Pugno d'Acciaio (ed in arrivo a brevissimo) andrà ad approfondire un momento specifico della timeline tra il secondo e il terzo capitolo: l'educazione di Jin Kazama da parte della madre Jun e il viaggio di formazione e vendetta del più giovane portatore del gene demoniaco. Si tratta di parti di trama che sono state appena accennate nel prologo di Tekken 3, quindi il team di sviluppo potrebbe considerare tali elementi importanti per il futuro della saga. Questa ipotesi ha una sua coerenza perché il personaggio di Jun Kazama, mancante in un episodio mainline dal lontano Tekken 2, è uno dei più amati e richiesti della serie.
Un suo eventuale ritorno quindi potrebbe ottenere anche il favore della fanbase. Resta anche da sciogliere il nodo Street Fighter: durante il settimo capitolo è infatti stato reso "canonico" nell'universo di Tekken il personaggio di Akuma, proveniente dal mondo del picchiaduro di Capcom (qui il nostro speciale sul gameplay di Street Fighter 6). Sarà interessante scoprire se Bandai Namco vorrà approfondire o recidere questa diramazione narrativa.
La presenza di combattenti di altri universi sarà un nodo importante per il futuro di Tekken non soltanto a livello di lore, poiché i giocatori storici della saga del Pugno d'Acciaio si sono più volte mostrati critici verso i numerosi "guest character" del settimo capitolo. Personaggi come Akuma o Geese hanno aggiunto alcune interessanti meccaniche "prese in prestito" dai propri titoli d'origine, dividendo tuttavia il pubblico. A parere di molti, i nuovi arrivati inciderebbero troppo sul combat system e l'ortodossia del prodotto, e la gran parte della fanbase gradirebbe un ritorno alle origini senza proiettili di energia e nuovi indicatori di gioco.
Tra tradizione e innovazione
Tekken, al contrario del principale concorrente Street Fighter, ha preferito ridurre al minimo le innovazioni al proprio combat system, preferendo un minuzioso lavoro di perfezionamento di meccaniche già esistenti. Più che vera e propria "rivoluzione", ogni capitolo della saga dell'Iron Fist ha rappresentato una "evoluzione" del precedente. Il cast base e il moveset dei lottatori sono rimasti pressoché identici e anche aggiunte come il Rage Drive/Art o lo Slow Motion durante le fasi finali degli incontri, hanno abbellito le partite ma senza stravolgerne gli equilibri.
Tutto questo ha permesso alla saga di crearsi uno "zoccolo duro" di fan che supporteranno sempre e comunque il titolo, perchè vi troveranno tutto ciò che hanno amato nel corso dei decenni. Bandai Namco insomma ha da sempre cavalcato il motto "squadra che vince non si cambia", ma questo potrebbe non essere più sufficiente al giorno d'oggi. Il prossimo capitolo di Tekken si troverà a dover bilanciare una forte spinta al cambiamento proveniente dall'intero universo dei fighting game e l'esigenza di non far allontanare i fan storici e restii a sperimentare delle reali novità sul fronte ludico. Dal canto nostro, un capitolo più sperimentale sarebbe un toccasana per la longeva serie, perché potrebbe proiettare gli scontri di Kazuya e soci verso nuovi orizzonti. Street Fighter 6 ormai gioca a carte scoperte, e Bandai Namco non dovrà essere da meno.
Per il picchiaduro di Harada sarà necessario apportare delle importanti innovazioni tecnologiche per stare al passo coi tempi: non sarà più ammissibile un netcode ibrido ma bisognerà passare a un rollback puro, compito non facile in ambito 3D. Implementare il crossplay sarà fondamentale per rimuovere barriere e permettere ai giocatori di sfidarsi, a prescindere dalla piattaforma utilizzata. Tekken è da sempre un titolo ostico, con un infinito numero di mosse e combinazioni disponibili per ogni combattente.
Al fine di non snaturare troppo un prodotto che si è mantenuto costante negli anni, più che ridurre il numero di varianti di colpi che i personaggi possono eseguire, sarebbe opportuno introdurre dei tutorial più adeguati (camuffati magari da modalità single player) e diversificare meglio le animazioni che pugni e calci produrranno impattando con l'avversario, così da permettere ai neofiti di intuire quando premere un tasto per rompere l'offensiva del rivale o per "punire" una determinata combinazione.
In questo tornerebbe sicuramente utile un passaggio completo alla next gen, per diverse ragioni: Il prossimo capitolo potrebbe fregiarsi del titolo di "primo fighting game next gen" (Street Fighter 6 sarà Cross-Gen); si potrà intervenire più radicalmente sull'implementazione del rollback, notoriamente molto pesante sui processori delle console, o ampliare la varietà di animazioni e reazioni ai colpi dei nemici, proprio grazie ai nuovi hardware.
Come ribadito più volte dallo stesso Harada, il titolo è ancora lontano. Dei primi video di gameplay potrebbero essere mostrati in occasione dei The Game Awards questo inverno, mentre per una data d'uscita dovremo presumibilmente attendere la fine del 2023 o, addirittura, il 2024 inoltrato. Se questo tuttavia servirà a rendere il prossimo capitolo della saga Tekken una vera e propria rivoluzione all'interno del panorama dei picchiaduro, è giusto che il team di sviluppo impieghi quanto più tempo possibile per creare un prodotto rifinito e destinato a durare negli anni.
Tekken 8: cosa ci aspettiamo dal nuovo picchiaduro Bandai Namco
A sorpresa, durante l'EVO, Bandai Namco ha confermato lo sviluppo di un nuovo gioco di Tekken: cosa possiamo aspettarci?
Si è da poco concluso l'EVO 2022, storica manifestazione interamente dedicata all'universo dei picchiaduro, che vede i migliori lottatori virtuali scontrarsi in duelli all'ultima combo per il titolo di campione mondiale. Con gli anni e con l'acquisto di prestigio da parte del noto torneo/convention, l'Evolution si è gradualmente trasformato nell'"E3 dei picchiaduro" e la maggior parte degli sviluppatori occidentali e asiatici dediti al genere ha cominciato a scegliere questa sede per tenere i maggiori annunci.
Quest'anno, il team diretto da Katsuhiro Harada ha mostrato una patch per Tekken 7, contenente una nuova meccanica e cambiamenti al bilanciamento del cast ma anche un teaser per un nuovo "nuovo progetto". Il video si apre con lo storico finale del primo Tekken, con Kazuya che lancia suo padre Heihachi da una scogliera per poi voltarsi verso la telecamera. La scena si interrompe di colpo e, attraverso una transizione simile a un'interferenza, passa a un rendering inedito del volto di Kazuya, invecchiato e segnato da cicatrici. Il teaser si chiude con la comparsa della scritta "Get Ready". Comparso sullo stage alla conclusione del filmato, Harada non ha fatto alcun cenno al progetto, il cui video però è stato pubblicato subito dopo sulla pagina Twitter dei Game Awards.
Prospettive future
Il teaser mostrato insomma ci ha fatto subito pensare a Tekken 8, prossimo capitolo della storica saga dell'Iron Fist Tournament. Secondo alcuni potrebbe non trattarsi di un sequel ma di un remake del primo Tekken o di un nuovo Tekken Tag Tournament. Tuttavia, pur non avendo conferme ufficiali sulla natura del progetto, ci sentiamo di non allinearci a queste ipotesi: nonostante sia stato mostrato il finale del capostipite della serie, il volto di Kazuya all'interno del segmento risulta troppo invecchiato per potersi trattare di un rifacimento e, ciclicamente, Namco ha proposto uno spin-off tag team ogni tre capitoli principali.
Il primo Tekken Tag Tournament è stato rilasciato dopo Tekken 3, mentre il secondo dopo Tekken 6. Insomma, tutto lascia effettivamente sperare che si tratti di un teaser dell'ottava iterazione principale della serie. Il possibile Tekken 8 dovrà superare una serie di sfide per risultare appetibile a una nuova generazione di combattenti virtuali o per attirare l'attenzione di un'utenza più ampia, motivo questo che ci ha spinto a soffermarci sulla questione.
La fine della saga Mishima?
La "lore" di Tekken è da sempre una delle più stratificate nel panorama dei picchiaduro, in cui i ruoli di protagonista e "villain" spesso si confondono e si alternano. Al centro di questo universo narrativo è la famiglia Mishima, enorme zaibatsu che fa da organizzatrice alla maggior parte delle edizioni dell'Iron Fist Tournament. Nonostante il settimo episodio abbia mostrato un aspetto più umano del giovane Heihachi nel rapporto con sua moglie Kazumi, l'intera saga si basa sui giochi di potere dei "parenti serpenti", in un ciclo di sangue e violenza all'insegna della ricerca della gloria e della supremazia garantita dal "gene demoniaco", considerato un grande dono e una maledizione al tempo stesso.
Pur rimanendo nel reame della speculazione, possiamo individuare un certo interesse da parte del team di Harada nell'approfondire determinati aspetti dell'intreccio. In particolare, la serie Netflix dedicata al torneo del Pugno d'Acciaio (ed in arrivo a brevissimo) andrà ad approfondire un momento specifico della timeline tra il secondo e il terzo capitolo: l'educazione di Jin Kazama da parte della madre Jun e il viaggio di formazione e vendetta del più giovane portatore del gene demoniaco. Si tratta di parti di trama che sono state appena accennate nel prologo di Tekken 3, quindi il team di sviluppo potrebbe considerare tali elementi importanti per il futuro della saga. Questa ipotesi ha una sua coerenza perché il personaggio di Jun Kazama, mancante in un episodio mainline dal lontano Tekken 2, è uno dei più amati e richiesti della serie.
Un suo eventuale ritorno quindi potrebbe ottenere anche il favore della fanbase. Resta anche da sciogliere il nodo Street Fighter: durante il settimo capitolo è infatti stato reso "canonico" nell'universo di Tekken il personaggio di Akuma, proveniente dal mondo del picchiaduro di Capcom (qui il nostro speciale sul gameplay di Street Fighter 6). Sarà interessante scoprire se Bandai Namco vorrà approfondire o recidere questa diramazione narrativa.
La presenza di combattenti di altri universi sarà un nodo importante per il futuro di Tekken non soltanto a livello di lore, poiché i giocatori storici della saga del Pugno d'Acciaio si sono più volte mostrati critici verso i numerosi "guest character" del settimo capitolo. Personaggi come Akuma o Geese hanno aggiunto alcune interessanti meccaniche "prese in prestito" dai propri titoli d'origine, dividendo tuttavia il pubblico. A parere di molti, i nuovi arrivati inciderebbero troppo sul combat system e l'ortodossia del prodotto, e la gran parte della fanbase gradirebbe un ritorno alle origini senza proiettili di energia e nuovi indicatori di gioco.
Tra tradizione e innovazione
Tekken, al contrario del principale concorrente Street Fighter, ha preferito ridurre al minimo le innovazioni al proprio combat system, preferendo un minuzioso lavoro di perfezionamento di meccaniche già esistenti. Più che vera e propria "rivoluzione", ogni capitolo della saga dell'Iron Fist ha rappresentato una "evoluzione" del precedente. Il cast base e il moveset dei lottatori sono rimasti pressoché identici e anche aggiunte come il Rage Drive/Art o lo Slow Motion durante le fasi finali degli incontri, hanno abbellito le partite ma senza stravolgerne gli equilibri.
Tutto questo ha permesso alla saga di crearsi uno "zoccolo duro" di fan che supporteranno sempre e comunque il titolo, perchè vi troveranno tutto ciò che hanno amato nel corso dei decenni. Bandai Namco insomma ha da sempre cavalcato il motto "squadra che vince non si cambia", ma questo potrebbe non essere più sufficiente al giorno d'oggi. Il prossimo capitolo di Tekken si troverà a dover bilanciare una forte spinta al cambiamento proveniente dall'intero universo dei fighting game e l'esigenza di non far allontanare i fan storici e restii a sperimentare delle reali novità sul fronte ludico. Dal canto nostro, un capitolo più sperimentale sarebbe un toccasana per la longeva serie, perché potrebbe proiettare gli scontri di Kazuya e soci verso nuovi orizzonti. Street Fighter 6 ormai gioca a carte scoperte, e Bandai Namco non dovrà essere da meno.
Per il picchiaduro di Harada sarà necessario apportare delle importanti innovazioni tecnologiche per stare al passo coi tempi: non sarà più ammissibile un netcode ibrido ma bisognerà passare a un rollback puro, compito non facile in ambito 3D. Implementare il crossplay sarà fondamentale per rimuovere barriere e permettere ai giocatori di sfidarsi, a prescindere dalla piattaforma utilizzata. Tekken è da sempre un titolo ostico, con un infinito numero di mosse e combinazioni disponibili per ogni combattente.
Al fine di non snaturare troppo un prodotto che si è mantenuto costante negli anni, più che ridurre il numero di varianti di colpi che i personaggi possono eseguire, sarebbe opportuno introdurre dei tutorial più adeguati (camuffati magari da modalità single player) e diversificare meglio le animazioni che pugni e calci produrranno impattando con l'avversario, così da permettere ai neofiti di intuire quando premere un tasto per rompere l'offensiva del rivale o per "punire" una determinata combinazione.
In questo tornerebbe sicuramente utile un passaggio completo alla next gen, per diverse ragioni: Il prossimo capitolo potrebbe fregiarsi del titolo di "primo fighting game next gen" (Street Fighter 6 sarà Cross-Gen); si potrà intervenire più radicalmente sull'implementazione del rollback, notoriamente molto pesante sui processori delle console, o ampliare la varietà di animazioni e reazioni ai colpi dei nemici, proprio grazie ai nuovi hardware.
Come ribadito più volte dallo stesso Harada, il titolo è ancora lontano. Dei primi video di gameplay potrebbero essere mostrati in occasione dei The Game Awards questo inverno, mentre per una data d'uscita dovremo presumibilmente attendere la fine del 2023 o, addirittura, il 2024 inoltrato. Se questo tuttavia servirà a rendere il prossimo capitolo della saga Tekken una vera e propria rivoluzione all'interno del panorama dei picchiaduro, è giusto che il team di sviluppo impieghi quanto più tempo possibile per creare un prodotto rifinito e destinato a durare negli anni.
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