The Elder Scrolls Online: storia, attività e contenuti

Ripercorriamo tutti gli eventi di The Elder Scrolls Online: dai principali avvenimenti della storia ai contenuti più importanti.

The Elder Scrolls Online: storia, attività e contenuti
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • La vita di un MMORPG è lunga e tortuosa, e spesso, specialmente se dall'uscita sono trascorsi molti anni, gettarsi in un'esperienza di questo tipo può essere scoraggiante. The Elder Scrolls Online è una piacevole eccezione: ZeniMax ha infatti costruito un gioco di ruolo online molto accomodante per le nuove leve e che può essere fruito anche senza conoscere tutti i dettagli della storia e delle fazioni. Ciò non toglie che molti dei nuovi giocatori potrebbero tentennare di fronte a contenuti che continuano ad affastellarsi anno dopo anno: con questo articolo, proprio per aiutare gli utenti scoraggiati o quelli che si sono disinnamorati della produzione da lungo tempo, vogliamo fare il punto della situazione. Riassumeremo in sommi capi le vicende narrative principali, lo stato del mondo di gioco e la storia delle fazioni, parleremo dei contenuti tuttora disponibili (vi suggeriamo inoltre di leggere il nostro speciale sulle espansioni di The Elder Scrolls Online) e infine ci occuperemo dei principali cambiamenti alla formula ludica arrivati negli ultimi anni, senza risparmiare uno sguardo alla futura stagione che comincerà tra qualche settimana.

    Anno 576, Seconda Era

    Tamriel, il continente immaginario dell'universo di The Elder Scrolls, è governato dall'imperatore Leovic, un regnante malvoluto dal popolo che aveva legalizzato il culto dei Daedra. Questi ultimi sono delle entità che abitano un piano dimensionale chiamato Oblivion, quasi mai benevole e assetate di potere. Il gesto di Leovic condusse dunque a una grande sommossa popolare capeggiata da Varen Aquilarios: questi mise sotto assedio la Città Imperiale, irruppe nella Torre Oro-Bianco, dove sedeva l'imperatore, e pugnalò Leovic al cuore. Dopo la sua vittoria prese possesso del trono e si autoproclamò imperatore di Tamriel.

    Per essere considerati legittimi della carica di imperatore non basta, tuttavia, dimostrare fermezza e competenza militare: Tamriel è ricca di antiche tradizioni, e una di esse sostiene che gli unici individui legittimi al trono sono solo quelli nelle cui vene scorre del sangue di drago, i Dragonborn. Varen sapeva di non essere un Dragonborn, e temendo di venir considerato un sovrano illegittimo, istituì una compagnia composta da cinque membri tra i personaggi più influenti e potenti del tempo con l'obiettivo di trovare l'Amuleto dei re, un manufatto che l'avrebbe trasformato in un sangue di drago.

    In realtà si trattava di un astuto piano ordito dal mago elfico Mannimarco, che ingannò Varen e sfruttò invece il potere dell'amuleto per consentire al principe daedrico Molag Bal di assorbire l'intero pianeta nel piano dell'Oblivion. L'evento, chiamato Soulburst, colpì Tamriel nella sua interezza: Molag Bal fece uso anche di enormi ancore dimensionali per velocizzare il processo e favorire invasioni demoniache sempre più numerose. Il cataclisma fu l'anticamera di una guerra che avrebbe scosso l'intero continente.

    La Guerra dei Tre Stendardi

    Le notizie dell'invasione della Città Imperiale da parte delle forze di Molag Bal giunsero rapidamente in tutta Tamriel e innescarono eventi bellicosi che coinvolsero alleanze vecchie e nuove. L'Aldmeri Dominion fu fondato subito dopo il tumulto provocato dall'inganno di Mannimarco: la regina degli alti elfi Ayren, regnante dell'isola di Summerset, avviò una collaborazione diplomatica tra alti elfi, elfi dei boschi e Khajiit (una specie di gatti antropomorfi) per combattere le "razze inferiori" di Tamriel.

    L'obiettivo del Dominion è quello di stabilire un impero controllato dagli elfi, l'unica razza, secondo Ayrenn e i suoi seguaci, in grado di stabilire un governo illuminato. Come ogni altra alleanza, tuttavia, il Dominion ospita al suo interno correnti di pensiero in contrasto tra loro, questa diversità di punti di vista è spesso fomentata dalla tracotanza degli alti elfi, che considerano qualsiasi altra razza come inferiore.

    La Daggerfall Covenant era stata invece istituita molto prima che Molag Bal invadesse Tamriel: Bretoni, Redguard (due razze dalle fattezze umane) e Orchi strinsero un accordo per far fronte a povertà e razzie. Nonostante tra i ranghi della Covenant scorresse dell'astio, l'alleanza si dimostro unita quando scoppiò la Three Banners War per il dominio di Tamriel: il suo scopo era quello di ridare forma all'impero e evitare che il suo collasso provocasse altre vittime.

    Fieramente indipendentisti, i popoli del Ebonheart Pact, combattevano invece per mantenere la propria autonomia. Il Pact fu fondato più di un decennio prima rispetto agli accadimenti che hanno coinvolto la Città Imperiale: si tratta di un'alleanza sull'orlo del collasso, composta da uomini del nord, da elfi scuri e dagli Argoniani (uomini lucertola bipedi), che insieme formerebbero un esercito inarrestabile, se non fosse così diviso. L'unico collante tra queste tre razze così diverse è la loro intenzione di proteggere i propri confini ed evitare qualsiasi dominio straniero.

    Il conflitto tra le tre alleanze, chiamato appunto Three Banners War, si svolge circa mille anni prima degli eventi di Skyrim e nella storia dell'universo di gioco occupa un posto rilevante. Nel titolo di ZeniMax Online, tuttavia, rimane sempre nello sfondo e il suo sviluppo e il suo esito non sono chiari. Probabilmente si tratta di una frangia di contenuti che è stata progressivamente abbandonata quando The Elder Scrolls: Online ha cambiato pelle e ha preferito concentrarsi più sulle vicende di specifici personaggi che su quelle del mondo di gioco.

    Il Senz'anima

    La storia dei giocatori inizia subito dopo il cataclisma causato da Molag Bal: il protagonista è un individuo (personalizzabile nell'estetica e nella scelta della razza) che è stato sacrificato a Molag Bal e poi imprigionato in una cella dell'Oblivion. Liberato da Lyris, una guerriera che faceva parte della compagnia istituita da Varen Aquilarios per la ricerca dell'Amuleto dei Re, quello che viene soprannominato Vestige o Soulless One inizia una missione per recuperare la sua anima rubata da Molag Bal e al contempo salvare Tamriel.

    Le vicende della trama si intrecciano, soprattutto nei primi momenti, con quelle della Three Banners War (e cambiano in base all'alleanza scelta), per poi uniformarsi verso la parte centrale e finale dell'avventura che portano il Vestige ad affrontare direttamente il principe dei daedra. Nel mezzo incontra l'ex imperatore Varen Aquilarios, celato sotto lo pseudonimo de Il Profeta, l'astuto mago imperiale Abnur Tharn, maestro del sotterfugio e dei doppi giochi, così come lo stesso Mannimarco, che si copre avere un piano molto più complesso: tradire Molag Bal e prendere il suo posto come divinità. Sventato il piano di Mannimarco e affrontato a singolar tenzone Molag Bal, il Vestige riesce a salvare Tamriel dalla distruzione e a recuperare ciò che gli era stato rubato.

    A differenziare un racconto altrimenti ricco di reminiscenze di altri lavori fantasy, c'è un approccio alla narrativa che si separa molto dagli altri MMORPG. Al giocatore è concesso di approfondire, attraverso il dialogo, numerosi dettagli della storia, così come è obbligato ad alcune scelte, una delle quali proprio nel finale. Ci sono poi decine di testi e libri che esplorano il folklore delle varie regioni di gioco e delle razze che le abitano.

    Missioni, dungeon e PvP

    Chi si approccia per la prima volta a The Elder Scrolls: Online deve immaginare un gioco tripartito: da una parte c'è la componente dedicata alla storia, che non contempla (almeno narrativamente) la presenza di più giocatori. In mezzo c'è il PvE (player versus environment) cooperativo, in cui, con l'aiuto di altri utenti, si combattono enormi world boss o si ripuliscono dungeon infestati da mostri.

    Dall'altro lato c'è invece il PvP (player versus player), forse la componente meno sviluppata del gioco di ZeniMax, dove si affrontano giocatori di diverse alleanze. Queste tre componenti sono raramente in comunicazione e possono persino essere ignorate del tutto da chi decide di dedicarsi solamente a una tipologia di contenuti.

    Se, da una parte, questo approccio crea numerosi problemi di coerenza interna e indebolisce il racconto (ne abbiamo parlato più approfonditamente nelle recensioni di Summerset ed Elsweyr), dall'altra bisogna dire che rende anche più facile godersi il gioco in completa solitudine, con minime interferenze. Per i più solitari, dunque, sono disponibili i contenuti più vari e numerosi: da sidequest sullo stile degli RPG a giocatore singolo (alcune anche dai risvolti interessanti), a missioni principali dal gusto epico.

    Chi invece non disdegna la compagnia di qualche amico può dedicarsi ai numerosissimi dungeon (a cui se ne aggiungono altri a cadenza regolare): grazie all'aggiornamento One Tamriel, che ha rimosso ogni requisito di livello e le barriere di fazione, è possibile unirsi a qualsiasi compagno attraverso un invito o in un gruppo random grazie al dungeon finder, che seleziona giocatori in base al ruolo. I dungeon hanno una struttura classica, ma non sono semplici corridoi popolati da nemici: c'è una breve storia che viene spesso introdotta da un personaggio situato all'inizio del percorso, e che mano mano si sviluppa fino al raggiungimento di una bossfight a tema.

    Per chi cerca la competizione c'è il PvP, anche se la modalità non ha ricevuto aggiornamenti di peso fin dal 2015, quando è stato pubblicato il DLC The Imperial City che ha introdotto una grossa area in cui PvE e PvP si miscelano tra loro. Nella mappa di Cyrodiil, nei pressi della Città Imperiale, si svolgono veri e propri combattimenti di massa che includono anche armi d'assedio: l'obiettivo è quello di supportare la propria alleanza nella conquista di fortezze per rafforzare il dominio sulla regione. Ci sono però anche modalità più classiche, come il deathmatch a squadre, cattura la bandiera e dominio; ed altre più peculiari, ad esempio Chaos Ball, in cui si deve recuperare una palla e portarla dietro le linee nemiche, e Crazy King, una variante di dominio, con punti di controllo che appaiono continuamente in zone diverse. Per alcuni il PvP potrebbe rappresentare un semplice divertissement tra un dungeon e un altro, ma approcciato con l'idea di diventare competitivi spinge a uno studio molto attento di build e abilità, in sintonia anche con gli aggiornamenti pubblicati.

    Uno sguardo al futuro

    Dopo aver toccato i vari aspetti di The Elder Scrolls: Online e ricapitolato i contenuti attualmente disponibili, vogliamo spingere lo sguardo al futuro. Il 2019 ha segnato un punto di svolta per il gioco di ZeniMax, con l'arrivo di una prima vera stagione. Quella chiamata "Season of the Dragon" era una serie di contenuti a tema dedicati ai draghi e uniti da una storyline che si dipanava attraverso contenuti principali (che includevano nuove regioni) e secondarie (dei dungeon).

    Il 2020 vedrà l'arrivo di "The Dark Heart of Skyrim", un'altra stagione tematica, questa volta dedicata alle gelide lande di Skyrim, che si comporrà di quattro espansioni: la seconda (che verrà pubblicata dopo il dungon pack Harrowstorm), ossia Greymoor, introdurrà la parte occidentale di Skyrim dominata dalla città di Solitude e i sotterranei di Blackreach, un'antica città nanica.

    ZeniMax è intenzionata a proseguire sulla strada tracciata dagli altri contenuti, continuando a favorire l'ingresso di nuovi giocatori e incentivando l'esplorazione. La più grossa novità sarà relativa alle tematiche: più oscure e gotiche, secondo il creative director Rich Lambert, e quindi più idonee a raccontare vicende che riguarderanno vampiri, lupi mannari e streghe. Il supporto, insomma, continuerà ancora per molto altro tempo, e in modalità molto favorevoli anche per chi gioca solo saltuariamente.

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