The Evil Within 2: primo sguardo alla serie a fumetti di Titan Comics

Bethesda e Titan Comics hanno pubblicato recentemente il primo volume della serie a fumetti di The Evil Within: scopriamolo insieme.

The Evil Within 2: primo sguardo alla serie a fumetti di Titan Comics
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • I tempi che corrono ci hanno insegnato almeno una cosa sui prodotti mainstream: a qualunque medium facciano capo, se riusciranno a far breccia nei cuori delle persone allora state pur certi che si espanderanno creando un universo narrativo, spesso transmediale. Il fenomeno in questione va avanti da un bel po' nel mondo dei videogiochi, ma è solo ultimamente che si è iniziato a parlare di "universi espansi", come nel caso di Final Fantasy XV, di Deus Ex o, ancor più di recente, com'è capitato a Bethesda ed ai suoi prodotti di punta. Wolfenstein, Dishonored, The Evil Within, persino Quake Champions, ad ognuno è stata dedicata una serie di fumetti realizzati da Titan Comics e pubblicati proprio in questi mesi. Visto che siamo al ridosso dell'uscita di The Evil Within 2, abbiamo pensato di dare un'occhiata al primo episodio (il secondo arriverà la settimana prossima) della trasposizione su carta delle avventure del detective Sebastian Castellanos.

    Incubi cartacei

    Per la cronaca: nel 2014 sempre Titan Comics pubblicò una serie di quattro fumetti firmati da Ian Edginton dedicati al gioco di Shinji Mikami, ma si trattò di un tentativo timido e dimenticabilissimo. I nuovi albi (che non hanno nessun collegamento con i precedenti) sono decisamente più ambiziosi e si situano, narrativamente parlando, tra il primo ed il secondo The Evil Within. Gli autori sono inoltre dei grandi appassionati del videogioco, come hanno affermato in un'intervista: lo scrittore Ryan O'Sullivan (Warhammer 40,000: Dawn of War III, Turncoat) ha dichiarato anche di essere un amante dei film di Hitchcock e della serie di Saw, due modi diversi e quasi contrastanti di vedere l'horror, che tuttavia nella visione di O'Sullivan convergono entrambi in The Evil Within. Tra le altre influenze troviamo anche Shelley e Stoker, mangaka del calibro di Junji Ito (autore di Tomie, da cui sono stati tratti anche dei lungometraggi) e videogiochi come Resident Evil, Silent Hill, Dead Space, System Shock, Alone in the Dark e Amnesia.

    La scrittura del plot ha attinto da tutte queste fonti, rimanendo però fedele all'impostazione originale del gioco: la narrazione segue quindi dei ritmi molto vari, quasi schizofrenici, muovendosi tra fasi un po' più lente e ponderose e tra altre rapide e più ingarbugliate. Ad affiancare O'Sullivan troviamo Damien Worm (The October Faction) e Szymon Kudransknski (30 Days of Night Annual, Spawn), entrambi talentuosi illustratori amanti dell'orrore che hanno disegnato delle tavole dall'estetica intrigante. Anche grazie al loro tratto il fumetto di The Evil Within si carica di uno stile avvolgente, che riesce a ricreare le suggestioni del gioco di Tango Gameworks.
    L'albo, infatti, si lascia sfogliare con piacere, colpisce col suo dinamismo: la rigidità geometrica dei pannelli in cui Sebastian dialoga con il suo assistente in merito ad un serial killer che terrorizza la città perde, ad un certo punto, tutto il suo rigore formale e si trasforma in un incubo balbettante in cui i colori diventano molto più caldi e le figure assumono un aspetto più longilineo e caricaturale. Lo stacco netto di stile (che i due illustratori hanno mantenuto molto personale, senza creare un "ibrido" di qualche sorta) è quello che donna al fumetto vivacità e fa sentire il lettore spaesato, confuso.
    E anche quando la "schematicità" dei pannelli non viene alterata da nessun tipo di trovata stilistica, si può assistere ad inquadrature sbilenche e curiose, assecondate da un lettering che muta e si adatta alla situazione. Sono almeno tre le pagine in cui l'estetica esplode, rompendo la realtà di carta su cui giacciono le figure. Il primo caso è un viaggio fisico e mentale suddiviso in due splash page in cui Sebastian parla ad uno psicologo delle sue passate esperienze nello STEM.

    Nella mente di Sebastian Castellanos

    Lo strizzacervelli ed il detective si muovono su uno sfondo bianco, come se camminassero direttamente sulla nuda pagina, dietro di loro si vedono degli artwork in sequenza che raffigurano alcuni dei ricordi nella mente di Castellanos: sono organizzati in strette colonne e si susseguono come una sfilza di arditi jump cut, creando una scena in cui la dimensione psicologica e quella materiale si fondono. La terza tavola è ambientata in una scena del crimine: Sebastian ed un suo collega stanno ispezionando un capanno in cui si è appena consumato un efferato omicidio.

    Le fasi dell'indagine sono scandite da disegni che immortalano i due poliziotti in posizioni diverse, inseriti poi in un'unica ambientazione che occupa l'intera pagina. A guardare quell'immagine sembra così di vedere tanti Castellanos in movimento su un unico set, ma l'azione è resa più leggibile da una catena di cornici che ingabbiano - a fatica - i protagonisti.
    Col suo vibrante movimento e la sua varietà di canoni stilistici cuciti tra loro, in definitiva, il primo fumetto dedicato a The Evil Within ci ha colpito in positivo. I suoi punti di forza risiedono in gran parte nell'estetica, nei cromatismi, nella quasi sconnessa struttura dei pannelli, tutte scelte che hanno permesso di ricreare lo stile del videogioco sotto forma di comic book. Non aspettatevi inoltre un plot eccessivamente didascalico e costruito solo per raccontare i dettagli della storia che intercorre tra il primo ed il secondo capitolo del brand: l'albo - nonostante sia ancora al suo primo episodio - si ritaglia un suo spazio e si prende i suoi tempi, sfugge alla definizione di "mero ponte" appropriandosi di una personalità tutta sua. Fateci più che un pensierino se non vi spaventa leggere in lingua inglese ed amate il mondo delle matite e della china.

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