The Haunted PS1 Demo Disc 2021: giochi horror a 32-bit

The Haunted PS1 Demo Disc 2021 offre una selezione di giochi horror stile 32-bit, con ispirazione da classici PlayStation come Silent Hill e Resident Evil.

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  • Dopo l'ottimo riscontro ottenuto con la prima edizione di The Haunted PS1, il collettivo di talentuosi appassionati di retrogaming ritorna con una nuova raccolta di demo. Le premesse sono le stesse dell'anno scorso, ma questa iterazione del disco demo ispirato ai tempi d'oro della prima PlayStation si dimostra ancora più curata e densa di contenuti. Il numero di titoli indie presenti al suo interno cresce fino a 25, con una selezione decisamente più convincente e ad ampio respiro, in grado di toccare diversi generi ma rimanendo sempre fedele all'estetica di riferimento. Il progetto, scaricabile gratuitamente, merita di essere sviscerato a fondo: ecco qualche consiglio per orientarsi al meglio all'interno di questo museo degli orrori.

    Orrore a 32-bit

    Lo scopo di The Haunted PS1 è quello di fornire una vetrina di esposizione ai progetti più interessanti della scena indie horror che si rifanno all'inconfondibile estetica della prima console Sony. Non ci sono criteri precisi e stringenti attuati durante la composizione della raccolta, ma tutti i titoli in un modo o nell'altro rimandano i giocatori a quell'epoca precisa del gaming: non solo tramite l'utilizzo di texture a bassa risoluzione, filtri grafici impastati e grezzi modelli poligonali, ma anche pescando a piene mani dall'immaginario che si è forgiato in quegli anni.

    Da citazioni più o meno letterarie ai mostri sacri del genere all'estensivo utilizzo di controlli ingessati e telecamere a inquadratura fissa, per arrivare alla natura stessa del disco demo, tutto concorre a proiettare il giocatore indietro di quasi tre decenni. Chi ha vissuto in prima persona quel periodo storico non potrà che sentirsi immediatamente a casa: una familiarità che si manifesta soprattutto nello spettrale museo che è stato scelto come hub di congiunzione di tutte le demo. Il gruppo dietro a The Haunted ha in effetti svolto un lavoro maniacale per quanto riguarda la presentazione: oltre alla bontà dei giochi inseriti in questa seconda edizione, è proprio il launcher interattivo sotto forma di museo dell'orrore a rendere tutto così omogeneo e coeso. Uscito direttamente dalle strade del primo Silent Hill, l'edificio risulta esplorabile e ricco di informazioni/piccoli easter egg: un luogo che nasconde qualche segreto che solo i giocatori più attenti e curiosi riusciranno a scovare. Volendo, dal menù iniziale si può scegliere di accedere direttamente ai giochi tramite una lista, ma il nostro consiglio è di non farsi prendere dalla fretta e respirare appieno l'inquietante costruzione che a conti fatti si dimostra parte integrante di una collection che purtroppo non esiste in edizione fisica.

    Come anticipato, i 25 titoli presenti spaziano tra i generi più disparati. Non abbiamo infatti solo survival horror puri in stile Resident Evil o Silent Hill, ma anche particolari esperimenti come il surrealista Mummy Sandbox, il parkour simulato in salsa horror di Lorn's Lure, il dungeon crawling procedurale di Fiend's Isle e produzioni dai toni più leggeri come Ghastly Goodies, un platform esteticamente reminescente di 40 Winks e in parte anche di Spyro, o la folle rivisitazione in chiave 32 bit della Garry's Mod.

    C'è insomma parecchio da esplorare all'interno di una raccolta pensata per soddisfare i gusti di un grande ventaglio di giocatori. Ricordiamo che si tratta di demo di progetti amatoriali, quindi di titoli in fase embrionale o sprovvisti ancora di una data di uscita ufficiale. Nonostante questo, abbiamo scelto 5 titoli che hanno mostrato un grande potenziale e che potrebbero essere in grado di concretizzarsi in delle avventure di tutto rispetto.

    Pathogen X

    Avviando la demo di Pathogen X sono subito chiari i punti di riferimento della produzione. Nella creazione del titolo gli sviluppatori hanno tenuto bene a mente la lezione dei primi Resident Evil, modernizzandone però la formula ludica. Nella demo non è disponibile la modalità storia ma solo una denominata "arcade", che ricorda contenuti post-game del calibro di "The 4th Survivor" e "Mercenari". Al giocatore è richiesto di esplorare un laboratorio zeppo di mostruosità nel tentativo di recuperare un vaccino ed evacuare l'edificio senza soccombere alla minaccia del virus.

    Se menù, inventario, mappa e schermate di caricamento citano letteralmente la prima trilogia di Resident Evil, i comandi sono decisamente più al passo con tempi e il protagonista si controlla da una visuale che ricorda l'impostazione resa celebre da Resident Evil 4 (qui la nostra recensione di Resident Evil 4 Remastered). Graficamente Pathogen X ricalca in modo molto intelligente l'era PS1 tramite dei filtri grafici particolarmente riusciti, ma sistema di illuminazione e complessità dei modelli poligonali sono decisamente fuori portata per l'hardware dell'epoca, creando un contrasto tutto sommato convincente.

    La demo purtroppo si può completare in un quarto d'ora circa, eppure la natura in parte procedurale della disposizione degli oggetti e delle stanze unita a un sistema di ranking che tiene conto di svariati fattori garantiscono una buona rigiocabilità, in attesa di poter testare con mano l'avventura principale.

    The Chameleon

    The Chameleon è invece uno stealth in terza persona che potrebbe ricordare alla lontana i primi Syphon Filter, ma che in realtà si avvicina molto di più alle tematiche "new weird" recentemente assaporato in Control di Remedy (ecco la nostra recensione di Control). Tra i vari poteri che il protagonista potrà acquisire per sfuggire alla vista delle guardie che perlustrano il laboratorio segreto da cui saremo impegnati a scappare, c'è infatti l'abilità di mutare forma per passare inosservati. Un concept interessante che però pecca un po' in esecuzione. Infatti ogni azione, comprese quelle più basilari come correre e quelle più complesse come le proprietà camaleontiche del nostro avatar, consumano una barra dell'energia che una volta esaurita lascia completamente inerme il giocatore.

    L'utilizzo dei poteri è severamente limitato e i travestimenti non riescono a durare più di una manciata di secondi, diventando a conti fatti quasi impossibili da utilizzare. L'esplorazione dovrebbe essere incentivata dalla presenza di cristalli in grado di incrementare l'energia totale: un'idea rimasta però solo e soltanto sulla carta, visto che la cronica mancanza di potere impedisce di elaborare complesse strategie di evasione. Difetto non di certo marginale, che potrà comunque essere tranquillamente limato in fase di bilanciamento del prodotto finale. Una prospettiva che ci auguriamo si avveri, anche perché tra i tanti pregi intravisti nella breve demo c'è un motore grafico che coglie appieno lo stile dell'era PS1, forse uno dei più convincenti dell'intera collection.

    Chasing Static

    Con Chasing Static abbiamo invece un'avventura in prima persona che attinge a piene mani dal primo Silent Hill. La storia inizia con un uomo che ritorna a casa per seppellire suo padre: mentre si trova a guidare nel mezzo del nulla, si ferma in una tavola calda dove viene accolto da una gentile cameriera. In men che non si dica la normale conversazione cede il posto ad eventi paranormali inspiegabili, che aprono in modo molto convincente ad una narrazione che - pur svelando veramente poco delle sue coordinate - è in grado di avvolgere il giocatore in una coltre di mistero ed inquietudine.

    Le poche sequenze di gioco mostrate danno la possibilità di interagire in modo azzeccato con l'ambiente e sarà richiesto anche di risolvere un piccolo puzzle per procedere all'interno del prologo. Insomma, grazie a un ritmo narrativo misurato e a un gameplay semplice ma funzionale, la demo di Chasing Static riesce nell'intento di catturare l'attenzione.

    Risu

    Decisamente più atipica la demo di Risu, un survival horror di stampo classico che promette di incorporare elementi propri anche degli action platformer. Sono due i fattori che stupiscono e convincono di questo rapido assaggio delle potenzialità del gioco. Il primo è che in Risu sono già più difficili da individuare i punti di riferimento che sono serviti da ispirazione al titolo: c'è di sicuro una fascinazione per l'horror giapponese puro, anche se non mancano delle contaminazioni umoristiche che spezzano la pesantezza dell'ambientazione.

    L'altro elemento è rappresentato dall'ottima direzione artistica, che si concretizza non solo in un sapiente utilizzo dei filtri grafici e dell'illuminazione (volti a valorizzare l'inquietante desolazione dell'istituto in cui ci ritroveremo a vagare) ma anche nell'innovativa regia. I movimenti di Risu saranno infatti seguiti da inquadrature dinamiche, dando luogo a transizioni fluide tra un ambiente e l'altro. È difficile prevedere come si evolverà un progetto del genere e soprattutto capire se riuscirà a mantenere alto il livello qualitativo mostrato nei primi minuti di gioco: le potenzialità però ci sono tutte.

    The Lunar Effect

    The Lunar Effect è forse la produzione più interessante di tutto il Demo Disc. Un protagonista spaesato, una magione apparentemente deserta, tank control, inquadrature fisse e una tonnellata di enigmi. Il tutto graziato da una grafica "low poly" particolarmente ispirata: gli ingredienti per una ricetta perfetta sono innegabili. Anche se il gioco sembra ricercare l'ispirazione più nei primi capitoli di Alone in the Dark, non è difficile immaginare The Lunar Effect come titolo uscito direttamente dalla line up PS1. Gli enigmi ambientali si rifanno alla tradizione dell'inverosimile complessità della magione Spencer, e ad aggiungere un tocco imprevedibile c'è un timer di mezz'ora che impone una certa celerità al giocatore (pena il game over).

    Quanto visto nella demo non si discosta dai canoni di un'avventura classica, eppure in chiusura sembra esserci una timida apertura a fasi action che potrebbero concretizzasi in combattimenti o, più verosimilmente, in fasi di fuga alla Clock Tower. Anche questa demo presenta un sistema di valutazione che prende in considerazione diversi parametri, spingendo a molteplici run nel tentativo di scoprire tutto quello che il gioco ha da offrire speriamo che The Lunar Effect si mostri presto nella sua forma definitiva.

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