Quando Nintendo ammette di essere al lavoro su una nuova avventura di The Legend of Zelda, gli appassionati di videogiochi si lasciano andare in manifestazioni di giubilo e scoprono l'abilità (innata) del salto carpiato. Ma a prescindere dai personaggi, dall'impostazione Action RPG e dalle atmosfere fantastiche, quasi nessuno ha idea di quale sarà l'atmosfera, l'aspetto grafico, la struttura dei puzzle. Per farla breve: ci si fida di Miyamoto, Aonuma ed Iwata. Del tocco e talento di quei giapponesi che in passato non hanno mai sbagliato (o quasi). Per The Legend of Zelda Wii U ancora una volta abbiamo incrociato le dita, abbiamo soppesato la demo tecnica dell'E3 2011 e abbiamo trattenuto il fiato. Per poi rilasciarlo all'apparizione di un semplice screenshot animato verso metà del Nintendo Digital Event: un Aonuma visibilmente ottimista ed eccitato ha snocciolato alcune delle caratteristiche del prossimo gioco (su tutte la struttura Open World), prima di scomparire dalla scena e lasciare parlare un breve ma significativo trailer abbastanza indicativo dello stile che grazierà il capitolo in uscita nel 2015. Ma cosa rendeva così raggiante l'attuale producer di Zelda? Perchè era così sicuro che i fan l'avrebbero presa bene? In cosa confidava per una positiva accoglienza?
Behind Legend of Zelda
Ripensando all'annuncio chi scrive ha avuto un po' di dubbi nel decidere se la futura avventura di Link su Wii U lo intriga oppure lo lascia indifferente. Proverà in questa sede a prendere una posizione, alla luce dei suoi trascorsi (tutti positivi) con la saga... Tanto per cominciare: cosa rende uno Zelda uno Zelda? Ovvero quali elementi si ripresentano in ogni episodio? Il piccolo Shigeru Miyamoto quando era adolescente amava prendere il suo zainetto ed avventurarsi per i boschi attorno a Kyoto. Un passo dopo l'altro camminava con il proposito di smarrirsi, spinto dalla curiosità di un pertugio roccioso o dall'infittirsi della vegetazione. Ogni volta che lasciava per qualche spalle la dimora paterna doveva anche sgusciare via da un molosso vicino, un cagnaccio che si è trasformato nel Categnaccio debuttante in Super Mario Bros 3 e nel coevo Zelda A Link's Awakening. Lasciarsi alle spalle gli affetti e le sicurezze fanciullesche per intraprendere un percorso di crescita, di fortificazione e di curiosità. Questo bene o male è presente in ogni episodio della serie: un senso di distacco tra l'incanto iniziale e la cupa realtà così come trasfigurata di volta in volta da Ganon. Agli elementi cardine di volta in volta si accompagnano significative variazioni, che dilatano o mutano un elemento significativo della formula di gioco: il setting, i mezzi di trasporto, la caratterizzazione dei personaggi, la disposizione dei dungeon, gli strumenti a disposizione. E' innegabile che la preferenza dei fan per un capitolo piuttosto che un altro dipende proprio da questi fattori solo in apparenza secondari. Questione di gusti dato che per uno che adora la cristallina dualità di A Link to the Past, un altro gioisce per la progressione franta dei due Oracle con i loro sbalzi stagionali o temporali. E per uno che apprezza il fantasy classico di Ocarina of Time ne troviamo un altro che adora l'apocalisse di Majora's Mask, un altro il realismo da Signore degli Anelli di Twilight Princess, l'ironia piratesca di Wind Waker e qualcuno pure il mondo fra le nuvole di Skyward Sword. Poi di colpo Nintendo regala un seguito ad A Link to the Past su Nintendo 3DS e ci ricorda perchè dopo Epona, dopo navi corsare, Midna e pennuti, un Link a volo d'uccello è ancora in grado di scioglierci il cuore...
Dunque non esiste né uno stile univoco a tutti gli Zelda e neppure un episodio unanimemente riconosciuto come migliore. Ogni episodio è una storia a sé ed ogni episodio riesce per fortuna ad eccellere in qualche particolare ambito: Skyward Sword è poco caratterizzato nell'ambientazione e pure il gameplay si trascina in maniera eccessiva, ma lo schema di controllo è quanto di più fluido e preciso sia mai stato possibile con il Wiimote. A Link between Worlds ha proposto un peculiare sistema di scambio e presa in prestito degli strumenti, divenuto immediatamente inutile non appena il giocatore racimolava le Rupie necessarie per acquistarli permanentemente: però l'intuizione del Link che si appiattisce sui muri, nonchè la volontà di affrontare i dungeon in ordine sparso ha ringalluzzito dove era necessario una formula di gioco con 20 anni sul groppone. C'è la certezza che su qualunque punto andrà ad insistere Aonuma ed il team dietro di lui, ne uscirà qualcosa di eccellente perchè negli sviluppatori che hanno preso in carico The Legend of Zelda c'è una genuina certezza di visione e tradizione. Sanno dove spingere il franchise in futuro, sanno interpretare in maniera grandiosa le macchine su cui lavorano e sanno cosa ha reso grande il franchise in passato. Detto questo The Legend of Zelda Wii U gioca nel pensare ad un mondo vasto quanto quello di Skyrim, s'ispira alle coreografie cavalleresche de La Principessa Mononoke, punteggia il panorama all'orizzonte di animali e persone (senza identità?), casupole e villaggi, foreste e vulcani. Si permette anche di levare a Link la casacca verde, oltre che di ritoccare l'acconciatura dei suoi biondi capelli: non sappiamo per quale ragione, ma qualcuno avrà trovato la giustificazione del caso. E' troppo presto per pensare su cosa punterà Nintendo, ma il sorriso sicuro di Aonuma è più che indicativo di quanta energia e vigore creativo alberghi ancora nella saga videoludica per eccellenza. Di fronte ad un racconto che non cade mai di stile ogni volta che viene narrato, la rivoluzione del gameplay e della struttura dei dungeon è tutto fuorchè una priorità!
Che voto dai a: The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Media Voto Utenti Voti: 433
8.9
nd
Altri contenuti per The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Speciale The Legend of Zelda arriva su Wii U
Cosa rende eccellente ogni Zelda? Perchè attendere con tranquillità il nuovo episodio?
Quando Nintendo ammette di essere al lavoro su una nuova avventura di The Legend of Zelda, gli appassionati di videogiochi si lasciano andare in manifestazioni di giubilo e scoprono l'abilità (innata) del salto carpiato. Ma a prescindere dai personaggi, dall'impostazione Action RPG e dalle atmosfere fantastiche, quasi nessuno ha idea di quale sarà l'atmosfera, l'aspetto grafico, la struttura dei puzzle.
Per farla breve: ci si fida di Miyamoto, Aonuma ed Iwata. Del tocco e talento di quei giapponesi che in passato non hanno mai sbagliato (o quasi). Per The Legend of Zelda Wii U ancora una volta abbiamo incrociato le dita, abbiamo soppesato la demo tecnica dell'E3 2011 e abbiamo trattenuto il fiato. Per poi rilasciarlo all'apparizione di un semplice screenshot animato verso metà del Nintendo Digital Event: un Aonuma visibilmente ottimista ed eccitato ha snocciolato alcune delle caratteristiche del prossimo gioco (su tutte la struttura Open World), prima di scomparire dalla scena e lasciare parlare un breve ma significativo trailer abbastanza indicativo dello stile che grazierà il capitolo in uscita nel 2015.
Ma cosa rendeva così raggiante l'attuale producer di Zelda? Perchè era così sicuro che i fan l'avrebbero presa bene? In cosa confidava per una positiva accoglienza?
Behind Legend of Zelda
Ripensando all'annuncio chi scrive ha avuto un po' di dubbi nel decidere se la futura avventura di Link su Wii U lo intriga oppure lo lascia indifferente. Proverà in questa sede a prendere una posizione, alla luce dei suoi trascorsi (tutti positivi) con la saga...
Tanto per cominciare: cosa rende uno Zelda uno Zelda? Ovvero quali elementi si ripresentano in ogni episodio?
Il piccolo Shigeru Miyamoto quando era adolescente amava prendere il suo zainetto ed avventurarsi per i boschi attorno a Kyoto. Un passo dopo l'altro camminava con il proposito di smarrirsi, spinto dalla curiosità di un pertugio roccioso o dall'infittirsi della vegetazione. Ogni volta che lasciava per qualche spalle la dimora paterna doveva anche sgusciare via da un molosso vicino, un cagnaccio che si è trasformato nel Categnaccio debuttante in Super Mario Bros 3 e nel coevo Zelda A Link's Awakening.
Lasciarsi alle spalle gli affetti e le sicurezze fanciullesche per intraprendere un percorso di crescita, di fortificazione e di curiosità. Questo bene o male è presente in ogni episodio della serie: un senso di distacco tra l'incanto iniziale e la cupa realtà così come trasfigurata di volta in volta da Ganon.
Agli elementi cardine di volta in volta si accompagnano significative variazioni, che dilatano o mutano un elemento significativo della formula di gioco: il setting, i mezzi di trasporto, la caratterizzazione dei personaggi, la disposizione dei dungeon, gli strumenti a disposizione. E' innegabile che la preferenza dei fan per un capitolo piuttosto che un altro dipende proprio da questi fattori solo in apparenza secondari.
Questione di gusti dato che per uno che adora la cristallina dualità di A Link to the Past, un altro gioisce per la progressione franta dei due Oracle con i loro sbalzi stagionali o temporali. E per uno che apprezza il fantasy classico di Ocarina of Time ne troviamo un altro che adora l'apocalisse di Majora's Mask, un altro il realismo da Signore degli Anelli di Twilight Princess, l'ironia piratesca di Wind Waker e qualcuno pure il mondo fra le nuvole di Skyward Sword. Poi di colpo Nintendo regala un seguito ad A Link to the Past su Nintendo 3DS e ci ricorda perchè dopo Epona, dopo navi corsare, Midna e pennuti, un Link a volo d'uccello è ancora in grado di scioglierci il cuore...
Dunque non esiste né uno stile univoco a tutti gli Zelda e neppure un episodio unanimemente riconosciuto come migliore. Ogni episodio è una storia a sé ed ogni episodio riesce per fortuna ad eccellere in qualche particolare ambito: Skyward Sword è poco caratterizzato nell'ambientazione e pure il gameplay si trascina in maniera eccessiva, ma lo schema di controllo è quanto di più fluido e preciso sia mai stato possibile con il Wiimote. A Link between Worlds ha proposto un peculiare sistema di scambio e presa in prestito degli strumenti, divenuto immediatamente inutile non appena il giocatore racimolava le Rupie necessarie per acquistarli permanentemente: però l'intuizione del Link che si appiattisce sui muri, nonchè la volontà di affrontare i dungeon in ordine sparso ha ringalluzzito dove era necessario una formula di gioco con 20 anni sul groppone.
C'è la certezza che su qualunque punto andrà ad insistere Aonuma ed il team dietro di lui, ne uscirà qualcosa di eccellente perchè negli sviluppatori che hanno preso in carico The Legend of Zelda c'è una genuina certezza di visione e tradizione. Sanno dove spingere il franchise in futuro, sanno interpretare in maniera grandiosa le macchine su cui lavorano e sanno cosa ha reso grande il franchise in passato.
Detto questo The Legend of Zelda Wii U gioca nel pensare ad un mondo vasto quanto quello di Skyrim, s'ispira alle coreografie cavalleresche de La Principessa Mononoke, punteggia il panorama all'orizzonte di animali e persone (senza identità?), casupole e villaggi, foreste e vulcani. Si permette anche di levare a Link la casacca verde, oltre che di ritoccare l'acconciatura dei suoi biondi capelli: non sappiamo per quale ragione, ma qualcuno avrà trovato la giustificazione del caso.
E' troppo presto per pensare su cosa punterà Nintendo, ma il sorriso sicuro di Aonuma è più che indicativo di quanta energia e vigore creativo alberghi ancora nella saga videoludica per eccellenza. Di fronte ad un racconto che non cade mai di stile ogni volta che viene narrato, la rivoluzione del gameplay e della struttura dei dungeon è tutto fuorchè una priorità!
Che voto dai a: The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Voti: 433
Altri contenuti per The Legend of Zelda: Breath of the Wild