Top 5: giochi ancora inarrivabili, quando la tecnica fa la differenza

Abbiamo passato il setaccio fra i titoli più interessanti degli ultimi anni, alla ricerca di quelli tecnicamente più avanzati in specifici frangenti.

Cinque giochi tecnicamente insuperati
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Archiviata anche la cerimonia di premiazione per i vincitori dei The Game Awards 2022, siamo ormai al preludio di quello che si preannuncia essere un anno davvero denso di uscite, tra Marvel's Spider-Man 2, Starfield e The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. In pieno periodo di bilanci e prima di scoprire cosa ci riserverà il futuro, è arrivato il momento di tirare le somme anche sui titoli che negli ultimi anni hanno segnato nuovi standard qualitativi, produzioni che si sono imposte brillando per resa tecnica in precisi aspetti grazie all'implementazione di artifici e tecnologie in grado di renderli memorabili anche a distanza di anni.

Miglior fisica dell'acqua: Sea of Thieves

Prodotto unico nel suo genere, Sea of Thieves è un titolo che nel tempo è riuscito a consolidare e ampliare notevolmente la propria formula di base, compensando i problemi di un esordio non certo impeccabile, e diventando uno dei vessilli del Game Pass di Microsoft.

Il suo concept artistico può incontrare o meno i gusti del pubblico, ma su un aspetto in particolare Sea of Thieves risulta ancora impareggiabile: la fisica dell'acqua. Per quanto possa sembrare scontato, il lavoro che si cela dietro la realizzazione dell'acqua, si in termini di credibilità che di resa visiva è stato estenuante e certosino, ma ha condotto il team a raggiungere nuove vette non solo per il genere ma per l'industria più in generale. Ai tramonti mozzafiato si contrappongono minacciose tempeste con pioggia e onde pronte a complicarci la vita nelle situazioni più delicate, caratterizzate da un livello di realismo quasi inaspettato, vista l'estetica della produzione. Dalla fisica dei fluidi agli effetti sui personaggi e sulle navi, passando per l'ambiente sottomarino, l'esperienza acquatica di Sea of Thieves risulta ancora oggi sostanzialmente ineguagliata.

Miglior Realismo: Red Dead Redemption 2

Tornati all'asciutto, anche il fuoco merita le dovute attenzioni: probabilmente ancora oggi non esiste un gioco che esprima al meglio la meraviglia primitiva delle fiamme di Red Dead Redemption 2.

Un lavoro maniacale, quello compiuto da Rockstar Games con il suo open world ambientato nel selvaggio west, dove gli incendi si propagano in maniera inaspettata, avvolgendo l'ambiente circostante a partire da una singola scintilla. Cavalcando tra le praterie, il mondo di gioco si manifesta in tutta la sua magnificenza mostrando una cura per il dettaglio più unica che rara. Dagli ormai "memetici" testicoli dei cavalli alle tempeste di neve, l'approccio al realismo della casa newyorkese non cessa di stupire anche a quattro anni di distanza, complice la sua perfetta integrazione con l'impianto ludico e narrativo, al centro di un'esperienza totalizzante, dal prologo fino ai titoli di coda. La gestione delle armi da fuoco, la ricerca costante dell'equilibrio per non cadere rovinosamente, la fatica espressa nelle lunghe camminate nella neve sono solo alcuni degli aspetti più impressionanti del capolavoro di Rockstar Games, che complice l'utilizzo di Euphoria di NaturalMotion riesce a far prendere vita ai nemici e alla vasta fauna che popola i "suoi" Stati Uniti a cavallo tra due epoche.

Miglior Mocap: The Last of Us Parte II

Successo annunciato sin dal primo trailer, il sequel del titolo che ha scritto intere pagine della storia dei videogiochi si è dimostrato all'altezza del suo predecessore con una regia e una sceneggiatura a dir poco magistrali.

Forte di un gameplay ampliato e approfondito, costruito sulle basi della ricetta ludica del predecessore, The Last of Us Parte 2 segna un clamoroso passo in avanti per ciò che riguarda la modellazione e l'animazione dei personaggi che compongono il cast, comparse incluse .

Per raggiungere questi risultati, Naughty Dog ha compiuto un lavoro monumentale sul fronte del motion capturing, esteso perfino a quattro cani per meglio definire le movenze degli animali in-game. La software house ha inoltre utilizzato un sistema di motion matching molto efficiente, che rende assolutamente credibili le varie movenze in rapida successione.

Una perla di assoluto spessore, soprattutto quando si parla di mocap facciale, è anche Detroit: Become Human, mentre nell'ultimo anno è stato Horizon Forbidden West (qui la nostra recensione di Horizon Forbidden West) a catturare la scena, ma per espressività e mimica facciale The Last of Us Parte 2 resta in cima alla categoria. Il merito per il raggiungimento di questo risultato bisogna attribuirlo in parte anche alle straordinarie prove attoriali delle protagoniste Ashley Johnson (Ellie) e Laura Bailey (Abby) e di iconici comprimari come Troy Baker (Joel).

Migliore illuminazione: da Cyberpunk: 2077 a Portal With RTX

Vogliamo concludere questa speciale classifica con una menzione multipla, per tre titoli egualmente meritevoli di essere nominati come migliori per il loro impianto di illuminazione. Unico in quanto primo nel suo genere, Portal With RTX non ha eguali in virtù dell'utilizzo del path tracing completo, con luci, ombre e riflessi in grado di mettere a dura prova anche le più recenti e potenti schede video NVIDIA RTX Serie 40.

Allo stesso modo, ancora oggi non si può restare impassibili di fronte all'opprimente magnificenza di Night City in un tripudio di neon e cemento: uno spettacolo di luci secondo a nessuno in virtù della sua straordinaria potenza artistica. All'opulenza dei piani alti delle corporazioni si contrappone una cultura underground fatta di cyberware, criminalità e degrado. Tutto questo e molto di più è Cyberpunk: 2077, un titolo il cui impatto visivo probabilmente non sarebbe stato lo stesso senza il lavoro d'eccellenza effettuato nell'implementazione del Ray Tracing e nella gestione di luci, ombre e riflessi. Ultimo, ma non per importanza, Metro Exodus: Enhanced Edition, primo gioco "full-RTX" poiché coraggiosamente privo di una modalità senza Ray Tracing. Inutile dire che, in questa nuova edizione, i drammatici orizzonti post-apocalittici di una terra martoriata dalla guerra nucleare sono assoluti protagonisti del meritato epilogo dell'epopea di Artyom.