Top 5: I Migliori Contenuti Scaricabili (DLC) degli ultimi anni

Nell'attesa di scoprire nuovi dettagli sul DLC The Lost Legacy di Uncharted 4, ecco una lista dei migliori contenuti scaricabili usciti negli ultimi anni.

Top 5: I Migliori Contenuti Scaricabili (DLC) degli ultimi anni
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  • PS4
  • Mentre il mondo intero credeva che sarebbe stato Sam Drake il protagonista del DLC singleplayer di Uncharted 4, Naughty Dog spiazza tutti con un colpo di coda, rivelando durante il PlayStation Experience 2016 che il tanto atteso add-on di Fine di un Ladro sarà interamente dedicato all'ardimentosa Chloe Frazer. The Lost Legacy, nelle intenzioni del team di sviluppo, non si rivelerà un contenuto scaricabile pensato solamente per raccontare dettagli ancora "inesplorati" dell'avventura principale, bensì un titolo standalone, in grado di reggersi del tutto sulle proprie gambe, senza vincolanti collegamenti con le scorribande del buon Nathan. Se le promesse verranno mantenute, The Lost Legacy potrebbe divenire un nuovo punto di riferimento per gli standard qualitativi dei futuri DLC, intesi non più come parti di gioco sradicate a forza dal progetto originale per essere vendute separatamente, ma come esperienze alternative e uniche, che arricchiscono e amplificano le potenzialità dell'opera di riferimento. Non sono in molti i DLC che oggigiorno seguono questa linea di pensiero: con la speranza di scoprire al più presto altri dettagli sul promettente The Lost Legacy, abbiamo quindi stilato un elenco di quelli che - secondo noi - rappresentano i migliori add-on degli ultimi anni. A causa della fretta nel processo di stesura, l'articolo è purtroppo "incompleto": confidiamo di poterlo presto concludere con tutti i contenuti aggiuntivi che voi lettori ci suggerirete.

    Left Behind

    Per rimanere in tema Naughty Dog, crediamo sia un obbligo morale citare all'interno di questa breve lista il magnifico Left Behind, contenuto aggiuntivo del'irraggiungibile The Last of Us. Senza intaccare il finale del suo capolavoro, il team inserisce elegantemente nel flusso narrativo lo struggente trauma che Ellie ha dovuto subire prima di incontrare Joel: un evento terribile, che ha indubbiamente marchiato a fuoco il proprio, feroce timbro nella memoria della protagonista. Left Behind non è un DLC corposo, né longevo, né imprescindibile ai fini della trama: resta comunque un add-on magistrale che arricchisce un preciso frammento della personalità di Ellie, un ricordo del suo passato, quell'indelebile momento che ha condizionato, per sempre, la sua crescita e la sua emotività. Left Behind si incastra con delicatezza nello scorrere limpido e lineare della storia di The Last of Us, modificando anche in parte l'approccio al gameplay: un DLC forse persino più coraggioso del gioco principale, che ribadisce la preminenza del racconto, sradica ogni tabù e indaga nel profondo di tematiche come l'adolescenza, l'amicizia, l'amore, la sessualità e l'abbandono, filtrate attraverso gli occhi (non più innocenti) di due bambine, costrette a comportarsi da adulte prima del tempo. Sono temi che trasmettono sensazioni angoscianti, forti e soffocanti, ma che sono veicolate con la stessa, nostalgica leggerezza di quel fugace primo bacio che non abbiamo mai dimenticato.

    Undead Nightmare

    Undead Nightmare è un'espansione dalla natura ben diversa rispetto a quella di Left Behind: il DLC dell'immenso Red Dead Redemption, infatti, tiene fede alla grandezza e alla vastità del titolo originale, proponendo non solo una trama del tutto irrelata dalla storyline, ma anche un open world completamente reinventato, in cui ai cowboy galoppanti verso il crepuscolo si sostituiscono famelici e grotteschi non-morti. Undead Nightmare non pretende di ingigantire le pur sensazionali gesta di John Marston ed anzi, senza alcun rispetto per la coerenza logica, costringe il bandito a confrontarsi con innumerevoli masnade di zombie, che mettono seriamente a dura prova il suo millimetrico "dead eye". Puro, fragoroso, divertissement scacciapensieri, Undead Nightmare gioca con il materiale di partenza e lo infarcisce con il suo spiccato nonsense, incrementando il grado di sfida e ironizzando anche su qualche curioso, inaspettato risvolto etnico-sociale, dalla dilagante "piaga" del razzismo alla caduta del sistema economico. In un modo tutto suo, ironico, eccessivo, dissacrante, ma anche un po' malinconico e disincantato, Undead Nightmare tenta di fornirci un'altra prospettiva dalla quale inquadrare il tramonto dell'epica della frontiera: attraverso il lento, inesorabile avanzare non del progresso, bensì dei morti viventi (Compra su Amazon).

    The Ballad of Gay Tony

    Sulla scia di Undead Nightmare si situa anche The Ballad of Gay Tony, potente contenuto scaricabile che espande a dismisura le ambizioni ludo-narrative di Grand Theft Auto IV. Nella ballata senza speranza di Gay Tony è facile ritrovare tutto quello che caratterizzava le scorribande criminali di Niko: la critica alla società, la discesa negli abissi della violenza, il cinismo disilluso e marcio si affiancano, si uniscono, si mescolano al rapporto, sopra le righe, toccante e sincero, tra il protagonista ed il suo assistente Luis Lopez. Quella di Gay Tony è una "ballata" che vive di una doppia anima, ancor più cupa e intensa di quanto non sia stato il gioco principale. Da una parte lo spasso iperrealista che da sempre identifica la saga Rockstar, la sua rappresentazione quasi antropologica dei vizi e delle (poche) virtù dell'America, nonché degli individui che la popolano, dall'altra il lato oscuro di Liberty City, dedalo di contraddizioni metropolitane, con la sua criminalità ora spietata, ora romantica e intristita. È per questo che The Ballad of Gay Tony è un DLC mastodontico, non solo nell'estensione, ma anche (e sopratutto) nei contenuti che propone: altre decine di ore nel mondo malato di Grand Theft Auto, in cui alla satira e al divertimento si contrappone la parabola discendente di un uomo che decide di "colare a picco" nel modo più spettacolare possibile.

    Blood & Wine

    Maestosa avventura del canuto Strigo che non sfigura nemmeno se paragonata alla meraviglia del plot di The Witcher 3, Blood & Wine è un'espansione semplicemente perfetta, anche più del già notevole Hearts of Stone, tanto da meritare il premio come miglior RPG ai The Game Awards 2016. Nelle calde terre del granducato di Toussaint, dove i colori danzano in simbiosi con i profumi, prende il via una delle più grandi imprese di Geralt di Rivia: lungo le terre che cavalcheremo, perduti nell'ebrezza di sublimi paesaggi, trionfa lo splendore medievaleggiante, l'epico canto di un'epopea cavalleresca, tra danze con nobili dame, tenzoni con prodi paladini e gargantuesche mostruosità. Blood & Wine rappresenta l'esempio lampante di come dovrebbe essere concepito un add-on: non soltanto la narrazione raggiunge vette fino ad ora inesplorate finanche per la saga CD Projekt, ma persino lo stratificato gameplay di The Witcher 3 si rimpolpa con nuove funzionalità. Lame e armature inedite come le scintillanti roccaforti che svettano al di là delle colline, poteri elementali rinnovati e potenziati, battaglie dal pathos indescrivibile, e addirittura inaspettate meccaniche gestionali tramite cui migliorare e perfezionare il vostro rifugio: sono tutti elementi che concorrono a comporre un delizioso poema d'armi, cavalieri, amori e magie, per una delle migliori epiche fantasy mai "cantate" nelle corti videoludiche (Compra su Amazon).

    The Old Hunters

    The Old Hunters si apre con una tremenda maledizione che condanna intere generazioni, destinate a partorire eredi d'infausti peccati: saremmo pronti ad accettare con piacere una simile dannazione, se tutti i contenuti extra fossero dello stesso livello qualitativo del primo e unico DLC di Bloodborne. Nell'incubo del cacciatore ritroviamo inizialmente le stesse aree e la stessa cattiveria che ci hanno dissanguato nelle lugubri strade di Yharnam. Eppure c'è qualcosa di diverso, di più maligno e perverso: Cathedral Ward è cambiata, è corrosa da un male antico, divorata da una vegetazione innaturale e lugubre. Ben presto, il nuovo, ma riconoscibile, panorama lascia spazio ad ambientazioni mai viste prima, che riflettono la medesima, marcescente art design dell'opera principale, la riempiono di minacce ancor più crudeli e completano, nel dettaglio, un lore ricco di diverse contaminazioni artistiche, dal gotico vittoriano alle cupe fantasie lovecraftiane. The Old Hunters è una "naturale" estensione del gioco base, più piccola e più contenuta rispetto agli altri DLC citati fino a questo momento, ma pienamente omogenea e coesa con la mitologia della produzione From Software. Quando (e se) ci risveglieremo nel chiarore di un'alba uggiosa, allora, piomberemo in un incubo ancor più terribile del maleficio iniziale: il timore che un'altra espansione realizzata con tanta maestria resti confinata, per lungo tempo, solamente in un bellissimo sogno.

    Special Guest: Morrowind

    Quanti di voi si sono perduti nelle terre di Tamriel, tra i lapilli dell'isola di Vvardenfell, tra le bizzarre architetture ossee di Ald'ruhn, ai piedi delle contorte torri di Sadrith Mora? Quanti di voi, nel remoto 2002, conoscevano a menadito tutti i più reconditi anfratti dell'enorme Morrowind, terzo capitolo della saga The Elder Scrolls, tanto da considerarlo, ormai, una seconda patria natia? Tutti coloro che hanno perlustrato ogni minimo centimetro della mappa di gioco avranno esultato di gioia quando Bethesda ha annunciato l'arrivo di due gigantesche espansioni per il suo colossale GDR: Tribunal e Bloodmoon. Si tratta di due contenuti importantissimi, che sono divenuti, negli anni a venire, un concreto modello di riferimento da celebrare ed imitare: non si sono limitati, infatti, soltanto ad aggiungere ulteriori quest ed armi al già ricchissimo inventario di Morrowind, bensì anche due nuove aree interamente esplorabili. La prima è Mournhold, la Città delle Gemme, dalle imponenti architetture sacre che riflettono l'influsso di una religiosità preminente; mentre la seconda è Solstheim, angusta landa ghiacciata, in cui si riscontrano residui dell'insediamento feudale: tra i suoi freddi e cristallini manti innevati, inoltre, si ambientano sia gli avvenimenti di Bloodmoon, sia quelli del ben più recente Dragonborn, senza dubbio il più sostanzioso tra i DLC di Skyrim.

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