Top 5 Migliori Giochi 2017: la classifica di Filippo Facchetti

I migliori videogiochi del 2017 per PC e console secondo Filippo Facchetti: una Top 5 non poi così scontata...

Top 5 Migliori Giochi 2017: la classifica di Filippo Facchetti
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Che anno pazzesco ci stiamo per lasciare alle spalle! Il 2017 dei videogiochi è stato incredibile (vota i migliori giochi dell'anno!) sia in termini di qualità che di quantità, per la gioia di chi ama lamentarsi del backlog straripante. A un passo dal 2018 è giunto il momento della resa dei conti, la prima che scrivo per le pagine di Everyeye. Visto che vedo già persone che si strappano i vestiti gridando allo scandalo per l'assenza di Super Mario Odyssey, lasciate che vi spieghi come stanno le cose. Semplicemente, pur levandomi il cappello (*wink wink*) davanti alle indiscutibili qualità del gioiello Nintendo, l'ho giocato troppo poco per inserirlo nell'elenco. Non è l'unica grande assenza, ma quest'anno è stato davvero difficile isolare solo cinque titoli. Ecco quali ho scelto!

The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Come ho scritto qualche giorno fa su Facebook, The Legend of Zelda Breath of the Wild non è solo il mio gioco preferito del 2017, ma si è meritato un posto tra i titoli speciali nel mio cuore. Non solo ci troviamo di fronte al nuovo termine di paragone per gli open world (nonostante l'uso di alcuni elementi di design ormai datati e abbandonati dagli altri esponenti del genere), ma il fatto di averlo giocato insieme a mia figlia, come se fosse un meraviglioso viaggio in un mondo da sogno, ha di certo contribuito a metterlo sotto una luce speciale.

Certo, non potevo andare a caccia (che fai, uccidi gli animali?), passavo ore a cucinare ricette improbabili in base al colore degli ingredienti e cambiavo obiettivo ogni volta che sullo schermo appariva qualcosa che attirava l'attenzione di Elena, ma nonostante questo ho amato con tutto me stesso ogni istante passato nei panni di Link. Se avessi giocato BOTW da solo, come tutti gli altri titoli single player, forse avrei esitato a metterlo al primo posto. Fatto sta che la meravigliosa avventura Nintendo è una pietra miliare di cui continuerò a parlare per anni, a prescindere dalla "father run". Alla faccia di chi continua a ripetere che i giochi single player e gli sviluppatori giapponesi, sono morti e sepolti.

NieR: Automata

Fino a qualche tempo fa, NieR: Automata occupava stabilmente il primo posto della mia classifica di gradimento per il 2017. Comparto tecnico a parte, ho adorato ogni aspetto dell'avventura di 2B e compagni. La follia di Yoko Taro ha affiancato l'abilità dei Platinum Games nel campo dei giochi d'azione, dando vita a una delle esperienze più ricche e coinvolgenti degli ultimi anni.

A questo si aggiunge anche la splendida colonna sonora dei Monaca, che ancora oggi mi accompagna regolarmente mentre sono in macchina o davanti al PC. Sono felice che il gioco abbia raggiunto un pubblico ben più ampio rispetto alle previsioni iniziali degli sviluppatori. Le ottime recensioni della critica e il passaparola dei giocatori hanno in parte replicato quanto accadde con Demon's Souls, rendendo giustizia a un titolo che rischiava di finire ingiustamente nel dimenticatoio. Le cose che ho amato di più di Automata? Oltre alla già citata colonna sonora mi hanno colpito i finali multipli, la varietà di generi ludici presenti nel pacchetto e, soprattutto, il modo fantasioso e frizzante di superare la quarta parete, riuscendomi a stupire là dove ormai credevo di aver visto tutto.

Persona 5

Secondo voi, un appassionato di "jappofesta" come il sottoscritto poteva rimanere immune al fascino di Persona 5? Ovviamente no. Oltre ad aver acquistato con amore la superba collector's edition, ho spolpato il gioco in versione americana (prima) ed europea (poi). Il risultato è stato un importante investimento in termini di ore, che però non ha ancora intaccato il mio desiderio di esplorare le strade di Tokyo e gli psichedelici labirinti nei panni dei Phantom Thieves. Per troppi mesi ero rimasto orfano di Persona, dopo aver divorato il quarto capitolo nella versione arricchita per PlayStation Vita.

Con Persona 5 la mia passione per i JRPG è tornata a bruciare come non mai, complice anche l'immensa direzione artistica e l'immancabile vagonata di personaggi dalla caratterizzazione impeccabile. Sono davvero pochi i giochi con cui ho creato un tale legame empatico. Anche in questo caso l'accompagnamento musicale può caramellare i timpani, portandovi a fischiettare i pezzi migliori anche nel sonno. E poi... beh! Poi c'è Makoto!

Cuphead

Non so voi, ma ho sempre creduto molto in Cuphead. In parte per il meraviglioso stile grafico, in parte per la scelta coraggiosa di affidarsi solo agli sprite 2d nell'epoca della completa maturazione del 3d, ho seguito con interesse e ammirazione il lavoro di Chad & Jared Moldenhauer. Ormai è raro trovare giochi sviluppati con una simile, straripante, passione. Basta guardare qualcuno giocare a Cuphead per perdersi tra dettagli incredibili e valanghe di citazioni più o meno velate.

Il bello di questa perla è che non si tratta solo di un capolavoro artistico, di un freddo esercizio di stile incapace di divertire. Al netto di qualche livello meno riuscito Cuphead mi ha tenuto incollato allo schermo, facendomi sorridere come un idiota perfino mentre recitavo imprecazioni degne del miglior Mosconi. Pur non avendo trovato il gioco così difficile come in molti lo hanno descritto, ho davvero apprezzato le vibrazioni arcade emanate dall'intera esperienza. In più di un'occasione, soprattutto mentre affrontavo i boss più bastardi, ho rivissuto le sensazioni provate una vita fa nelle cacofoniche sale giochi anni 80. In un paio di occasioni sono perfino arrivato alle allucinazioni olfattive, credendo di sentire il caratteristico odore acre a base di fumo di sigaretta e burro dei popcorn!

Dragon's Dogma: Dark Arisen

No, non sono impazzito. In realtà ho più volte pensato di sostituire Dragon's Dogma con Prey o Wolfenstein, giochi clamorosi che porto in palmo di mano, ma mentre scrivevo l'articolo la mia testa continuava ad andare a questo vecchio titolo fantasy sviluppato da Capcom. Probabilmente guidato dal sacro fuoco di impazienza per il nuovo Monster Hunter, ho ricomprato Dark Arisen su PS4 dopo averlo abbondantemente spolpato su Xbox 360. Che ci crediate o no, pur avendoci giocato una quantità incredibile di ore, non posso ancora fare a meno della mia dose quotidiana.

Ognuno di noi ha un gioco capace di mandargli in pappa il cervello. Un titolo che, a prescindere dall'effettiva qualità, riesce a scalzare pezzi da 90 ben più appetibili sotto ogni punto di vista. Quindi sì! Anche se non è all'altezza di tanti altri nomi che avrei potuto inserire nella top 5 del 2017, Dragon's Dogma Dark Arisen entra a gamba tesa nella mia lista. Lo fa in modo sgraziato, con un frame rate ballerino e dei modelli poligonali che fanno sanguinare gli occhi. Ma nonostante tutto, continua a farmi battere il cuore come il più acclamato dei capolavori.