Vampyr arriva su PS Plus: il fascino seducente dei vampiri di Dontnod

Vampyr bussa alla porta degli abbonati PlayStation Plus e ve lo garantiamo: ci sono molti ottimi motivi per lasciare entrare i vampiri di Dontnod.

Vampyr arriva su PS Plus: il fascino seducente dei vampiri di Dontnod
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • "Nessuno può sapere, se non dopo una notte di patimenti, quanto dolce e prezioso al cuore e agli occhi possa essere il mattino". Così scriveva Bram Stoker nel suo Dracula, capolavoro letterario destinato alla medesima immortalità ineluttabile delle Creature della Notte. E nell'Inghilterra del 1918 dipinta da Vampyr, l'abbraccio della notte è doloroso e indecifrabile. Londra brucia. Bruciano le torce dei brutali cacciatori di vampiri, mentre pattugliano le vie di Whitechapel. Bruciano i corpi degli uomini, dilaniati dalle febbri dell'influenza spagnola. E bruciano le menti dei reduci, tormentate da visioni delle agghiaccianti trincee della I Guerra Mondiale.

    Demoni immortali si aggirano tra i londinesi, dalle più luride fogne ai salotti più prestigiosi e altolocati, mentre negli animi di uomini e donne si annidano strazianti demoni interiori: un'ambivalenza che è il fulcro essenziale dell'opera di Dontnod. In Vampyr, gli autori di Life is Strange e del più recente Tell Me Why dipingono una città viva e dinamica, popolata tanto di leggende quanto di ordinarie vicissitudini quotidiane. Affascinanti nel loro svelarsi e dipanarsi, le une e le altre sono a disposizione degli utenti PlayStation Plus gratis a ottobre 2020. E mentre le ombre di Halloween si allungano inesorabili, ecco alcune ottime ragioni per cui immergersi senza remore in questo tenebroso Action RPG.

    Who Wants to Live Forever?

    "Chi osa amare per sempre, quando l'amore è destinato a morire?".

    La maestosa voce di Freddie Mercury se lo domandava nel 1986, ma ad un quesito così insidioso, forse solo i vampiri del Club Ascalon potrebbero offrire risposta. Élite tra gli eterni, si confondono tra i mortali, ne osservano i movimenti, vigilano sulla prosperità dell'Impero della Corona britannica. Razionali e dotati di autocontrollo, sono ben altra cosa rispetto agli Skal, creature vampiriche di basso rango che infestano le strade di Londra, incapaci di controllare la propria sete di sangue, disposte persino a nutrirsi di cadaveri.

    Ma nella capitale britannica del 1918 non aleggia soltanto la minaccia priva di anima di un esercito non-morto, ma anche una mortifera epidemia di influenza spagnola. Sangue, malattia, depravazione, complotti e violenza intessono in Vampyr un ordito narrativo dalle atmosfere gotiche e oscure, al centro del quale si ritrova suo malgrado coinvolto il Dottor Jonathan Reid. Eminente ematologo di fama internazionale, l'uomo ha servito come medico militare nella Grande Guerra, ma è ora libero di fare ritorno alla sua consueta quotidianità londinese. Purtroppo, un Destino malignamente ironico ha previsto diversamente: dopo aver dedicato l'intera vita a ricerche sulle patologie del sangue, l'aggressione di un vampiro tramuterà Reid in non-morto.

    Con un incipit altamente suggestivo e drammatico, Vampyr spalanca al giocatore le porte di una Londra oscura e tormentata, popolata di esseri umani imperfetti, bestie crudeli e ambiziosi immortali (recuperate la recensione di Vampyr).

    Una tragica connessione sembra però legare le sorti del Dottor Reid, l'epidemia di spagnola e il feroce dilagare degli Skal. Trovato rifugio presso il Pembroke Hospital, il medico dovrà dunque condurre ricerche approfondite, destreggiandosi tra miti e leggende, feroci cacciatori di vampiri e antiche confraternite. Un viaggio al cui cuore risiede un'intrigante libertà d'azione, che consentirà al giocatore di assecondare o meno la sete di sangue del protagonista. Tra i punti di forza della produzione risiede del resto proprio la capacità di porre il giocatore di fronte a dilemmi morali ricchi di sfumature e tensioni emotive. I cittadini di Londra celano storie personali delle quali potremo apprendere ogni dettaglio soltanto tramite un'attenta attività d'indagine. Pedinare i mortali, origliarne le conversazioni, intuirne i pensieri per selezionare le opzioni di dialogo più opportune saranno i passaggi essenziali per giungere a comprendere la complessa umanità di Vampyr. Relazioni affettive o famigliari legano gli NPC che popolano ciascuno dei quattro quartieri che compongono questa Londra virtuale, in un assetto che vede ogni comunità affidarsi a un leader carismatico per la propria sopravvivenza.

    Notte dopo notte, l'ormai immortale Dottor Reid potrà decidere della vita e della morte di ogni cittadino, con scelte che si riveleranno cariche di conseguenze. Sterminare senza pietà gli abitanti di Londra e berne ciecamente il sangue causerà il progressivo deterioramento nell'equilibrio del relativo quartiere, con intere aree del mondo di gioco che potrebbero finire per essere invase e razziate dagli Skal. Preservare la salute di uomini e donne, al contrario, offrirà stabilità alla capitale britannica, ma renderà più complessa la nostra missione. Il protagonista non è infatti obbligato a bere sangue, ma sacrificare la linfa vitale dei mortali gli consentirà di acquisire abilità oscure sempre più potenti.

    Lo stile di gioco e il combat system risultano dunque figli diretti del percorso morale che decideremo di seguire. Jonathan Reid può scegliere di preservare la propria coscienza e fare affidamento su armi da fuoco o da mischia per fronteggiare sia le creature della notte ostili sia i cacciatori di vampiri. Oppure, può abbandonarsi all'ebrezza cremisi e scatenare sui suoi avversari poteri ancestrali e ombre ataviche le cui origini restano ignote persino agli stessi vampiri. Un sistema di salvataggio automatico vi impedirà di ritornare sui vostri passi, mentre plurimi finali resteranno in agguato tra i libri del Destino, pronti a ricompensarvi in maniera adeguata per la vostra pietosa misericordia o sfrontata arroganza.

    E il male non aveva un solo volto, ma parecchi, e tutti sfuggenti

    Feroci demoni immortali, sporche sanguisughe, Signori della Notte: chi sono i vampiri dipinti da Dontnod? Tra gli aspetti più affascinanti di Vampyr figura sicuramente l'attenta e minuziosa opera di destrutturazione e ricostruzione dell'immaginario vampiresco compiuta dai suoi autori. Pur attingendo a piene mani dai più tradizionali canoni letterari e cinematografici, gli sviluppatori non hanno esitato nel reinterpretare ogni aspetto della figura dei pallidi immortali.

    La creatività di Dontnod ha affondato i canini al collo di miti e folklore di tutto il mondo, chiamando in causa tanto i Carpazi di Dracula quanto Atlantide e le più iconiche leggende bretoni, senza dimenticare scienza e medicina. Il risultato è una lore sorprendentemente coerente e appagante, la cui graduale scoperta rappresenta senza dubbio uno dei perni dell'esperienza proposta da Vampyr.
    Come accennato, la Londra del 1918 è popolata da diverse tipologie di creature vampiriche, i cui rapporti sono regolati da un'articolata gerarchia. Se al vertice troviamo gli aristocratici Ekon, perfettamente in grado di mescolarsi ai mortali, gli impuri e imperfetti Skal sono invece disprezzati e brutalmente cacciati tanto dagli uomini quanto dai veri Signori del Crepuscolo. Ma questi rappresentano soltanto gli estremi di un complesso spettro di possibilità evolutive, la cui continuità è definita esclusivamente dall'inesauribile sete di sangue che ribolle in questi corpi ormai privi di anima.

    I vampiri di Dontnod bramano il nettare cremisi, ne sono ammaliati e dipendenti, ma non ne necessitano realmente per il proprio sostentamento: un aspetto centrale, che di fatto rende possibile per il giocatore plasmare la personale etica del proprio Dottor Reid.

    Aspetto affascinante, non tutti i Sovrani della Notte condividono i medesimi poteri. Le cronache raccolte dagli studiosi londinesi raccontano di donne in grado di mutarsi in pipistrelli avvistate in Gran Bretagna, di antiche creature che infestano l'isola di Santorini e persino di un demoniaco "Disastro" responsabile di nientemeno che il Grande Incendio di Londra del 1666. Nel mondo di Vampyr, solamente gli Ekon rispecchiano in parte la mitologia classica della figura vampiresca, mentre attorno ad essi il gioco dipinge un'intrigante fauna demoniaca sulla quale aleggiano misteriosi racconti di sangue e di morte.

    Estremamente intrigante anche la rilettura legata agli strumenti in grado di contrastare i vampiri. Pur non volendo riportare troppe anticipazioni legate alla cornice narrativa, ve ne forniamo alcuni assaggi. L'aglio, ad esempio, risulta inefficace allo scopo, ma il suo valore risiede comunque nel rappresentare un segno di consapevolezza da parte della società umana. Appendere corone di aglio all'ingresso delle abitazioni o nei cimiteri non arresterà i non morti, ma li avvertirà del fatto che sappiamo della loro esistenza e siamo pronti a combatterli.

    Inutile, se privi di fede, anche qualsivoglia simbolo religioso, efficace nel respingere un eterno soltanto se brandito da un vero credente. Un aspetto del quale del resto ci aveva già avvertito a suo tempo il Re del Brivido. Ne Le notti di Salem, i vampiri di Stephen King dichiaravano con secolare certezza: "La croce, il pane, il vino, il confessionale...sono solo simboli. Senza la fede, la croce non è che un pezzo di legno, il pane farina arrostita, il vino uva fermentata".

    Vampyr Dopo l'esordio nell'estate 2018, Vampyr torna a bussare alle porte dei videogiocatori, chiedendo agli abbonati PlayStation Plus il permesso di entrare nelle loro dimore. Un invito difficile da rifiutare, per un Action RPG capace di rielaborare in chiave originale ed efficace l'immortale immaginario vampiresco. Una produzione capace di intrattenere con un impianto ruolistico intrigante, che incentiva l'esplorazione di ogni aspetto della vita degli abitanti di questa Londra virtuale. Conservate dunque pure l'aglio appeso alla porta di casa, ma lasciate l'uscio socchiuso per il Dottor Reid e definite il vostro personale codice di condotta morale. Ma vi avvertiamo: valutate con attenzione quando e quanto affondare i canini al collo dei mortali o il mattino che brillerà al termine di tutti i vostri patimenti potrebbe non essere gradito alla vostra anima. Ma del resto, a ben pensarci, non ne avete più una: dunque, perché preoccuparsi?

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