Ve lo ricordate Brutal Legend? La musica metal salverà il mondo

Double Fine orchestra un adrenalinico open world in cui un roadie si scopre il prescelto per visitare il mondo dei signori del metal.

Brutal Legend, ve lo ricordate?
Speciale: PC
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Imboccare il viale dei ricordi è solitamente un'esperienza pregna di nostalgica pace, stabilita magari sui colori tenui di una tranquilla campagna al tramonto, assuefatta ai trilli armonici degli uccellini, ma quando si parla di Brütal Legend il volume viene impostato al massimo e gli assoli più aggressivi diventano i compagni fedeli in memoria di un'avventura che non potremmo non definire unica.

    Tim Schafer, il direttore creativo di Double Fine e veterano della game industry, riesce finalmente a dare forma a un sogno videoludico che aveva dai tempi del liceo, costruendo un mondo dove si vive e respira musica metal, un'avventura che vanta un cast capace di far lacrimare gli occhi di tutti gli appassionati del rock più brutale e che viaggia a velocità folle sulle note della sua colonna sonora da urlo. Per questo motivo, a prescindere da alcune criticità dell'esperienza, in molti - inclusi noi - non hanno mai smesso di pensare a questa lettera d'amore giocabile indirizzata al metal.

    La dura vita del roadie

    Eddie Riggs si definisce il miglior roadie del mondo al servizio della peggiore band heavy metal di sempre, i Kabbage Boy, che mescolano pessime sonorità rap all'arte pura degli strumenti rock. Durante l'ennesimo concerto orribile il chitarrista del gruppo ha la brillante idea di arrampicarsi sulla scenografia costruita sul palco, costringendo Eddie a salvare lui (e la sua chitarra) appena prima che il roadie venga seppellito dallo scenario crollato a causa del musicista.

    Il sangue versato dall'intrepido metallaro scorre fino alla fibbia della sua cintura, che si scopre essere un amuleto capace di evocare Ormagöden, una bestia di pistoni forgiata nel fuoco che, dopo aver indossato le vesti di giustizia musicale uccidendo i membri dei Kabbage Boy, trasporta il roadie privo di coscienza in una realtà parallela a base di vero metal.

    Il mondo senza nome che accoglie Eddie è dominato dalle forze demoniache guidate da Doviculus e dal suo sgherro umano Lyonwhite, in lotta contro la misera resistenza con la quale il roadie si allea tenendo fede a un'antica profezia che lo annunciava come il salvatore, sebbene un'imprecisione sulla traduzione lasci il dubbio che si possa anche trattare del distruttore del pianeta. Le capacità del protagonista che venivano sprecate nella sua realtà diventano armi potentissime in questo rinnovato piano d'esistenza, perché i suoi riff possono esplodere in magie e il metal che pervade ogni fibra del suo corpo gli dona anche un paio di ali, trasformandolo in un essere dalle sembianze diabolicamente divine.

    Azione e strategia

    L'esplorazione del mondo aperto è uno dei cardini dell'esperienza, che si basa sulle allucinanti ambientazioni create dal team Double Fine. Gli addetti ai lavori sono riusciti a calare i fan in un contesto ludico fantasy pieno di copertine degli album metal, di storie raccontate nei brani più folkloristici e di idee già visitate nei videoclip più famosi del genere di riferimento, a riprova dell'amore provato nei confronti della musica.

    A condire l'immaginario prettamente sonoro c'è la forte influenza del folklore norreno, da sempre legato a doppio filo al metal, con decisi richiami alla tradizione di Odino e alla sua schiera di divinità. Eddie esplora questa fantastica cornice artistica a bordo della sua Hot Rod, spruzzando di ironica contemporaneità un contesto che galleggia tra il medioevale e il futuristico, tra motori che fuoriescono dal terreno come reliquie di un passato scolorito e spade gigantesche incastonate nelle praterie, il segno di battaglie divine perdute nel tempo. Il combattimento contro le forze demoniache vede il roadie fare sfoggio delle sue abilità all'arma bianca scatenando l'ascia conosciuta come "La Separatrice" in combo votate alla violenza e al gore sopra le righe, mentre accoglie le abilità magiche attraverso gli strepitosi assoli che liberano gli incantesimi più disparati dalle corde dell'iconica chitarra firmata Gibson, la Flying V. Per scatenare i poteri reconditi dello strumento musicale, il giocatore è chiamato a superare un semplice minigame basato sul ritmo, che durante la genesi dello sviluppo aveva portato Schafer a considerare l'utilizzo del controller "chitarra" di Guitar Hero per giocare a Brütal Legend, idea che venne però accantonata perché ritenuta troppo artificiosa e poco fattibile.

    Oltre all'azione in tempo reale, il videogioco di Double Fine si apriva spesso in sezioni votate alla strategia, con un palco da proteggere guidando le truppe alleate attraverso un meccanismo da tower defence: nuovi e potenti compagni potevano essere richiamati dal giocatore "spendendo" i fan accumulati agli stand del merchandising, oppure migliorando la base operativa per farle produrre guerrieri più potenti, tenendo sempre alto il vessillo del metal come colonna portante dell'esperienza, ad esempio evocando un'orda di headbangers affinché distruggesse le statue nemiche.

    Sia i combattimenti che l'esplorazione più distesa sono graziati da una colonna sonora stellare, letteralmente stracolma di brani provenienti da 75 band differenti e dalle sonorità metal più disparate, dal classico all'industrial, passando dal black al doom, con i responsabili di Double Fine che furono capaci di scovare versioni inedite di alcune canzoni storiche immettendole nel gioco per dare un'ulteriore accelerata a determinate scene previste dalla trama.

    Un mondo indimenticabile

    La realizzazione di questo sogno metallaro è rimasta nella mente di Schafer per decine di anni, ma lo sviluppo di Brütal Legend si è davvero acceso in seguito alla pubblicazione di Psychonauts (recuperate la recensione di Psychonauts 2).

    Appare evidente come una conoscenza pregressa del genere musicale sia essenziale per godere appieno della lucida follia di Double Fine, nonostante gli sviluppatori abbiano provato con tutte le loro forze a creare un'opera che potesse attrarre anche lo spettatore più "casual", perché veder sfilare davanti agli occhi il cast da urlo messo insieme per dare voce e fattezze ai suoi personaggi è una gioia indescrivibile per tutti coloro cresciuti a pane e metallo. Il protagonista principale è modellato sulle fattezze di Jack Black, appassionato videogiocatore e cantante dei Tenacious D, il bassista-curatore è il mai abbastanza compianto Lemmy dei Motörhead, il motociclista Fire Baron è doppiato da Rob Halford - il cantante dei Judas Priest, che presta la sua voce anche all'antagonista Lionwhyte - mentre l'Amazzone Rima è animata dalla voce di Lita Ford, la leader delle Runaways. Il Guardiano del Metal è ovviamente sua maestà Ozzy Osbourne, mentre Ronnie James Dio aveva partecipato alle registrazioni per interpretare l'antagonista principale, ma venne sostituito proprio alla fine da Tim Curry per motivi che Schafer ha definito "difficili da spiegare".

    Nessuno può fermare il metal

    E pensare che il coinvolgimento di tutte queste personalità sia stato quasi casuale, perché gli dei del metal hanno accettato di partecipare al progetto quando hanno saputo che già altri colleghi erano a bordo, creando una sorta di effetto domino basato sulla passione e sull'amore che ha lasciato stupefatto anche Schafer. Lo stesso Jack Black, diventato a suo modo icona della musica anche grazie a Brütal Legend, fu inserito nel progetto dopo essersi proposto in prima persona, mentre il concept del protagonista si era assestato prima di lui su una curiosa amalgama di Lemmy e Glenn Danzig, e alcuni dettagli di quell'idea primordiale sono stati poi integrati nel personaggio di Eddie.

    Come era lecito aspettarsi, le sessioni di doppiaggio che coinvolgevano gli dei del metal si evolvevano molto spesso in improvvisazioni condite da numerose profanità, con il Principe delle Tenebre particolarmente incline ad un linguaggio adulto, ma Schafer pensò bene di non tagliare questi dialoghi profani, bensì decise di inserire nel prologo un avviso e l'opzione di "bippare" i turpiloqui non tanto per rientrare in una categoria PEGI più accondiscendente, ma per fare il verso alle onnipresenti segnalazioni di contenuto esplicito che decoravano tutti gli album del genere musicale osannato dal gioco.

    Insomma, noi non potremmo dimenticare nemmeno se lo volessimo un gioco così orgogliosamente folle, esagerato e perdutamente innamorato della musica, che solo un creativo del calibro di Schafer avrebbe potuto concepire.

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