Videogiochi: il compito del recensore, quanto conta l'opinione?

Nella stesura di una recensione, quali sono davvero il compito ed il dovere di un autore? Cerchiamo di rispondere a questa domanda nel nostro speciale.

Videogiochi: il compito del recensore, quanto conta l'opinione?
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Negli ultimi giorni, un turbinio di critiche è stato mosso da molti lettori e giocatori nei confronti della stampa specializzata, rea di non aver saputo coprire come meriterebbero alcuni dei titoli più attesi delle ultime settimane. Tra le accuse di razzismo agli sviluppatori di Kingdom Come: Deliverance e le polemiche relative al salvataggio a pagamento di Metal Gear Survive, passando per le prospettive animaliste su Monster Hunter World, moltissimi recensori e decine di realtà editoriali si sono viste accerchiate da una quantità spesso incoerente ma massiccia di richieste e pretese.
In genere, al di là del tema specifico, ciò che viene chiesto al recensore è una "presa di posizione", che sia inclusiva degli elementi esterni al videogioco, o che tenda a escluderli. Nei casi sopracitati, ad esempio, si chiede ai recensori (ma anche agli opinionisti) di mettere da parte il proprio punto di vista per quanto riguarda gli estremismi animalisti per Monster Hunter, o di quelli inclusivi per Kingdom Come, mentre in molti desiderano qualche voto in meno per il recente Metal Gear Survive a causa dei salvataggi a pagamento, sostenendo dunque che sia corretto tenere conto di fattori esterni al gioco nel valutare l'esperienza finale. Come dovrebbe comportarsi l'autore? Perché in un caso integrare la propria opinione, e negli altri no? Cerchiamo quindi di mettere un punto alla questione.

Il valore di un'opinione

Innanzitutto, chi è il recensore? Qual è il suo compito? Possiamo subito chiarire che il suo ruolo non è quello del giornalista tradizionale: non si limita a condividere un'informazione, ma offre una prospettiva, un'opinione, un punto di vista maturato sulla base dei suoi studi e delle sue esperienze. Pensare di poter scrivere una recensione o un'analisi senza ricorrere ad alcun elemento soggettivo è semplicemente assurdo, perché anche solo il portale che scegliamo, o il gioco che analizziamo, già rappresentano una nostra scelta personale, anche nel lessico e nei modi utilizzati per stendere il pezzo.

Il fatto che una qualche opinione sia dunque sempre presente all'interno di una recensione è innegabile. Il compito del recensore si adegua dunque al tipo di articolo scritto, e al contesto in cui lo pubblica: un pezzo inserito in una rubrica denominata "videogiochi e società", ad esempio, suggerisce al lettore che al suo interno non si parlerà di certo del solo gameplay di Call of Duty, ma ci indica che lo si affronterà da prospettive diverse rispetto a quelle più canoniche. Di contro, una recensione (nel senso più classico del termine) prevede un'analisi accurata e approfondita dell'esperienza a disposizione del giocatore, nulla di più e nulla di meno.
Il secondo passaggio fondamentale da compiere per avere un quadro della vicenda maggiormente limpido consiste nel capire che peso abbia l'elemento criticato all'interno dell'esperienza presa in esame, che sia un film, un videogioco o qualsiasi altro prodotto d'intrattenimento. Se infatti il recensore deve analizzare l'opera in quanto tale, come può aggiungere delle valutazioni basate su elementi esterni?

Il caso Metal Gear Survive, in tal senso, è emblematico: sarebbe un servizio corretto quello svolto dal recensore, se abbassasse il voto del gioco solo per criticare una pratica commerciale dell'azienda produttrice? No, non lo sarebbe. I giocatori e gli appassionati più calorosi dimenticano spesso che non tutti seguono ogni singolo passaggio di ciò che avviene all'interno del mondo videoludico, e una corretta valutazione dell'opera deve tenere conto di un contesto il più "neutrale" possibile, senza aggiungere elementi come la simpatia dell'autore verso l'azienda o il suo appeal per il pubblico.
Purtroppo, da questo punto di vista a volte è la stampa stessa a darsi la fatidica zappa sui piedi, con recensioni pubblicate in tempi record e piene di inesattezze sul gioco, come lo stesso caso di Survive dimostra. C'è chi ha parlato di un titolo con poche mappe senza averne sbloccate alcune, ad esempio, o chi non ha portato abbastanza avanti l'avventura da scoprire che il problema delle risorse poteva essere risolto con la creazione di fattorie e altre utili costruzioni. Ecco, dare un voto a un gioco su cui si è maturata un'esperienza così carente è un pessimo servizio, sia per i lettori, sia per i colleghi. In tal senso, l'unica arma a disposizione degli utenti sono il click e il finanziamento: tenendo sempre d'occhio l'intero panorama giornalistico (quando possibile), bisogna maturare una certa fiducia nei confronti delle realtà più meritevoli.

Ma al di là degli errori di alcune testate, nell'accusare recensori e giornalisti di fare gli interessi delle aziende, i critici della stampa non si rendono conto che in realtà ci stanno chiedendo le stesse cose: diventare un'arma dei giocatori, rinunciare all'imparzialità necessaria a valutare con obiettività le singole situazioni, e lanciarsi in invettive più o meno credibili contro chiunque provi a infastidire le minoranze rumorose del web. Il ruolo di un professionista del settore non è quello di diventare una figura di riferimento per una o l'altra fazione, un onere che spetta già agli influencer.
Al contrario, il giornalista videoludico deve essere in grado di astrarre le proprie opinioni esterne al gioco in sede d'analisi, potendo poi approfondire ogni altro elemento in articoli dedicati e incentrati su temi specifici. Nel momento di tirare le fila del discorso, dunque, è lecito domandarsi quale strada dovrebbe intraprendere un recensore nella valutazione complessiva di un gioco: se farsi condizionare anche da elementi esterni, come sembra richiedere una parte del pubblico, oppure trascurarli per concentrarsi soltanto sui valori intrinseci del titolo, come invece chiede a gran voce un'altra fetta dei lettori. Noi abbiamo espresso le nostre convinzioni all'interno di questo articolo: fateci sapere invece qual è la vostra opinione in merito nello spazio dei commenti. A voi la parola!