Videogiochi e Console: una generazione bellissima

Non è ancora giunta al termine eppure già iniziamo a celebrarla: erano anni che non ci divertivamo così, con una generazione vibrante...

Videogiochi e Console: una generazione bellissima
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Non manca poco ma nemmeno tantissimo alla prossima generazione di console, mentre sul fronte personal computer, nVidia ha già svelato il prossimo passo evolutivo delle sue schede grafiche geForce. L'industria dei videogiochi procede spedita verso un altro giro di ruota, un altro quinquennio di sfide tecniche e artistiche per lasciare l'appassionato a bocca spalancata. Lasciataci l'estate alle spalle, il nostro amato hobby si appresta a darci il benvenuto con un altro autunno bollente, segnato questa volta in larga parte dal ritorno di Rockstar Games; anche il 2019 non sarà da meno, ma dal 2020, Cyberpunk 2077 o no, passato e futuro inizieranno inevitabilmente a sovrapporsi. PlayStation 4 ed Xbox One hanno ancora tanto da dire, non temete, ma un po' meno da dimostrare: il loro ciclo vitale sta innegabilmente giungendo alla fine, come probabilmente quello di molte schede video che riposano e lavorano infaticabili dentro i nostri Pc. Per essere precisi stiamo a tre quarti, e i tre quarti di una generazione sono molto importanti, permettendoci finalmente di giudicare con cognizione di causa la qualità e lo stato di questa industria e dei suoi giochi. A tre quarti solitamente le cose non cambiano, e i produttori di hardware hanno già avuto modo di modificare le loro strategie una o due volte, che è poi il massimo consentito per non commettere disastri epocali. A tre quarti, le bombe sono state tutte già sganciate o quantomeno annunciate. A tre quarti, ed è quello che faremo noi adesso, puoi guardare indietro e capire non solo come sta andando, ma addirittura già come è andata.

Narrazione vincente

Ed è andata benissimo, vi sfidiamo a dire il contrario. È stata una generazione di piccole e grandi rivoluzioni, di ritorni, assolutamente trasversale da ogni punto di vista a partire da quello del consumatore.

Qualche incidente di percorso c'è stato, ma la maggior parte si é risolto in un lieto fine più o meno inaspettato. Anche chi ha sofferto, vale a dire Microsoft, ha alle spalle una parabola avvincente: per Xbox One le cose si sono messe subito male, ma grazie alla visione e alla concretezza di Phil Spencer, insieme alla rinnovata fiducia del CEO Staya Nadella, Xbox One sembra aver finalmente trovato una possibile via d'uscita dalla stagnazione in cui sembrava per sempre condannato. Il riposizionamento della console Microsoft passa dalla rinnovata e mai così forte convergenza con il Pc, prosegue con il lancio di Xbox One X, e culmina con il primo tentativo di mettere in piedi la prima vera "Netflix del videogioco", in Usa da qualche settimana con tanto di console in permuta come avviene pressappoco con i decoder delle Pay Tv. In coda, ma non certo per importanza, la sequela di acquisizione annunciate durante la conferenza all'ultimo E3 che hanno scaldato gli animi dei presenti, e di chi seguiva da casa, come non accadeva da anni e in nessun appuntamento fisso di questo genere.

Gioca e condividi!Anche i videogiocatori solitari saranno d'accordo: i nuovi sistemi operativi delle maggiori console pensati con un occhio ai social network sono uno spasso da utilizzare. Premere un tasto e salvare gli ultimi minuti di gioco senza rallentamenti e attese è effettivamente prodigioso, come lo è poterli mostrare al mondo intero in una manciata di semplicissimi passaggi. Liste amici, mi piace e cuoricini, messaggi privati e commenti all'ultimo achievement sbloccato, rendono tutto così vivo e divertente che tornare al passato sarebbe impensabile. che tutti aspettavano.

Queste sono le basi da cui Microsoft può seriamente ripartire, permettendogli addirittura di spingere Sony in un angolo: chi mai lo avrebbe immaginato soltanto un anno e mezzo fa? Microsoft è qui per restare, ed è il segnale che tutti aspettavano!
Questa è stata ed è ancora la generazione del grande ritorno di Nintendo, avvenuta per giunta attraverso una di quelle scommesse kamikaze, e quindi uno spasso da osservare, che tanto piacciono alla società di Kyoto. Switch è concettualmente una meraviglia; i Joycon, con la loro flessibilità, i colori interscambiabili, il bilanciamento garantito in caduta, sono un trionfo di ingegneria. Con la sua ultima console, Nintendo ha rimesso il mobile gaming al suo posto, permettendo ai videogiochi tradizionali di riacquistare totalmente quella dignità che già con PlayStation 4 aveva iniziato a riprendere forma. Tutti gli appassionati di videogiochi devono del resto qualcosa a PlayStation 4: la chiara vincitrice di questa generazione, con il suo indubbio successo (dovrebbe oramai aver superato PS3 nelle vendite, e il traguardo dei cento milioni di unita vendute dalla prima PlayStation non è più così irraggiungibile), ha ridato conferme a un mercato che prima dell'arrivo della console Sony aveva perso gran parte della fiducia sulla propria sostenibilità.

Il mobile gaming è più importante che mai (a proposito: ma quanto è bello poter giocare a Civilization e a XCom su smartphone e tablet? Mettetelo tra le altre cose belle viste in questa generazione, anche se quella mobile ha connotati certamente più "liquidi"), ma gli ottanta e passa milioni di persone che hanno acquistato una PlayStation 4, i numeri fatti registrare da certi suoi giochi, sono la fondamentale conferma che l'interesse verso un hardware dedicato da parte del pubblico è più vivo che mai. In una generazione normale il capitolo hardware potremmo chiuderlo anche qui, ma questi sono stati anche gli anni della realtà virtuale. Oculus Rift, HTC Vive e PlayStation VR hanno rivoluzionato i videogiochi trasformando in realtà (virtuale) sogni che ci portavamo dietro fin da bambini, come l'avere niente di meno una sala ologrammi privata in casa.

Software per tutti

Se l'hardware non ha lesinato in quanto a spettacolo, il software non è stato da meno. Come quasi ogni inizio di generazione, anche questa però ha dovuto sorbirsi i lamenti di chi diceva "non ci sono giochi".

Cose belle già successeNier Automata che salva Platinum Games; il coraggioso e rivoluzionario multiplayer di Sea of Thieves; Forza Horizon che diventa migliore della serie principale; i 60FPS di Titanfall; il co-op di Dying Light; i DLC gratuiti; il dramma Kojima - Konami; Cities Skylines ci fa dimenticare finalmente Sim City; l'uscita del miglior gioco di Alien mai sviluppato; il cameratismo di Destiny; la lezione Arkane Studios; il sistema di aggiornamenti dietro Splatoon 2; Tutto ciò che gravita attorno a Metal Gear Solid V; l'atmosfera di Life is Strage; Bayek di Siwa; la presentazione misteriosa di Cyberpunk 2077. Sentitevi liberi di aggiungere tra i commenti le vostre!

Poi fortunatamente e come sempre, i giochi sono iniziati ad arrivare: prima pochi, più qualche versione migliorata di giochi vecchia generazione, poi un po' di più, poi riecco il backlog e lo sfizio che ti vuoi togliere comunque anche se sai bene che non ci giocherai mai, infine un'ondata continua che oramai non si ferma nemmeno più d'estate. Giochi grandi e grossi affiancano piccoli cult che un tempo su console potevi solo sognare, e che invece nella generazione attuale tracimano dai confini di Steam per raggiungere PlayStation, Xbox e Switch. Lo stesso avviene al contrario: oramai l'uscita su Pc dei grandi giochi console è nella stragrande maggioranza data per certa. Su personal computer, oggi è possibile persino acquistare Yakuza e Monster Hunter (quello vero questa volta!), giochi console a tutto tondo che mai ti saresti immaginato di vedere lì. Da qualche tempo a questa parte, su Pc arriva anche ogni gioco first party Microsoft per Xbox One, del resto oramai ogni computer è potenzialmente un Xbox One se come sistema operativo utilizza Windows 10. Sempre dal punto di vista delle piattaforme Windows, è stata la generazione della già mitica GTX 970, nient'altro che una delle schede video più longeve e bilanciate di sempre (e a 1080p regge ancora oggi botta).

Prima di tornare a parlare di giochi veri e propri, merita una menzione d'onore il remote play che, tra le altre cose, permette di giocare con le proprie console ovunque ci sia un terminale compatibile collegato alla rete; si tratta di servizi spesso ancora da migliorare, ma che già ora possono essere sfruttati per cose impensabili una generazione fa, come lasciar provare un gioco della propria libreria a un amico in remoto, o per un doppio a distanza ma in fondo anche un po' vecchio stile. Abbiamo visto anche tante versioni remastered di vecchie glorie, ed è una cosa decisamente buona che certo non ruba tempo allo sviluppo di nuovi giochi, come spesso si sente dire in giro.

Nonostante il loro numero, le remastered non sono sufficienti a contraddistinguere una generazione che ha vissuto i suoi molteplici apici in compagnia di The Witcher 3, davanti alla rinascita a sorpresa di Doom, del rivoluzionario Resident Evil 7 VR, del piccolo e micidiale Rocket League, di Prey e di tantissimi altri giochi di grande qualità. Tutti giochi che dimostrano anche un altro fenomeno ancora in corso e assolutamente positivo: il ritorno di gameplay profondi e che non hanno paura di mettere alla prova gli utenti. È una generazione, questa, in cui persino Assassin's Creed ha iniziato ad atteggiarsi da gioco di ruolo, e sapete una cosa? Non gli riesce nemmeno così male. Una generazione che presto metterà a disposizione degli utenti tutti gli Yakuza su un'unica console, e che non ha avuto paura di sperimentare e di dividere il pubblico con prodotti diversi dal solito. Si sta smontando insomma quell'ossessione di creare sempre e comunque un prodotto per tutti, incapace di offendere come anche di lasciare il segno nella storia. Un contesto da cui nasce lo Zelda più coraggioso di sempre, estremi come Cuphead, reinvenzioni miracolose alla Fortnite, gli esempi di completa libertà creativa di The Witness, Fumito Ueda può addirittura finire il suo doloroso incompiuto. Altra avvenimento che rende questa generazione di console particolarmente avvincente è la battaglia, che pare addirittura vinta, degli utenti contro un certo tipo particolarmente aggressivo di microtransazioni e loot box.
Alla fine a farne le spese è stata specialmente Electronic Arts, ma ad alzare le braccia al cielo sono stati tutti i videogiocatori. E poi, forse, basta: potremmo parlare ore dei giochi usciti e in uscita, di tutte quelle folli quanto potentissime esperienze virtuali tipo Unseen Diplomacy, Beat Saber, I Expect You to Die, a raccontarci delle belle storie dietro i successi di Stardew Valley, anche di No Man's Sky certo, che hanno contraddistinto in positivo questi ultimi anni, ma forse è meglio chiuderla qua. Del resto c'è un presente da vivere, e il presente è ancora questa generazione: non una generazione qualunque, ma una generazione bellissima. Siete d'accordo?