Violenza e brutalità: ve lo ricordate il videogioco di The Punisher?

Un'altra passeggiata sul viale dei ricordi Marvel, stavolta più sanguinosa del solito: vogliamo ricordare la campagna di morte del The Punisher del 2005.

The Punisher: violenza e brutalità
Speciale: Multi
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  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Il The Punisher interpretato da Jon Bernthal nell'omonima serie Netflix ha riportato in auge la figura dell'antieroe Marvel che, al pari di Daredevil, potrebbe assistere all'alba di un nuovo futuro in casa Disney+. Tornando al mondo videoludico, è da tempo che non assistiamo all'uscita di un titolo dedicato al vigilante, per la precisione dal controverso The Punisher del 2005, sviluppato da Volition e pubblicato da THQ. Violento, spietato e dotato di un arsenale con pochi eguali, il Frank Castle poligonale era l'indiscusso protagonista di uno sparatutto in terza persona dai toni ben lontani rispetto alla media dei giochi legati alla Casa delle Idee ed è anche per questo che abbiamo pensato di parlarne, un po' come è accaduto nello speciale su X-Men Le Origini Wolverine.

    Una campagna di morte e distruzione

    La storia del gioco è parzialmente ispirata all'omonimo film del 2004, così come agli eventi raccontati in alcuni volumi della serie a fumetti. L'attore Thomas Jane riprende il ruolo di Frank Castle, in un'avventura piena di cameo dal mondo Marvel. Per fare qualche nome, il titolo di Volition ospita, Iron Man, Nick Fury, Matt Murdock - che è l'alter ego di Daredevil - e famosi villain come Kingpin e Bullseye.

    Dopo aver eliminato diversi scagnozzi della Yakuza, e non senza aver posto fine a molte vite, Castle viene arrestato e trasferito a Ryker's Island per essere sottoposto a un interrogatorio da parte degli investigatori Molly von Richthofen e Martin Soap. La campagna di morte di Punisher è in gran parte ambientata nei flashback che ricalcano le risposte dell'antieroe ai due agenti, che restano impietriti mentre l'uomo racconta loro come ha sgominato la famiglia criminale degli Gnucci.

    Tra luogotenenti spediti nel compattatore e la morte di suo figlio Bobby al Lucky's Bar, l'ira di Ma Gnucci non tarda a scatenarsi ma la sete di sangue del Punitore non ha limiti: l'ex soldato si introduce al funerale di Bobby e uccide anche Eddie Gnucci, impalandolo su un'inferriata. Come nelle migliori storie a fumetti, le cose si complicano per Frank, che dopo aver tolto di mezzo Ma si mette sulle tracce di mercenari russi con l'aiuto di Vedova Nera, finché non riesce a sconfiggere il folle generale Kreigkopf. Dopo l'assalto alle Fisk Industries, la mattanza procede e vede Punisher giustiziare la guida degli Eternal Sun, prima di lanciarsi in una caccia a Jigsaw, che credeva d'aver ucciso con una mina antiuomo tempo addietro. L'avventura si conclude con un adirato Kingpin, intenzionato a sbarazzarsi del giustiziere per mostrare la forza del suo impero criminale ai suoi oppositori. In altre parole, almeno inizialmente, è possibile che Volition avesse l'intenzione di realizzare un sequel di The Punisher, che purtroppo però non ha mai visto la luce.

    Tra polemiche e strumenti del mestiere

    Il gioco pubblicato da THQ ha generato qualche polemica di troppo in relazione ai suoi toni maturi e ai contenuti violenti, che hanno spinto gli sviluppatori a rivedere in corso d'opera alcune delle idee originali e persino delle meccaniche di gameplay. Nella versione release, contrariamente a quanto accadeva nelle build precedenti, non è possibile ad esempio utilizzare cadaveri mutilati come scudi umani o assistere alla cruenta fine di alcuni malcapitati. In Regno Unito il gioco ha ricevuto ulteriori tagli per vedere la luce, proprio come è accaduto anche in Australia. Fatta questa premessa, The Punisher è rimasto un gioco pieno di sangue e crudeltà, con quest'ultima da esercitare rigorosamente su mafiosi, fuorilegge e spietati criminali e mai sugli innocenti (pena il game over).

    Per spedire a miglior vita i suoi avversari, Frank Castle poteva ricorrere a coltelli da battaglia, pistole di grosso calibro, fucili a pompa e d'assalto, per non parlare degli strumenti di morte più pesanti: dalla mitragliatrice in stile M60 fino al lanciagranate, gli sgherri non avevano scampo e spesso venivano decapitati o finivano in mille pezzi. Il merito non era soltanto delle armi da fuoco ma soprattutto delle innumerevoli esecuzioni ambientali sparse in tutti i livelli, che si facevano sempre più creative e sanguinose. Coloro che al tempo lo hanno giocato ben ricorderanno gli spot per interrogare i nemici in modi diversi dal solito: il vigilante infatti gli faceva "saggiare" la morte per intimidirli, fino a ottenere le informazioni di cui aveva bisogno per poi spedirli al creatore.

    Dalle vasche di piranha, ai trapani delle officine, fino all'olio bollente di una friggitrice e a un pasto fuori orario per un gigantesco squalo bianco, i mafiosi e i chinpira della Yakuza trovavano la morte in modi orribili e al tempo stesso incredibilmente soddisfacenti per i giocatori. Oltre a queste eliminazioni speciali, vogliamo ricordare alcune sezioni come il già citato funerale di Bobby: il protagonista infatti si nascondeva nella bara contenente il corpo del malvivente, per poi sgusciar fuori durante la funzione e fare una strage di criminali.

    Tra la possibilità di sbloccare i costumi dei fumetti e gli innumerevoli modi per uccidere i nemici, The Punisher ha venduto circa un milione di copie, perché al netto di alcuni difetti strutturali offriva un'avventura davvero divertente e ben lontana da qualsiasi altro gioco Marvel in circolazione al tempo. Di conseguenza, non potremmo che continuare a ricordarlo con un pizzico di nostalgia.

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