Speciale Windows 7

Panoramica sul nuovo sistema operativo made in Redmond

Speciale Windows 7
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  • Windows Phoenix

    I numeri da record fatti registrare -in termini di download- per la versione Beta di Windows Seven ad inizio gennaio sembrano testimoniare l'impellente esigenza di lasciarsi alle spalle quel Windows Vista tanto osteggiato ed impopolare da convincere utenza privata, partners commerciali di Microsoft, professionisti e quant'altri a preferirgli Windows XP per parecchi mesi, forte della sua comprovata stabilità raggiunta dopo ben tre service pack.
    E' proprio con il rilascio del primo service pack che Vista ha iniziato a ricevere i primi, timidi, consensi. Una migliorata stabilità ed una compatibilità estesa non sono bastati però a cancellare le lacune derivate da un processo di sviluppo eccessivamente lungo e frammentario, costellato tralaltro dal depennamento delle caratteristiche che maggiormente avrebbero portato benefici tangibili, ma che contemporaneamente avrebbero posto in seria difficoltà Microsoft nel qual caso queste non avessero raggiunto il traguardo prefissato.
    Concettualmente Windows Seven, al contrario di quello che si pensava fino a qualche mese fa, non è “ciò che sarebbe dovuto essere Vista inizialmente”, bensì “ciò che andrebbe fatto per sistemare una volta per tutte gli errori progettuali fatti con la sesta release”.
    Una piccola sfumatura, essenziale però per capire come Redmond si sia mossa in questi ultimi due anni, addirittura anticipando leggermente una tabella di marcia che posizionava il successore dell'attuale sistema operativo nel 2010 e che ora prevede una finestra di lancio da luglio 2009 (immediatamente a ridosso della chiusura del beta-testing pubblico) a giugno 2010.
    Da un certo punto di vista una sorta di ammissione di colpevolezza del colosso americano, il quale in ogni caso sembra aver fatto tesoro della parentesi sottotono di Vista, lanciando ad inizio anno una versione provvisoria che già sembra in grado di bagnare il naso al predecessore, sotto più di un aspetto.

    Nullaosta a 32 e 64 bit

    Seven, come si diceva poc'anzi, è da incasellare più come una versione riveduta e corretta del progetto attualmente in essere, che non un tentativo di ripercorrere la coraggiosa via iniziale. Niente File System rivoluzionari od interfacce grafiche di nuova concezione dunque, tutto appare al contrario molto familiare.
    Già dal processo di installazione, visivamente identico a quello di Vista, ma al contempo maggiormente efficace e trasparente all'utenza. Le uniche azioni richieste saranno l'inserimento del supporto ottico nel lettore DVD, una quarantina di minuti liberi da impegni e la verifica di una manciata di formalità, quali data, ora e nome dell'account principale.
    Il resto della procedura di installazione sarà completamente automatizzato ed autosufficiente, tanto da consentire di iniziare ad utilizzare il personal computer al pieno delle proprie potenzialità (offline ed online) già dal primo accesso al desktop, peraltro senza alcun riavvio richiesto. Impensabile solo ventiquattro mesi prima con Vista a 64 bit, per via dell'incompatibilità verso la maggior parte delle periferiche e dei programmi in commercio ai tempi.
    Una manciata di esempi a testimonianza dell'ottimo lavoro fatto sul lato compatibilità, che chiunque potrà verificare, sono certamente quelli inerenti lo standard AHCI (per le schede madri e i dispositivi di stoccaggio compatibili), la gestione di reti locali e remote e delle stampanti; ora tutte queste periferiche sono riconosciute e configurate autonomamente dal sistema operativo, senza alcun problema di sorta.

    Affidabilità? Non è di casa (per ora)

    Come qualunque utilizzatore di Vista saprà, altri aspetti che hanno creato parecchi grattacapi sono l'affidabilità, talune volte non propriamente ineccepibile, e soprattutto la reattività del sistema, spesse volte compromessa dall'esagerato numero di processi che lavorano contemporaneamente in background.
    Sul primo aspetto è difficile esprimersi attualmente, la compatibilità ribadiamo è già ottima, sebbene passibile di miglioramenti in termini di ampliamento del driver-database. Ciò nonostante il sistema operativo non è stato impeccabile, mostrandosi null'altro per quello che in realtà è: né più né meno una beta da migliorare con mesi e mesi di prove sul campo.
    Programmi che si bloccano all'avvio, driver che terminano improvvisamente il proprio lavoro rigettando senza troppi complimenti l'utente al desktop, icone di puntatori che si bloccano cliccando su un link ipertestuale e chi più ne ha più ne metta sono inconvenienti da mettere sicuramente in conto ed è per questo che Microsoft sconsiglia caldamente l'utilizzo di Seven per l'attività quotidiana di utilizzo del proprio PC, in special modo in ambito lavorativo e di studio.

    Simile nell'aspetto, non nella sostanza

    E' sul lato prestazionale che al contrario si possono già trarre alcune valutazioni incoraggianti. Indicizzazione, Utilità di Deframmentazione, User Account Control e Interfaccia 3D Aero fagocitavano le risorse a prescindere dalla bontà della configurazione su cui Vista girava; farraginosità doppiamente deprecabile a fronte dei benefici di modesta entità che queste funzionalità portavano. Windows 7 le ripropone in versioni maggiormente ottimizzate ed utili.

    L'indicizzazione mantiene intatte le proprie funzionalità originarie, diminuendo però drasticamente la sua attività che portava ad un iper-lavoro delle testine dei dischi fissi per aggiornare di volta in volta l'indice.
    La deframmentazione continua con la propria filosofia “discreta”, lavorando in background quando il sistema è in pausa o ad orari prestabili tramite la schedulazione. Qualcosa di più elaborato sarebbe stato gradito, ma Microsoft sembra oramai perseverare nel senso opposto.
    Il vituperato User Account Control offre ora una gamma di quattro livelli di notifica, laddove in passato si era costretti ad optare tra l'esasperante ed invasivo controllo integrale di ogni singola attività compiuta dall'utente, o la disattivazione completa dello stesso, col rischio di incappare in errori irreversibili allorquando il sistema fosse passato per le mani di un utente alle prime armi.
    Aero vede, infine, l'eliminazione della taskbar, ma non dei gadgets. Ora liberamente posizionabili sul desktop.

    I cambiamenti sono di conseguenza apparentemente minimi e perlopiù invisibili ad un'occhiata superficiale. Il funzionamento delle utilità è sostanzialmente invariato, ma il risultato della riprogrammazione di larghe porzioni di codice è a conti fatti tangibile: una maggiore reattività del sistema sia in ambiti complessi (come possono essere le fasi di boot, spegnimento, “resume” dallo stand-by o dall'ibernazione, tendenzialmente più veloci rispetto a Vista), oppure nell'attività di semplice navigazione tra i vari menù, o di lancio di un programma.
    Prestazioni ottenibili anche su Vista certo, al costo però di disabilitare completamente tutte queste componenti del sistema operativo.

    La finestrella next-gen

    Fiore all'occhiello e motivo di vanto per Microsoft è il restyle operato sull'interfaccia utente.
    Tralasciando le bizzarre, ma non di meno intriganti, funzionalità di Multi-touch e di Handwriting Recognition tanto strombazzate, di più immediata utilità sono le inedite possibilità di interazione con le finestre. Trascinarne una sul lato alto dello schermo produrrà ampliamento della stessa a tutto schermo, posizionandola sul lato destro o sinistro verrà ridimensionata alla corrispondente metà del desktop (utile per un confronto diretto di una coppia di documenti), portare infine il puntatore nell'angolo in basso a destra indurrà tutte le finestre aperte a diventare trasparenti.
    Il compatto menù start mantiene il layout attuale, con l'aggiunta delle Jump Lists, che altro non sono se non delle “liste preferiti” dedicate ad ogni programma, tramite le quali accedere con un paio di click ai contenuti utilizzati più di frequente. Il plauso maggiore va però alla nuova “Super-Taskbar”, che sposa le funzionalità della canonica barra di Windows con quelle del menù Start, rendendo quest'ultimo un accessorio superfluo.
    La Taskbar utilizza di default icone di dimensioni generose (riconvertibili, se desiderato, nei più classici formati testuali estesi dal relativo menù opzioni) alle quali sono associate le thumbnail già introdotte in Vista.
    La svolta sta proprio nelle anteprime, le quali da orpelli fini a sé stessi quali erano, si tramutano in tanti collegamenti quante sono le “istanze” aperte del medesimo programma. A ciascuna icona saranno associate più thumbnail, posizionandovi sopra il puntatore si avrà un'anteprima a schermo intero del contenuto desiderato, cliccandola vi si accederà definitivamente.
    Un sistema ingegnoso, compatto e di immediata comprensione per qualsiasi utente, che non mancherà di velocizzare il passaggio da un programma all'altro, senza impazzire tra innumerevoli menù e finestre.

    Sicurezza ed affini

    L'action Center sostituisce il Windows Security Center, mantenendo il ruolo di “aggregatore” di funzionalità di sicurezza e manutenzione del sistema.
    All'interno della prima branca sono raggruppate le sezioni inerenti la gestione di Firewall, Windows Update, Antivirus, Antispyware, UAC e quant'altro. Nella seconda sezione sono presenti funzionalità di backup, restore e risoluzione dei problemi.
    Quest'ultima aggiunta assume particolare rilevanza con l'introduzione dell'Action Center: il quale si farà carico di rilevare, tenere traccia e proporre soluzioni ai vari problemi riscontrati nell'utilizzo del sistema operativo.
    Attualmente l'Action Center centra solo parzialmente l'obiettivo di “compiere il lavoro sporco” al posto dell'inesperto, inducendo nella maggior parte dei casi ad un nulla di fatto. L'idea di fondo è indubbiamente notevole e, se ben funzionante, potrebbe mettere definitivamente una pezza agli inconvenienti in cui spesso si incappa utilizzando incautamente (ma anche no) i sistemi operativi Microsoft.

    Windows 7 Nell'ottica dichiarata di offrire maggiore trasparenza ed immediatezza, oltre ché di perseguire uno studio finalizzato alla costruzione di un sistema operativo a “misura d'utente”, Windows 7 è un buon punto di partenza. La base comune con Vista ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi sulla risoluzione dei problemi riscontrati con quest'ultimo e di affinarne il codice, anziché sprecare risorse in un processo di progettazione ex-novo. Il risultato è incoraggiante, vuoi per una soglia di compatibilità già al pari, se non migliore, di Vista SP1; vuoi per prestazioni ragguardevoli, nonostante la provvisorietà della versione distribuita pubblicamente qualche settimana or sono. Pare proprio che questa volta si sia lavorato con tutti i crismi del caso in quel di Redmond, e i frutti si scorgono già a mesi di distanza dall'immissione sul mercato del prodotto completo. Qualcosa da rivedere sul lato stabilità, un ulteriore ampliamento del già generoso driver-database interno ed un rinnovato supporto da parte di Microsoft allo standard “Games for Windows” che spinga gli sviluppatori di videogiochi a sfruttare l'hardware come sarebbe d'uopo. Da amanti del gioco su PC non ci sentiamo davvero di chiedere altro.

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