WoW Fine dell'Eternità: la guerra è finita ma la rivalità non andrà mai via

Fine dell'Eternità è l'ultimo aggiornamento di Shadowlands, la celebre espansione di World of Warcraft. Abbiamo parlato con gli sviluppatori.

WoW Fine dell'Eternità: la guerra è finita ma la rivalità non andrà mai via
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  • Da ormai quasi due anni le forze dell'Orda e dell'Alleanza stanno affrontando le legioni del Carceriere nelle Terretetre, da quel novembre 2020 in cui Shadowlands, la più recente espansione di World of Warcraft (avete già letto la nostra prova di Shadowlands?), è stata pubblicata proiettando i giocatori nell'aldilà, un mondo sempre presente ma fino a questo momento mai realmente esplorato. Un nuovo universo in cui l'etereo si confonde con la realtà, quasi una sorta di dimensione alternativa che va oltre Azeroth e i vari mondi visitati fino a quel momento. Un'esperienza che sta adesso per terminare, almeno sotto il profilo della storia, con l'ultimo aggiornamento che arriverà il 23 febbraio 2022: Fine dell'Eternità.

    L'inizio della fine

    Nonostante sia l'ultima componente di Shadowlands prima di passare alla successiva espansione, Fine dell'Eternità porta con sé nuove funzionalità, come il ritorno dei set per specializzazione di classe, bilanciamenti vari, un miglioramento del sistema PVP, un'intera nuova zona da esplorare, Zereth Mortis, e soprattutto il raid Sepulcher of the First Ones. Questo condurrà i giocatori alla conclusione della storia portandoli ad affrontare i generali del Carceriere e il Carceriere stesso, Zovaal, con l'obiettivo sia di salvare Anduin, il re dell'Alleanza, che di porre fine al regno del caos messo in piedi dal Carceriere.

    Il Carceriere è indubbiamente la figura principale di Shadowlands, l'antagonista assoluto che per anni, secoli ha tramato nell'ombra fino a prendere possesso del proprio mondo con l'obiettivo di conquistare anche Azeroth, grazie al contributo di chi, dall'altra parte dello "specchio", ne ha subìto il fascino e l'influenza seguendo un ideale fittizio: Sylvanas, la regina delle Banshee nonché (ormai) ex-capoguerra dell'Orda. Come Zovaal è l'antagonista delle Shadowlands, Sylvanas ne è la protagonista con uno degli archi narrativi più lunghi e più dettagliati che siano mai stati introdotti in World of Warcraft. Ed è proprio da lei che parte l'intervista con Steve Danuser e Morgan Day, rispettivamente Lead Narrative Designer e Lead Game Designer di Shadowlands. "Nonostante non sia più la Regina delle Banshee che abbiamo conosciuto, c'è ancora tantissimo su di lei da raccontare: la storia di Sylvanas non è affatto finita. Shadowlands ha certamente aperto un mondo intero su di lei e abbiamo avuto la possibilità di esplorarlo ancora di più, partendo dalla sua infanzia tra le ombre e l'attaccamento spasmodico alla sua gente e al suo popolo. Ma davvero, c'è ancora molto da raccontare su di lei e Shadowlands ci ha permesso di far capire che nessun personaggio è buono o cattivo ma esistono piuttosto mille sfumature per ognuno di loro", ha raccontato Morgan Day.

    Danuser spiega invece da quanto tempo abbiano realmente iniziato a pensare alla storia di Sylvanas: "È una storia decisamente lunga che nel corso degli anni l'ha resa un'eroina per alcuni e un'antagonista, un nemico da combattere per altri. Persino in Vanilla, quando c'erano delle missioni da fare per lei, i suoi metodi erano chiaramente discutibili ma è con Battle for Azeroth (qui la nostra recensione di World of Warcraft: la Battaglia per Azeroth) che la sua importanza nella storia di World of Warcraft è arrivata a un livello mai visto prima.

    Tuttavia la fonte del suo potere, legata alla morte, abbiamo potuto mostrarla in tutta la sua potenza solamente con gli eventi di Shadowlands. L'ultima espansione ci ha inoltre permesso di spiegare i perché dei vari comportamenti messi in atto da Sylvanas in Battle for Azeroth che in un primo momento sembravano senza senso: semplicemente perché il suo era un piano programmato per il lungo periodo". Sylvanas è stata un personaggio decisivo della linea narrativa di World of Warcraft fin da Warcraft III, e in tal senso sembra quasi la chiusura di un cerchio. Il nome End's of Eternity è infatti un limpido richiamo alla campagna di Warcraft III: Reign of Chaos, in cui Malfurion Stormrage sacrifica l'immortalità degli Elfi della Notte per sconfiggere Archimonde, uno dei tre capi degli Eredar, intento a distruggere l'albero sacro Nordrassil.

    "Sì, non è affatto un caso - hanno confermato Day e Danuser - Sono entrambi due importanti finali di campagna, due storie che permettono di concludere un capitolo importante, decisivo e fondamentale per la narrazione di World of Warcraft, e di proseguire verso un nuovo inizio. Se la prima volta il nemico era Archimonde, adesso il nemico, seppur proveniente da un altro mondo, è il Carceriere Zovaal, che il nostro mondo, Azeroth intendiamo, vuole stravolgere".

    Nuovi alleati e vecchi nemici

    In Fine dell'Eternità faremo la conoscenza degli Illuminati, nuovi alleati presenti nella regione di Zereth Mortis. Progettata dai Primi per creare proprio l'aldilà, è abitata dagli Automa che hanno costruito tutto ciò che è oggi presente nelle Shadowlands. L'ultima terra, inoltre, rimasta ancora fuori dai progetti del Carceriere, anche se non per molto: Zereth Mortis è infatti il prossimo obiettivo.

    In questo contesto un aspetto colpisce particolarmente: la capacità di World of Warcraft di sapersi rinnovare a livello narrativo espansione dopo espansione, riprendendo vecchi argomenti e aggiungendone di nuovi, nonostante sia un videogioco con più di 25 anni di storie già raccontate.

    Abbiamo chiesto proprio quanto sia difficile continuare a sfornare narrative così originali: "In realtà non è poi così difficile - ha spiegato Danuser- Abbiamo così tanti personaggi, così tanti spunti e storie da raccontare che non abbiamo assolutamente idea di quando potremmo finire. Spesso scriviamo degli approfondimenti prima ancora di poterli realmente sviluppare.

    La nostra fortuna è che ognuno all'interno del team è uno storyteller, un narratore: dagli ingegneri ai game designer, chiunque lavori nel team di World of Warcraft è una preziosa risorsa che può aggiungere qualcosa di nuovo al racconto. Ci sono sempre personaggi da sviluppare: se in questo arco narrativo ci siamo concentrati su Sylvanas, è altrettanto chiaro che abbiamo gettato le basi per approfondire il personaggio di Anduin. Per il momento abbiamo solo tante domande, come ad esempio 'Come si può resistere al Carceriere se nemmeno uno con il cuore puro come il suo c'è riuscito?' ". In effetti proprio Anduin sembra essere il vero protagonista di Fine dell'Eternità, il Re dell'Alleanza che aspetta di essere salvato. Non solo, rappresenta anche uno dei pochi boss presenti nei raid legati all'alleanza: in passato infatti la maggior parte dei "cattivi" sono stati spesso interpretati da componenti dell'Orda. Anduin è forse uno dei primi personaggi principali dell'Alleanza, il re addirittura, a essere l'antagonista da superare, per quanto sotto l'influenza diretta del Carceriere.

    "È stata una grande sfida trasformare un personaggio così amato nel boss di un raid - ha confermato Day - Accade ogni volta che dobbiamo confrontarci con un personaggio apparentemente equilibrato e che non sembra avere punti oscuri, amato dai giocatori. Nel caso di Anduin, poi, lo abbiamo visto crescere fin dalla sua infanzia, ne abbiamo visto la progressione lungo le varie espansioni fino a diventare il leader indiscusso di Battle for Azeroth, il leader ‘buono'.

    Non voglio svelare troppo per non anticipare cosa accadrà ma è chiaro che ci sono numerosi agganci a quanto accaduto prima con personaggi come Arthas e il Lich King, a continua testimonianza che nessuno è bianco o nero ma ogni personaggio, come nella realtà, può avere mille sfaccettature. In questo caso particolare nella Fine dell'Eternità mostreremo qual è il vero potere di Zovaal, cosa significa il controllo magico a cui è soggetto Anduin, su cosa fa leva e come combatterlo".

    Una rivoluzione pacifica

    Più avanti nel corso della Fine dell'Eternità arriverà anche una novità rivoluzionaria per World of Warcraft: la possibilità per Orda e Alleanza di affrontare insieme dungeon, raid e le classificate PvP, il cosiddetto "crossfactions" che dovrebbe arrivare con l'aggiornamento 9.2.5.

    Una novità "tecnica" che però sembra coerente con la narrazione del gioco, in cui ormai da diverso tempo Orda e Alleanza sembrano aver messo da parte le proprie divergenze per un bene superiore, ovvero l'esistenza stessa di Azeroth. Una domanda sorge quindi spontanea: la guerra tra le due fazioni è finita? " La guerra ha delle conseguenze negative per tutti - ha raccontato Danuser - Dopo la Quarta Guerra i vari rappresentanti si sono resi conto che non si può proseguire per sempre con gli scontri tra Orda e Alleanza, che è necessario fermarsi e ragionare su cosa sia realmente importante, soprattutto quando arrivano minacce esterne. Non sappiamo se il conflitto tra le due fazioni tornerà ad esplodere, ma è chiaro che in questo momento non se ne vede in alcun modo la necessità. Ciò non significa che sia scomparsa anche la rivalità: quella rimarrà sempre, a memoria di quanto accaduto in passato".

    Sono indubbiamente stati due anni complicati per gli sviluppatori di World of Warcraft, con numerosi ritardi e rinvii dovuti alla situazione pandemica globale. Tuttavia il titolo Blizzard ha continuato ad evolversi, proponendo contenuti innovativi e freschi. Resta però in sospeso una domanda, un interrogativo che va oltre l'esperienza che i giocatori vivranno su Zerith Mortis: come finisce Shadowlands?

    "Avevamo previsto una storia in tre atti e possiamo affermare di essere riusciti a creare una narrazione, oltre che un'esperienza di gioco, all'altezza delle nostre aspettative - racconta Steve Danuser - Il nostro obiettivo è lasciare un fantastico ricordo di tutti coloro che hanno lavorato a questo segmento narrativo, cosa abbiamo costruito tra raid e personaggi, vecchi e nuovi. Tuttavia è giusto voltare pagina e andare avanti. Non possiamo ancora rivelare nulla ma, come avrete capito, abbiamo infinite storie ancora da raccontare". Conclude poi Morgan Day: "Abbiamo sempre dimostrato che ogni azione che avviene nel videogioco porta sempre con sé una reazione, creando delle narrazioni che sono strettamente collegate tra loro: Draenor ha portato a Legion, Legion ha portato a Battle for Azeroth e infine a Shadowlands. E non vediamo l'ora di mostrarvi quale sarà la prossima avventura".

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