Xbox 360 è Storia!

Dopo dieci anni dal lancio (avvenuto alla fine del 2005), Microsoft interrompe la produzione di Xbox 360, la sua console più riuscita e apprezzata. E noi ci lasciamo trascinare dai ricordi...

Xbox 360 è Storia!
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Che notte, quella notte. Varcai la soglia di casa con il mio primo Xbox360 poco dopo mezzanotte, il giorno, o meglio, la notte del lancio della console in Europa. Grazie al mio lavoro, sapevo già da tempo a cosa stavo andando incontro, quello che non sapevo ancora è quanto questo amore sarebbe poi durato. Sono passati dieci anni, e oggi che Microsoft ha annunciato che la produzione di Xbox360 è ufficialmente terminata, vengo trascinato via da un vortice di ricordi che mi riporta proprio lì, al principio di tutto. Chiuso in camera, senza far troppo rumore per non svegliare chi non dovevo svegliare, armeggiavo nervoso con cavi e collegamenti che mi erano già familiari, ma che per la prima volta erano totalmente affar mio. Ricordo i miei movimenti lenti e precisi, le mani che procedono rigorose passo dopo passo, attente a non rovinare nulla, e ricordo l'assordante silenzio: montare una nuova console si è trasformato in tutti questi anni, generazione dopo generazione, in una sorta di rito magico, che si compie solo quando si raggiunge l'esoterico apice, e finalmente si può premere il pulsante di accensione. Solo in quel momento capisci se la va o la spacca, perché ci pensi, ci pensano tutti: "ti prego fai che si accenda e che io non debba riportarla al negozio!". La maledetta si accese, e andò subito sul personale.

White Rabbit

Xbox Live c'era già da tempo, ma fino a quel momento la sua rivoluzione era passata quasi inosservata. Con Xbox360, console e account si erano trasformate definitivamente in una cosa sola, e quella piccola meraviglia bianca voleva sapere tutto di me. Naturalmente cedetti come un anziano con la sua badante, e gli confidai nome, cognome, indirizzo e carta di credito. Sulle colonne della rivista che dirigevo all'epoca avevo già iniziato a parlare bene dell'ultima fatica Microsoft, ma quella notte, e le successive dieci, venti, trenta, mi incentivarono a fare quello che forse nessun'altra rivista multiformato aveva mai fatto: un vero e proprio endorsement politico, di quelli che fanno i quotidiani nazionali quando invitano a votare un particolare schieramento politico. Sbilanciarmi tanto platealmente mi portò numerose critiche, ma il pentimento non è mai arrivato: se il mio ruolo era quello di un amico in grado di dare sempre il consiglio migliore, come potevo spingere i miei lettori ad aspettare una PlayStation3 lontana mesi, ancora in alto mare, quando la next gen, quella next gen, mi aveva già stravolto la vita? Per me sarebbe stato come mentire. D'altronde, quella notte là, la stessa da cui è iniziato questo racconto, fu per me una notte davvero speciale. Torniamo un'altra volta lì, ok? Quando fu tutto operativo, e un bip portò in vita il 360 appena acquistato, infilai immantinente il disco di Project Gotham Racing 3 nel tray. Il televisore non era ancora in alta definizione (ma lo sarebbe diventato entro pochi giorni) ma la grafica, l'aggressività, la precisione del miglior racing game in circolazione, mi spazzarono ugualmente via, grazie anche a una modalità online che funzionava come una magia (molto meglio di tanti titoli più recenti, ironico vero?). Tutti avevano il microfono collegato (non come oggi!) e tutti erano ben disposti a delle sane prese in giro, alternate a consigli e godurioso chiacchiericcio da pub. Oltre a PGR non è che ci fosse molto altro, ma tra Condemned (buonissimo gioco!), Amped 3 (sì, era un imbastardimento dei primi due, ma aveva le sue idee divertenti), Kameo: Elements of Power (mediocre, ma spettacolare) e porting interessanti come quello di GUN (vi lamentate tanto delle console attuali, ma il lancio delle precedenti non fu poi così diverso), non mi sono mai trovato a corto di giochi. Mentre milioni di appassionati attendevano l'avvento di PlayStation3, io scoprivo gli achievement, il punteggio di tutti i punteggi, che all'epoca non era ancora buttato lì per promettere 1000 punti facili e vendere qualche copia in più, ma gli sviluppatori lo utilizzavano anche per spingere i giocatori a sperimentare nuove strategie.

Mentre milioni di appassionati attendevano l'avvento di PlayStation3, io aprivo gli occhi su una dashboard che funzionava come una finestra su un cortile pieno di amici: Fabrizio che si gioca l'ultimo round a Fight Night, Francesco che fa fumare i polpastrelli con Geometry Wars, Akira, Diablo e altri amici impegnati in un campionato privato con Forza Motorsports, e Sergio che cerca giorno e notte di diventare il miglior giocatore di Table Tennis del mondo. Adoravo, e adoro tutt'ora l'idea di tante persone immerse contemporaneamente in situazioni così diverse tra loro: mi ha sempre fatto sentire al centro di una sorta di multiverso digitale. Attento, è vero che nel 2016 questo sembra un racconto di una giornata qualunque passata davanti a una console qualunque, ma nel 2004, fidatevi se non c'eravate, tutta questa roba aveva l'inconfondibile sapore del futuro.

X-Clamp

Il team composto dal creativo J.Allard (che in seguito rimase imprigionato nel progetto Zune), dal corporate man Robbie Bach (dopo 22 anni di Microsoft nel 2010 disse basta) e dal diplomatico Shane Kim (che si ritirò nel 2009, lasciando il posto a un certo Phil Spencer) era riuscito a creare da zero un mondo di volti, di giochi e di passione da appoggiare con fiducia, composto da guru come Tomonobu Itagaki e Peter Molyneux, e attorno al quale fluttuavano nomi importanti del cinema e dell'intrattenimento. Con loro al timone, Microsoft aveva dato alla luce una console capace di andare oltre il concetto stesso di console. Xbox360 era sì quella scatola da attaccare al televisore, ma l'altra metà di quella meraviglia viveva nella rete.

A Xbox Live non ti abbonavi perché ti regalava i giochi, infatti non lo faceva, ma perché ti garantiva un'esperienza multiplayer che non potevi trovare da nessun'altra parte. E piano voi a giocarvi la carta Steam: dieci anni fa, il servizio Valve aveva un terzo delle feature, e comunque su Pc, quando c'è qualcuno online, non sai mai cosa sta facendo, e potrebbe essere lì per guardare un foglio excel; su console, se un amico appare online, sai per certo che è lì per cazzeggiare, che è lì anche per te, per Gears, per Borderland, per qualunque gioco gli capiti a tiro. Xbox Live mi ha fatto incontrare tantissime persone diverse, e alcuni di loro sono diventate anche qualcosa di più che una voce con cui organizzare coop. Amici? Sì, esatto: amici. Ma l'amore per questa console ci/mi ha anche rovinato: sia sempre dannato il tipo che decise di installare sopra i circuiti del 360 quel maledetto morsetto a forma di "X", che col calore andava a deformare parte dell'hardware rendendolo inutilizzabile. Non ho qui con me dei dati, ma è molto probabile che sia proprio l'Xbox360 la console con più malfuzionamenti della storia. Microsoft rispose organizzando il più competitivo centro assistenza di sempre, cercando di limitare i danni, ma una console difettosa rimaneva difettosa, anche se sapientemente rigenerata. Furono in molti a doversene comprare una seconda, una terza. Io stesso ne ho avuto tre.

Siamo stati patetici, anche fessi, potete dirci quello che volete, ce lo meritiamo, ma noi senza Xbox360 non potevamo stare. L'alternativa d'altronde qual era? Mi ricordo bene il primo giorno di PlayStation3: per giocare online a Motorstorm rispettando gli alti standard a cui Xbox ci aveva abituati, fummo costretti a stare in party chat sulla console Microsoft, mentre giocavamo a quella Sony. Folle, vero? Ma almeno funzionò! Su Ps3 le installazioni dei giochi potevano durare ore, su Xbox360 non erano nemmeno necessarie. Su Ps3 ogni patch obbligava a lenti download che impedivano di fare nel frattempo altro, mentre su Xbox360 ogni update era un "impegno" di pochi secondi da lasciare in background. Non è pazzesco che oggi le parti si siano totalmente invertite?

La legge di Moore

Xbox360, nonostante i gravi problemi hardware, a mio parere è stata una delle migliori console che il pazzo mondo dei videogiochi ci ha mai proposto. La sua line-up esclusiva, il suo pad, il design, la forza di Xbox Live, gli indie, i giochi da 400 Microsoft Point realizzati dalla community tra i quali si nascondevano sorprese di ogni tipo, gli avatar, le dashboard sempre più belle ma anche sempre più lente... ma dove la troverete più una console che quando si rompeva bastava avvolgerla accesa per dieci minuti in un asciugamano, per resuscitarla uno o due giorni, proprio quelli che il corriere impiegava per venirsela a prendere e portarla poi nel mitologico centro d'assistenza tedesco? Maledetta Germania, ma benedetti invece i ragazzi del customer care, all'epoca quasi tutti sardi e quasi tutti bravissimi. Dieci anni, insomma, e in dieci anni la vita cambia, a volte radicalmente. Con l'Xbox360 sottobraccio sono andato via da casa per costruirmi una mia famiglia, con l'Xbox360 sottobraccio ho cambiato non ricordo più quante volte la mia carriera, cercando di reinventarmi, riscattarmi, liberarmi. Con Xbox360 sotto braccio ho vissuto, giorno dopo giorno, e nemmeno questo potrò mai dimenticarlo. Ora tocca a voi, ora tocca alla vostra storia...