Yakuza Kiwami: le strade di Kamurocho alla prova su RTX 2080 Ti

Sega riporta in vita il capostipite della serie con un remake che punta molto anche sugli aspetti tecnici, con un rinnovato engine grafico.

Yakuza Kiwami: le strade di Kamurocho alla prova su RTX 2080 Ti
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  • Pc
  • PS4
  • Ci sono saghe che lasciano un segno indelebile nel grande libro della storia videoludica. Una di queste è sicuramente Yakuza, una produzione che ha saputo incontrare pareri positivi in tutto il mondo, anche fuori dal Giappone, grazie a personaggi sapientemente caratterizzati e a un universo narrativo maturo e pensato per un pubblico adulto. Nel corso del tempo Yakuza si è rinnovato anche sul fronte grafico, con uno stile spiccatamente orientale che dona un fascino unico all'epopea di Kazuma Kiryu. Poter osservare oggi il capostipite della saga in una versione aggiornata agli standard attuali è un'occasione da non lasciarsi scappare, sia per chi si avvicina per la prima volta alle avventure del Dragone di Dojima, sia per chi vuole tornare a combattere, nuovamente, per le strade di Kamurocho.
    Yakuza Kiwami riesce perfettamente nell'intento di rendere godibile un titolo con oltre dieci anni sulle spalle ai giocatori attuali e, come già avvenuto nel recente passato con il prequel Yakuza 0, Sega ha deciso di portare questo piccolo capolavoro anche su PC, sfruttando così tutta la potenza messa disposizione del moderno hardware. Abbiamo quindi deciso di mettere alla prova Yakuza Kiwami su una macchina di fascia alta, per capire fino a che punto si può spingere l'engine del gioco.

    Piattaforma di prova, requisiti di sistema e impostazioni grafiche

    Yakuza Kiwami è un remake che non ha bisogno di un PC potente per girare a dovere. La conferma arriva dai requisiti minimi, che mostrano un processore Intel i5-3470 o AMD FX-6300, una GPU NVIDIA GTX 560 o AMD Radeon HD 6870, insieme a 4 GB di RAM e 15.7 GB di spazio su disco. Nessuna informazione è disponibile per quanto concerne i requisiti consigliati, e quindi per provare il titolo al massimo delle sue capacità ci siamo affidati a una configurazione che permette di fruirlo al meglio senza limitazioni, composta da un processore i9-9900K, da una GPU NVIDIA RTX 2080 Ti e da 16 GB di RAM a 3400 MHz.
    Il menù offre una gestione piuttosto fine della grafica, adattabile a diverse configurazioni, e che dà all'utenza la facoltà di giocare con hardware non all'ultimo grido.

    La schermata principale consente di impostare la risoluzione, 4K compreso, e di utilizzare diversi preset per i settaggi, in modo tale che anche i meno esperti possano gestire al meglio la qualità. Addentrandosi nel menù avanzato le impostazioni non mancano di certo, a partire dall'SSAA per l'eliminazione dall'aliasing fino a una funzione che permette di scalare la risoluzione nativa.

    Troviamo poi impostazioni dedicate alle ombre, il cui impatto non è così marcato né sul frame rate né sulla qualità finale, e una voce chiamata "Geometry Quality", importante per stabilire la distanza di rendering degli oggetti tridimensionali: impostando questo parametro sui valori più bassi vedrete comparire dal nulla oggetti sulla scena, non il massimo sul fronte visivo, ma utile in termini di performance.
    Questi sono i settaggi più importanti che troverete nel menù di configurazione: non si tratta di una scelta particolarmente vasta ma è più che sufficiente per tarare al meglio la qualità grafica in base all'hardware a disposizione.

    Attenzione all'SSAA

    Considerata la configurazione usata per la prova pensavamo di non dover scendere a compromessi con Yakuza Kiwami. Ed in effetti è così: il gioco gira stabilmente al massimo del dettaglio sopra i 60 frame al secondo in 4K, a patto di settare correttamente l'SSAA. Questa tecnica di anti-aliasing elimina le fastidiose scalettature alle immagini, ma impostando la modalità 8x il carico sulla GPU aumenta considerevolmente, anche per una 2080 Ti.

    Il motivo è semplice: l'SSAA incrementa la risoluzione dell'immagine rispetto a quella mostrata a schermo, riportandola poi a quella originale, in questo caso di 3840x2160, utilizzando i pixel in più generati per eliminare l'aliasing. Per approfondire meglio questa tematica vi rimandiamo al nostro speciale sull'anti-aliasing. Nel caso di Yakuza è importante capire che questa tecnica è estremamente dispendiosa per la GPU, soprattutto in 4K, visto che il rendering interno viene fatto a una risoluzione molto più elevata, tanto che nemmeno la 2080 Ti riesce a garantire i 60 frame al secondo.

    Nel benchmark in 4K e con SSAA 8x si raggiungono i 37 frame al secondo medi negli ambienti esterni, mentre scendendo all'SSAA 4x si passa ai 73 fps.
    Abbassando la risoluzione a 1440p e lasciando l'SSAA 4x si arriva a 137 frame al secondo, mentre in 1080p si toccano i 217 fps.

    4K, Impostazioni al massimo

    4K, impostazioni al minimo

    Le prestazioni sono quindi in linea con l'hardware utilizzato: ma come se la cava Yakuza sul fronte della qualità? Sega non si è limitata a proporre qualche piccolo miglioramento grafico, ed è andata a rifinire buona parte degli asset per renderli al passo coi tempi e soprattutto con il 4K. I modelli poligonali dei personaggi principali sono ben definiti e ricchi di dettagli, con un picco positivo osservabile negli abiti, curati fin nei minimi particolari. Capita spesso di osservare durante le cutscene persino la trama del tessuto di cui sono composti, a conferma che l'upgrade grafico è stato piuttosto corposo.

    Non tutte le texture mostrano la stessa cura, e molti elementi di contorno sono ancora in bassa definizione, ma questo non rovina l'ottimo lavoro svolto dallo sviluppatore. Un impegno che si nota anche nei riflessi e nelle luci, con i neon dei negozi di Kamurocho che si specchiano in maniera assai suggestiva nelle pozzanghere sull'asfalto. Insomma, non c'è modo migliore per godersi il capostipite di questa storica saga videoludica, che con questo remake è riuscita ad aggiornare, pur con qualche pecca, un comparto grafico che rischiava di rimane schiacciato sotto il peso degli anni.

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