Far Cry 6: dietro le quinte dello sviluppo, ecco cosa abbiamo scoperto
Abbiamo assistito all'evento dedicato all'isola di Yara e alla sua storia di dittatura e rivoluzione: siete pronti per esplorare il mondo di Far Cry 6?
Il 7 ottobre si avvicina: tra non molto potremo esplorare a fondo l'isola di Yara e scoprire i segreti del dittatore Antón Castillo, un uomo tanto spregiudicato quanto carismatico. Nel frattempo abbiamo potuto soddisfare in parte la nostra curiosità in un evento Ubisoft dedicato proprio all'ultimo, atteso capitolo della saga di Far Cry. Se volete sapere di più sul titolo Ubisoft, vi rimandiamo al nostro provato di cinque ore di Far Cry 6 a cura di Giuseppe Arace.
Sono stati i creatori stessi del gioco a illustrarci le sue novità e le aspirazioni (e ispirazioni) del team per l'avventura che i giocatori vivranno su un'isola caraibica che sa essere tanto magnifica quanto letale, avviluppata com'è tra le spire della dittatura. Sarà una storia di oppressione, rivoluzione, ma anche di legami familiari e dilemmi morali. Venite con noi a fare un giro sull'assolata Yara: potrete dare un'occhiata dietro le quinte del suo sviluppo.
La creazione dell'isola
Per la prima volta nella saga di Far Cry, Ubisoft ha voluto creare un intero Paese: l'isola di Yara è un open world estremamente denso, ricco di suggestioni che riportano ai nostri Caraibi. "Portare alla vita un Paese è stato un progetto enorme", racconta Thierry Noël, Senior Inspirational Content Advisor, "e Cuba è stata la nostra ispirazione principale. Ma abbiamo guardato a tutto il Centroamerica e al Sudamerica".
Sebbene l'avventura di Dani Rojas sia ambientata ai giorni nostri, Yara sembra essere congelata nel tempo, e precisamente negli anni '60. Come affermato da Noël, uno degli aspetti più interessanti e impegnativi per gli sviluppatori è stata la ricostruzione di un'intera storia per l'isola, andando indietro fino al XV secolo d.C., sempre nel segno degli stravolgimenti sociali e politici. "Nella storia dell'isola non si è mai lontani nel tempo da una rivoluzione", spiega Benjamin Hall, World Director di Far Cry 6, "le rivoluzioni sono un elemento essenziale. Puoi sentire la storia passarti accanto sull'isola". Il passato e il presente vanno a braccetto su Yara, e si sa che gli eventi sono spesso destinati a ripetersi.
L'ultima rivoluzione sull'isola si è verificata nel 1967, e il suo obiettivo è stato detronizzare - e uccidere - Gabriel Castillo, padre dell'attuale dittatore, per portare al potere il guerrigliero Santos Espinosa. Alla sua morte è stato Antón
Castillo, figlio di Gabriel, a prendere le redini di un'isola distrutta da un lungo embargo e piagata dalla povertà endemica. "Il dittatore sta soggiogando la popolazione per ricreare una età dell'oro per il Paese", dice Hall, "il giocatore sarà buttato all'interno di questa rivoluzione". L'esplorazione giocherà un ruolo fondamentale nell'avventura, ma il giocatore dovrà tenere conto delle specificità di ogni zona per muoversi con il minor rischio possibile. "La guerriglia deve essere invisibile e muoversi su strade nascoste all'interno della ricca vegetazione dell'isola", afferma Hall, "e lo spazio aereo è controllato dagli aerei militari del governo. Ciò porta ad un senso d'oppressione non soltanto per i guerriglieri, ma anche per la popolazione".
Il World Director di Far Cry 6 ha poi stuzzicato la nostra curiosità parlandoci degli ecosistemi marini in cui Dani potrà immergersi: Yara ospita un centinaio di specie animali, tra cui coccodrilli, squali, barracuda...L'oceano potrà essere esplorato, ma anche in questo caso bisognerà fare attenzione alle pattuglie militari. L'ambiente e la popolazione di Yara sono però minacciati dal massiccio utilizzo del concime segreto impiegato nei campi di tabacco: Antón Castillo è convinto di riuscire a riportare Yara al suo antico splendore grazie al Viviro, un medicinale dagli effetti antitumorali ricavato proprio dalle foglie della pianta. La vita dei lavoratori nei campi, tra i fumi rossi del concime, è costantemente a rischio.
Come avviene anche nei Caraibi, la popolazione trova sollievo nelle piccole cose: la musica, il ballo, una chiacchierata con i vicini. Come spiegato da Nicola Jones, Associate Producer, Yara è piena di scene di vita quotidiana che animano l'isola: "vogliamo far percepire ai giocatori la vita reale della popolazione. Si possono ascoltare le loro lamentele e le loro storie: deporre la
pistola e girare per le città permetterà di scoprire di più sugli abitanti di Yara. Esplorate l'isola, godetevela!". "La musica è una parte enorme nella costruzione dell'ambientazione", prosegue Jones, "è il cuore pulsante di Yara. Volevamo rappresentare non soltanto le lotte della popolazione, ma anche il modo in cui le persone riescono a vivere sotto il regime con il ballo, la musica. C'è grande positività negli abitanti dell'isola". Anche Benjamin Hall suggerisce ai giocatori di deporre le armi, di tanto in tanto: "nelle zone demilitarizzate, l'isola può essere esplorata liberamente. È fondamentale vivere l'isola, fermarsi e prendersi un attimo di respiro. Una delle mie attività preferite è mettere via le armi, ascoltare un po' di musica, stendermi sulla spiaggia e godermi il sole".
La guerriglia
"Le storie di Far Cry sono sempre storie di ribellione. È parte del nostro brand. Ma noi volevamo passare dall'idea di ribellione a quella di rivoluzione": così Navid Khavari, Narrative Director, illustra le scelte che sono state alla base della trama dell'ultimo capitolo della serie. Anche qui, trarre ispirazione dall'isola di Cuba e dai suoi abitanti è stato uno step fondamentale nello sviluppo. "La sfida, fin dall'inizio", secondo Khavari, "è stata quella di comprendere la guerriglia. Bisogna iniziare con niente, combattere contro forze molto più grandi di noi Ci siamo ispirati alla capacità dei cubani di trarre il meglio da ciò che hanno: la filosofia del Resolver".
Simbolo di questo approccio è Juan Cortez, guerrigliero decisamente sopra le righe, interpretato dall'attore Alex Fernandez, perfetto per il ruolo anche grazie al suo particolare curriculum familiare."L'idea del Resolver è profondamente radicata nel gioco e nella filosofia cubana, e questa filosofia è espressa dal personaggio di Juan", spiega Fernandez, "Resolver vuol dire: trionfo dell'immaginazione. Mio padre lottava contro il regime castrista a Cuba, ed è stato anche imprigionato. La sua filosofia si adatta perfettamente a quella di Cortez, un vero e proprio agente del caos".
Un approccio opposto rispetto a quello di Clara Garcia, leader del movimento rivoluzionario Libertad, idealista convinta e sinceramente desiderosa di abbattere il regime di Castillo. "Dani Rojas e il giocatore avranno bisogno della prospettiva di entrambi", conclude Fernandez. In una intervista dedicata ai lettori di Everyeye.it, abbiamo chiesto a Thierry Noël i motivi per cui Ubisoft ha desiderato raccontare questa storia di dittatura e rivoluzione proprio nel 2021. "Dittatura, guerriglie e rivoluzioni sono parte della nostra storia, sia passata che presente", ci ha risposto, "per questo abbiamo voluto cogliere l'opportunità di esplorare questi temi in Far Cry. Il nostro lavoro di ricerca è stato finalizzato a nutrire la creatività degli sviluppatori".
Tornando all'esplosivo Juan Cortez, questo guerrigliero tutto pepe è l'inventore di diverse armi basate sull'approccio Resolver, tra cui, in particolare, gli zaini Supremo. Come spiegato da Khavari, "Cortez ha inventato questi zaini per potenziare i guerriglieri e renderli simili a supereroi. L'ispirazione è arrivata proprio dai fumetti. Quando vengono utilizzati la visuale si sposta in terza persona, in modo da poter ammirare meglio l'effetto". Il design delle armi appare organico e chiaro, con i vari elementi ben esposti: si va dai tubi agli estintori, in un pot-pourri di oggetti di tutti i giorni riletti in una chiave molto diversa rispetto a quella del quotidiano.
Sembra che l'approccio dei guerriglieri sarà variegato, con quella mescolanza di toni drammatici e scanzonati che ha sempre contraddistinto la saga di Far Cry. L'ispirazione viene dalla ricerca sul campo, come ha ben spiegato il Narrative Director Navid Khavari: "abbiamo speso moltissimo tempo a fare ricerca storica, oltre ad approfondire ciò che sta succedendo nella contemporaneità, ad esempio in Venezuela. Abbiamo trovato dei punti in comune", prosegue, "e ciò è stato sorprendente e calzante per la nostra narrativa: quando abbiamo parlato con dei veri guerriglieri, ognuno aveva le proprie motivazioni - per alcuni era vitale fare gruppo con i propri amici, trovare humour anche nelle situazioni di battaglia più drammatiche. Non tutti lottano per il proprio Paese".
Nuovi protagonisti, nuovo storytelling
Uno degli elementi di distacco più forti del capitolo di Far Cry in uscita rispetto al passato è il maggiore focus sul protagonista, Dani Rojas. I giocatori
potranno scegliere di calarsi nei panni della versione femminile o maschile di Dani. "Non c'è un eroe canonico, maschile o femminile, nel gioco", ha precisato Jones, "il viaggio sarà lo stesso, e i dialoghi saranno i medesimi". In molti si sono chiesti se saranno presenti opzioni di romance all'interno del gioco, ma Jones ha precisato che una simile scelta avrebbe spostato il focus della storia."Le relazioni che Dani formerà nel corso dell'avventura saranno piene di significato", ha affermato, "e il lato romantico non era centrale per la storia che volevamo raccontare. Volevamo mostrare come Dani crescerà e cambierà, diventando un punto di riferimento per le persone che ha intorno".
Il tutto anche in un'ottica di massima flessibilità del gameplay, che asseconderà le aspirazioni del giocatore. Come affermato da Benjamin Hall, "i giocatori potranno scegliere il loro stile di gioco e i loro equipaggiamenti preferiti, che modificheranno il modo in cui Dani si muove sull'isola. Queste scelte cambieranno il modo in cui si evolveranno diversi scenari e situazioni". "In questo modo", prosegue Hall, "ogni giocatore avrà una diversa storia da raccontare, nel segno della massima player agency". D'altronde, come abbiamo visto, ogni guerrigliero ha una differente prospettiva e un percorso del tutto personale e unico.
Il personaggio di Dani nasce come outsider di Yara, un orfano che sembra destinato a rimanere in fondo alla lista delle preoccupazioni del potente dittatore Antón Castillo. "Il viaggio di Dani consiste nello scoprire che lei o lui ha uno scopo, un obiettivo speciale: salvare il Paese e liberare l'isola di Yara", spiega Khavari, "e quanto al rapporto tra Dani e Castillo... Abbiamo voluto metterli alle due estremità dello spettro: un soggetto insignificante e uno ai vertici del potere. Castillo non si aspetta un'ascesa da parte di Dani. Non è preparato". "Dani deve trovare speranza in un luogo che sembra senza speranza", prosegue Jones.
La scelta di rendere il protagonista visibile nel corso delle cinematiche è finalizzata a canalizzare al meglio le sue emozioni nel giocatore. Gli attori che hanno interpretato la versione maschile (Sean Rey) e femminile (Nisa Gunduz) di Dani si sono molto immedesimati nel suo carattere e nella sua storia. "Anche io mi sono spesso sentito uno sfigato nel corso della mia vita, proprio come Dani", dice Rey, "anche perché ho una leggera balbuzie. Per questo ho dovuto lavorare più duro rispetto ai miei colleghi". "In ogni ruolo cerco di portare un po' della mia vita nei personaggi che interpreto", spiega Gunduz, "quando a Dani, le sue debolezze sono in realtà i suoi punti di forza. In questo modo rimane umana e si prova empatia nei suoi confronti. E poi adoro la sua estetica, e il suo aspetto mi ha molto aiutata nell'approcciare il personaggio".
Gli sviluppatori di Far Cry 6 hanno fatto un utilizzo massiccio del motion capture, che è stato essenziale per aumentare il realismo dei personaggi e dei loro movimenti. Non si tratta di un lavoro semplice... "È molto diverso rispetto a ciò che facciamo per serie TV e cinema. Qui ci sono molti più take!", ha spiegato Rey. Gunduz conferma il forte impegno richiesto per il ruolo: "il motion capture mi ha richiesto molta creatività. Il contesto - la stanza grigia, tutta quella strumentazione - richiede molta immaginazione. Devi essere creativo, creare il mondo nella tua testa, non solamente il personaggio".
Antón Castillo, un cattivo Far Cry style
Di certo il villain di Far Cry 6 si fa notare: interpretato dal celebre Giancarlo Esposito, Antón Castillo ha uno sguardo magnetico e un carisma palpabile. "Riesce a farti credere che le sue idee perverse possano avere un senso. La sua visione è tutto", secondo Khavari. Castillo vide di persona l'esecuzione del padre Gabriel nel 1967, e fu condannato a lunghi anni di lavori forzati nelle piantagioni di tabacco di Yara quando era solo un ragazzino. "Ha la sensazione che il Paese gli sia stato rubato, e cavalca il romanticismo dei nostalgici dell'epoca del potere del padre. Ha investito tutto nel progetto Viviro, che sembra essere una cura miracolosa per il cancro, e dovrebbe fungere da motore per riportare il benessere sull'isola", spiega Khavari.
Thierry Noël pone l'accento sul lungo lavoro di ricerca che ha portato alla creazione del personaggio di Castillo: "essere un dittatore è un lavoro complesso, e non è per tutti. Purtroppo gli esempi di dittatori abbondano nel mondo reale, e quindi non ci è mancato il materiale. Abbiamo guardato a Fulgencio Batista [dittatore cubano rovesciato dalla rivoluzione castrista nel 1959, n.d.A.] e ad altre figure come Augusto Pinochet [dittatore cileno dal 1973 al 1990, n.d.A.], sia nell'America Latina che nel resto del mondo. Abbiamo cercato gli elementi che accomunano questi personaggi". Uno su tutti, afferma Noël, è la famiglia.
Nel corso della nostra intervista, immediatamente successiva rispetto all'evento Ubisoft, Noël ha confermato il forte focus sugli aspetti personali e privati che contraddistinguono la vita - senz'altro molto particolare - di un
dittatore: "Castillo vuole governare per sempre attraverso i suoi eredi". Castillo definisce suo padre, sé stesso e il figlio tredicenne Diego come "i leoni di Yara". Non è un caso se i trailer di Far Cry 6 finora mostrati hanno messo al centro la figura di questo ragazzino, cresciuto in un contesto del tutto differente rispetto a quello vissuto dai suoi coetanei. Gli eventi del gioco si mettono in moto con due tentativi di fuga dall'isola: da un lato quello di Diego, e dall'altro quello di Dani. Entrambi si trovano sulla stessa barca, ma Castillo riesce a riportare indietro il figlio ribelle. Dani, dal canto suo, sceglie liberamente di restare per tentare di liberare il suo Paese dalla morsa di Castillo.
"Ciò che è davvero interessante della relazione fra padre e figlio", spiega Niki Foy, Senior Scriptwriter, "è che Diego non è ancora andato troppo in là, non è stato influenzato totalmente dal padre". E probabilmente questo è inaccettabile per Antón Castillo, bramoso di trasmettere il suo potere sull'isola al figlio come parte della sua eredità. Per fortuna tra Giancarlo Esposito e Anthony Gonzalez (il giovane attore che interpreta Diego) si è creato un rapporto ben più sano, come ci ha raccontato Navid Khavari: "Giancarlo è stato molto generoso sul set: essendo a sua volta un padre ha preso Anthony sotto la sua ala. Anthony stava cercando la sua strada nella complessità della motion capture, e allora Giancarlo gli ha detto: guardami negli occhi, qui ci siamo solo tu ed io. Da allora Anthony ha centrato in pieno il suo personaggio e le sue performance".
Quanto alla sua interpretazione di Castillo, Esposito ha illustrato, in una dichiarazione a noi pervenuta, gli elementi centrali del suo ruolo: "come attore, ricerco sempre umanità, forza e vulnerabilità. Cerco di entrare in risonanza con la storia del personaggio che interpreto. Antón è un uomo molto orgoglioso, colto, che conosce molte cose, ma anche un essere umano che vive dei conflitti interiori". Esposito ha fatto riferimento alla sua formazione come attore teatrale per sentirsi a proprio agio nel lavoro di motion capture: "ho dovuto usare la mia immaginazione per creare il mondo attorno a me".
Questo nuovo capitolo di Far Cry conferma una viva attenzione verso i cattivi con i contenuti aggiuntivi che saranno rilasciati post lancio: per la prima volta, i giocatori potranno immergersi nella mente di alcuni dei villain più iconici della serie. Vaas, Pagan Min e Joseph Seed avranno ciascuno un DLC dedicato, e gli utenti potranno vivere in solitaria o in cooperativa tre mondi diversi contraddistinti da meccaniche roguelite.
L'uscita di Far Cry 6 è ormai alle porte: il 7 ottobre è sempre più vicino. L'ultima fatica Ubisoft sarà disponibile su Xbox One, Xbox Series X/S, PlayStation 4 e 5, Google Stadia, Amazon Luna e PC, tramite i canali di Epic Games Store, Ubisoft Store e Ubisoft +. Cosa vi incuriosisce di più dell'ambientazione e dei personaggi che popolano l'isola di Yara? Vi aspettiamo per parlarne insieme nei commenti!
Far Cry 6: dietro le quinte dello sviluppo, ecco cosa abbiamo scoperto
Abbiamo assistito all'evento dedicato all'isola di Yara e alla sua storia di dittatura e rivoluzione: siete pronti per esplorare il mondo di Far Cry 6?
Il 7 ottobre si avvicina: tra non molto potremo esplorare a fondo l'isola di Yara e scoprire i segreti del dittatore Antón Castillo, un uomo tanto spregiudicato quanto carismatico. Nel frattempo abbiamo potuto soddisfare in parte la nostra curiosità in un evento Ubisoft dedicato proprio all'ultimo, atteso capitolo della saga di Far Cry. Se volete sapere di più sul titolo Ubisoft, vi rimandiamo al nostro provato di cinque ore di Far Cry 6 a cura di Giuseppe Arace.
Sono stati i creatori stessi del gioco a illustrarci le sue novità e le aspirazioni (e ispirazioni) del team per l'avventura che i giocatori vivranno su un'isola caraibica che sa essere tanto magnifica quanto letale, avviluppata com'è tra le spire della dittatura. Sarà una storia di oppressione, rivoluzione, ma anche di legami familiari e dilemmi morali. Venite con noi a fare un giro sull'assolata Yara: potrete dare un'occhiata dietro le quinte del suo sviluppo.
La creazione dell'isola
Per la prima volta nella saga di Far Cry, Ubisoft ha voluto creare un intero Paese: l'isola di Yara è un open world estremamente denso, ricco di suggestioni che riportano ai nostri Caraibi. "Portare alla vita un Paese è stato un progetto enorme", racconta Thierry Noël, Senior Inspirational Content Advisor, "e Cuba è stata la nostra ispirazione principale. Ma abbiamo guardato a tutto il Centroamerica e al Sudamerica".
Sebbene l'avventura di Dani Rojas sia ambientata ai giorni nostri, Yara sembra essere congelata nel tempo, e precisamente negli anni '60. Come affermato da Noël, uno degli aspetti più interessanti e impegnativi per gli sviluppatori è stata la ricostruzione di un'intera storia per l'isola, andando indietro fino al XV secolo d.C., sempre nel segno degli stravolgimenti sociali e politici. "Nella storia dell'isola non si è mai lontani nel tempo da una rivoluzione", spiega Benjamin Hall, World Director di Far Cry 6, "le rivoluzioni sono un elemento essenziale. Puoi sentire la storia passarti accanto sull'isola". Il passato e il presente vanno a braccetto su Yara, e si sa che gli eventi sono spesso destinati a ripetersi.
L'ultima rivoluzione sull'isola si è verificata nel 1967, e il suo obiettivo è stato detronizzare - e uccidere - Gabriel Castillo, padre dell'attuale dittatore, per portare al potere il guerrigliero Santos Espinosa. Alla sua morte è stato Antón
Castillo, figlio di Gabriel, a prendere le redini di un'isola distrutta da un lungo embargo e piagata dalla povertà endemica. "Il dittatore sta soggiogando la popolazione per ricreare una età dell'oro per il Paese", dice Hall, "il giocatore sarà buttato all'interno di questa rivoluzione". L'esplorazione giocherà un ruolo fondamentale nell'avventura, ma il giocatore dovrà tenere conto delle specificità di ogni zona per muoversi con il minor rischio possibile. "La guerriglia deve essere invisibile e muoversi su strade nascoste all'interno della ricca vegetazione dell'isola", afferma Hall, "e lo spazio aereo è controllato dagli aerei militari del governo. Ciò porta ad un senso d'oppressione non soltanto per i guerriglieri, ma anche per la popolazione".
Il World Director di Far Cry 6 ha poi stuzzicato la nostra curiosità parlandoci degli ecosistemi marini in cui Dani potrà immergersi: Yara ospita un centinaio di specie animali, tra cui coccodrilli, squali, barracuda...L'oceano potrà essere esplorato, ma anche in questo caso bisognerà fare attenzione alle pattuglie militari. L'ambiente e la popolazione di Yara sono però minacciati dal massiccio utilizzo del concime segreto impiegato nei campi di tabacco: Antón Castillo è convinto di riuscire a riportare Yara al suo antico splendore grazie al Viviro, un medicinale dagli effetti antitumorali ricavato proprio dalle foglie della pianta. La vita dei lavoratori nei campi, tra i fumi rossi del concime, è costantemente a rischio.
Come avviene anche nei Caraibi, la popolazione trova sollievo nelle piccole cose: la musica, il ballo, una chiacchierata con i vicini. Come spiegato da Nicola Jones, Associate Producer, Yara è piena di scene di vita quotidiana che animano l'isola: "vogliamo far percepire ai giocatori la vita reale della popolazione. Si possono ascoltare le loro lamentele e le loro storie: deporre la
pistola e girare per le città permetterà di scoprire di più sugli abitanti di Yara. Esplorate l'isola, godetevela!". "La musica è una parte enorme nella costruzione dell'ambientazione", prosegue Jones, "è il cuore pulsante di Yara. Volevamo rappresentare non soltanto le lotte della popolazione, ma anche il modo in cui le persone riescono a vivere sotto il regime con il ballo, la musica. C'è grande positività negli abitanti dell'isola". Anche Benjamin Hall suggerisce ai giocatori di deporre le armi, di tanto in tanto: "nelle zone demilitarizzate, l'isola può essere esplorata liberamente. È fondamentale vivere l'isola, fermarsi e prendersi un attimo di respiro. Una delle mie attività preferite è mettere via le armi, ascoltare un po' di musica, stendermi sulla spiaggia e godermi il sole".
La guerriglia
"Le storie di Far Cry sono sempre storie di ribellione. È parte del nostro brand. Ma noi volevamo passare dall'idea di ribellione a quella di rivoluzione": così Navid Khavari, Narrative Director, illustra le scelte che sono state alla base della trama dell'ultimo capitolo della serie. Anche qui, trarre ispirazione dall'isola di Cuba e dai suoi abitanti è stato uno step fondamentale nello sviluppo. "La sfida, fin dall'inizio", secondo Khavari, "è stata quella di comprendere la guerriglia. Bisogna iniziare con niente, combattere contro forze molto più grandi di noi Ci siamo ispirati alla capacità dei cubani di trarre il meglio da ciò che hanno: la filosofia del Resolver".
Simbolo di questo approccio è Juan Cortez, guerrigliero decisamente sopra le righe, interpretato dall'attore Alex Fernandez, perfetto per il ruolo anche grazie al suo particolare curriculum familiare."L'idea del Resolver è profondamente radicata nel gioco e nella filosofia cubana, e questa filosofia è espressa dal personaggio di Juan", spiega Fernandez, "Resolver vuol dire: trionfo dell'immaginazione. Mio padre lottava contro il regime castrista a Cuba, ed è stato anche imprigionato. La sua filosofia si adatta perfettamente a quella di Cortez, un vero e proprio agente del caos".
Un approccio opposto rispetto a quello di Clara Garcia, leader del movimento rivoluzionario Libertad, idealista convinta e sinceramente desiderosa di abbattere il regime di Castillo. "Dani Rojas e il giocatore avranno bisogno della prospettiva di entrambi", conclude Fernandez. In una intervista dedicata ai lettori di Everyeye.it, abbiamo chiesto a Thierry Noël i motivi per cui Ubisoft ha desiderato raccontare questa storia di dittatura e rivoluzione proprio nel 2021. "Dittatura, guerriglie e rivoluzioni sono parte della nostra storia, sia passata che presente", ci ha risposto, "per questo abbiamo voluto cogliere l'opportunità di esplorare questi temi in Far Cry. Il nostro lavoro di ricerca è stato finalizzato a nutrire la creatività degli sviluppatori".
Tornando all'esplosivo Juan Cortez, questo guerrigliero tutto pepe è l'inventore di diverse armi basate sull'approccio Resolver, tra cui, in particolare, gli zaini Supremo. Come spiegato da Khavari, "Cortez ha inventato questi zaini per potenziare i guerriglieri e renderli simili a supereroi. L'ispirazione è arrivata proprio dai fumetti. Quando vengono utilizzati la visuale si sposta in terza persona, in modo da poter ammirare meglio l'effetto". Il design delle armi appare organico e chiaro, con i vari elementi ben esposti: si va dai tubi agli estintori, in un pot-pourri di oggetti di tutti i giorni riletti in una chiave molto diversa rispetto a quella del quotidiano.
Sembra che l'approccio dei guerriglieri sarà variegato, con quella mescolanza di toni drammatici e scanzonati che ha sempre contraddistinto la saga di Far Cry. L'ispirazione viene dalla ricerca sul campo, come ha ben spiegato il Narrative Director Navid Khavari: "abbiamo speso moltissimo tempo a fare ricerca storica, oltre ad approfondire ciò che sta succedendo nella contemporaneità, ad esempio in Venezuela. Abbiamo trovato dei punti in comune", prosegue, "e ciò è stato sorprendente e calzante per la nostra narrativa: quando abbiamo parlato con dei veri guerriglieri, ognuno aveva le proprie motivazioni - per alcuni era vitale fare gruppo con i propri amici, trovare humour anche nelle situazioni di battaglia più drammatiche. Non tutti lottano per il proprio Paese".
Nuovi protagonisti, nuovo storytelling
Uno degli elementi di distacco più forti del capitolo di Far Cry in uscita rispetto al passato è il maggiore focus sul protagonista, Dani Rojas. I giocatori
potranno scegliere di calarsi nei panni della versione femminile o maschile di Dani. "Non c'è un eroe canonico, maschile o femminile, nel gioco", ha precisato Jones, "il viaggio sarà lo stesso, e i dialoghi saranno i medesimi". In molti si sono chiesti se saranno presenti opzioni di romance all'interno del gioco, ma Jones ha precisato che una simile scelta avrebbe spostato il focus della storia."Le relazioni che Dani formerà nel corso dell'avventura saranno piene di significato", ha affermato, "e il lato romantico non era centrale per la storia che volevamo raccontare. Volevamo mostrare come Dani crescerà e cambierà, diventando un punto di riferimento per le persone che ha intorno".
Il tutto anche in un'ottica di massima flessibilità del gameplay, che asseconderà le aspirazioni del giocatore. Come affermato da Benjamin Hall, "i giocatori potranno scegliere il loro stile di gioco e i loro equipaggiamenti preferiti, che modificheranno il modo in cui Dani si muove sull'isola. Queste scelte cambieranno il modo in cui si evolveranno diversi scenari e situazioni". "In questo modo", prosegue Hall, "ogni giocatore avrà una diversa storia da raccontare, nel segno della massima player agency". D'altronde, come abbiamo visto, ogni guerrigliero ha una differente prospettiva e un percorso del tutto personale e unico.
Il personaggio di Dani nasce come outsider di Yara, un orfano che sembra destinato a rimanere in fondo alla lista delle preoccupazioni del potente dittatore Antón Castillo. "Il viaggio di Dani consiste nello scoprire che lei o lui ha uno scopo, un obiettivo speciale: salvare il Paese e liberare l'isola di Yara", spiega Khavari, "e quanto al rapporto tra Dani e Castillo... Abbiamo voluto metterli alle due estremità dello spettro: un soggetto insignificante e uno ai vertici del potere. Castillo non si aspetta un'ascesa da parte di Dani. Non è preparato". "Dani deve trovare speranza in un luogo che sembra senza speranza", prosegue Jones.
La scelta di rendere il protagonista visibile nel corso delle cinematiche è finalizzata a canalizzare al meglio le sue emozioni nel giocatore. Gli attori che hanno interpretato la versione maschile (Sean Rey) e femminile (Nisa Gunduz) di Dani si sono molto immedesimati nel suo carattere e nella sua storia. "Anche io mi sono spesso sentito uno sfigato nel corso della mia vita, proprio come Dani", dice Rey, "anche perché ho una leggera balbuzie. Per questo ho dovuto lavorare più duro rispetto ai miei colleghi". "In ogni ruolo cerco di portare un po' della mia vita nei personaggi che interpreto", spiega Gunduz, "quando a Dani, le sue debolezze sono in realtà i suoi punti di forza. In questo modo rimane umana e si prova empatia nei suoi confronti. E poi adoro la sua estetica, e il suo aspetto mi ha molto aiutata nell'approcciare il personaggio".
Gli sviluppatori di Far Cry 6 hanno fatto un utilizzo massiccio del motion capture, che è stato essenziale per aumentare il realismo dei personaggi e dei loro movimenti. Non si tratta di un lavoro semplice... "È molto diverso rispetto a ciò che facciamo per serie TV e cinema. Qui ci sono molti più take!", ha spiegato Rey. Gunduz conferma il forte impegno richiesto per il ruolo: "il motion capture mi ha richiesto molta creatività. Il contesto - la stanza grigia, tutta quella strumentazione - richiede molta immaginazione. Devi essere creativo, creare il mondo nella tua testa, non solamente il personaggio".
Antón Castillo, un cattivo Far Cry style
Di certo il villain di Far Cry 6 si fa notare: interpretato dal celebre Giancarlo Esposito, Antón Castillo ha uno sguardo magnetico e un carisma palpabile. "Riesce a farti credere che le sue idee perverse possano avere un senso. La sua visione è tutto", secondo Khavari. Castillo vide di persona l'esecuzione del padre Gabriel nel 1967, e fu condannato a lunghi anni di lavori forzati nelle piantagioni di tabacco di Yara quando era solo un ragazzino. "Ha la sensazione che il Paese gli sia stato rubato, e cavalca il romanticismo dei nostalgici dell'epoca del potere del padre. Ha investito tutto nel progetto Viviro, che sembra essere una cura miracolosa per il cancro, e dovrebbe fungere da motore per riportare il benessere sull'isola", spiega Khavari.
Thierry Noël pone l'accento sul lungo lavoro di ricerca che ha portato alla creazione del personaggio di Castillo: "essere un dittatore è un lavoro complesso, e non è per tutti. Purtroppo gli esempi di dittatori abbondano nel mondo reale, e quindi non ci è mancato il materiale. Abbiamo guardato a Fulgencio Batista [dittatore cubano rovesciato dalla rivoluzione castrista nel 1959, n.d.A.] e ad altre figure come Augusto Pinochet [dittatore cileno dal 1973 al 1990, n.d.A.], sia nell'America Latina che nel resto del mondo. Abbiamo cercato gli elementi che accomunano questi personaggi". Uno su tutti, afferma Noël, è la famiglia.
Nel corso della nostra intervista, immediatamente successiva rispetto all'evento Ubisoft, Noël ha confermato il forte focus sugli aspetti personali e privati che contraddistinguono la vita - senz'altro molto particolare - di un
dittatore: "Castillo vuole governare per sempre attraverso i suoi eredi". Castillo definisce suo padre, sé stesso e il figlio tredicenne Diego come "i leoni di Yara". Non è un caso se i trailer di Far Cry 6 finora mostrati hanno messo al centro la figura di questo ragazzino, cresciuto in un contesto del tutto differente rispetto a quello vissuto dai suoi coetanei. Gli eventi del gioco si mettono in moto con due tentativi di fuga dall'isola: da un lato quello di Diego, e dall'altro quello di Dani. Entrambi si trovano sulla stessa barca, ma Castillo riesce a riportare indietro il figlio ribelle. Dani, dal canto suo, sceglie liberamente di restare per tentare di liberare il suo Paese dalla morsa di Castillo.
"Ciò che è davvero interessante della relazione fra padre e figlio", spiega Niki Foy, Senior Scriptwriter, "è che Diego non è ancora andato troppo in là, non è stato influenzato totalmente dal padre". E probabilmente questo è inaccettabile per Antón Castillo, bramoso di trasmettere il suo potere sull'isola al figlio come parte della sua eredità. Per fortuna tra Giancarlo Esposito e Anthony Gonzalez (il giovane attore che interpreta Diego) si è creato un rapporto ben più sano, come ci ha raccontato Navid Khavari: "Giancarlo è stato molto generoso sul set: essendo a sua volta un padre ha preso Anthony sotto la sua ala. Anthony stava cercando la sua strada nella complessità della motion capture, e allora Giancarlo gli ha detto: guardami negli occhi, qui ci siamo solo tu ed io. Da allora Anthony ha centrato in pieno il suo personaggio e le sue performance".
Quanto alla sua interpretazione di Castillo, Esposito ha illustrato, in una dichiarazione a noi pervenuta, gli elementi centrali del suo ruolo: "come attore, ricerco sempre umanità, forza e vulnerabilità. Cerco di entrare in risonanza con la storia del personaggio che interpreto. Antón è un uomo molto orgoglioso, colto, che conosce molte cose, ma anche un essere umano che vive dei conflitti interiori". Esposito ha fatto riferimento alla sua formazione come attore teatrale per sentirsi a proprio agio nel lavoro di motion capture: "ho dovuto usare la mia immaginazione per creare il mondo attorno a me".
Questo nuovo capitolo di Far Cry conferma una viva attenzione verso i cattivi con i contenuti aggiuntivi che saranno rilasciati post lancio: per la prima volta, i giocatori potranno immergersi nella mente di alcuni dei villain più iconici della serie. Vaas, Pagan Min e Joseph Seed avranno ciascuno un DLC dedicato, e gli utenti potranno vivere in solitaria o in cooperativa tre mondi diversi contraddistinti da meccaniche roguelite.
L'uscita di Far Cry 6 è ormai alle porte: il 7 ottobre è sempre più vicino. L'ultima fatica Ubisoft sarà disponibile su Xbox One, Xbox Series X/S, PlayStation 4 e 5, Google Stadia, Amazon Luna e PC, tramite i canali di Epic Games Store, Ubisoft Store e Ubisoft +. Cosa vi incuriosisce di più dell'ambientazione e dei personaggi che popolano l'isola di Yara? Vi aspettiamo per parlarne insieme nei commenti!
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