Recensione Ong Bak collection

Tutte le acrobazie di Tony Jaa in alta definizione!

Recensione Ong Bak collection
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Al neanche troppo lontano inizio del XXI secolo, quando l'enfant terrible di Hollywood Quentin Tarantino provvide a rivisitare tramite i due volumi di Kill Bill le pellicole d'arti marziali anni Settanta, il più delle volte incentrate sulla figura di un maestro e del suo invincibile allievo, l'interesse attorno a quei tanti piccoli cult-movie dagli occhi a mandorla (potremmo citare almeno gli ottimi Con una mano ti rompo con due piedi ti spezzo e Cinque dita di violenza) iniziò a rifarsi sempre più vivo.
Tanto che, mentre da un lato si era cominciata a scatenare - tra cinema e dvd - la battaglia degli horror di matrice asiatica, con i vari The ring e The grudge, dall'altro qualcuno provvedeva a cercare di emozionare gli spettatori con vicende riguardanti palestratissimi individui sempre pronti a dispensare botte da orbi.
Come, appunto, nel caso di Ong-Bak - Nato per combattere, che, diretto nel 2003 da Prachya Pinkaew e lanciato nelle nostre sale cinematografiche soltanto l'anno dopo da 01 distribution, ci portò a conoscenza dell'agilissimo Tony Jaa, allievo del Bruce Lee della Thailandia Phanna Rithikrai, poi rivisto nel 2005 anche in The protector-La legge del Muay Thai, dello stesso regista.
Prima ancora che prendesse parte, tra il 2008 e il 2010, ai sequel Ong Bak 2-La nascita del dragone e Ong Bak 3-The final battle, dei quali ha curato anche la regia al fianco di Panna Rittikrai e che 01 ha deciso di racchiudere insieme al capostipite, per la gioia dei fan, in un cofanetto blu-ray da collezione costituito da tre dischi inseriti in un elegante fodero cartonato.

Ong-Bak-Nato per combattere

Per conquistarsi i favori del boss malavitoso Khom Tuan, Don ordina ai suoi compagni di rubare e consegnare all'uomo la testa di "Ong Bak", statua di Budda che, risalente al periodo della guerra contro la Birmania, si trova nel tempio Nong Pra-du ed è venerata dai contadini del posto, i quali la credono dotata del magico potere di proteggerli dalle disgrazie.
Il facile pretesto per poter porre Jaa nei panni del giovane orfano Ting, cresciuto nel tempio e allievo del monaco Pra Kru, che gli ha insegnato tutti i segreti di un antico stile di Muay Thai, il quale viene incaricato di recuperarla.
E, se le prime immagini potrebbero spingere a pensare al tipico polpettone caratterizzato da grosse pretese autoriali, non appena lo scenario d'azione diventa Bangkok bisogna ricredersi, in quanto l'immediata impressione è quella di avere davanti agli occhi un'operazione non distante da quelle interpretate dal colosso belga Jean-Claude Van Damme nel suo periodo d'oro (quando prese parte a Kickboxer-Il nuovo guerriero e Senza esclusione di colpi, per intenderci).
Quindi, senza dimenticare un'indispensabile spruzzata d'ironia, lo script occorre esclusivamente a tenere uniti i combattimenti e le diverse, movimentate sequenze d'azione; tra le quali merita la citazione almeno quella in cui abbiamo uno spettacolare inseguimento con i risciò.
Per circa 104 movimentatissimi minuti di visione tutt'altro che destinati ad annoiare; oltre che proposti con una buona sezione extra.
Si va da un making of di quarantotto minuti a interviste al regista e al protagonista, passando per trailer, videoclip e due brevissimi contenuti riguardanti il Muay Thai.

Ong Bak 2-La nascita del dragone

Soltanto tre trailer quali contenuti speciali, invece, per questo numero due che, in realtà, si lega alla pellicola precedente esclusivamente a causa della presenza di Jaa.
Questa volta, infatti, abbiamo una vicenda ambientata nella Thailandia del XV secolo, dove Tien (Jaa, appunto), allevato dal capo dei banditi della Scogliera dell'Ala di Garuda, parte alla ricerca degli assassini dei suoi genitori, uccisi durante un ammutinamento quando era bambino.
Quindi, senza risparmiare neppure un combattimento in acqua contro un coccodrillo, ancora una volta l'esile sceneggiatura non rappresenta altro che il pretesto per mostrare sempre in azione il protagonista, qui intento a portarci a conoscenza, inoltre, del Natayuth (da nata=danza e yuth=combattimento), che fonde tutti gli stili di arti marziali.
Infatti, in mezzo a flashback e duelli con le spade, non mancano neppure i ninja e il kung fu cinese all'interno dei circa novantacinque minuti di visione senza tregua che, decisamente più curati rispetto al pur riuscito capostipite, tirano in ballo anche elementi fantastici cari a diversi Hong Kong movie dell'ultimo ventennio.
Con il finale lasciato appositamente aperto per il capitolo successivo.

Ong Bak 3-The final battle

Mentre l'episodio precedente pare abbia fatto una fugace apparizione nelle nostre sale all'inizio del 2010, questa terza avventura è approdata in Italia direttamente nel mercato dell'home video.
La storia prosegue direttamente dal numero due, con Jaa che, ancora impegnato a concedere anima e corpo a Tien, preda della furia e della sete di vendetta, viene liberato dagli abitanti di Kana Khone dopo essere stato sconfitto e quasi ucciso.
Da qui, lo troviamo deciso a intraprendere un percorso spirituale e a imparare a controllare tramite la meditazione il proprio karma e gli eccessi di rabbia; almeno finché i suoi nemici non tornano a sfidarlo in un duello mortale.
E, come accaduto già ne La nascita del dragone, i toni cupi della fotografia di Nattawut Kittikhun provvedono a fornire l'atmosfera quasi horror di quello che, di sicuro, è il tassello della trilogia maggiormente legato a tematiche soprannaturali.
Ma anche il più fiacco, in quanto, come già s'intuisce facilmente leggendo la trama, l'azione finisce per essere relegata soprattutto alla parte finale dei circa novantanove minuti di visione.
Con il trailer originale e un dietro le quinte di quattordici minuti a rappresentare la sezione riservata ai contenuti speciali.

Ong Bak collection Sotto il marchio 01, finalmente in blu-ray la movimentata trilogia d’arti marziali che ha per protagonista Tony Jaa, allievo del Bruce Lee della Thailandia Phanna Rithikrai. Qualità audiovisiva discreta e contenuti speciali più che sufficienti per tre dischi che faranno la gioia degli amanti del genere, probabilmente felici di poter disporre anche del terzo capitolo della serie, mai arrivato nelle nostre sale.

6.5

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