Speciale Viale del Tramonto

Sunset Blvd: quando i grandi film non hanno età

Speciale Viale del Tramonto
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Hollywood è la fabbrica dei sogni, un luogo dove l’industria cinematografica americana sforna soggetti continuamente in una catena di montaggio che non si interrompe mai. Le storie di tutti i giorni prendono vita come per magia e trasportate sul grande schermo diventano immortali e capaci di emozionare più generazioni di pubblico. La mecca del cinema è però allo stesso tempo una giungla di sentimenti, un regno delle contraddizioni, e per gli attori è sempre vivo il rischio di finire sul Viale del Tramonto come nell’omonimo film di Billy Wilder, indimenticabile capolavoro e tra i primi esempi di metacinema, di una settima arte che si nutre internamente, attingendo dalla vita dei suoi protagonisti, registi e attori, per creare dei racconti in cui il vero protagonista è il cinema stesso.
La straordinaria pellicola di Billy Wilder sbarca ora in Home Video nell’imperdibile cofanetto da collezione Viale del Tramonto: The Masterworks Collection, distribuito da Universal Pictures Italia dal prossimo 20 novembre. Una edizione in formato Blu-ray con numerosi contenuti speciali, un originale materiale fotografico, dietro le quinte e dettagli sul set.

Viale del Tramonto è ambientato nel cuore di Hollywood e ha come protagonisti Gloria Swanson nei panni di Norma Desmond, una diva del cinema muto in declino dopo l’avvento del sonoro e William Holden in quelli di Joe Gillis, uno sceneggiatore squattrinato che ne subisce il fascino. Quello che colpisce è la capacità di Wilder di mettere in scena sentimenti “reali” e autobiografici come quelli della stessa Swanson, una vera star del cinema muto, del suo maggiordomo Max Von Mayerling, interpretato dal regista Erich Von Stroheim, del cineasta Cecil De Mille e di Buster Keaton, tutti insieme in quello che ancora oggi appare come l’esempio più brillante di un cinema capace di raccontare se stesso.
Viale del Tramonto ha fatto scuola, basti pensare al recente The Artist, film muto diretto da Michel Hazanavicius e vincitore di 5 Premi Oscar. Anche in questo caso il protagonista della pellicola è un attore del cinema muto finito in disgrazia in seguito all’avvento del sonoro. Molti i punti in comune con il noir diretto da Wilder, come nella totale avversità dei protagonisti per il cinema “parlato” anche se il lieto fine del film francese si discosta dal memorabile e drammatico atto conclusivo del capolavoro del 1950. Ancora il cinema che parla di cinema in Ed Wood, pellicola diretta da Tim Burton che racconta la biografia di quello che è ancora oggi considerato il peggiore regista di tutti i tempi.
Con evidente leggerezza Burton ci racconta delle strampalate avventure del cineasta americano e allo stesso tempo disegna la parabola discendente di uno dei grandi divi di Hollywood, Bela Lugosi. L’attore ungherese, divenuto celebre per la sua interpretazione in Dracula, non riuscì mai ad appendere canini e mantello al chiodo finendo presto nel dimenticatoio e costretto a piccole particine in film di Serie B.

La logica metacinematografica non è però una esclusiva hollywoodiana. Anche in Europa abbiamo diversi e brillanti esempi di pellicole che hanno come protagonista la settima arte. Pensiamo a Fellini, autore di 8/5, film ambientato all’interno di una stazione termale dove “riposa” il regista Guido Anselmi, vittima di una irreversibile crisi creativa. Perché il cinema divora, impone ritmi infernali e spesso un set può trasformarsi in una scuola di sopravvivenza. Un po’ come mostra Truffaut in Effetto Notte, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero. Il regista francese ci porta direttamente sul set dell’ultimo film di Ferrand (interpretato dallo stesso Truffaut) e ci lascia ben intuire le difficoltà che si nascondono dietro la lavorazione di un film.
Attraversiamo nuovamente l’oceano per il divertente esperimento di metacinema realizzato da Woody Allen in La rosa purpurea del Cairo. Il regista newyorkese mette in scena un paradossale incontro tra una spettatrice innamorata e la star del suo film preferito. Quest’ultimo, incuriosito dalla passione della sua ammiratrice, evaderà dallo schermo ma sarà poi costretto a fare un passo indietro per salvaguardare la sua carriera e non alterare gli equilibri cinematografici di produzione e distribuzione. Una commedia brillante capace di svelare i meccanismi della “macchina” cinema. Tra gli ingranaggi essenziali di questa macchina troviamo gli sceneggiatori come Joe in Viale del Tramonto, sedotto dalla affascinante e folle Norma Desmond fino al tragico epilogo. Una sorte toccata anche a Donald Kaufman, gemello fittizio dello sceneggiatore Charles Kaufman, il cui blocco creativo viene raccontato nella pellicola di Spike Jonze, Il ladro di Orchidee. Più fortunato è, invece, Marty, protagonista di 7 Psicopatici di Martin McDonagh. Vivrà una folle avventura, rischierà la vita, ma si troverà tra le mani dell’insperato materiale per la prossima sceneggiatura.

Non tutte le sceneggiature diventano, però, automaticamente dei film. A volte anche volontariamente, come in Argo, pellicola diretta e interpretata da Ben Affleck, e vincitrice di tre Premi Oscar. In Argo, dal nome di una fittizia sceneggiatura utilizzata per fini militari, si racconta l’incredibile piano realizzato in collaborazione tra la Cia e Hollywood per mettere in salvo dei cittadini americani intrappolati a Teheran. Raro esempio di cinema sfruttato per una messa in scena politica e successivamente riciclato dalla logica cinematografica, che impone di non sprecare mai una buona storia.
Come abbiamo visto il cinema ha sempre guardato con interesse alle sue storie “interne”. Ha deciso di svelare al pubblico l’intimità di un set, i capricci degli attori, la follia e la rigidità dei registi a cominciare da Billy Wilder che nel 1950, quando diresse Viale del Tramonto, era già un affermato cineasta. Wilder scelse di raccontare il lato più oscuro di Hollywood, il declino, l’abbandono, la solitudine. Una discesa verso l’anonimato di una delle dive più importanti della sua epoca. Sfruttata dal cinema e poi abbandonata in una tetra magione lontana dalle luci del set. Scelse di raccontare una storia di cinema per il cinema e lo fece in modo coraggioso. Grazie alla uscita in Home Video prevista per oggi, 20 novembre e curata dalla Universal Pictures Italia sarà possibile rivivere le suggestive atmosfere del suo capolavoro. Vincitore di 3 Premi Oscar, in Alta Definizione. Perché ancora oggi, a più di settant’anni dall’uscita del film, Viale del Tramonto mantiene ancora intatto il proprio fascino. Norma Desmond diceva: “Le grandi stelle non hanno età”. Lo stesso si può dire per i grandi film.

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