Rubrica Consoline

Nintendo 2DS e Playstation Vita 2000 costano meno, ma rinunciano anche a caratteristiche importanti per i due hardware.

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Tutto è cominciato con un caricabatterie. O meglio con un caricabatterie mancante, venduto, separatamente. 10 euro in più per un accessorio non sono moltissimi, ma l'accessorio in questione è tutto fuorchè accessorio, trascurabile o pura comodità. Se si scarica la batteria al litio dello smartphone non è che lo buttate via, ma cercate alla velocità della luce una presa elettrica e qui ci infilate il caricabatterie incluso-nella-confezione.
Ennò il Nintendo 3DS XL non funzionava (e non funziona tutt'ora!) così, ma esorta i neo-acquirenti del due schermi Nintendo nel modello più costoso a domandare al commesso l'indispensabile orpello. Non l'abbiamo mai capita questa decisione: 10 euro rappresentano un costo ragionevole per un carica batterie e una spesa alla fine non esorbitante, che di sicuro non fa cambiare la percezione verso il prodotto, né svuota a dismisura le tasche. Fattore psicologico quindi non c'è! Ma non c'è nemmeno ampia scelta tra differenti carica batterie, con diverse performance o diversi colori, dopotutto parliamo di un componente standard che oltretutto si interfaccia con una batteria univoca per ogni device.
Insomma, buio totale su questa bislacca decisione di Nintendo. Ma a quanto pare non finisce qui: nel corso della pluri-decennale storia videoludica (e tecnologica) siamo sempre stati abituati a ricevere versioni più avanzate e performanti di hardware nel corso del ciclo vitale. Playstation e Ps One, Game Boy e Game Boy Pocket, Xbox 360 ed Xbox 360 Slim, PSP e PSP Go. Talvolta il nuovo modello riduceva semplicemente il numero di componenti e quindi aumentava le prestazioni, ma non riceveva alcuna revisione al design o all'interfaccia; altre volte le dimensioni calavano sensibilmente e con esse la forma dello chassis; nel caso delle console portatili si lavorava per ridurre il peso ed incrementare la luminosità dello schermo, quando non si rivedevano in toto le specifiche dell'handheld (vedi il Game Boy Advance SP con corpo a conchiglia o il Nintendo Dsi con l'aggiunta del parco titoli DsiWare o ancora PSP Go che eliminava definitivamente il lettore di dischi UMD).
In termini di prezzo, il nuovo modello andava a costare grossomodo come il precedente, che eventualmente veniva scontato di qualche decina di euro. Una strategia pressochè ovvia quando si va ad introdurre un pezzo hardware più performante: il reparto Ricerca & Sviluppo lavora per aumentare l'efficienza energetica e tecnologica delle singole componenti.
Ma cosa succede quando nell'arena videoludica scendono in campo revisioni del calibro di Nintendo 2DS e Playstation Vita 2000, le quali per un prezzo minore riducono sensibilmente o cassano totalmente elementi di punta della console?

I pomi della discordia: Nintendo 2DS e Playstation Vita 2000

La settimana successiva alla Gamescom Nintendo depositò presso le caselle mail delle principali redazioni un comunicato stampa in cui si annunciava l'uscita di un nuovo modello di Nintendo 3DS denominato Nintendo 2DS. Superato non senza difficoltà il timore di trovarsi di fronte ad un pesce d'Aprile fuori stagione, la press release metteva in luce il nuovo design della console ricavato da un corpo unico oltre che l'assenza di stereoscopia. Invariata l'interfaccia, la compatibilità con le game card di 3DS e DS, così come il numero di bottoni (niente secondo analogico), eccetto uno slide per lo Stand By tale da oscurare i due schermi.
Provandolo con le nostre stesse mani ci siamo accorti comunque che il modello mostri una apprezzabile solidità costruttiva e trovi piena ragione d'esistere quando lo si accosta ad un target infantile:

  • colorazioni rossa o blu contro i più eleganti nero e bianco di Nintendo 3DS
  • corpo unico significa niente giunture, primo motivo di rottura dei precedenti handheld di Nintendo (parlo anche per esperienza personale...)
  • l'assenza di 3D stereoscopico rassicura i genitori dal pericolo (abbastanza ingiustificato) di attacchi epilettici
  • il prezzo è un pelo inferiore rispetto alla versione a conchiglia (129$ negli USA, mentre in Europa dipenderà da Stato a Stato e per questo deve ancora essere ufficializzato), ma comunque non c'è intenzione di sostituire qualsiasi versione di Nintendo 3DS con il Nintendo 2DS.
Nintendo 2DS uscirà in concomitanza con il terremoto Pokémon X e Y, ovvero il 12 Ottobre. E' alquanto indicativo come quel giorno sul mercato i futuri pokéallenatori troveranno molte versioni dell'hardware, ma nessun bundle con gioco (fisico o pre-caricato). Ci saranno i due Nintendo 3DS XL con serigrafie dei due mostri leggendari vendute al prezzo di 199 euro e ci sarà il Nintendo 2DS che a naso diremmo venduto a 159 euro. La strategia di Nintendo non sembra complessa: visto che in entrambi i casi si devono per forza di cose sborsare i 40 euro necessari per il gioco, i giocatori con un proprio portafoglio o fan sfegatati della serie opteranno per lo sciccoso 3DS XL, mentre i bambini in cerca di un regalo di Natale saranno remunerati dai giocatori con un Nintendo 2DS.
Qualunque sia il giudizio personale circa l'ennesimo restyling del due schermi Nintendo, sotto sotto non si può che giudicare negativamente il marketing di Nintendo che all'annuncio della console era tutto tronfio nel presentare l'incontenibile cavalcata della steroscopia al cinema (ricordate all'E3 2010? Ironia sugli occhialini anni '70 e i miliardi di Avatar spiattellati ovunque); poi Donna Moderna ha instillato dubbi circa il rischio epilessia nei piccoli videogiocatori e Nintendo ritorna prepotentemente sui propri passi con una revisione senza alcun effetto profondità. Tra l'altro il lancio di Nintendo 2DS coincide con quello globale di Pokémon X e Y, che stando a recenti test non presenterà alcun effetto stereoscopico nelle fasi d'esplorazione.
In questi 3 anni pochissimi giochi hanno giustificato la necessità di spingere il selettore 3D verso l'alto, ma da qui a cassare totalmente la caratteristica distintiva dell'hardware ce ne vuole di fegato. Come reagireste se dopo tutti gli investimenti e la pubblicità eliminassero Xbox Live dai servizi di Xbox 360?

Nintendo ha provato a spiegare le differenze tra i diversi modelli, senza però eccellere in chiarezza!

Qualche giorno più tardi, Sony ha aperto la sua conferenza pre-Tokyo Game Show annunciando un nuovo modello di Playstation Vita appartenente alla serie 2000. Come per il rivale Nintendo la prima cosa che salta all'occhio è l'ampia tonalità di colori ed il tono giocattoloso con cui è proposta la console portatile. Anzichè limitarsi al solo Blu e Rosso, Playstation Vita 2000 è ancora più audace spaziando dal giallo banana al verde acqua.
Il design dello chassis è mantenuto inalterato, salvo per la scelta di materiali di minor pregio e l'abbandono di qualche cromatura. Di sicuro la nuova Playstation Vita è nettamente più leggera (del 15%) ed equipaggiata di uno schermo ancora più luminoso (del 20%). Se contiamo poi la presenza di una memoria interna di 1GB (soddisfacente per installare un paio di indie e qualche DLC) e il prezzo che in Giappone dovrebbe equivalere a 140 euro, la nuova Playstation Vita sembra davvero generosissima nelle specifiche tecniche.
Eppure nessuno sembra aver digerito la decisione di sostituire lo scintillante OLED della prima versione dell'handheld con un più banale LCD. Quest'ultimi costano nettamente meno, ma checchè ne dica Sony offrono un'immagine decisamente meno brillante e definita: le prime comparazioni e la nostra prova con mano al Tokyo Game Show hanno confermato ampiamente tale sensazione!
Come la mettiamo? Sony presenta una Playstation Vita invariata nelle specifiche tecniche, più leggera e con qualche aggiunta degna di nota (la memoria interna e il connettore USB universale), ma assemblata con materiali di qualità più scadente e uno schermo che mette in dubbio la grafica HD del portatile. Prevalgono gli aspetti negativi o positivi? Tenendo conto del prezzo inferiore, essi si equivalgono sebbene Sony sembra intenzionata ad eliminare il modello 1000 dalla propria catena produttiva, anzichè proporlo intelligentemente come versione Premium.

Playstation Vita 1000 (sopra) e Playstation Vita 2000 (sotto) a confronto:
l'OLED distrugge senza pietà l'LCD!

Sia Nintendo che Sony allineando sugli scaffali Nintendo 2DS e Playstation Vita 2000 non mostrano grande onestà nei confronti dei consumatori. Il minor prezzo finisce per essere uno specchietto per le allodole: le due aziende giapponesi non sono riuscite negli ultimi 2-3 anni a razionalizzare le proprie catene produttive ed abbattere i costi di reperimento delle materie prime. Ciò è vero sopratutto nel caso di Sony che si trova costretta a pescare gli schermi dal mercato più economico degli LCD per combattere ad armi pari contro il lanciatissimo rivale a due schermi.
Di contro Nintendo commette un errore perlopiù ideologico, dimostrando quanto il tam tam sul 3D stereoscopico degli ultimi anni non abbia affatto conquistato gli acquirenti, anzi li abbia fatti scappare e tenere i soldi nel portafoglio.
Tuttavia in entrambi emerge con arroganza il desiderio di circuire l'utente, promettendogli lo stesso hardware di prima ma magicamente ad un prezzo di gran lunga inferiore. Fino ad ora le successive revisioni di un hardware hanno sempre modificato il design esterno e rivisto in positivo le specifiche tecniche a parità di prezzo di vendita, ma già con PSP Street e Wii Mini è emersa la tendenza di rinunciare a componenti giudicate inutili dai consumatori (il wi-fi, la retrocompatibilità) a favore di un prezzo appena appena inferiore. Difficile essere certi che gli utenti medi siano informati sulle mancanze di una versione rispetto a quella precedente, difficile che conoscano l'assenza di stereoscopia nel 2DS (anche se il nome - dobbiamo ammetterlo - aiuta), difficile che si accorgano delle differenze tra l'LCD e l'OLED di Playstation Vita 2000.
Quello che in apparenza potrebbe essere un grande favore al consumatore vendendogli la console che desidera ad un prezzo minore, in realtà nasconde l'intenzione di circuirlo con un hardware dalle caratteristiche inferiori, frutto di sconclusionate strategie marketing o scarsa efficienza nell'adeguamento del processo produttivo.