Rubrica L'ultima puntata di Giochi Vecchi: Final Fantasy IX

Fine di un tempo.

Rubrica L'ultima puntata di Giochi Vecchi: Final Fantasy IX
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Finito Lolo 2 per NES, la mia fase di retrogaming stava prendendo una brutta piega. Avevo iniziato a comprare vecchi giochi per il NES dai miei amici, obbligandoli ad andare nei loro garage per aprire lo scatolone coi giochi. Naturalmente ne funzionava la metà, e la maggior parte di loro aveva roba tipo Robocop o Supercar. Poi da un conoscente rimediai una pistola Zapper con Duck Hunt. Passai una settimana buona a sparare alle papere. Tutta questa iperattività era per evitare di riprendere in mano i Turtles, gioco difficilissimo e che ancora oggi mi fa paura. Sapevo che se avessi ricominciato il gioco dei Turtles non ne sarei uscito mai più. D'altra parte, ero totalmente disinteressato alle novità, e avevo smesso di comprare le riviste. Ed era normale: la generazione PSX stava finendo e la macchina dell'hype già lavorava sulla Playstation 2, che era nera e costava un sacco di soldi.

I personaggi di Final Fantasy IX. Non chiedetemi nomi, non me li ricordo.
A togliermi da questo stallo arrivò la notizia che stava uscendo il nuovo Final Fantasy. E Final Fantasy si compra e si gioca, c'è poco altro da dire. E così feci. Rimisi il NES nella scatola, tolsi la Playstation dalla sua e la ricollocai al suo posto. Poi andai a comprare Final Fantasy IX. Non compravo un gioco originale da un bel po'.
E via. Mi ricordo del bosco, e di una gruppo di saltimbanchi attori, gente che andava in giro a fare spettacolini. Fra di loro c'era Gidan Tribal, un biondino con la coda. Mi ricordo il fuoco nel bosco e un'atmosfera strana. Sembrava che il numero VII e VIII della saga non fossero mai esistiti. Final Fantasy IX è una specie di mega remake dei numeri IV e V, giochi che ho divorato con gli emulatori del mio computer quando avevo finito Final Fantasy VIII e stavo in astinenza.
Non c'erano più cyberpunk drammi adolescenziali, qui si torna al fantasy puro. Si torna ai maghi neri e quelli bianchi, ai cavalieri, ai personaggi oscuri e al protagonista scavezzacollo e sbarazzino, ai giochi degli equivoci e tutte queste altre cose che io odio profondamente. Quando giocavo, a volte sembrava di stare dentro al Mago di Oz.

E la mia PSX tornò nella scatola. Ed è ancora lì.
Il sistema di combattimento si fonda tutto sulle gemme. Più gemme hai, più puoi equipaggiarti con incantesimi e altre stregonerie. La quest che mi appassionò di più fu quella dove dovevi raggiungere mille salti con la corda. Tutto qua. Non ricordo altro.
L'unica cosa che ricordo di questo gioco è la mia ricerca di un'emozione. Non un'emozione qualunque. Volevo ancora un po' di quel sentimento che avevo provato con Final Fantasy VII. Cercavo il dramma, cercavo la storia d'amore, cercavo le battaglie senza fiato e i viaggi e tutte le altre esperienze che mi avevano appassionato così tanto. Giocavo con diligenza, e ogni giorno cercavo un sussulto di quella cosa lì, a volte mi sembrava di vederne l'ombra, ma erano solo illusioni.

Questa è la spiaggia di Platamona, luogo in cui ho passato la maggior parte delle mie estati. Io ci sono molto affezionato. Di pomeriggio l'acqua è spesso giallastra.
Al tempo non l'avevo capito, ma era finita una generazione. E con Final Fantasy IX io mi aggrappavo a un mondo che stava sparendo. Cercavo di tenerlo in vita a forza di sequel. Mi sforzavo di trovare ancora una volta la musica giusta, il personaggio a cui affezionarmi, la summon che mi facesse saltare sul divano. Ma niente.
E la mia Playstation stava lì, con quegli adesivi di Final Fantasy VIII e il tasto di apertura del cd che ormai cigolava da un po'. Quella sua forma squadrata, quelle linee con le prese d'aria e i pulsanti rotondi non erano più seducenti. Era una vecchia amica con cui ormai si giocava per ricordare il passato. Ricordare le scene in live action di Resident Evil, le prime partite a Street Fighter Alpha, I salti con Tomb Raider e poi Gran Turismo, Silent Hill e Final Fantasy VII. Nella mia mente stava tutto un po' alla rinfusa, ricordavo di come ero stupito dalla demo di Wipeout 2097 e dal tirannosauro che correva nel vuoto. Quel vuoto l'avevo esplorato tutto. Mi ci ero buttato dentro da solo, in tutti quei giorni in cui volevo solo starmene in camera finché gli occhi non mi sanguinavano. E poi l'avevo esplorato in compagnia, coi partitoni ai picchiaduro e ai giochi di macchine. Avevo visto tutto e non mi mancava niente. Mi sentivo completo.
Avevo solo voglia di fare un'altra partita. Volevo vincere un'altra battaglia e trovare un'altra carta. E mentre giocavo era settembre e io provavo ancora ad andare in spiaggia, ma iniziava a esserci freddo. E tutto era pieno di quell'atmosfera strana che continuavo a sentire. Qualcosa era finito, ma non era ancora iniziato niente. E io stavo lì ad aspettare.