Speciale Tomb Raider - Gli Yamatai e la regina Himiko

Scopriamo qualcosa in più sulle fonti storiche che hanno ispirato Crystal Dynamics

Speciale Tomb Raider - Gli Yamatai e la regina Himiko
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il mito di Atlantide, le maledizioni egizie di Seth, le malefiche divinità Maya e l'incontro con il potere degli dei nordici: nel curriculum della vecchia Lara Croft non manca praticamente niente. Ma quella che ci troviamo di fronte nel nuovo Tomb Raider è una protagonista diversa. Crystal Dynamics e Square-Enix riavviano la serie e ne trasformano carattere e iconografia, spingendo in direzione di tematiche mature ed azzerando l'esperienza della giovanissima archeologa. Da dove cominciare allora, per un esordio in grande stile? Quale mistero inseguirà stavolta la signorina Croft?
    L'ideale sarebbe qualcosa di poco conosciuto, così da incuriosire il pubblico: magari una cultura distante dalla nostra, agli antipodi, ma comunque ben riconoscibile. Qualcosa che mescoli storia e mito, per mantenere vivo quel sentore di “realismo magico” che ha accompagnato gli esiti migliori della vecchia serie. Un po' di misticismo, e la solita passione per le antichità perdute.
    Cosa c'è di meglio, allora, del regno Yamatai?

    Regni perduti

    L'occasione da cui prendiamo spunto per redarre questo articolo è ovviamente la prova in esclusiva dell'ultimo Tomb Raider, di cui abbiamo diffusamente parlato nel nostro Hands-On. Così come abbiamo fatto per l'ambientazione (potete leggere qui qualcosa in più sul Mare del Diavolo), vogliamo però cercare di capire quali sono gli elementi da cui hanno preso spunto i ragazzi del team di sviluppo per scrivere la storia di Lara Croft.
    La spedizione a cui partecipa la nostra protagonista, dopo il naufragio che sbatte la ciurma sulle coste di un'isola al largo del Giappone, si imbatte in quella che potrebbe essere un'importante scoperta. Nell'entroterra, infatti, sorgono templi e statue votive, su cui svettano antichi ideogrammi e simboli. Lara ipotizza subito che possa trattarsi di reperti appartenenti alla civiltà degli Yamatai.
    Il regno Yamatai fu uno dei più importanti potentati del Giappone arcaico, e cominciò il suo sviluppo addirittura prima dell'era volgare, ai tempi delle prime invasioni di popolazioni protonipponiche. Il periodo di maggior rigoglio, tuttavia, si colloca all'interno del periodo Yayoi (che va dal 300 p.e.v. Al 300 e.v.).
    Il nome (Yamatai-koku in giapponese) ha un significato piuttosto fumoso, e può essere tradotto come “frecce, montagne e una roccia gigante”, probabilmente mescolando indicazioni geografiche non altre sulla predisposizione bellica della popolazione.

    La Himiko dell'omonimo film diretto da Masahiro Shinoda (1974).


    La struttura geopolitica degli Yamatai era ben definita, secondo un preciso sistema gerarchico e la divisione in cinque contee confederate. E' interessante per altro che la quinta di queste contee non sia mai stata individuata, e nell'ultimo Tomb Raider Lara potrebbe aver messo piede proprio nella mitica regione di “Amaso”. Non possiamo esserne completamente certi, ma il team potrebbe aver replicato con precisione anche l'organizzazione gerarchica, adottata dagli strani sopravvissuti che si aggirano sull'arcipelago, con sacerdoti che nominano fra i loro adepti gli “adoratori del sole”: la divinità femminile venerata da questa contorta società di reietti è proprio la figlia del sole, altrove indicata come Amaterasu, ma che qui è invece incarnata dalla regina Himiko.
    Quello degli Yamatai fu, per l'appunto, un regno "tribale", caratterizzato da una società di stampo matriarcale, dedito allo sciamanesimo femminile. La figura di spicco fu proprio Himiko, regina dipinta come meravigliosa e terribile.

    Himiko

    Himiko regnò sul popolo Yamatai fino al 248 e.v., e la sua persona resta avvolta da un fitto mistero. Di lei si legge, nelle precise cronache cinesi, che “non essendo sposata, si occupò di magia e di stregoneria ed incantò il popolo. Per questo motivo fu messa sul trono ed ebbe mille ancelle, ma pochi ebbero il privilegio di poterla vedere. Un solo uomo s'incaricava del suo guardaroba ed agiva in suo nome come intermediario. Essa risiedeva in un palazzo circondato da torri e da uno steccato, ed era protetta da guardie armate. Le leggi ed i costumi erano rigidi ed austeri”.
    Tanto forte fu l'influenza di questa regina che spesso Himiko è indicata dalle cronache come una vera e propria divinità, dotata di spaventosi poteri magici. Certi storici la associano addirittura alla figura leggendaria dell'imperatrice Jingu.
    In Giappone il mito di Himiko e del suo poderoso sciamanesimo è diffuso e radicato, e della misteriosa regina si racconta di tutto. Chissà come Crystal Dynamics vorrà usare questa figura: un mito sfuggente tenuto in vita dalle flebili menti di poveri emarginati, oppure una donna in carne ed ossa, erede della Himiko mitologica, che prenda magari il posto che Natla aveva nella vecchia saga?
    Parlando con i creativi abbiamo capito che la componente paranormale, decisamente principale nella trilogia originale di Tomb Raider, verrà parecchio smussata in questo nuovo corso del brand, ma probabilmente un antagonista forte sarà necessario anche in questa occasione. Certo, l'isola stessa agisce come nemico di Lara, ed in fondo l'ambiente di gioco potrebbe essere una minaccia già sufficiente per la bella archeologa, ma i costanti accenni ad Himiko e le statue di una divinità femminile che svettano per tutta la zona sembrano far presagire qualcosa di interessante.
    Del resto sulla prosecuzione della dinastia di Himiko anche le cronache lasciano aperto qualche spiraglio: “Quando la regina morì un enorme tumulo fu eretto, con un diametro di oltre cento passi. Più di cento servi e schiave la seguirono nella tomba. Poi un re fu messo sul trono, ma il popolo non gli obbedì. Seguirono tempi di violenza, e molti caddero. Una parente di Himiko, una ragazza di tredici anni chiamata Iyo, fu incoronata regina e l'ordine ristabilito”.
    Magari nei secoli, lentamente, l'influsso magico di Himiko ha continuato a propagarsi e prosperare, e Lara troverà, ad attenderla sull'isola, niente meno che l'erede della figlia del sole.

    Gli Yamatai nella cultura popolare

    Il mito di Himiko e del popolo Yamatai è molto diffuso in Giappone, e la figura della regina-sciamana ha affascinato generazioni di artisti e scrittori.
    Agli amanti dell'animazione giapponese il nome non suonerà quindi nuovo. Vi ricordate ad Esempio Jeeg Robot d'Acciaio? Il nemico che Shiba era chiamato ad affrontare è proprio il popolo Yamatai (Jamatai nella versione originale), intrappolato nella roccia e risvegliato da un sonno millenario grazie al potere della campana di bronzo che il protagonista porta miniaturizzata nel petto. Gli Yamatai sono guidati dalla perfida regina Himika, che vuole riconquistare il Giappone, reclamandone il dominio che aveva tanti anni prima.
    Himiko compare anche nell'ultimo capitolo della serie Persona, anche se non scende mai in campo per combattere direttamente.
    Non poteva mancare una Himiko in Warriors Orochi, dove assume però i tratti di una giovinetta sbarazzina.
    Per i cinefili, consigliamo invece il film del 1974 diretto da Masahiro Shinoda (in concorso al Festival di Cannes dell'epoca).

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