È una droga, ma non si sniffa: si apre così il servizio di Announo su League of Legends

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È una droga, ma non si sniffa o si fuma: si guarda. Si apre con queste parole il servizio di Pablo Trincia dedicato a League of Legends e trasmesso nell'ultima puntata di Announo, trasmissione condotta da Giulia Innocenzi.

"È una droga, ma non si sniffa o si fuma: si guarda. Pablo Trincia è partito dalle periferie d’Italia per arrivare in Cina, dove esistono veri e propri campi di rieducazione per chi è dipendente da videogame, rete, social network." Queste le parole che introducono il servizio (potete vedere l'anteprima a questo indirizzo) dedicato a uno dei videogiochi più popolari del momento, vero e proprio fenomeno di costume in Asia e non solo.

Lo scopo dell'inchiesta di Pablo Trincia è proprio quello di cercare di capire come un fenomeno del genere venga vissuto in un paese con una cultura molto diversa dalla nostra, intento lodevole ma l'argomento è stato trattato in maniera forse troppo frettolosa.

L'associazione ASI Giochi Elettronici Competitivi (riconosciuta dal CONI) ha scritto un articolo in proposito, chiedendo un confronto con la redazione di Announo e con il giornalista che ha curato il servizio. Vi terremo aggiornati in caso di ulteriori sviluppi.