5 giochi di Final Fantasy che dovreste giocare assolutamente almeno una volta nella vita

I migliori giochi di Final Fantasy
Speciale: Multipiattaforma
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Manca ormai meno di un mese al lancio di Final Fantasy XVI, attesissimo titolo di Square Enix che sin dall'annuncio ha spaccato in due la community a causa della scelta del team di sviluppo di realizzare un action con elementi ruolistici (ve ne abbiamo parlato nel nostro speciale sulla componente RPG di Final Fantasy 16).

Per ingannare l'attesa, abbiamo selezionato quelli che a nostro avviso sono i cinque migliori esponenti della saga, nonché i titoli che ciascun appassionato di JRPG dovrebbe giocare almeno una volta nella vita.

Final Fantasy VII

La nostra lista non poteva che aprirsi col gioco di ruolo per eccellenza, un titolo che nel 1997 ha avuto un impatto monumentale sull'intero genere, influenzando la direzione che questo avrebbe imboccato da quel momento in poi (trovate maggiori dettagli nel nostro speciale sulla formula di un mito intramontabile). Primissimo episodio del brand a fregiarsi di una grafica in 3D, Final Fantasy VII spalancava i cancelli di una Midgard a dir poco incredibile per l'epoca e benché il sistema di combattimento fosse meno articolato di parecchi suoi successori, nel complesso la settima fantasia finale rimane il pezzo più pregiato fra i gioielli della corona di Square Enix. La storia di Cloud, Tifa e compagni, che quantomeno nelle prime ore esibiva travolgenti connotazioni naturalistiche, nascondeva qualcosa di oscuro e sinistro, che in più occasioni teneva a ridefinire del tutto i concetti di bene e male. Avvalendosi di una delle migliori colonne sonore firmate dal sommo Nobuo Uematsu, che ha contribuito alla serie sin dagli albori, Final Fantasy VII sapeva emozionare come pochi altri JRPG del proprio tempo, ed è forse questa la ragione per cui, a distanza di 26 anni dall'esordio, l'avventura di Cloud e dell'AVALANCHE continua a conservare un posto speciale nel cuore dei giocatori.

Final Fantasy IX

Ancora oggi fatichiamo a comprendere le ragioni per cui Final Fantasy IX, che a nostro avviso merita di diritto un posto tra i più validi esponenti del franchise, venga spesso sottovalutato o addirittura considerato una sorta di "regressione". Prendendo le distanze dalle ambientazioni futuristiche del settimo e ottavo capitolo, la nona fantasia finale tornò alle origini della saga creata da Hironobu Sakaguchi, proponendo ai possessori della prima PlayStation una squisita ambientazione di stampo fantasy medievale, dove trovavano però spazio alcuni elementi tipici del genere steampunk. Nonostante i difetti della versione originale, come ad esempio dei tempi di caricamento interminabili o le prestazioni irregolari registrate nel corso delle battaglie, Final Fantasy IX ha conquistato il pubblico raccontando una delle storie più struggenti di tutto il brand: ognuno dei personaggi era magistralmente caratterizzato, ma se individui ormai iconici come Vivi o Freya tendevano a sollevavano profonde questioni filosofiche ed etiche, era la storia d'amore tra Garnet e Gidan (o Zidane, se preferite la versione inglese) a tenere gli utenti incollati allo schermo.

Final Fantasy X

Tra le più amate iterazioni della saga nipponica, Final Fantasy X è lo spartiacque tra i grandi classici che lo hanno preceduto e il nuovo corso che la serie ha adottato qualche anno dopo la sua uscita, motivo per cui i detrattori dei più recenti episodi sono soliti ritenerlo "l'ultimo vero Final Fantasy". Primo capitolo a girare sull'immortale monolite nero di Sony, FFX è stato il primo episodio numerato a rinunciare alla consueta mappa del mondo, nonché ad apportare delle modifiche radicali al sistema di combattimento. Il classico ATB venne infatti rimpiazzato dal CTB (Conditional Turn-Based), un sistema che accantonava il tempo reale per abbracciare invece una turnazione più classica: i turni dei singoli personaggi erano virtualmente infiniti, non a caso il tempo sembrava quasi fermarsi per offrire al giocatore la possibilità di valutare con calma e lungimiranza gli ordini da impartire ai componenti della squadra. Non meno impattante fu l'introduzione della Sfereografia, un innovativo sistema di progressione dei personaggi che consisteva fondamentalmente in un'immensa griglia dove l'utente poteva spendere gli AP accumulati per acquisire nuove tecniche o migliorare i parametri dei propri beniamini. Una soluzione che negli anni è stata più volte ripresa dai principali produttori di JRPG.

Final Fantasy VI

Aprite un qualsiasi motore di cercare e fiondatevi sulle innumerevoli classifiche di gradimento della saga: difficilmente ne troverete una che non piazzi Final Fantasy VI sul podio. Pubblicata nel lontano 1994 su SNES e poi convertito per girare su PlayStation, la sesta fantasia finale poneva sul piatto gli elementi più riusciti dei propri predecessori, mescolando una storia persino più ricca e complessa di quella vantata da FFIV alla profonda personalizzazione delle unità offerta invece da FFIII e FFV. Nonostante la presenza di quattordici personaggi giocabili (ognuno perfettamente caratterizzato e per giunta dotato di meccaniche esclusive), l'intreccio riusciva a bilanciare in maniera impeccabile lo spazio dedicato a ciascuno dei suoi protagonisti, raccontando un'epopea che a distanza di quasi trent'anni dal lancio continua ad emozionarci tanto quanto la prima volta. In barba a Sephiroth di FFVII, il titolo di miglior antagonista di Final Fantasy è ancora oggi tenuto da Kefka Palazzo, psicopatico mago di corte dell'Impero di Gestahl. Il motivo? Scopritelo da soli recuperando la recente Pixel Remaster di Final Fantasy VI (a proposito, avete già letto la recensione di Final Fantasy I-VI Pixel Remaster?).

Final Fantasy IV

Lanciata su SNES nel 1991, la quarta fantasia finale di Hironobu Sakaguchi è una tappa fondamentale per chiunque si professi un estimatore del genere, giacché detiene due primati da non sottovalutare. Oltre ad essere stato il primo episodio a proporre l'Active Time Battle, sistema di combattimento in tempo reale che la serie avrebbe messo da parte soltanto con l'uscita del già menzionato Final Fantasy X per PlayStation 2, Final Fantasy IV è stato il primo capitolo a porre l'accento sull'impianto narrativo e sulla caratterizzazione dei personaggi. Avendo ripreso e migliorato questa formula, i suoi direttori successori hanno finito per mettere in ombra la bontà del racconto, tuttavia siamo più che mai convinti che l'epica storia di Cecil Harvey – giovane cavaliere del Regno di Baron e comandante della flotta aerea delle "Ali rosse" – meriti di essere vissuta. Qualora non vogliate cimentarvi con la sua versione originale o con la Pixel Remaster, potreste considerare l'idea di recuperare il remake uscito su Nintendo DS e successivamente convertito per girare su dispositivi iOS e Android.