Activision Blizzard si prepara ad una causa per molestie sessuali

Activision Blizzard si prepara ad una causa per molestie sessuali
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Activision Blizzard torna nuovamente nell'occhio del ciclone, dopo una serie di affermazioni di una donna che dichiara di aver subito molestie sessuali, nell'arco di diversi anni, da parte di un manager. Il tutto, a detta della persona che denuncia tali atti, sarebbe avvenuto fino a poco prima che il manager in questione venisse licenziato.

Mentre l'acquisizione di Activision Blizzard viene messa al vaglio delle autorità anche in Cile, giungono ulteriori notizie spiacevoli su quelle che sarebbero le condotte interne dell'azienda. Quelle che seguono solo le denunce di una querelante che, al fine di mantenere intatta la propria reputazione ed evitare di subire delle ripercussioni personali in seguito alle sue dichiarazioni, ha deciso di rimanere anonima. A sostenere di aver subito delle molestie sessuali è un'ex dipendente che, come detto in apertura, avrebbe subito una condotta altamente sessista e molesta per la persona coinvolta. Ciò, per la querelante, avrebbe influito negativamente sulla creazione di un ambiente sano di lavoro, il quale dovrebbe essere uno standard in tutti i settori lavorativi ma che, a conti fatti, diviene sempre più un'utopia.

Le dichiarazioni della querelante, inoltre, mostrerebbero un sistema interno alla compagnia alquanto marcio e svilente per molte sviluppatrici. Lei afferma, infatti, che il suo manager l'avrebbe minacciata di licenziamento qualora non fosse stata accondiscendente ai suoi "bisogni intimi". La donna, infatti, avrebbe dovuto accettare di avere dei rapporti sessuali con lo stesso, altrimenti lui avrebbe diffuso alcune foto compromettenti, mandategli anni prima dell'accaduto denunciato.

La donna, però, non si limita a segnalare un problema della dirigenza manageriale: a detta sua, la direzione, o per meglio dire i piani alti, di Activision Blizzard sarebbe stata a conoscenza della situazione, evitando però di schierarsi contro l'atteggiamento malsano che il manager avrebbe avuto nei confronti della dipendente. Il tutto partirebbe da un'amicizia virtuale sviluppatasi con Miguel Vega, l'imputato, tra il 2009 ed il 2010. La querelante, nel corso di questi due anni e prima di conoscere il suo attuale marito, avrebbe dapprima mandato le suddette foto incriminanti e, solamente dopo, ricevuto il posto di lavoro all'interno della compagnia.

Tuttavia, le problematiche sarebbero scaturite in seguito all'ottenimento del lavoro nella compagnia: l'uomo avrebbe infatti palpeggiato il seno della donna parecchie volte (la querelante sostiene che il tutto sia successo una dozzina di volte), cercando spesso il contatto fisico con lei provando a baciarla sul luogo di lavoro. La dinamica, ammesso che ritrovi un riscontro effettivo con la realtà in seguito ai dovuti controlli, determinerebbe un sistema lavorativo di tipo gerarchico tra le due figure alquanto malsano: "un giorno succederà; un giorno cederai", sono le parole che la donna avrebbe spesso sentito pronunciare al manager.

Non è la prima volta che Activision Blizzard si trova a dover fronteggiare delle accuse di molestie sessuali sul luogo di lavoro, definito spesso dalle donne lavoratrici presso l'azienda come malsano, sminuente e offensivo per tutte le donne, le quali si sarebbero trovate a più riprese a fronteggiare un ambiente ostile e che avrebbe portato ad una "condotta di dominazione" dei manager. La querelante sostiene di essere stata definita come "un'incapace", le cui opinioni non hanno alcun valore ed il cui lavoro potrebbe essere svolto anche da una scimmia. Mentre il mondo continua a parlare delle grandi paure di Sony per l'acquisizione di Call of Duty, continuano ad emergere nuove accuse di molestie sessuali ai danni delle lavoratrici presso Activision-Blizzard.