Assassin's Creed: l'unico modello di business funzionale alle innovazioni

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Raggiunto dalla stampa dietro le quinte dell'E3, il creative director di Assassin's Creed Alex Hutchinson ha avuto modo di esprimersi sulla controversa questione che riguarda il modello di business della fantastorica saga. Secondo l'uomo Ubisoft, senza l'annualizzazione del brand difficilmente sarebbe stato possibile ambire tanto in alto con il terzo capitolo della saga.

" Alla serie lavorano diversi team allo stesso tempo. I lavori su AC3 sono iniziati contestualmente a Brotherhood e prima di Revelations. Lo staff primario ci si sta quindi dedicando da circa tre anni, un investimento che raramente ci si può permettere nella nostra industria di questi tempi. E' troppo costoso e rischioso: per questo occorrono sempre ulteriori progetti che possano supportare questo modello di sviluppo che proponga grosse innovazioni. La questione non dovrebbe tanto riguardare ogni quanto escono i nostri giochi, ma piuttosto quanto sono ben realizzati.
La bellezza di Assassin's Creed sta anche nel fatto che, quando il nostro scopo è raggiunto, è come se si trattasse ogni volta di una nuova IP. Permangono il sistema di combattimento e l'importanza dell'esplorazione delle mappe ma c'è un nuovo eroe, un nuovo setting ed una nuova visione. E' praticamente la cosa più simile ad una nuova IP che si possa chiedere nel periodo finale del ciclo vitale dell'hardware di riferimento. "

Dobbiamo aspettarci che anche le avventure di Connor si dipanino lungo un ampio arco narrativo come accaduto ai tre episodi dedicati ad Ezio Auditore?
" Sicuramente ora abbiamo una certa esperienza nel programmare lo sviluppo del franchise, quindi abbiamo le nostre idee.
Ma è anche vero che ai giocatori piacciono i cambiamenti radicali e i nuovi personaggi, quindi dobbiamo ancora fare le necessarie valutazioni sulla questione. Sarebbe sicuramente bello dare a Connor la sua storia epica e descriverlo approfonditamente come personaggio a tutto tondo, ma non vorremmo neanche tirare la cosa troppo per le lunghe. "