BioWare esce allo scoperto e ammette i suoi gravi problemi gestionali

BioWare esce allo scoperto e ammette i suoi gravi problemi gestionali
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Il recente articolo pubblicato da Kotaku ha suscitato non poco scalpore tra la community dei videogiocatori. Il report in questione ha dipinto una BioWare in piena crisi creativa anche e soprattutto a causa di una pessima gestione manageriale che ha portato diversi dipendenti della compagnia a cadere in crisi di ansia e depressione.

A pochi minuti dalla pubblicazione dell'articolo BioWare ha pubblicato un post di risposta sul proprio blog che non ha eufemisticamente raccolto molto consensi da parte dei fan. Questo a causa del fatto che la replica del team sembrava essere molto sulla difensiva, e non andava davvero a trattare gli argomenti che invece sono stati sviscerati dall'indagine condotta da Schreirer.

Tramite le dichiarazioni di Casey Hudson arriva ora un commento più sincero e a cuore aperto relativo alla delicata questione. Il general manager di BioWare ha inviato una lettera a tutti i membri della casa di sviluppo (inoltrandola anche a Kotaku), parlando più apertamente del problema e promettendo a tutti che le cose miglioranno nel prossimo futuro.

"L'articolo cita molti dei problemi riscontrati nello sviluppo di Anthem e dei nostri precedenti progetti. E delinea un collegamento tra quei problemi ed il nostro ambiente di lavoro ed il benessere del nostro staff. Questi problemi sono reali, ed è la nostra priorità numero uno riuscire a risolverli. [...] Quando mi è stata offerta l'occasione di tornare in BioWare, sapevo che lo studio stava affrontando delle sfide riguardo allo stato di salute del team, alla visione creativa, e al focus organizzativo. Ero, e sono ancora entusiasta di poter contribuire a migliorare questi aspetti perché amo lo studio, e soprattutto voglio dar vita ad un luogo di lavoro dove tutti possano essere felici e soddisfatti".

Hudson ha poi proseguito spiegando che sarà a breve rivoluzionata l'organizzazione interna di BioWare, verranno modificati i processi produttivi, e si cercherà di trovare una maggiore concentrazione a livello creativo. Tutti i membri dello studio potranno fissare degli incontri individuali per discutere di qualsiasi cosa, e riceveranno supporto a livello psicologico per far sì che rilascino lo stress accumulato nei mesi di lavoro. Forse lo studio canadese è ancora in tempo per riuscire a risorgere e tornare ad essere uno degli esempi più illustri dell'industria videoludica: speriamo che le prime avvisaglie di questa possibile rinascita si facciano già notare con l'arrivo di Dragon Age 4 (secondo alcuni annunciato senza il consenso di Electronic Arts).