BioWare è stata salvata economicamente da EA, dichiarano ex membri della software house

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Al netto degli ultimi controversi videogiochi prodotti dallo studio canadese, BioWare è universalmente riconosciuta come una delle software house di maggior talento quando si tratta di giochi di ruolo. Tra i prodotti più noti che portano il nome di BioWare, impossibile non citare Dragon Age, Mass Effect, e Star Wars: The Old Republic.

Stando a quanto rivelato di recente da ex membri della casa di sviluppo, queste serie che hanno riscosso un ottimo successo di critica e di vendite avrebbero potuto subire una stroncatura prematura a causa di alcuni problemi finanziari che hanno colpito BioWare in passato. Problemi risolti da Electronic Arts, come rivelano Patrick Weekes, Karin Weekes e David Gaider, tutti coinvolti in passato nei franchise di Dragon Age e Mass Effect.

Parlando dell'acquisizione del colosso statunitense, i tre hanno dichiarato che Dragon Age 2 si rivelò il banco di prova per BioWare, che avrebbe dovuto presentare in fretta un prodotto finito al publisher. Come tutti hanno notato, ciò che ne uscì fu un gioco sì di qualità, ma che palesava anche un'evidente incompletezza in certi suoi aspetti, come del resto ammesso dagli ex membri dello studio. Con tutti i problemi del caso, comunque, l'acquisizione di Electronic Arts permise a BioWare di continuare a produrre grandi giochi su larga scala, come Dragon Age: Inquisition, Mass Effect 3, Mass Effect: Andromeda, nonché l'imminente Anthem.

Nonostante la fretta dello sviluppo di Dragon Age 2, Electronic Arts non viene vista dagli autori in ottica negativa: per quanto la preoccupazione maggiore del publisher sia naturalmente il profitto, raramente verrebbe imposta a BioWare una linea creativa o un metodo di lavoro da seguire pedissequamente. Se la software house ha intenzione di provare qualcosa di rischioso (viene menzionato l'esempio di Krem in Dragon Age: Inquisition), riceve semplicemente la richiesta di "farlo bene".