Cyberpunk 2077 e crunch: sviluppatori costretti a fare gli straordinari?

Cyberpunk 2077 e crunch: sviluppatori costretti a fare gli straordinari?
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Il report di Jason Schreier apparso sulle pagine di Bloomberg ha generato un bel trambusto mediatico, l'ennesimo dopo il complicato lancio di Cyberpunk 2077. Il giornalista ha dato voce a più di 20 tra sviluppatori ed ex collaboratori di CD Projekt RED, alcuni anonimi, che hanno dipinto il quadro di una lavorazione estremamente travagliata.

Abbiamo già parlato del malumore degli sviluppatori, rimasti scioccati quando hanno appreso della (prima) data di lancio del 16 aprile 2020 durante l'E3 2019, mentre i fan andavano in visibilio per l'apparizione di Keanu Reeves. Basandosi sullo stato dei lavori all'epoca, i dipendenti ritenevano di poter completare lo sviluppo di Cyberpunk 2077 non prima del 2022. Dalle dichiarazioni è emerso che la lavorazione vera e propria è cominciata nel 2016, e che la demo di Cyberpunk 2077 del 2018 era in larga parte falsa, creata ad hoc per mostrare sistemi di gameplay che non erano ancora stati ultimati e tradotti in codice per la build finale.

Schrerier non si è fermato qui, e con le testimonianze ha tentato di far luce anche sui tanto discussi crunch ai quali gli sviluppatori si sono sottoposti per rispettare la data d'uscita finale del 10 dicembre 2020. A quanto pare, nonostante i vertici promettevano che non sarebbero stati obbligatorio, per anni i dipendenti avrebbero subito delle pressioni per fare gli straordinari. "C'erano periodi in cui lavoravo fino a 13 ore al giorno, per cinque giorni alla settimana", ha affermato Jakubiak, ex programmatore audio che ha abbandonato la compagnia dopo il matrimonio. "Ho amici che hanno perso la famiglia a causa di queste pressioni".

Di che pressioni stiamo parlando? Ad esempio, se un dipendente diceva ad un manager che non voleva fare lo straordinario, riceveva come risposta che a causa sua un collega avrebbe dovuto lavorare di più per rimediare alla sua assenza. Storie del genere sono state raccontate da più persone. Gli stipendi, inoltre, non sarebbero poi tanto alti come CD Projekt RED voleva far credere: "L'anno scorso, quando CDPR disse che avrebbe condiviso il 10% dei profitti con lo staff, giocatori ed esperti pensavano che gli sviluppatori sarebbero diventati ricchi. Adian Jakubiak ha affermato che guadagnava 400 dollari al mese quando ha cominciato come tester nel 2015, diventati 700 dollari mensili nel 2018, come junior programmer", scrive Jason Schreier.

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  • Pc : 10/12/2020
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  • Genere: FPS - Sparatutto in Prima Persona
  • Sviluppatore: CD Projekt RED
  • Publisher: Bandai Namco
  • Pegi: 18+

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