Un Tweet riaccende le polemiche sulle condizioni di lavoro in Rockstar Games

Un Tweet riaccende le polemiche sulle condizioni di lavoro in Rockstar Games
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Dopo una recente intervista concessa da Dan Houser ai giornalisti di Vulture, in cui dichiarava che per portare avanti il progetto di Red Dead Redemption 2 in Rockstar Games si era lavorato alcune volte anche per "100 ore a settimana", si è sollevato un polverone mediatico intorno al tema dello condizioni di lavoro nei team di sviluppo di giochi tripla A. Un recente Tweet di Job J. Stauffer, ex membro del team Rockstar, ha riacceso le polemiche.

Facciamo un po' di ordine: dopo le dichiarazioni di cui sopra, Dan Houser si è trovato nella condizione di dover specificare che cosa intendesse con le parole pronunciate nel corso dell'intervista a Vulture.
Con una nota inviata ad IGN.com il co-fondatore di Rockstar Games ha dichiarato che l'intervista concessa ad Harold Goldgerg era stata in parte fraintesa. Ad essere coinvolti in questi elevati ritmi di lavoro, non erano stati stati tutti i dipartimenti di Rockstar, ma solo quelli coinvolti nella realizzazione della componente narrativa.

Il ritmo di "100 ore a settimana" sarebbe stato mantenuto per sole tre settimane e non, come inizialmente inteso, per l'intera durata dello sviluppo di Red Dead Redemption. All'interno della nota Houser ha inoltre affermato che, ancor più importante, Rockstar Games non si aspetta che si mantengano questi ritmi di lavoro al suo interno: "All'interno della Compagnia vi sono alcuni lavoratori di livello Senior che lavorano molto duramente semplicemente perché sono appassionati ad un progetto o al loro lavoro, e credo che tale passione traspaia nei giochi che pubblichiamo. Tuttavia, questo sforzo aggiuntivo è una scelta e non ci aspettiamo o chiediamo a nessuno di lavorare in questo modo."

Per tutta risposta Job J. Stauffer ha pubblicato un Tweet (che potrete leggere in calce) che ha infiammato il dibattito. Al suo interno, l'ex dipendente di Rockstar Games, ha usato parole estremamente dure, affermando che: "E' passato circa un decennio da quando ho lasciato Rockstar, ma posso assicurare che, durante il periodo di sviluppo di GTA 4, era come lavorare con una pistola puntata alla testa sette giorni a settimana." Stauffer ha aggiunto poi che gli veniva richiesto di recarsi al lavoro anche il sabato e la domenica proprio per accontentare la dirigenza.

Il Tweet di Stauffer ha in seguito attirato l'attenzione di Jason Schreier, giornalista in forza a Kotaku.com, il quale ha dichiarato di star scrivendo da parecchio tempo un articolo relativo proprio alle condizioni di lavoro presso Rockstar Games, invitando chiunque volesse collaborarvi a contattarlo. Da segnalare, in ogni caso, come la testimonianza di Job J. Stauffer riporti fatti accaduti oltre dieci anni fa, dunque le condizioni all'interno dell'azienda potrebbero essere fortemente cambiate da allora.

Di tanto in tanto le condizioni dei lavoratori dell'industria videoludica tornano alla ribalta, sopratutto in relazione al numero di ore settimanali, spesso molto elevate; il movimento "Game Workers Unite" è un tentativo dei lavoratori del settore di organizzarsi per richiedere maggiori tutele. Nel corso del 2018, la sua azione ha ricevuto una certa attenzione, con articoli pubblicati su testate quali Rolling Stones o Le Monde.