eSport e Olimpiadi: l'opinione dell'ex campione di tuffi Nicola Marconi

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Vi ricorderete delle dichiarazioni di Federica Pellegrini all'indomani della storica apertura del Comitato Olimpico sulla questione relativa ai videogiochi come disciplina sportiva. La campionessa di Spinea si è espressa in modo abbastanza critico, portando la comunità videoludica a una congerie di discussioni sul tema.

Ora, un altro campione del nuoto nazionale ha voluto dire la sua attraverso le pagine del portale Powned.it. L'ex tuffatore Nicola Marconi, grande appassionato e conoscitore di videogiochi e tra i più attivi all'interno della community di Hearthstone (di cui si è innamorato perdutamente sin dal suo arrivo su mobile), si è espresso in merito alla discussione che lungamente ha smosso gli animi dei giocatori in questi ultimi giorni.

"Si, gli e-sport vanno riconosciuti come disciplina sportiva, perché sono a tutti gli effetti dei “giochi” che richiedono una grande preparazione, mentale, fisica, se si vuole diventare dei campioni."

Con queste parole si è espresso Nicola Marconi, aprendo alla possibilità di considerare gli eSport come sport a tutti gli effetti. Tale affermazione "cautamente ottimista", però, è stata subito chiarita dallo stesso atleta che ha tenuto a scindere due importanti piani di discussione:

"Se da un lato trovo dovuto che il CIO e di conseguenza il CONI riconoscano gli e-sport come discipline sportive vere e proprie e le regolamentino a dovere per permettere il corretto sviluppo di questo settore, da un lato credo che le Olimpiadi non siano il contesto giusto in cui inserirli, per diversi motivi.

I più banali sono costi e numeri: i Giochi sono un “macchina” che pesa moltissimo, in termini di sforzi e di soldi, ai paesi che decidono di ospitarli, tant’è che il CIO ha cambiato “le regole” e dal 2020 a Tokyo vedremo delle Olimpiadi più sostenibili, organizzate utilizzando impianti preesistenti e con un occhio di riguardo al “riciclo delle nuove infrastrutture”. Ma il costo maggiore resta la spesa per il vitto e l’alloggio: gli atleti partecipanti sono tantissimi e se vengono inserite nuove discipline si tende a tagliarne delle altre. L’aggiunta degli e-sport sarebbe quindi improponibile.

Un altro motivo importante, secondo me, è il contesto: come ci sono i Giochi Invernali, come ci sono le Paraolimpiadi, così ci dovrebbero essere le Olimpiadi degli E-Sport: un evento dedicato, con la giusta copertura mediatica, dove i riflettori sono puntati solo ed esclusivamente sugli e-sportivi."

Il campione di nuoto, dunque, pur affermando l'importanza del passo in avanti fatto dal Comitato Olimpico e dicendosi favorevole a considerare i videogiochi alla stregua degli sport tradizionali, ha comunque tenuto a precisare che le Olimpiadi non sarebbero il luogo adatto per veicolare gli eSport alla massa.

Inoltre, sempre secondo l'ex tuffatore, molte persone si sono espresse senza conoscere l'argomento in questione, sollevando un polverone inutile: " dopo la dichiarazione di Federica, con cui ho diviso tanti Campionati, ho potuto leggere tanti commenti “ignoranti” sia da parte di sportivi che di e-sportivi. Commenti nati appunto dal “non sapere” in maniera corretta quello di cui si stava parlando, basati sul “sentito dire”, e non c’è cosa più dannosa!

E’ logico ed evidente che sport ed e-sport siano diversi, come lo sono il calcio, i tuffi, l’equitazione, il tiro con l’arco, il poker sportivo, gli scacchi. Ma ciò non toglie che, come scrivevo all’inizio, mettano in moto corpo, mente e cuore, proprio come gli e-sport".

Condividete il pensiero di Nicola Marconi?
Ricordate che potete leggere l'intervista integrale, decisamente interessante, sulle pagine di Powned.it