Ghost Recon Breakpoint sarà un gioco politicamente neutrale, spiega Ubisoft

Ghost Recon Breakpoint sarà un gioco politicamente neutrale, spiega Ubisoft
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La satira e la politica nei videogiochi sono due temi piuttosto spinosi da affrontare in un prodotto commerciale che, per sua stessa natura, deve rivolgersi ad un pubblico ampio ed eterogeneo. Non c'è da sorprendersi, quindi, se in Ghost Recon Breakpoint non troveremo alcun riferimento alla situazione politica attuale.

La conferma dell'atteggiamento neutrale assunto da Ubisoft sul tema della politica (sia statunitense che internazionale) ce la offre Sebastien Le Prestre: lo sviluppatore capo del progetto di Breakpoint ha infatti spiegato ai colleghi di GameSpot che "qui stiamo creando un videogioco, non stiamo cercando di fare dichiarazioni politiche. Ci siamo radicati nella realtà, ciascun giocatore otterrà qualcosa di diverso dalla propria esperienza. La storia potrebbe farvi vedere situazioni diversi, è uno scenario ipotetico in stile Tom Clancy, è puramente immaginario".

La Community Developer Laura Cordrey rimarca il concetto affermando che Ubisoft "è sempre ispirata da ciò che sta accadendo attorno a noi, l'autenticità è sempre stata il nostro obiettivo... ma la storia (di Breackpoint, ndr) rimane fittizia". La decisione assunta dai vertici del colosso videoludico transalpino, pur seguendo le direttive delineate dal COO di Ubisoft Massive Alf Condelius nel corso di un report finanziario dello scorso anno, sembra andare in controtendenza rispetto a quanto proposto dalla stessa Ubi nei precedenti titoli della compagnia.

L'uscita di Ghost Recon Breakpoint, prevista per il 4 ottobre su PC, PS4 e Xbox One, potrebbe comunque riservarci delle sorprese in tal senso, come accaduto con gli espliciti riferimenti al Muro antimigranti dell'Amministrazione Trump che, nel futuro post-apocalittico dipinto da The Division 2, viene costruito dal Messico.