Guerra in Ucraina: Activision Blizzard sospende la vendita di tutti i giochi in Russia

Guerra in Ucraina: Activision Blizzard sospende la vendita di tutti i giochi in Russia
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A ormai dieci giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, anche il board dirigenziale di Activision Blizzard si unisce al bando annunciato dalle altre multinazionali del settore e decide di bloccare la vendita dei propri giochi in Russia.

Nella lettera aperta condivisa da Daniel Alegre dalle pagine del sito ufficiale di Activision Blizzard, il Presidente e COO del colosso videoludico statunitense spiega che "la scorsa settimana abbiamo assistito alle notizie provenienti dall'Ucraina e all'aggravarsi della crisi umanitaria che si sta verificando. L'impegno della nostra azienda è aiutare coloro che sono stati colpiti da questa terribile violenza e fornire loro, in ogni modo possibile, l'assistenza necessaria. Di conseguenza, oggi annunciamo che Activision Blizzard sospenderà le nuove vendite dei nostri giochi in Russia mentre questo conflitto continua, e ci impegnamo a cercare ulteriori modi per sostenere il popolo ucraino".

L'alto esponente di Activision Blizzard annuncia così una serie di iniziative volte ad assistere i dipendenti (e rispettive famiglie) che necessitano di aiuto in questo difficile momento. Il COO di Activision Blizzard spiega inoltre che l'azienda si impegna a raddoppiare ogni somma donata dai propri dipendenti in favore del popolo ucraino, da aggiungersi ai 300.000 dollari già raccolti per donazioni a enti umanitari e organizzazioni non-profit impegnate per sostenere i rifugiati ucraini. La compagnia decide inoltre di innalzare da 1.000 a 10.000 dollari il tetto massimo delle agevolazioni sull'importo detraibile per effettuare donazioni.

Nei giorni scorsi, anche EA ha bloccato la vendita dei giochi in Russia, con analoghe iniziative prese da Microsoft e Nintendo. C'è poi chi, come gli studi Hi-Rez, ha deciso di continuare la vendita dei propri giochi in Russia per raccogliere fondi da devolvere in favore del popolo ucraino e, nella fattispecie, per l'UNICEF impegnata nel sostegno ai profughi e ai giovani che scappano dall'Ucraina.